Chiapas: Bollettino dal 3 al 13 ottobre

3 ottobre 1999

Il Centro Fray Bartolomé assicura che Albores stimola altra violenza

Per mezzo del governatore Roberto Albores Guillén, il governo federale ha voluto "espropriare gli Accordi di San Andrés, falsificare il loro contenuto e utilizzarli come un pretesto in più per la repressione" in Chiapas, afferma il Centro Fray Bartolomé de las Casas in una relazione consegnata oggi alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), all'inizio del 104° periodo di sessioni ordinarie a Washington.

"Il governo federale ha preteso ignorare la propria responsabilità verso il conflitto in Chiapas, riducendolo ad un ambito prettamente locale e, all'interno di questo gioco, al governatore tocca prendere le misure per favorire un clima di distensione; ma, lontano dal far questo, ha man mano generato un clima di maggiore violenza", assicura l'organismo presieduto dal vescovo Samuel Ruis García.

"Il silenzio tenuto dal governo federale di fronte ad azioni del governo del Chiapas, che pretendono di far parte di quelle che deve assumere liberamente la sovranità statale, sarebbe un poco più credibile se non fosse che in molte di esse partecipano istanze indiscutibilmente federali, come l'Esercito, la PGR e l'Istituto Nazionale di Migrazione", sostiene la relazione intitolata Situazione sui Diritti Umani in Chiapas.

Nel documento, di 23 cartelle, di cui una delle copie è stata consegnata a La Jornada, il Fray Bartolomé de las Casas sostiene che le riforme sui diritti indigeni e la remunicipalizzazione, così come la creazione della legge sul disarmo dei gruppi civili armati, fanno parte del tentativo del governo del presidente Ernesto Zedillo di "espropriare" gli Accordi di San Andrés, firmati il 16 febbraio del 1996, in cui si stabilisce che l'adempimento degli stessi si farà in maniera bilaterale.

Questa tattica, spiega il documento consegnato alla CIDH il 30 settembre, "acquisisce maggior efficacia quando viene portato avanti attraverso l'uso delle forza pubblica". Riferisce che a questo stato il governo federale da un appoggio economico "come a nessun altro stato del paese attraverso il Ministero dello Sviluppo Sociale".

La ONG menziona che la forma in cui le autorità pretendono imporre i programmi di presunto beneficio alla popolazione - come nel caso della strada ad Amador Hernández - "viola quanto stabilito nel Convegno 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, perché l'utilizzo di risorse naturali e le opere di sviluppo economico in territori indigeni devono avere l'approvazione delle comunità che ne beneficeranno.

Ripete che nel caso della rimunicipalizzazione ufficiale - nei giorni scorsi si sono create altre sei zone - , le riforme hanno come proposito quello di "disarticolare la base sociale dell'EZLN, alterando in modo artificiale la struttura municipale dello stato, senza una consultazione previa e ragionata delle basi zapatiste.

5 ottobre

In Chiapas un nuovo ufficio per indagare sui gruppi armati

La Procura Generale della Repubblica (PGR) ha aperto un ufficio speciale in Chiapas per l'indagine sui gruppi armati che operano nello stato, ed ha invitate le persone e gli organismi che hanno informazioni al riguardo a presentare la propria testimonianza.

Considerata come una delle "azioni specifiche" da parte del governo federale per trovare la soluzione al conflitto in Chiapas, la PGR informa in un comunicato stampa che i nuovi uffici saranno installati nella città di San Cristóbal de las Casas.

Aggiunge: "La PGR ha iniziato uno speciale programma per raccogliere e analizzare denunce di persecuzione e altri delitti che possono presentare organizzazioni che difendono i diritti umani, le stesse comunità o le persone colpite". Le loro azioni sarebbero inserite nel punto 4 della Lettera Aperta all'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), resa pubblica lo scorso 7 settembre.

Il nuovo ufficio - già operativo- aggiunge, avrà la responsabilità di coordinare gli sforzi delle agenzie speciali del Ministero Pubblico Federale installate l'anno scorso a Ocosingo, Pantelhó e Tila.

Il personale della PGR a San Cristóbal sarà incaricato di dare continuità alle indagini sui gruppi armati che operano nello stato -16, secondo il procuratore Madrazo Cuéllar -, partendo dalle indagini finora realizzate dal suo ufficio, sulle basi del documento.

Nel testo si segnala che secondo le dichiarazioni del suo titolare, la procura speciale per il caso Chenalhó ha due accertamenti previ, che attualmente vengono integrati, sui gruppi civili armati.

