La Jornada 14 settembre '99

In migliaia esigono che si freni la situazione di guerra nella zona

Filozapatisti marciano e bloccano le strade in 6 regioni del Chiapas

Chiedono il rispetto degli accordi di San Andrès e che Albores rinunci

Angeles Mariscal e Elio Henríquez corrispondenti, Tuxtla Gutiérrez - Migliaia di simpatizzanti zapatisti hanno sfilato in almeno sei regioni del Chiapas ed hanno bloccato alcune delle principali strade, tra cui la Panamericana, richiedendo il rispetto degli accordi di San Andrès e rifiutando l'ultima proposta del governo federale di riprendere il dialogo.

"Pensiamo che la recente proposta del segretario di Governo, Diódoro Carrasco Altamirano, non rappresenti un serio punto di partenza, perché - tra altre ragioni - non include la smilitarizzazione delle comunità e delle regioni dove è presente l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN). Continuare questa militarizzazione è fare la guerra, non coltivare la pace", hanno affermato i coordinamenti regionali della consulta zapatista del 21 marzo passato, che avevano convocato la mobilitazione.

Organizzazioni contadine, dei maestri e sociali si sono mosse nei municipi di Cintalapa, Tonalá, Arriaga, Venustiano Carranza, Tila e San Cristóbal de las Casas, dove Juana Maria, componente della commissione di stampa del coordinamento regionale di Los Altos per la consulta zapatista, ha detto che si sono fatti i blocchi stradali "perché è impossibile proseguire con questa situazione di guerra portata avanti dal governo contro le comunità indigene".

Ha ribadito: "è necessario che ci sia un reale rispetto degli accordi di San Andrès e delle cinque condizioni minime dell'EZLN, come la libertà per i detenuti politici ed il ritorno dei profughi in condizioni di sicurezza, la nomina di una commissione governativa seria e con capacità risolutiva di dialogo e lo scioglimento delle guardias blancas e dei gruppi paramilitari".

Il proposito della protesta è stato pure la destituzione e un processo politico e legale contro il governatore ad interim Roberto Albores Guillén, "dato il suo pericoloso e perturbativo esercizio del potere", per "far scontrare fra di loro i chiapanechi, per utilizzare le risorse del popolo per appoggiare la campagna del candidato del PRI alla presidenza, Francisco Labastida Ochoa, e per mancare di capacità reali per governare questo stato".

In San Cristóbal, circa 800 simpatizzanti dell'EZLN - in maggioranza indigeni - di vari municipi di Los Altos, la Selva e la Frontiera si sono concentrati in San Felipe Ecatepec - a due chilometri da questa città - alle 10 per quindi percorrere più di due chilometri della Strada Panamericana, nello spezzone unisce questa città con Tuxtla Gutiérrez ed hanno bloccato il passaggio ai veicoli. Solo un'automobile che trasportava un malato grave è stata lasciata passare.

Alle 15, i manifestanti hanno intrapreso il ritorno verso questa città, dove hanno realizzato un presidio per terminare così questa giornata di lotta. "Restiamo qui per dimostrare la forza della società civile perché è necessario che levi la sua voce per dire già basta", ha detto uno degli indigeni che ha preso la parola.

Quando i manifestanti avevano già da un'ora iniziato il blocco c'è stato un momento di tensione per la presenza di vari funzionari statali e di un camion e una camionetta con poliziotti di sicurezza pubblica statale, che si sono tenuti a circa 200 metri dal blocco.

Secondo i coordinamenti regionali zapatisti in Los Altos, Costa-Soconusco, Marqués de Comillas, Centro, Nord, Selva Fronteriza, tra gli altri, i blocchi sono avvenuti sui percorsi San Cristóbal-Tuxtla Gutiérrez, Comitán-Tuxtla Gutiérrez, Yajalón-Tila, mentre tra Cintalapa-Arriaga-Tapanatepec e in Tonalá i simpatizzanti zapatisti hanno solo distribuito volantini informativi e marciato.

Il coordinamento di Los Altos ha informato che la mobilitazione fa parte dei sette compiti che si sono impegnati a realizzare con l'EZLN durante il secondo incontro con la società civile avvenuto fra il sette e il 10 maggio passati a La Realidad.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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