AGGRESSIONE A CIVILI A NUEVO MOMON

22 agosto 1999

San Cristóbal de las Casas, Chiapas, Messico

Il giorno 21 agosto alle 11 della notte, all'incrocio di Nuovo Momon, municipio di Las Margaritas è stato intercettato un camion di tre tonnellate che viaggiava dalla comunità di La Realidad verso Las Margaritas da un gruppo di priisti e di paramilitari. In detto camion viaggiavano: l'autista del camion con accanto sua moglie, due osservatori internazionali e una dottoressa messicana membro di ENLACE CIVIL A. C.

L'intercettazione è avvenuta alle 11 della notte all'incrocio di Nuevo Momon da un gruppo di più di 150 indigeni che si sono dichiarati priisti delle comunità dei dintorni di Nuevo Momon.

L'autista del camion è sceso per capire che cosa stava succedendo. La risposta da parte dei priisti è stata: non è più possibile transitare. Immediatamente hanno aperto la parte posteriore del camion e quando hanno visto i due osservatori internazionali, li hanno fatti scendere con violenza, insieme alla dottoressa che stava davanti e hanno cominciato a insultarli e a gridare che "gli stranieri erano i colpevoli della situazione attuale in Chiapas, che erano i maestri che venivano a insegnare agli zapatisti e che loro erano i colpevoli del blocco stradale". Allo stesso tempo li hanno avvisati che non si sarebbero potuti muovere da lì fino a che non glielo avessero permesso.

I due osservatori internazionali e la dottoressa dicevano che volevano andarsene e che se glielo impedivano si trattava di un sequestro. I priisti hanno risposto che se volevano sapere realmente ciò che è un sequestro li avrebbero legati e condotti alla comunità Eden (che è una comunità priista). Tutta la gente del gruppo ha cominciato a insultarli e a minacciarli con i machete, dicendo che quelli che davano gli ordini erano loro e non gli stranieri e che non vogliono gente che abbia a che vedere con gli zapatisti. Hanno cominciato ad agitarsi sempre di più e a dire che li avrebbero costretti a lavorare con loro se continuavano a domandare a che ora li avrebbero lasciati liberi.

Poco dopo è arrivata una persona non indigena, che ha cominciato a chiedere i nomi degli arrestati. Gli osservatori e la dottoressa non hanno voluto dare i loro dati e hanno affermato che non li avrebbero forniti fino a quando questi non si fosse identificato; inoltre gli osservatori e la dottoressa avevano già dato i loro dati al posto di blocco dell'Esercito federale che si trova nella comunità Vicente Guerrero (a mezz'ora da Nuevo Momon, dove sono stati trattenuti più del tempo necessario, per cui si teme che questo ritardo sia stato fatto apposta per avere il tempo di avvisare quelli che erano raggruppati a Nuovo Momon che li aspettassero), e nuovamente gli osservatori e la dottoressa hanno chiesto che li si lasciasse in libertà perché questo era illegale. Al che hanno loro risposto che "l'autonomia dei villaggi priisti veniva prima del governo federale". La dottoressa ha chiesto che le permettessero di mettersi un maglione perché faceva molto freddo, ma le hanno risposto di no e che dovevano soffrire con loro.

I partecipanti al blocco stradale hanno continuato a insultare, aggredire e minacciare. Inoltre dicevano che se erano in Chiapas dovevano sapere ciò che poteva loro succedere e il rischio che correvano nello stare in un luogo dove c'era un problema tra priisti e zapatisti, che ricordassero il 1994 e che adesso i priisti stanno per uccidere gli zapatisti uno per uno. Che se ne andassero gli stranieri e tutti coloro che vengono da fuori.

Per un'ora hanno continuato i due osservatori internazionali, la dottoressa, l'autista e sua moglie sequestrati, ad essere insultati e aggrediti dai priisti. Essi hanno chiesto loro che li mettessero in libertà, al che hanno risposto, nuovamente, che se volevano andarsene potevano farlo a piedi ma più avanti un altro gruppo li avrebbe fermati e li avrebbero picchiati. Hanno continuato a minacciarli di legarli e portarli a Eden. Hanno mostrato loro le corde e i machete per intimidirli.

Durante tutto il tempo in cui sono stati sequestrati, un gruppo di circa 50 priisti con motoseghe, asce e pale ha tagliato alberi e collocato pietre per bloccare la strada. Una volta bloccata la strada, uno dei priisti si è rivolto agli osservatori e alla dottoressa dicendo loro che avrebbero continuato a lavorare e che se ne potevano andare ora. Ma prima li avrebbero perquisiti per vedere se qualcosa li poteva interessare. I priisti hanno abbassato gli zaini e hanno preso una macchina fotografica, due libri, nove rullini e del denaro. Alla richiesta di restituzione, i priisti hanno risposto cominciando ad aggredire fisicamente gli osservatori e la dottoressa.