"Dai dati raccolti nelle investigazioni si scopre che alcuni di questi gruppi si scontrano tra loro, nel contesto dei conflitti regionali che si sviluppano nello stato", dice il comunicato.

Estende "l'invito" anche agli organismi non governativi dei diritti umani e aggiunge: "La PGR offrirà la protezione necessaria che i testimoni vorranno richiedere".

6 ottobre

La PGR ha richiesto dati sulla violenza dei gruppi paramilitari

La PGR ha richiesto al Centro di Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas che gli consegnasse l'informazione relativa alla denuncia pubblica fatta la settimana scorsa sull'incremento della violenza nella zona nord del Chiapas, ha informato José Antonio Montero, avvocato dell'organizzazione.

Ha detto che il centro, presieduto dal vescovo Samuel Ruiz Garcia, invierà l'informazione richiesta e crede che serva perché "ci siano risultati concreti nelle indagini sui gruppi civili armati che continuano ad agire, come Paz y Justicia, nella zona nord".

L'avvocato ha manifestato che "è positivo che la PGR consideri rilevante la nostra informazione per indagare sulle denunce rese dalle persone colpite".

Nel frattempo il deputato federale perredista Manuel Pérez García ha accusato oggi il dirigente dell'organizzazione paramilitare Paz y Justicia, Diego Vázquez Pérez, di percepire un salario come maestro senza lavorare in nessuna scuola, e di sfruttare le sue relazioni per attaccare e provocare simpatizzanti zapatisti e militanti perredisti.

La Migración "avvisa" una statunitense

L'Istituto Nazionale di Migrazione (INM) ha "avvisato" la statunitense Anne P. Herman per non essersi presentata a una citazione notificatale in aprile, ha informato Antonio Montero, avvocato del Centro Fray Bartolomé de las Casas.

Presentandosi oggi alla citazione a cui l'ha convocata l'INM due settimane fa per essere andata a pregare ad Acteal, Herman ha ricevuto l'avviso per non essersi presentata agli uffici dell'Istituto in aprile, quando era stata invitata per la seconda volta (la prima fu nel settembre del 1998) per "aver partecipato ad attività non autorizzate" dal suo visto turistico.

Montero ha detto che in aprile la studentessa non si era presentata agli uffici dell'INM perché aveva avanzato una richiesta di revisione ma aveva dovuto uscire dal paese prima di ottenere una risposta.

Robinson: In Messico tratterò questioni "molto difficili"

L'alto Commissario dell'ONU per i Diritti Umani, Mary Robinson, ha dichiarato oggi che nella sua visita in Messico in novembre, si aspetta di trattare "questioni molto difficili", ma ha anche dichiarato che sottolineerà i progressi del governo sul piano d'azione inerenti i diritti umani.

L'ex presidentessa irlandese, che si trova in questa capitale per discutere la situazione del Kossovo e di Timor Est, visiterà Città del Messico, Chiapas e Tijuana tra il 23 e il 26 del mese entrante, hanno informato fonti diplomatiche.

La Robinson ha commentato che in questo viaggio discuterà le precedenti missioni dell'ONU che hanno esaminato questioni di diritti umani in questo paese, firmerà un memorandum di intesa su cooperazione tecnica e assisterà a un forum pubblico in Chiapas, il cui tema sarà la violenza contro le donne.

Il viaggio comprenderà discussioni sulle missioni dell'ONU nel futuro, riguardo l'indipendenza del ramo giuridico e una proposta per una visita del presidente del gruppo di lavoro dell'ONU sui popoli indigeni.

Asma Jahanqir, relatrice speciale dell'ONU per le esecuzioni extragiudiziali, sommarie ed arbitrarie, ha recentemente visitato il Messico, e la Robinson oggi ha detto che ha intenzione di ritornare con la relazione di questa relatrice per discuterne con il governo di questo paese.

Oltre alla Jahanqir, l'Onu ha inviato in Messico relatori speciali sui temi dei rifiuti tossici, della tortura e dei diritti umani.

Il vescovo lascia in novembre la diocesi di San Cristóbal che ha occupato per 40 anni

La diocesi di San Cristóbal de las Casas ha informato che il vescovo Samuel Ruiz García si trova a Roma per lasciare l'incarico di funzionario della Santa Sede e di religioso di differente congregazioni, che ha salutato brevemente il papa Giovanni Paolo II, con cui si riunirà ufficialmente nelle prime settimane di novembre per conoscere la decisione sulla sua rinuncia al governo diocesano che presiede dal 1959.

