La base della proposta ufficiale all'EZLN:

dialogo privato e risultati pubblici

da La Jornada del 20 gennaio 1999 - Andrea Becerril e Alfonso Urrutia

La proposta governativa per riformulare il formato del dialogo con l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) include quella di formare una nuova istanza di intermediazione nazionale e di garantire la continuità del negoziato ed i risultati effettivi, attraverso schemi semplificati che promuovano "incontri privati e risultati pubblici".

Il coordinatore per il dialogo in Chiapas, Emilio Rabasa, ha presentato questa notte il documento alla Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa). Il testo dice: "Più diretto, discreto e semplice sarà lo schema il dialogo, migliori saranno le garanzie di successo".

La presidentessa di turno della Cocopa, la deputata Aurora Barzán, ha segnalato che la proposta consegnatale da Rabasa "non implica modifiche alla Legge per il Dialogo, la Conciliazione e la Pace Degna in Chiapas, agisce nell'ambito della stessa".

Da parte sua il senatore perredista Carlos Payán ha considerato che la parte più rilevante del documento è "il cambiamento di attitudine del governo e l'accettazione di formare una mediazione". Ha sottolineato che le esperienze di altri paesi dimostrano che "i mediatori sono necessari" per raggiungere la pacificazione.

Rabasa: non si è accusato l'EZLN di narcotraffico

Rabasa ha negato che il governo abbia accusato l'EZLN di essere coinvolto nel narcotraffico; allora "non avremmo chiesto la sua collaborazione per distruggere le coltivazioni". Ha aggiunto che non ci sono prove che le comunità zapatiste siano responsabili della semina di stupefacenti.

Rabasa è arrivato agli uffici della Cocopa poco dopo le 18:00 per una riunione che è durata quasi due ore e ha consegnato ai legislatori il documento Elementi per un nuovo schema di dialogo tra il governo federale e l'EZLN, che pone i criteri che devono prevalere per un negoziato fruttuoso.

"Il governo federale stima che si richieda una ridefinizione del formato del dialogo e per questo propone tre criteri fondamentali:

Sul primo punto, il governo avverte che l'esperienza, in qualunque processo di dialogo, dimostra che durante i negoziati si presentano incidenti e l'importante è prevedere che qualunque cosa succeda non sospenda la comunicazione tra le parti, ma si risolva attraverso percorsi politici e legali.

Assicura che la rappresentanza del governo è disposta a discutere la necessità di creare un'altra istanza di intermediazione riconosciuta dalle parti e con base nella legge per il dialogo. "Questa istanza dovrà essere nazionale ed essere formata da personalità di riconosciuta autorità morale, che possano realizzare il proprio lavoro in totale discrezione".

Il secondo criterio è la certezza dei negoziati, "fondamentale per considerare proposte d'impegno, come indicato nelle conclusioni di San Miguel". Il testo precisa che per il seguito e la verifica degli accordi esiste già la Cosever.

Un altro criterio proposto è quello dell'effettività, per evitare che una delle parti possa sospendere unilateralmente il dialogo e si rifiuti di riprenderlo, come succede adesso. In sintesi, "si richiede che il nuovo schema preveda un principio di effettività che impedisca di sospendere unilateralmente il dialogo e, al contrario, assicuri la continuità nei termini e nei tempi convenuti da entrambe le parti fino alla firma dell'accordo definitivo a cui si riferisce la legge per il dialogo".

Questi tre principi, dice il documento, saranno basati su due condizioni: la discrezionalità di tutto il processo, con incontri privati e risultati pubblici, che eviterà "inutili protagonismi" e la semplificazione del processo e dell'agenda dell'11 settembre 1995.

Si includerebbero i cinque punti richiesti dagli zapatisti

Nello scritto consegnato alla Cocopa, il governo sostiene di essere disposto ad includere nei negoziati i problemi d'interesse per entrambe le parti, ma propone di dare priorità alla distensione integrale e alla conciliazione tra i diversi settori della società chiapaneca.

