Chiapas: la guerra

Tra il satellite e il microscopio, lo sguardo dell'altro

(Lettera 5.1)

20 novembre 1999

Quelli che seguono sono alcuni appunti per la chiacchierata che avrà la nostra delegazione del CCRI-CG dell'EZLN con un gruppo di osservatori internazionali della CCIODH (Commissione Civile Internazionale di Osservazione per i Diritti Umani). Originariamente questa chiacchierata era concepita come una lettera, prevedendo che non fosse possibile un incontro personale. Così rimane come una lettera letta a voce alta e di fronte al destinatario, o meglio di fronte a uno dei destinatari, perché è diretta alla società civile nazionale e internazionale.

Ho scelto la data dell'anniversario della Rivoluzione Messicana, oltre che per ironia, per la ragione di portare qui due immagini di questo secolo: una è il volto di Emilio Zapata, l'altra è la faccia di una bambina indigena, con il volto parzialmente nascosto per un paliacate rosso. Più avanti tornerò a parlare di queste due immagini.

Ciò di cui si tratta non è di dimostrare che nelle terre indigene del sudest messicano c'è una guerra (il governo messicano fa perfino l'impossibile per negare questa cosa così evidente), ma di capire il perché questa guerra continui.

Sì, questa guerra che è iniziata il primo gennaio del 1994, avrebbe dovuto terminare circa quattro anni fa, quando si sono firmati i primi accordi di San Andrès e il processo di dialogo appariva già definitivamente avviato verso il conseguimento della pace. Il fatto che la guerra continui, nonostante avrebbe potuto già terminare in modo degno ed esemplare, ha le sue ragioni. Quello che segue è un tentativo di riflessione per cercare di rispondere alla domanda. Perché la guerra in Chiapas?

Vi chiedo pazienza e comprensione. Dato che non ho più limiti nel numero di pagine e per le considerazioni in quanto a costi di carta e inchiostro, posso estendermi in affari che possono sembrare aridi rispetto alle chiacchierate di Don Durito de La Lacandona e del vecchio Antonio.

Bene allora, qui ci sono le tesi generali, sviluppate nell'esposizione orale:


1. Le guerre mondiali

Dal vasto mondo unificato all'arcipelago controllato e intercomunicante per la informatica e le bombe (finanziarie e le altre) la guerra contro l’umanità, vale a dire, contro ciò che c'è di essenzialmente umano: la dignità, il rispetto, la differenza.


2. La guerra militare. Passaggi in concezioni e azioni. Tappe:

  1. III Guerra Mondiale o Fredda. Guerra convenzionale sul terreno europeo, guerra nucleare ubicata (Europa, Cuba, Oriente), guerra nucleare totale. Strategia di postazioni avanzate, linee permanenti di logistica, retroguardia stabile. I grandi patti: NATO, Varsavia, Seato. Le guerre locali: eserciti locali e appoggio dalle metropoli. Le dittature in America Latina, le guerre in Africa, il conflitto in Medio Oriente. Si costruisce il concetto di guerra totale, incorporando qui i terreni economico, ideologico, sociale, politico e diplomatico. Le guerre locali nella logica della teoria del domino. La giustificazione: la difesa della democrazia, l'aiuto e la prevenzione di minacce mondiali (secondo la logica della II Guerra Mondiale).

  2. IV Guerra Mondiale. Sviluppo e consolidamento del concetto di guerra totale. Guerra in qualsiasi parte, in qualsiasi momento, in qualsiasi circostanza. Evoluzione della strategia militare. Strategia di dispiegamento rapido (l'invasione di Panama, la guerra del Golfo Persico). Dopo la strategia di proiezione di forze (ripudiata quasi immediatamente prevedendo proteste per le perdite, ricordare il Vietnam) nuovo riaggiustamento: soldati "internazionali" e "locali" per guerre mondiali e uso di istanze sovranazionali (caso Kossovo e la NATO-ONU). La giustificazione: la difesa dei diritti umani (guerra umanitaria); nella globalizzazione tutto il mondo è il cortile interno del potere, ergo, tutto ciò che succede in qualsiasi parte del mondo può essere considerato una minaccia diretta alla sicurezza interna.


3. La guerra militare mondiale. Dottrine e compartimenti

  1. Teatri di Operazioni. Dalla certezza all'incertezza, dalle risposte sistematiche alla versatilità.

  2. Dalla strategia di contenzione a quella di allargamento. La guerra non si limita all'aspetto militare, ma si estende alle azioni di "non guerra" (occhio: mezzi di comunicazione e diritti umani). Pertanto, il "nemico" da vincere non è solo l'Esercito contrario o la forza armata contraria, ma il tutto sociale, politico, economico e ideologico in cui il conflitto si sviluppa. Non ci sono più "civili" né "neutrali", tutti sono "belligeranti".

  3. Il riaggiustamento degli eserciti nazionali nella nuova strategia mondiale. La superpolizia e i suoi aiutanti locali, alla maniera di Hollywood, la stella principale e gli "extra". La distruzione degli stati nazionali obbliga gli eserciti nazionali a ristrutturarsi e a ridefinire le loro funzioni.