Nella capitale italiana, il vescovo Samuel Ruiz assisterà a un concerto che congregazioni religiose, governi locali e organismi non governativi solidali con la politica pastorale di Ruiz García hanno organizzato in suo onore.

Bersaglio per il suo lavoro in favore dei poveri e centro di campagne di discredito che, addirittura, sono arrivare a minacce di morte, l'ex presidente della Commissione Nazionale di Intermediazione (CONAI) raggiungerà nel prossimo novembre un record storico all'interno della Chiesa, essere rimasto per quarant'anni consecutivi alla guida della diocesi di questa città.

Le campagne contro di lui non sono iniziate nel gennaio del 1994, i diversi governi statali e federali degli ultimi 25 anni hanno mantenuto una persecuzione costante contro il suo lavoro pastorale. I proprietari terrieri e gli allevatori di diverse zone e i governatori di turno lo hanno minacciato in diverse occasioni.

Dagli anni settanta si è convertito in uno dei principali difensori degli indigeni.

Viaggia sia in Brasile che in India; parla tedesco o inglese come il tzotzil o il tzeltal e dal 1994 fino alla sua rinuncia alla Conai, nel giugno del 1998, è stato l'uomo chiave per far dialogare il governo federale e l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

Indigeni di tutto il mondo si riuniranno negli Stati Uniti

Dall'11 al 15 ottobre prossimo, indigeni di tutto il mondo si incontreranno in una riunione in California, Stati Uniti, al fine di lavorare su quei punto che gli permetteranno di raggiungere accordi a favore delle proprie comunità.

Riuniti nell'Organizzazione delle Nazioni Unite Native, i partecipanti lavoreranno sull'elaborazione di azioni che puntano alla difesa dei diritti umani, dell'ambiente e della risoluzione di conflitti internazionali, tra gli altri temi.

La ONUN è un'organizzazione indigena internazionale, fondata nel 1999 da accademici e diplomatici di diversi paese ed etnie. Tra loro il purepecha Alfonso García; Marcia Campos, del Cile; David Risling, dell'Università di California di Davis e Art Apodaca, ambasciatore delle quattro nazioni Mayo-Yoreme-Bachoco-Pueblo Goros.

Tra i suoi obiettivi, la ONUN cerca di salvaguardare l'eredità culturale indigena, i costumi, le cerimonie e le forme tradizionali di comportamento attraverso la protezione delle conoscenze collettive, le storie ancestrali e la proprietà intellettuale della spiritualità, degli emblemi, dei simboli e dei disegni tribali.

Anche ristabilire e rafforzale le istituzioni tradizionali delle culture e la loro eredità ancestrale, così come "detenere l'urto delle grandi corporazioni contro le nostre risorse indigene".

Alla vigilia della realizzazione dell'assemblea l'Organizzazione delle Nazioni Unite Native ha espresso la sua pena per la "grande tragedia" che vive il popolo del Messico a causa delle piogge che hanno causato centinaia di morti e danni negli stati di Hidalgo, Puebla, Oaxaca e Veracruz.

Gli organizzatori del convegno hanno esteso l'invito al senatore Carlos Payán, membro della Commissione di Concordia e Pacificazione per il Chiapas, allo scopo di "riunire le persone più indicate per identificare i problemi che affrontano i popoli indigeni delle Americhe e del mondo".

In accordo alle linee di lavoro, la meta è "un insieme, trovare le migliori soluzioni possibili e dar vita a procedimenti che correggano la situazione dei nostri popoli con base nelle leggi esistenti, federali e internazionali, come nei trattati, accordi e legislazioni in materia".

Rapporto ufficiale: 314 morti; Popolazione e Caritas: più di 500

L'organismo dell'Arcidiocesi dice ci sarebbero più di 500mila danneggiati e 300 dispersi.

Nelle zone indigene l'acqua ha sepolto interi villaggi e tutti gli abitanti si considerano morti.

Nel bilancio generale del Ministero degli Interni sugli effetti delle intense piogge che si sono abbattute sul paese di dice che ci sono stati 314 morti negli stati di Tabsco, Veracruz, Hidalgo e Puebla e 271mila danneggiati, di cui 70.220 sono ricoverati in differenti rifugi.

Nel frattempo il Ministero delle Finanze ha fatto sapere che sono disponibili 2.340milioni di pesos che i governi statali possono stanziare e che saranno in seguito restituiti dal Fondo dei Disastri Naturali (Fonden).

I dati governativi, tuttavia, contrastano sia con le testimonianze della popolazione delle comunità colpite che dai rapporti della Chiesa cattolica.