Alla fine della riunione, Rabasa ha ripetuto l'offerta di mettere sul tavolo di discussione i cinque punti che gli zapatisti considerano indispensabili per riprendere il dialogo.

Il funzionario ha chiarito che non pretende che la Cocopa agisca da messaggera, ma che compia con il suo lavoro di coadiuvanza, che analizzi il documento e che opini sullo schema di negoziato proposto.

Interrogato sul narcotraffico nella zona di conflitto, Rabasa ha assicurato che il governo federale non ha accusato l'EZLN "né nessuno" di essere coinvolto in questo illecito.

- Si accusa il governo di stendere una cortina di fumo, approfittando della visita del Papa, per dare responsabilità all'EZLN nella semina di droga.

- Non è nostro proposito. Nella riunione di oggi non si è toccato l'argomento, non mi è stato detto che stavamo stendendo una cortina di fumo; vogliamo combattere il narcotraffico e per questo chiederemo la collaborazione dell'EZLN.

Intervistato separatamente, il deputato perredista Gilberto López y Riva, portavoce della Cocopa, ha detto che non c'è niente di nuovo nella proposta, poiché fino a quando il governo non adempie gli Accordi di San Andrés, l'EZLN non accetterà di tornare al tavolo di discussione e ancor meno, ha aggiunto, con la crescente militarizzazione e i tentativi di immischiarlo con il narcotraffico.

La SRE nega che gli USA abbiano esortato a riprendere i dialoghi

In un articolo dell'agenzia AP si dice che il governo degli Stati Uniti abbia effettivamente esortato le autorità messicane a riprendere i dialoghi con l'EZLN.

Il portavoce del Dipartimento di Stato, James P. Rubin, si è riferito a questo invito quando gli sono state poste domande su una relazione di Human Rights Watch, secondo cui le violazioni ai diritti umani in Messico sono una pratica costante.

"Abbiamo visto la relazione, ma non abbiamo avuto tempo di studiarla. Sebbene sappiamo che sono stati fatti progressi considerevoli nelle riforme politiche e sociali negli ultimi anni, continuiamo a essere preoccupati per il problema dei diritti umani", ha detto Rubin.

Ha assicurato che nella riunione sono stati analizzati i programmi volti a migliorare il ruolo di funzionari giuridici del Messico, così come la professionalità della polizia e delle forze armate.

Da parte sua il governo messicano ha rifiutato categoricamente di aver ricevuto "un'esortazione" dal Dipartimento di Stato per continuare le indagini e i processi per il massacro di Acteal o una "spinta" per riprendere i dialoghi con l'EZLN, poiché il presidente Zedillo ha ripetuto in numerose occasioni che si tratta di un tema di competenza solo dei messicani.

In risposta alle dichiarazioni del portavoce del Dipartimento di Stato, James P. Rubin, il Ministero delle Relazioni Estere (SRE) ha riconosciuto che l'11 e il 12 gennaio si è realizzata a Washington una riunione di funzionari del Messico e degli Stati Uniti.

Tuttavia, ha insistito la SRE, in nessun momento si sono discussi programmi di cooperazione per migliorare l'efficienza del Potere Giuridico messicano e la professionalità della polizia e dell'Esercito; non si è nemmeno parlato di realizzare programmi di cooperazione né ci si è riferiti alla relazione di Human Rights Watch sul Messico, presentata giorni fa nel Distretto Federale.

Chiarisce che i principali temi toccati in questa riunione sono stati sulla donna e il bambino, sui diritti umani dei lavoratori messicani emigrati negli Stati Uniti, sui diritti dei messicani detenuti in questo paese, sul diritto alla notifica consolare e al traffico di indocumentati.


(tradotto dall'Associazione Ya Basta! Per la dignità dei popoli e contro il neoliberismo - Lombardia)



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