INDIGENI DI VARIE COMUNITÀ MANIFESTANO PER LA LIBERTÀ DEI PRIGIONIERI ZAPATISTI
Tuxtla Gutierrez, Chiapas, 16 febbraio 1999
Abbiamo camminato per centinaia di chilometri per giungere qui. Abbiamo speso quel poco denaro che avevamo. Abbiamo lasciato i nostri lavori per venire ad esigere al governo di mettere in libertà gli ostaggi zapatisti. La società civile nazionale e internazionale sa perfettamente che i nostri compagni sono innocenti dei delitti di cui sono accusati, che i nostri prigionieri sono parte della loro guerra di contro-insurrezione, che i nostri compagni permangono ingiustamente prigionieri.
Recentemente colui che si dice Coordinatore per il dialogo in Chiapas, ha pubblicamente dichiarato di essere disposto a parlare con l'EZLN sui suoi prigionieri, non è questa un'accettazione che i prigionieri sono ostaggi e che la loro libertà dipende da un eventuale negoziato? Colui che si dice governatore del Chiapas, include i prigionieri come parte di un programma di presunta distensione, non significa tutto questo la stessa cosa?
Se coloro che si dice siano stati offesi dai delitti, si presentano dal giudice e negano di aver presentato denuncia, non riconoscono le firme come loro o negano i fatti, non è forse una dimostrazione che i processi sono irregolari e contrari ai Diritti Umani? Se le comunità reclamano i loro prigionieri, non è forse un chiaro segnale della loro innocenza? Se il governo dice di avere la volontà di creare condizioni di distensione in Chiapas, perché non liberare i prigionieri per ragioni politiche?
I nostri prigionieri si trovano nelle carceri di Yajalon, Pichucalco, San Cristobal, Tuxtla Gutierrez in Chiapas e in quella di Tacotalpa in Tabasco. Come abbiamo già denunciato, i loro accusatori sono membri del PRI e dei gruppi paramilitari appoggiati dal governo. I nostri compagni prigionieri sono stati catturati dagli stessi priisti o in azioni poliziesche dirette dal palazzo del governo.
Noi, indigeni e i non indigeni, che oggi ci siamo concentrati a Tuxtla Gutierrez veniamo pacificamente a far uso del nostro diritto di libera espressione. Durante il tempo che resteremo qui porteremo avanti diverse azioni di dimostrazione politica, tutte saranno pacifiche ed eviteremo la provocazione degli agenti del governo e dei suoi poliziotti.
Ci appelliamo alla società civile nazionale ed internazionale, agli organismi non governativi e ai partiti politici di opposizione, affinché si uniscano al nostro giusto reclamo e nell'esigere al mal governo la libertà dei prigionieri indigeni ingiustamente detenuti. Invitiamo affinché tutti si pronuncino pubblicamente ed con qualsiasi mezzo facendo propria questa richiesta.
fonte: ENLACE CIVIL A.C.
(tradotto dal Consolato Ribelle del Messico-Brescia)
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