La Jornada 24-7-99

EL TONTO DEL PUEBLO ¤ Jaime Avilés

Chiapas: si cerca...

Stanno andando a prendere Marcos? Con il pretesto di "fare rimboschimento", l'Esercito ha ridistribuito le sue unità di combattimento nelle parti alte della Lacandona, stabilendo un numero non precisato di nuovi accampamenti e posizioni di montagna, con l'ipotetico fine di spezzare eventuali movimenti di ripiegamento dell'EZLN, nel caso di un'offensiva militare come quella del 10 febbraio 1995.

Secondo le fonti del "tonto del pueblo", questo "ri-posizionamento" si è reso visibile a partire da maggio nella vallata di Taniperla, come lo testimoniano le puntuali cronache di Jesus Ramirez e Juan Balboa su La Jornada. L'Esercito, secondo gli osservatori dei diritti umani in Chiapas, "è entrato" da Ocosingo nella zona dove la selva confina con il sud del Tabasco, e si sarebbe dispiegato, a partire da lì, per stabilire un nuovo accerchiamento formato da varie linee di contenzione, lassù, tra le montagne.

La conferma di queste notizie rivelerebbe che, negli ultimi tre mesi l'Esercito ha consolidato una strategia disegnata, fondamentalmente, per annientare la direzione politica dell'EZLN nella selva e, specialmente, il subcomandante Marcos.

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Opera completa? Como responsabile formale di tali manovre, l’ardente ministro degli Interni, Diodoro Carrasco, mette il suo granellino di sabbia alla controinsurrezione, per completare la "magna opera" che in questo senso hanno cercato di perseguire i suoi predecessori di carica, obbligando l'Esercito a compiere funzioni che non indicate dalla Costituzione.

Se ad Esteban Moctezuma Barragan, nel suo carattere di titolare di Bucareli (sede del Ministero degli Interni messicano) del sessennio, gli toccò "supervisionare", diciamo così, l'organizzazione delle bande criminali di Paz y Justicia nel nord chiapaneco; se ad Emilio Chuayffet restò il dubbioso onore di trapiantare il modello dei gruppi mercenari del nord della regione di Los Altos; se a Francisco Labastida Ochoa conferirono la missione di estendere la paramilitarizzazione alla selva, adesso a Carrasco Altamirano, per quel che si vede, hanno assegnato il compito di liquidare il Sup.

Oggi, in una tappa critica sia per il "governo" federale come per gli interessi vitali del salinismo, che potrebbe perdere il potere nei prossimi dodici mesi, Carrasco stringe l'accerchiamento intorno al capo militare dell'EZLN e prepara le condizioni per agire, come dicono i tecnocrati, su quattro "scenari".

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Freddi calcoli. Un aggravamento esponenziale della violenza in Chiapas potrebbe essere utile alle necessità del regime: a) in caso di un nuovo disastro economico, che nessuno deve scartare; b) se scoppia una crisi di Stato, nella misura in cui l'opposizione legislativa provi che il narcotraffico ha finanziato le campagne del PRI nel 1994; c) se si concretizza l'alleanza PRD­PAN per il 2000 e d) se Cuauhtemoc Cardenas guadagna di nuovo il primo posto nei sondaggi.

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Montanari. Sulla copertina del suo numero 6, il settimanale politico di Tecamacharco, Las Cabras, pubblica la foto di un coniglio con passamontagna, eretto sui suoi arti posteriori in atteggiamento di allerta, vicino a un titolo a grandi caratteri che dice: "Chiapas: si cerca...", e più in basso, come sottotitolo, si legge: "Istruzioni per cacciare conigli nella selva".

Come accompagnamento al servizio centrale, che spiega tutto quanto indicato nelle prime colonne di questa pagina, la rivista del "tonto del pueblo" inserisce due pagine d'infografia, con bei disegni, per far risaltare l’importanza strategica dei nuovi accampamenti militari nelle montagne della selva.

Nella fig. 1, bianche freccette segnano le rotte usate dalle comunità di Guadalupe Tepeyac e Prado Pacayal, quando si rifugiarono nelle terre alte fuggendo dall'aggressione dell'Esercito nel 1995. La fig. 2, invece, presenta la valle di Taniperla con le donne del villaggio in potere dell'Esercito, della polizia e dei paramilitari, mentre gli uomini, che fuggirono il 10 aprile 1998 dopo lo "smantellamento" del municipio autonomo permangono tra le montagne, però ora non possono più scendere, né allontanarsi, a causa dei nuovi accampamenti militari.

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Se ne va Porfirio? Il comitato del PRD al DF ha tirato fuori un asso dalla manica: Andres Manuel Lopez Obrador sarebbe un candidato di lusso per il governo della capitale, dato che otterrebbe una votazione altissima. Per quanto si può vedere in questo momento sembrerebbe che non ci siano impedimenti legali per iscrivere il tabasqueño. Porfirio Muñoz Ledo, intanto, lo scarta a priori e punta sul panista Santiago Creel. Per disgrazia dimentica l'aritmetica. Creel non supererà mai la percentuale che da ora il buon senso comune pronostica a Lopez Obrador. Però don Porfirio sogna ancora di far politica d'alta scuola. La sua offerta è chiara: invece dell'alleanza di opposizione, il DF per il PAN e Los Pinos per chi... Per Muñoz Ledo, ovviamente...

Scherzi a parte, c'è chi specula che, domani notte, il signor Muñoz squalificherà l'elezione interna del PRD e nei giorni successivi rinuncerà a questo partito per iniziare a vendersi come "agente libero". Non sarebbe strano che alla fine di una serie di erratiche capriole torni al PRI e s’incorpori alla squadra di Labastida, però ad una condizione, che gli venga assicurata una poltrona non inferiore a quella del ministro degli interni. Pover uomo...

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Ultimissima. Nell'Impero dei Sensi, noi redattori di Las Cabras festeggiamo la chiusura dell'edizione con un banchetto: conchigliette in salsa di nontiscordardimè e tacos di coniglio al pibil. Ci stiamo mangiando il modello della copertina e due altri aspiranti che non hanno superato le prove fotogeniche del casting. Ovviamente si parla di tutto. Emma Thomas è andata a Città del Messico e ha saputo che Pablo Marentes, il cosiddetto "responsabile" della politica di comunicazione di Cardenas, non sarà cacciato come tanto si è speculato, però una équipe di pubblicisti lo ha rimpiazzato come inizia a notarsi negli spot alla tele. Marentes è sceso di peso perché ora si incarica di organizzare i giri di Cuauhtemoc ed è così impressionante la sua terapia occupazionale che presto gli spunteranno i capelli verdi. Se lo è meritato.

Sarebbe divertentissimo, dice il tonto masticando con la bocca piena, che il ministero delle finanze accettasse il confronto di atti Fobaproa proposto da Lopez Obrador perché si veda chi sta mentendo. Intanto, rompipalle scemo Bob, Diego Valades continua a prepararsi per occupare il rettorato dell'UNAM.


[fonte: tonto@jornada.com.mx]


(tradotto dal Consolato Ribelle del Messico-Brescia ezlnbsit@tin.it)



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