Secondo il Coordinamento di Emergenza della Caritas, dell'Arcidiocesi del Messico, fino al momento si sono contati 500 morti, 500mila danneggiati e 300 dispersi.

Nel frattempo, negli stati di Puebla e Veracruz, diversi testimoni delle zone indigene riportano centinaia di dispersi, che in alcuni casi vengono già considerati morti.

A Totonacapan, Veracruz, si parla di 800 morti sepolti sotto la terra e il fango, secondo quanto riportano le persone delle comunità, versione che contrasta con il rapporto del governo di Veracruz, che parla di 81 vittime.

D'altra parte, a quasi una settimana dall'inizio del disastro provocato dalla depressione tropicale numero 11, non si conosce la sorte di decine di comunità indigene che sono rimaste isolate, di cui si ignora il numero di persone che hanno perso la vita e il modo in cui hanno affrontato le piogge.

Secondo i racconti delle comunità, negli stati di Veracruz e Puebla, si parla di molti villaggi scomparsi, come nel caso di Mixum, del municipio di Pantepec, in cui le 28 case che formavano la comunità sono rimaste sepolte e in cui hanno perso la vita almento 18 persone, in maggioranza bambini .

Nello stesso modo, nella sierra papanteca si riportano già notizie di fame e focolai di epidemica che colpiscono 35 comunità dove nelle ultime ore l'Ospedale Civile ha ricevuto al meno cinque bambini con gravi forme di anemia.

Nello stato di Puebla, nonostante le piogge siano finite, la popolazione subisce i duri effetti in cui si uniscono l'incomunicabilità dei ponti crollati e le strade distrutte; la mancanza di acqua e alimenti; gli aiuti che non arrivano in giusta misura.

Manuel Zubillaga, direttore generale della Caritas Arcidiocesi del Messico, ha sottolineato che la situazione è realmente critica in circa 219 municipi dei quattro stati più colpiti, senza considerare gli effetti che hanno avuto stati vicini come quelli di Oaxaca, Chiapas, Tlaxcala e Guerrero.

In Tabasco cresce la polemica sui danni della tormenta e la denuncia diffusa il giorno prima da parte di una fazione del PRI e della Democrazia Sociale nel Congresso statale, sulla presunta responsabilità della Commissione Federale dell'Elettricità (CFE) e di quella Nazionale dell'Acqua (CNA) per non aver svuotato in tempo le dighe, a cui si è aggiunta ieri la critica della fondazione Carlos A. Madrazo - promossa dal precandidato presidenziale del PRI Roberto Madrazo -, che accusa l'autorità federale dei disastrosi effetti delle piogge.

Al contrario, il governatore Víctor Manuel Barceló ha diffuso questo messaggio - rimandato tutto il giorno da diverse stazioni radio locali - in cui contraddice le versioni che imputano la responsabilità alle autorità federali. "Disapproviamo categoricamente la versione diffusa erroneamente, perché oltre ad essere falsa crea un ambiente di risentimento e di discordia, che è ciò che meno serve al popolo del Tabasco in questo momento".

La Fondazione Madrazo ha inviato un messaggio al presidente Ernesto Zedillo, in cui sottolinea che il disastro nello stato è stato causato da un errore nelle operazioni delle centrali di Angostura, Chicoasen, Malpaso e Peñitas, che sono state fatte arrivare a un livello d'acqua maggiore di quello consentito.

Anche nello stato di Hidalgo il panorama è desolante.

Le comunità riassumono i danni nella totale perdita delle loro case e beni a Metzitlá. La pioggia è caduta come non succedeva da 50 anni, ha fatto "letteralmente scomparire" 13 comunità, poiché l'acqua le ha sommerse e più di mille famiglio sono rimaste totalmente abbandonate, senza casa, beni e campi.

Il Ministero degli Interni ha intanto previsto piogge intense nei prossimi giorni sia nel Golfo del Messico che nel sudest del Chiapas, soprattutto nei municipi di Motozintla, Pijijiapan e Tapachula.

Le relazione del ministero indicano che Puebla è lo stato più colpito, con 229 morti, 40mila dannificati e 49 municipi colpiti.

Da parte sua il Ministero delle Finanze ha dato notizia che il Fondo dei Disastri Naturali ha assegnato stanziamenti per un totale di 3.640milioni di pesos, per cui i governi statali devono elargire parte del bilancio preventivo, che gli verranno in seguito risarciti. Marco Provencio, portavoce del ministero, ha detto che il governo federale non lesinerà risorse da inviare alla popolazione colpita.

