La Jornada 16 gennaio 1999

Una "villania", l'escalation ufficiale

L'obiettivo è accerchiare ed intimidire gli zapatisti, sostiene Lopez y Rivas

Alonso Urrutia

Le insinuazioni governative di legami tra l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale ed il narcotraffico, contribuiscono solo a polarizzare il clima di scontro nel conflitto chiapaneco ed allontanano la possibilità che il coordinatore per il dialogo e la negoziazione, Emilio Rabasa, possa iniziare il dialogo con la sua controparte, ha dichiarato il senatore priista Pablo Salazar Mendiguchia, membro della Cocopa.

Con questo si pretende di dare una nuova giustificazione al riposizionamento delle forze armate e, in futuro, di poter dichiarare che "non li abbiamo arrestati come zapatisti, ma perché narcotrafficanti", ha aggiunto Salazar, che ha definito molto impertinenti le dichiarazioni di Rabasa.

Da parte sua il deputato perredista Gilberto Lopez y Rivas, ha qualificato come una "villania" la mera insinuazione di legami tra l'EZLN ed il narcotraffico. L'ha giudicato come una nuova escalation governativa per cercare di accerchiare gli zapatisti in vista della realizzazione della consulta.

Ha comunicato che la Cocopa non può collaborare ad una strategia come questa, che è già stata sperimentata in altre parti dell'America Latina. Lopez y Rivas ha rilevato che la continuazione di questi operativi può portare al serio rischio di arrivare ad uno scontro armato tra entrambe le forze.

Salazar Mendiguchía ha deplorato che queste insinuazioni vengano fatte proprio in vista della visita papale ed ha affermato che Rabasa non ha agito in modo simile "quando poco prima, nelle dichiarazioni del Ministro Pubblico recentemente arrestato che coinvolgono l'Esercito Federale nel massacro di Acteal, Rabasa non si è appellato l'Esercito perché chiarificasse la situazione". Allora, il segretario di Governo Francisco Labastida ha agito con prudenza, adducendo che era una questione di competenza del potere Giudiziario, il che può essere lo stesso caso di ora.

Il legislatore priista ha considerato ovvio che l'intenzione delle dichiarazioni è screditare l'EZLN in vista della visita papale, tentando di dare una giustificazione per il riposizionamento dell'Esercito nella zona di conflitto. Per questo, ha aggiunto, queste dichiarazioni non aiutano per niente la soluzione del conflitto in Chiapas, "è un'altra della opinioni impertinenti di Rabasa".

A sua volta, Lopez y Rivas ha giudicato le dichiarazioni come una nuova fase dell'offensiva contro l'EZLN; ha dichiarato "hanno già colmato il terreno militare ed oggi vogliono colmare il terreno politico".

Recentemente giunto dalla Colombia, dove ha assistito ai dialoghi tra il governo e le FARC, ha commentato che "mentre là si tenta di uscire da questa strategia di controinsurrezione, qui si comincia ad utilizzarla".

Lopez y Rivas non ha scartato l'ipotesi che la semina sia stata eseguita da gruppi paramilitari con l'evidente intenzione di montare uno scenario che giustificasse uno scontro.

Il perredista ha definto il fatto come "una chiara provocazione tendente a colpire, da un lato la consulta organizzata dall'EZLN e dall'altro per cercare altri pretesti per penetrare ancora di più nelle comunità zapatiste".

Ha ricordato che dall'inizio del conflitto "non c'è stato alcun indizio di legami tra l'EZLN ed il narcotraffico; inoltre, è nota la posizione del rifiuto degli zapatisti per questa attività, per cui la Cocopa non deve lasciarsi coinvolgere in questa nuova strategia di controinsurrezione".


(tradotto dal Comitato Chiapas "capitana Maribel" - Bergamo)



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