Sotto il camion c'erano 5 priisti che, tirando per i piedi la dottoressa, l'hanno gettata a terra e poi l'hanno trascinata per almeno 10 metri, l'hanno immobilizzata tenendola per le mani e per i piedi e colpita con calci, pugni, tirate di capelli e hanno cercato di toglierle gli abiti ed inoltre uno dei priisti ha tentato di introdurre le sue dita nella vagina attraverso gli abiti. Nello stesso momento hanno cominciato a colpire uno degli osservatori internazionali, buttandolo a terra e trascinandolo per i capelli per circa 10 metri, pestandolo su tutto il corpo. Hanno picchiato anche l'altra osservatrice internazionale con calci e pugni. Il pestaggio è durato circa 15 minuti.

Quando hanno smesso di pestarli, hanno restituito loro qualcosa tranne gli oggetti prima citati e poi li hanno minacciati dicendo loro di andarsene subito e di non tornare più. Sono riusciti a salire sul camion. Anche l'autista è stato minacciato di morte se fosse tornato nella zona, aggiungendo che avrebbero ucciso i due internazionalisti ("los due yanquis").

Il camion è partito e, a neanche 50 metri da dove erano stati sequestrati e picchiati gli osservatori, la dottoressa e l'autista con sua moglie, è stato intercettato nuovamente da un altro gruppo di cinque persone con divisa dell'Esercito federale che ha richiesto loro i documenti. Gli osservatori e la dottoressa hanno risposto che cinquanta metri prima li avevano derubati e non avevano nessun documento e i militari non hanno risposto.

È importante sottolineare che quando si tratta di un posto di blocco dell'Esercito federale c'è un segnale sulla strada che dice "ALT A TOT METRI POSTO DI BLOCCO MILITARE", "ALT CONTROLLO", "ALT TOTALE", però in questo luogo non si trovava nessuna segnalazione. Dopo altri cinque metri dopo i militari federali, c'era un gruppo di 10 civili e a venti metri un veicolo privato, una camionetta pick up che ostruiva il passaggio.

I militari federali hanno avvertito l'autista di non fermarsi fino a Las Margaritas perché stavano vigilando tutto il percorso e gli potevano sparare. Li hanno lasciati passare.


Oggi 22 agosto 1999, abbiamo il referto medico delle lesioni fisiche e psicologiche degli aggrediti.

Gli osservatori internazionali e la dottoressa così come l'autista del camion e sua moglie sono coscienti e orientati nel tempo, nello spazio e nella persona ma presentano una forte scarica di adrenalina (nevrosi).

RIASSUNTO DEL REFERTO MEDICO

  1. Si evidenziano lesioni abrasive di primo e secondo grado nella regione costale, nelle estremità superiori e inferiori
  2. Contusioni
  3. Ematomi
  4. Echimosi (lividi)
  5. Zone dolorose anche a una lieve palpazione anche se non si riscontrano lesioni che pongano in pericolo la vita né il funzionamento di organi vitali
  6. Trauma psicologico irreversibile e permanente.

DENUNCIAMO LE AGGRESSIONI DI CUI SONO OGGETTO MESSICANI ED OSSERVATORI INTERNAZIONALI NELLO STATO DEL CHIAPAS E CONSIDERIAMO RESPONSABILI DI TUTTO CIO' IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SIG. ERNESTO ZEDILLO, IL SEGRETARIO DI GOVERNO DIODORO CARRAZCO, TUTTI I RAPPRESENTANTI DEL GOVERNO FEDERALE E IL SIG. ROBERTO ALBORES GUILLEN.

LI CONSIDERIAMO RESPONSABILI DELLA INTEGRITÀ FISICA, MORALE E PSICOLOGICA DI TUTTI GLI ABITANTI DELLE COMUNITÀ DEL CHIAPAS COSI' COME DI TUTTI GLI OSSERVATORI NAZIONALI E STRANIERI CHE SI TROVANO IN TERRITORIO MESSICANO.

ESIGIAMO IL RITIRO IMMEDIATO DEI BLOCCHI REALIZZATI DA PRIISTI E PARAMILITARI SU ORDINE DEL GOVERNATORE DELLO STATO E DEL SEGRETARIO DI GOVERNO E COSI' PURE IL RITIRO IMMEDIATO DI TUTTI GLI EFFETTIVI DELL'ESERCITO FEDERALE PRESENTI NELLE COMUNITÀ DELLO STATO DEL CHIAPAS.

ATTENTAMENTE

RETE CIVILE DI OSSERVAZIONE ( RECIO CONTRO LA GUERRA) JUNAX, CDH FRAY BARTOLOME DE LAS CASAS, K'INAL ANTZETIK, A. C.; COORDINADORA REGIONAL DE LOS ALTOS PARA LA CONSULTA; FORMACION Y CAPACITACION A.C.; ENLACE CIVIL A. C.; APRENDAMOS A. C.; BOLETIN QUINCENAL, RESISTENCIA; JOLOM MAYAETIK A. C.; COLECTIVO EDUCACION PARA LA PAZ A. C.; ALIANZA CIVICA A.C.; CASA DE LA LUNA CRECIENTE; FZLN- SAN CRISTOBAL; SADEC.


S.O.S. CHIAPAS


[Inviato da: Col.lectiu de Solidaritat amb la Rebel.lio Zapatista

C/ de la Cera, 1 bis - 08001 Barcelona - tel: 34-93-4422101 y 3290643 - fax: 34-93-3290858

email: ellokal@pangea.org NUEVA PAGINA ACTUALIZADA http://www.pangea.org/ellokal/chiapas]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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