Il Ministero della Difesa Nazionale ha inviato 9.551 soldati nei quattro stati più colpiti, che saranno rafforzati da 225 ingegneri e specialisti in comunicazioni.

Per portare aiuti medici e alimentari si sono messi in moto 26 elicotteri, 4 aerei Hercules e 10 lance. Sono stati trasportati 101.376 litri d'acqua verso Poza Rica e Veracruz, mentre a Metzitlán e Hidalgo sono state sfollate le persone di 13 comunità isolate e si è prestato aiuto a 40 villaggi a Puebla.

Nel frattempo la Marina, mediante il Piano SM-AM, applicato in 24 comunità di Hidalgo, Veracruz e Tabasco, ha sfollato 2.344 persone e 201 famiglie portando acqua, viveri e medicinali.

500mila colpiti e 300 dispersi per le piogge

Secondo la Caritas, le forti piogge registrate negli ultimi giorni hanno lasciato un saldo di 500 morti, 500mila danneggiati e 300 dispersi, cifre che concordano con le stime del Coordinamento di Emergenza della Caritas dell'Arcidiocesi del Messico.

In un rapporto dell'organismo stilato fino alle ore 20.00 del sabato, si segnala che gli stati con un maggior numero di decessi sono stati Puebla, Hidalgo e Veracruz, con rispettivamente 333, 69 e 47 morti.

La raccolta dei dati è stata fatta nei templi e nelle parrocchie della chiesa cattolica e da queste inviata alle rispettive diocesi e Caritas locali, per cui la credibilità del documento è molto alta.

Manuel Zubillaga, direttore generale della Caritas, ha sottolineato che la situazione è realmente critica, poiché più di 219 municipi sono rimasti colpiti solo negli stati di Veracruz, Hidalgo, Puebla e Tabasco. La cifra non comprende le ampie zone colpite negli stati di Oaxaca, Chiapas, Tlaxcala e Guerrero.

Intervistato alla fine della messa domenicale del cardinale Norberto Rivera nella Cattedrale Metropolitana, il presbitero Zubillaga ha dichiarato che la Caritas ha predisposto nei suoi uffici, con la collaborazione di Radio Club Voces, AC e dell'Associazione di Radioascoltatori della Repubblica Messicana, AC, una stazione radio per facilitare i contatti di informazione familiare in collaborazione con Locatel e con la Direzione Generale di Protezione Civile del Distretto Federale.

Fino ad ora il Coordinamento di Emergenze dell'organismo ha inviate tre unità specializzate in aiuti immediati - una a Puebla e due a Oaxaca – per lavorare in collaborazione con le organizzazioni della Caritas in ognuna delle diocesi e circa 52 tonnellate di aiuti umanitari a Puebla, Oaxaca e Tabasco.

Si stanno inviando altre 14 tonnellate a Oaxaca e Veracruz, così come tre camion di vestiti e viveri verso Tulacingo, Hidalgo.

Zubillaga ha segnalato in questa intervista che le necessità più urgenti nelle zone colpite sono: alimenti durevoli, acqua potabile imbottigliata, mais, riso, fagioli, farina di mais, coperte, cuscini e brande, così come materiale di ricostruzione: lamine galvanizzate di cartone e asbesto. Ha detto anche che sono richieste squadre mediche e trasporti aerei.

Nella relazione si dettaglia soprattutto la situazione di emergenza a Veracruz. Informa che i danneggiati della zona nord vengono sfollati via mare fino al porto di Veracruz, a causa della distruzione delle strade. Si utilizza la stessa via anche per portare gli aiuti umanitari, ma all'arrivo alle comunità le imbarcazioni non possono attraccare e gli abitanti si devono avvicinare con le lance.

L'organizzazione ha fatto sapere che è crollato l'Unità di Medicina Familiare a Misantla e che le sale operatorie dell'ospedale di Coatzacoalcos hanno subito infiltrazioni d'acqua.

Nella sierra di Uxpana le piogge continuano e l'acqua si accumula nelle zone basse. Tecolutla e Papantla continuano ad essere isolate e a Poza Rica le comunicazioni telefoniche sono appena state ristabilite, anche se continua ad essere isolata per via terrestre.

10 ottobre

Estraggono cadaveri di 4 adulti e 5 bambini, 9 continuano a rimanere sepolti

Nella comunità di Mixum sono rimaste solo tre case. La piccola comunità di Mixum, municipio di Pantepec, è praticamente scomparsa. La maggioranza delle 28 case che la formavano sono rimaste sepolte da una parte della collina su cui si trovava e in essa hanno peso la vita 18 persone, in maggioranza bambini.

