COMUNICATO STAMPA N. 8 della CCIODH
Oggi, 23 novembre 1999, termina il soggiorno in Chiapas della CCIODH. Dal nostro arrivo giovedì 18, abbiamo realizzato tutte le visite previste nel nutrito programma della Commissione.
In 5 giorni abbiamo visitato la maggior parte delle zone in conflitto: Cañadas, Zona Nord, Los Altos e la Selva, i cinque Aguascalientes, così come i detenuti politici di Los Ceresos di Yajalón e Cerro Hueco con i quali abbiamo ripetuto le visite dell'anno precedente, sommate con quelle alle comunità con conflitti successi durante questo anno; come è il caso di Amador Hernández, Taniperla e San Juan de La Libertad. Nella maggioranza dei casi abbiamo realizzato interviste alle autorità delle comunità in resistenza, ai Consigli Autonomi e anche al Comando Generale dell'EZLN.
In San Cristóbal de Las Casas, abbiamo intervistato organizzazioni della società civile: ONG, organizzazioni dei diritti umani e movimenti sociali, come pure la Croce Rossa Internazionale, il PRD e, finalmente, oggi in Tuxtla Gutiérrez pure lo staff del Governatore Dr. Albores Guillén.
In attesa di poter trascrivere tutte le registrazioni e di realizzare la relazione definitiva di questa seconda visita, possiamo intanto avanzare una serie di impressioni, sviluppate a partire da petizioni, lamentele, aspirazioni e desideri dei villaggi che abbiamo visitato insieme con le opinioni espresse nelle interviste dai nostri interlocutori.
Quella che è stata detta Guerra del Chiapas, in linguaggio più tecnico "Guerra di Bassa Intensità", continua a persistere nella maggioranza delle zone visitate e i suoi effetti vengono subiti dai villaggi indigeni, che vedono venir meno i loro diritti economici, politici, culturali e sociali: è grave in particolare il caso delle donne e dei bambini sfollati a causa della guerra come in Polhó, nella Zona Nord ed a Guadalupe Tepeyac. Abbiamo potuto osservare la grave situazione in cui versa la loro vita quotidiana, fuori dalle loro case e dai loro villaggi d'origine e senza apparente soluzione immediata, come potrebbe essere il ritorno con un minimo di garanzie alle loro comunità d'origine.
La presenza visibile di elementi dell'Esercito Federale Messicano, in caserme, posti di blocco, accampamenti, ecc. è motivo di denuncia in tutte le comunità. Denunciano l'occupazione di terre, la presenza dell'alcool e della prostituzione, l'inquinamento ambientale, in particolare dei corsi d'acqua. La presenza militare interferisce nel rispetto del diritto al libero transito ed impedisce il normale sviluppo della vita quotidiana: la coltivazione dei campi, la possibilità per le donne e i bambini di andare a cercare acqua e legna, ecc...
Abbiamo ricevuto petizioni da diverse comunità da trasmettere alla Signora Mary Robinson, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani; tra queste, per esempio, una lettera dei detenuti politici che le consegneremo in mano nel colloquio che avremo con lei nel D.F. giovedì 25. Come pure l'invito affinché visiti la comunità di Acteal, terra sacra dove sono stati assassinati 45 indigeni il 22 dicembre 1997.
Nei due giorni che ci rimangono nel D.F., redigeremo la relazione preliminare che sarà consegnata alla Signora Robinson e resa pubblica lo stesso giorno 25. In questa relazione dettaglieremo le nostre osservazioni e raccomandazioni preliminari, come anticipazione della relazione finale che sarà consegnata il 14 dicembre al Parlamento Europeo. Il 6 dicembre, nella città di Ottawa, sarà presentata invece al Ministero degli Esteri del governo del Canada. Lo stesso avverrà con gli altri parlamenti dei paesi rappresentati nella Commissione.
Commissione di stampa della CCIODH
San Cristóbal de Las Casas, Messico
23 novembre 1999
P.S.: Vogliamo fare una serie di precisazioni sopra alcune questioni organizzative. Nel viaggio di febbraio del 1998, eravamo 210 persone, che in 15 giorni hanno realizzato un percorso minore di quello attuale. Con sole 41 persone, con 11 FM3 e in meno tempo, abbiamo avuto colloqui con un maggior numero di persone e abbiamo visitato più luoghi.
Si dà il paradosso che abbiamo richiesto incontri istituzionali, tanto nel DF, come in Chiapas, con più di 20 giorni di anticipo e la risposta è stata il silenzio. Nonostante si sia insistito telefonicamente, sono stati accettati soltanto due giorni fa, il che ci ha costretto a uno sforzo impressionante da parte delle 11 persone con FM3 per poterli coprire totalmente. Denunciamo il fatto che questi problemi amministrativi ci hanno impedito di fare il nostro lavoro con la programmazione e la tranquillità necessaria.
C'è da chiarire che i visti FM3 concessi sono 11, l'INM ne ha offerti altri quattro ma al momento non sono ancora arrivati, sono stati offerti un giorno prima di uscire dal Chiapas mentre aspettavamo la loro concessione in San Cristóbal, quindi sono rimasti come una dichiarazione di buona volontà.
Inoltre, lamentiamo le difficoltà di transito che ci hanno creato problemi negli spostamenti della Commissione. Nella maggioranza dei posti di blocco, sia militari sia di immigrazione, i membri della Commissione sono stati trattenuti per ore senza necessità. Per esempio, durante il viaggio verso La Realidad, del 22, i membri della CCIODH hanno dovuto fermarsi in quattro posti di blocco differenti, per un totale di cinque ore di attesa.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)