La Jornada 24 febbraio 1999

Preparativi a Polhó

Nonostante la diaspora indigena, avanzano i lavori della consulta zapatista

Hermann Bellinghausen, Polhó, 23 febbraio

Essendo Polhó un villaggio fatto di molti villaggi, raggruppati in nove accampamenti di desplazados dello stesso municipio di Chenalhó, i delegati che usciranno da qui per la consulta nazionale zapatista saranno provenienti da molte comunità. Verranno così nominati 130 delegati, in assemblee divise per villaggio e per accampamento. Per capirci, possiamo citare un caso: la comunità di Tzanembolom è composta da 140 famiglie fin dal momento della comparsa dei gruppi paramilitari priisti e dell'inizio dell'esodo dei seguaci del municipio autonomo. Ora lì vivono meno di 50 famiglie. Il resto, 96 famiglie, ovvero la maggioranza, vivono negli accampamenti di Polhó: 365 persone in totale.

Così ci sono delegati che rappresenteranno Chimix, Canlolal ed altri villaggi oggi occupati dai paramilitari e circondati dall'Esercito federale e dalla Polizia di Sicurezza Pubblica.

Santana, rappresentante del Consiglio Autonomo di Polhó, comunica che i paramilitari di Tzanembolom "si sono impossessati di tutto il raccolto di caffè dei compagni desplazados". Come prima "si erano impossessati delle poche cose rimaste" dei desplazados.

"Hanno anche distrutto le case, saccheggiato e venduto le lamiere dei tetti". In questo saccheggio ha preso parte "un accampamento dell'Esercito federale ed un altro della Sicurezza Pubblica" aggiunge Santana.

"I compagni che andranno alla Consulta si stanno preparando attraverso gruppi di studio", riferisce Santana. "Quello cui si sta lavorando ora sono le brigate dei promotori. Si recano anche nei villaggi priisti, per spiegare a tutti. Chiaro che alcune comunità sono inespugnabili per queste brigate. Come dice Santana, "ci sono villaggi dove non passeranno le brigate perché sono minacciati dai paramilitari".

Un'altra volta fa l'esempio di Tzanembolom: "Lì sono circa 15 i paramilitari armati, ma fanno minacce e poco tempo fa hanno colpito alcuni compagni di Pantelhó" (il capoluogo del municipio vicino Chenalhó) ed hanno detto loro che a Tzanembolom (vicino Pantelhó) non permetteranno la presenza di brigate per la Consulta.

"Per questo non è necessario andare lì, meglio evitare problemi".

Denuncia che i paramilitari di quella comunità sono Agustín Arias Hernández, Javier Pérez Gómez ed i fratelli Gómez Guillén: José, Eulogio, Ovidio, Celso e Jacobo. "Sono anche quelli che hanno fatto i preparativi di quello che è successo ad Acteal".

I delegati tzotziles di Chenalhó porteranno tutto questo carico fino ai luoghi della Repubblica dove li porterà la realizzazione della Consulta.

Testimoni in carne ed ossa, si potrebbe dire.

"Molti parlano poco il castigliano" fa notare Santana, "ma vanno lo stesso a parlare con la gente di altri luoghi". Come in tutte le comunità ribelli, anche qui opera la solidarietà di quelli che si fermano per le famiglie e per i lavori domestici di quelli che vanno".

Santana annuncia che nelle prossime settimane si realizzeranno concentramenti informativi sulla Consulta in altre comunità del municipio.

"Si offriranno al pubblico: teatro, balli, canzoni e spiegazioni sulla Consulta. Speriamo che non ci siano problemi, non abbiamo questa intenzione".

"Non hanno finito ancora di prepararsi i delegati che percorreranno il paese", dice Santana. "Dalla Consulta ci aspettiamo che dia risultati per i nostri diritti indigeni. E che se ne vadano i militari dalle nostre comunità. Ci stanno solo per molestarci ed appoggiare i paramilitari".


(tradotto dal Comitato Chiapas "capitana Maribel" - Bergamo)



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