Dalla notte di mercoledì gli abitanti di Pantepec hanno denunciato alle autorità che la scuola comunitaria di Mixun è scomparsa perché la collina se l'è ingoiata dopo il rammollimento della terra a causa delle forti piogge nella Sierra Nord di Puebla.

Adesso ci sono solo tre case, un insieme di lamine di cartone sostenute da gracili pali. Sotto di queste si vede la terra screpolata come se invece della pioggia ci fosse stato un terremoto. Del resto delle case e della scuola restano solo i libri, i banchi, le stoviglie, le pentole, i vestiti, le galline che cercano cibo tra le macerie e alcuni cani che attendono inutilmente il ritorno dei loro padroni.

Nel luogo c'è personale del Ministero Pubblico, abitanti di Pantepec e soccorritori abili nel compito di riscattare i corpi senza vita che rimangono ancora sepolti. Fino ad ora si è riusciti a recuperarne nove: quattro adulti e cinque bambini. Gli altri nove probabilmente non saranno estratti visto che sono già passati cinque giorni dal disastro e lo stato di decomposizione è già molto avanzato; nonostante questo un gruppo di soccorritori è arrivato sul luogo con cani da ricerca.

Per arrivare al villaggio di Mixum bisogna attraversare la collina poiché la strada principale è bloccata. Il fetore avvolge le circa 25 persone che cercano tra la terra i corpi ancora sepolti, lo stesso odore che circola per i campi di mais semi distrutti che accerchiavano la piccola comunità.

Circa 200 metri prima dell'arrivo si osserva parte del disastro. La collina mostra crepacci da 1.5 fino a 10 o 15 metri di profondità. Ad ogni passo sembra che la terra si apra di nuovo.

Sono serviti quasi 25 minuti di cammino per arrivare nel punto in cui i cadaveri sono avvolti in borse di polietilene. Si sente un forte odore di formaldeide e alcool, che vengono versati sui corpi per evitare che il grado di decomposizione aumenti la pena dei vicini che arrivano da Pantepec.

Dei cinque corpi estratti lo scorso sabato si è identificato quello di María Salomé Cimbrón, supervisore del Consiglio Nazionale di Patrocinio all'Educazione, di 21 anni e quello di Zenaida Francisco Santiago, di quattro anni, di José Alfredo Aparicio, di un anno e 4 mesi; Luis Francisco Francisco di quattro anni e Susana Aparicio Pablo di 23.

Il presidente Zedillo sospende la sua visita in Spagna e Germania

Il Presidente Zedillo ha annunciato la sospensione della visita di lavoro ufficiale in Spagna e Germania - che avrebbe dovuto realizzare dal 15 al 22 ottobre - per continuare a coordinare personalmente i lavori di aiuto per la popolazione e per la ricostruzione delle zone danneggiate dalle recenti inondazioni.

Dopo aver presieduto una riunione a Los Pinos con i responsabili dei ministeri che partecipano a questi lavori, si è saputo che il presidente del Governo Spagnolo, José María Aznar, si è messo in contatto telefonico con il presidente messicano per esprimergli la costernazione del proprio governo per le inondazioni che hanno colpito diversi stati del paese.

Allo stesso modo l'ambasciata del Messico a Bonn ha spiegato alle alte autorità tedesche le ragioni del rinvio della visita, anche se si è detto che nelle prossime ore il presidente del Messico si metterà in contatto con il cancelliere Schroeder, per dare notizie sulla situazione che gli impedisce compiere la visita programmata.

La Croce Rossa indagherà sull'ammanco di più di 3.5milioni di pesos

Il Consiglio della Croce Rossa ha deciso di indagare sul destino dei più di 3milioni e mezzo di pesos, relativi alla cattiva gestione amministrativa, anche se ufficialmente non lo ha notificato alla Giunta di Assistenza Privata (JAP), istituzione che ha controllato le sue operazioni contabili e che le ha chiesto di stabilire dei meccanismi concreti per recuperare il denaro.

Alla riunione in cui il consiglio ha preso la decisione, ha partecipato la gran parte dei 24 membri, compreso José Barroso Chávez, che, secondo quanto indicano le osservazioni realizzate dalla JAP, è immischiato nella mancanza di controllo per preservare queste risorse dell'istituzione.

Lì si è dichiarato che sono stati fatti gli aggiustamenti del casi e che la popolazione continua ad avere fiducia nell'istituzione per la quantità di risorse che si è riusciti a recuperare nella recente campagna annuale di 136milioni e 800mila peso, contro i 109milioni dell'anno scorso.