  4. Il preventivo. La guerra come affare. La ristrutturazione militare mondiale sarà cara. Il conto preventivo che presenta Clinton dall'anno fiscale 2000 fino a quello del 2005 potrebbe arrivare intorno ai 1.900 miliardi di dollari, ripartiti su vari conti. Il piano di difesa del "futuro" degli USA sta considerando nemico... il genere umano. Il conto include 12,6 miliardi per il Pentagono, 112 miliardi per i militari, 280,8 miliardi di preventivo militare e 274,1 miliardi per altri affari di difesa. Il preventivo include 555 miliardi di costi discrezionale (281 per i militari). Per l'anno 2005 gli Stati Uniti staranno spendendo più che la media annuale della Guerra Fredda (Tutti dati di "The Defense Monitor", Center for Defense Information, Washington, DC #1, 1999. www.cdi.org). Agli Stati Uniti costa 261 mila dollari ciascuno dei 6.900 soldati in Bosnia, 1,8 miliardi l'anno.


4. La guerra nel continente americano

  1. La Dottrina Cheney. Il narcotraffico come il nemico in America. Sostituzione della dottrina di Sicurezza Nazionale con quella di Stabilità Nazionale (sovranità limitata). La polizia locale e quella internazionale.

  2. nel ruolo della NATO... la OEA! Il sistema di difesa emisferico.
  3. Le analisi della "versatilità". Colombia e Chiapas. Gli obiettivi: ridefinire l'arcipelago secondo la logica del mercato. Centri commerciali in tutto il mondo, però mascherati da paesi vecchi o "nuovi".

5. La Guerra in Chiapas

Guerra totale e nemico totale. Tutti sono nemici. Obiettivo da distruggere: i popoli indios. Di disturbo: l'EZLN.


6. La Guerra in Chiapas. La conquista del territorio e il bottino di guerra

  1. Esercito di Occupazione. Comportamento: controllo del potere politico locale (estensione della guerra), fabbricazione di mezzi di comunicazione ad hoc, sfiducia dei civili, bottino di guerra (bambini, narcotraffico, traffico di legna preziosa, tratta di bianche, alcool, promozioni, affari, soldi, prestazioni e diserzioni). La Polizia Militare (insubordinazione, diserzione verso civili).

  2. Il golpe chirurgico e il golpe totale. Ambiente politico poco propizio. A disposizione un ventaglio di possibilità per il momento opportuno.

  3. Per il golpe chirurgico: i GAFE (Gruppi Aerotrasportati di Forze Speciali), da 90 a 105 soldati in ciascuna unità.

  4. Per il golpe totale. Forze dispiegate per "bloccare" l'area. Celle sotterranee, tunnel e cripte nelle grandi caserme (San Quintín).


7. L'Esercito Messicano

È un Esercito in transito verso la sua ristrutturazione. La sua essenza attuale è il peone da sacrificare nel gioco bellico chiamato "Chiapas". Le prove nei documenti delle polizia "locale": narcotraffico, delinquenza organizzata, sovversione.

  1. Ristrutturazione del comando generale. Concerne gli interessi delle zone e delle regioni militari (quote di potere dei generali).

  2. Passaggio in quantità: da 170 mila nel 1996. Il preventivo di spesa è cresciuto del 44% dal 1995 al 1996.

  3. Lotte tra corpi militari e tra Esercito, Forza Aerea e Marina.

  4. Ingerenza nordamericana. La USATO (Ufficio dell'Addetto alla Difesa degli Stati Uniti) aveva nel 1995 due équipe speciali in Chiapas, con il beneplacito della Sedena.


8. I diritti umani individuali e i diritti umani dei popoli: la vita, la cultura, la differenza, il domani


9. Le immagini

Emiliano Zapata, il ieri, volto comune e posizione di contrasto di fronte al Potere. La bambina indigena zapatista, il domani, volto comune e posizione di contrasto di fronte ai poteri. Tra l'uno e l'altra, gli indigeni ribelli dell'EZLN, senza volto e che mettono in discussione tutto, addirittura il loro cammino.


Dalle montagne del sudest messicano

Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno - Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Subcomandante Insurgente Marcos

La Realidad in Guerra, Messico

Novembre 1999


P.S.: Sequenza di Mappe. Dal satellite al microscopio. Prese da Barreda Marín, Andrès: Atlante geoeconomico e geopolitico dello stato del Chiapas

  1. I due TLC: America del Nord e Unione Europea. Include petrolio
  2. Costo Militare in Messico, 1987-1999
  3. Il Mondo Maya. Ubicazione
  4. Indigeni nel Mondo Maya
  5. Petrolio nel Mondo Maya
  6. Minerali in Chiapas
  7. Chiapas. Gruppi indigeni. Lingue
  8. Chiapas. Emarginazione e popoli indios
  9. Chiapas. Paramilitari in 1997
  10. Chiapas. Offensiva nel giugno 1999


(tradotto dall'Associazione Ya Basta! Per la dignità dei popoli e contro il neoliberismo - Lombardia)

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