La Jornada 17 gennaio 1999

Héctor Sánchez pensa che ci sia un complotto per annientare l'EZLN

Georgina Saldierna e Enrique Méndez

L'appello all'EZLN perché riprenda il dialogo, con il pretesto che esistono coltivazioni di stupefacenti nella zona del conflitto, "è un complotto per screditare gli zapatisti e dare loro il colpo finale", ha dichiarato il senatore Héctor Sánchez.

Membro della Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa), il legislatore perredista ha detto che le indicazioni del coordinatore per il dialogo, Emilio Rabasa, cercano di collegare i membri dell'EZLN al narcotraffico, "affinché l'opinione pubblica non si opponga al momento del colpo finale". Ha affermato che la Cocopa deve visitare i luoghi in cui presumibilmente si trovano le coltivazioni di marijuana, particolarmente le zone d'influenza zapatista, per verificare se esistono realmente.

Da parte sua invece, il segretario di Azione Indigena del CEN del PRI, Enrique Ku Herrera, ha ipotizzato che l'isolamento nel quale vivono alcune comunità nella zona di conflitto rende possibile non solo l'incursione di bande di narcos, ma anche di trafficanti di armi. In questo senso, ha detto, l'azione militare per distruggere una coltivazione di marijuana a Chenalhó non deve essere vista come una provocazione nei confronti dell'EZLN. Sebbene non ci siano azioni di persecuzione contro gli zapatisti, il Chiapas non vive in una condizione di eccezionalità e l'Esercito deve obbedire ai compiti a lui assegnati per impedire il traffico di droga e far rispettare la legge di armi da fuoco ed esplosivi nell'entità, ha dichiarato.

"Molti gruppi che arrivano in Chiapas e trafficano con armi e droga approfittano per proteggersi nell'ambiente che manca dello stato e l'EZLN deve accettare che i militari combattano questo tipo di delitti perché, ad un certo momento, non li si accusi di permettere la semina di stupefacenti o di essere in rapporti con il traffico di armi".

Ku Herrera ha segnalato che il lavoro dell'Esercito contro il narcotraffico deve essere chiaramente sganciato da un presunto attacco all'EZLN. "Sono due cose diverse e non deve esistere alcuna cattiva interpretazione da parte degli zapatisti, perché questo non ci aiuterebbe a continuare il dialogo di pace".

Per contro, il senatore Héctor Sánchez ha giudicato incredibile che in una zona tanto controllata come la regione del Chiapas, solo ora ci si sia accorti che esistono coltivazioni di stupefacenti. "Sicuramente questo tipo di indicazioni fa parte di una guerra sporca che cerca di minare la credibilità degli zapatisti". Nonostante il nuovo appello a riprendere il dialogo di pace, fatto da Rabasa Gamboa, il deputato federale ha detto che non esiste alcuna certezza di raggiungere la pace in Chiapas, per questo la richiesta del PRD continuerà ad essere quella del rispetto degli Accordi di San Andrés Larráinzar, per riprendere i dialoghi e che il governo si impegni realmente ad offrire proposte giuste e sensate che possano essere accettate dalla controparte".


Rabasa, "senza credibilità"

Rodolfo Villalba Sánchez

La mancanza di un ruolo indipendente di Emilio Rabasa Gamboa per mediare nel conflitto gli toglie qualsiasi credibilità, poiché obbedisce alle istruzioni dell'Esecutivo Federale e della Segreteria di Governo, ha dichiarato il deputato perredista Octavio Díaz Reyes.

Fino ad ora, ha detto il parlamentare, l'unico fra tutti i mediatori che è riuscito a tenere un certo equilibrio tra le parti è Manuel Camacho Solís, senza che questo voglia dire che sia stato il migliore, perché ha fatto anche lui i suoi errori. Rabasa, ha dichiarato, obbedisce solo agli ordini che riceve dall'Esecutivo Federale. Ha aggiunto che non si potrà dar soluzione a questo problema finché persiste questa tendenza del governo e non si rispettano gli Accordi di San Andrés Larráinzar.


(tradotto dal Comitato Chiapas "capitana Maribel" - Bergamo)



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