In accordo alla versione ottenuta da alcuni dei membri del consiglio, si è deciso che era necessario correggere gli errori e in futuro applicare controlli stretti, ma non ha precisato in cui si inizierà la gestione o la pratica legale per il risarcimento dei 3milioni e mazzo alla benemerita istituzione, ragione per cui non è stata inviata una risposta ufficiale alla JAP.

Nonostante questo silenzio con la JAP, la Croce Rossa ha emesso qualche giorno fa un comunicato ambiguo firmato dal suo presidente, Rafael Moreno Valle, che sottolinea: "chiederemo un regolamento dei conti nei due casi che determina la Giunta di Assistenza Privata", senza dare altri chiarimenti. Ha anche sottolineato che si emenderanno "gli errori e le omissioni".

Il tema della gestione indebita è seguito da più di un anno, da quando cioè sono iniziate a ventilare presunte irregolarità nella Croce Rossa, la maggioranza di queste sono state conosciute quanto alla presidenza della JAP c'era Víctor García Lizama, oppositore di Barroso Chávez.

I 3.5milioni di pesos menzionati tra i fondi mal amministrati corrispondono alle seguenti operazioni: la prima realizzata sette anni fa quando la Croce Rossa ha consegnato fondi al Centro Civico AC, istituzione dello stesso Barroso omettendo la richiesta di autorizzazione alla JAP; la somma della donazione con interessi supera la cifra di 1.530mila pesos. Nel secondo caso si tratta di un'operazine di vendita di un immobile della Colonia Chapultepec Morales che ha provocato un danno patrimoniale dell'ordine di 1.945.976 pesos.

11 ottobre

Voli radenti dell'esercito su La Realidad

Da un elicottero armato si registravano le attività nell'Aguascalientes. Volava così basso, che sembrava voler toccare le cime degli alberi da frutta che si trovano nella comunità. Una ragazza che lavorava nella piccola clinica, togliendosi la maschera ha detto: "Dà la sensazione che voglia atterrare".

Immediatamente si è risvegliata la tensione in tutto il villaggio, i bambini più piccoli correvano verso le case e le tettoie. I più grandicelli rimanevano allo scoperto.

L'elicottero gira sopra la casa ejidal e la scuola, a pochi metri dal suolo. Poi ha aperto il cerchio e si è inclinato sopra la spianata dell'Aguascalientes. E' un elicottero grande, ha la cabina aperta da entrambi i lati e da ognuna delle porte un soldato stava riprendendo. Al suo fianco un officiale gli segnalava con un dito diversi punti de La Realidad.

"E' tre giorni che fanno così" dice Mariano sul portone del palazzo ejidal.

L'elicottero, armato, finisce di compiere 11 lenti e interminabili giri verso mezzogiorno e più tardi, dopo le 14.30 ripete la sua ostentata ispezione.

Le piogge hanno danneggiato severamente i cammini della selva. Di fatto nel tragitto tra La Realidad e il Río Euseba, il passaggio di macchine è impossibile. In questo modo la pattuglia terrestre che ogni giorno attraversa la comunità, coprendo il tragitto di 15 chilometri tra le caserme di Guadalupe Tepeyac e Euseba arriva solo a un centinaio di metri da quest'ultima, dove la strada si interrompe. I 20 veicoli dell'esercito che oggi hanno realizzato il pattugliamento sono rimasti qui in giro per mezzora e poi sono ritornati alla caserma di Guadalupe Tepeyac attraversando di nuovo il villaggio.

La cosa è abbastanza interessante perché per giustificare questa operazione l'Esercito ha inizialmente dichiarato, qualche tempo fa, che si tratta di una "colonna di vettovagliamento". Ma non si è mai capito se è la caserma di Guadalupe Tepeyac che rifornisce quella di Río Euseba o al contrario. Comunque sia con la strada interrotta non c'è alcun vettovagliamento possibile, ma nonostante questo il passaggio di veicoli militari continua attraverso la Realidad, circoscrivendo la sua funzione, non riconosciuta, al pattugliamento e all'intimidazione della popolazione civile.

13 ottobre

Trattamento degno agli indigeni, richiesta nelle marce del 12 ottobre

Proteste in diversi stati per 507 anni di sterminio

Da un vecchio militante jaramillista, Féliz Serdán fino ai sopravvissuti del massacro di Acteal hanno espresso nella marcia del 12 ottobre la propria esigenza di pace e giustizia, così come di un trattamento degno per i popoli indigeni.

Nel Distretto Federale e in diversi stati del paese ieri si sono realizzate mobilitazioni in "protesta di 507 anni di sterminio degli indigeni" e con la richiesta che da tre anni hanno fatto propria i gruppi contadini: l'adempimento degli Accordi di San Andrés.

Nella capitale la marcia è stata aperta da Serdán che a 82 anni, 57 dei quali vissuti come militante sociale, sostiene che adesso "stiamo peggio di prima, perché non abbiamo nemmeno la terra. La mia lotta è iniziate perché volevo che ci fossero condizioni di vita migliore per i contadini e questo tuttavia non è avvenuto".

Alle 11 di mattina la manifestazione organizzata dalle organizzazioni indigene in protesta dei "più di 500 anni di sterminio" è partita dal Monumento alla Rivoluzione. In questa occasione la partecipazione è stata più bassa, con 500 persone secondo la polizia e 1.000 secondo gli organizzatori, il corteo ha svolto il suo percorso passando per il monumento a Cuitláhuac e quello a Colón per poi passare da Reforma, avenida Juárez ed arrivare allo Zócalo.

Tra i partecipanti si notavano i bambini tzotziles di Acteal che portavano cartoline con il nome delle vittime del massacro del dicembre 1997 a cui sono sopravvissuti e piccoli gruppi del Congresso Nazionale Indigeno, del Fronte Nazionale di Resistenza contro la Privatizzazione Elettrica e il Fronte Popolare Francisco Villa.

Bloccano strade in Chiapas

Contadini e indigeni degli stati del Chiapas, Campeche, Yucatán, Quintana Roo, Michoacán e Jalisco hanno chiesto al governo federale l'adempimento degli Accordi di San Andrés Larráinzar, il ritiro dell'Esercito dal Chiapas e la concessione di risorse maggiori per gli abitanti delle comunità indigene di tutto il paese.

Durante la Marcia per la dignità, questo il nome, più di 30mila membri di diverse organizzazioni contadini, sindacali e studentesche hanno marciato e bloccato strade in alcuni dei 25 municipi del Chiapas.

Hanno chiesto la destituzione del governatore Roberto Albores Guillén, la regolazione dei terreni, la consegna di terre, aiuti per i progetti produttivi e tariffe preferenziali nel costo dell'energia elettrica. Hanno inoltre rifiutato l'uso di risorse pubbliche nelle campagne di proselitismo del PRI e la privatizzazione dell'educazione e delle industrie parastatali.

A San Cristóbal de las Casa 2mila manifestanti hanno marciato per le strade e hanno concluso il corteo con un presidio nella cattedrale in cui hanno avvisato che "non tollereremo che il governo oppressore continui a toglierci i nostri diritti, come ha fatto per 507 anni". Hanno ripudiato le recenti riforme costituzionali fatte dal governo chiapaneco su diritti e cultura indigena e sulla creazione di nuovi municipi nello stato.

A Campeche i manifestanti si sono concentrati nella Piazza della Repubblica dove hanno annunciato le vessazioni e le persecuzioni del governo federale contro le comunità indigene simpatizzanti dell'EZLN.

A Michoacán circa 500 tra purepechas, nahaus, mazahuas e otomí hanno manifestato di fronte al palazzo del governo per chiedere che terminino le operazioni poliziesche contro le loro comunità, che esigono rispetto per le loro terre e i loro beni. Hanno qualificato la data come un giorno di "lutto e lotta". Gli oratori hanno segnalato che gli indigeni vivono le persecuzioni dei poliziotti della Judicial in villaggi come Cherán, Nahuatzen e Ocumicho, villaggio quest'ultimo in cui esiste una lite tra ejidario e piccoli proprietari per la proprietà di un terreno di 600 ettari, nonostante gli abitanti purepechas hanno assicurata di possedere i titoli vicereali di proprietà.

Infine alcune centinaia di huicholes si sono concentrati nella Plaza de Armas di Guadalajara, Jalisco, in cui hanno ricordato che da 5 decenni allevatori di Nayarit, Zacatecas e Durango hanno invaso circa 100mila ettari di terra e che nonostante i tribunali gli abbiano dato ragione le autorità federali e statali non li aiutano a recuperarle.


[Fonte: Col.lectiu de Solidaritat amb la Rebel.lio Zapatista

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(tradotto da "si.ro" si.ro@iol.it - Associazione Ya Basta! Per la dignità dei popoli e contro il neoliberimo - Lombardia)



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