Industria in espansione

Monsanto sta realizzando prove su dodici transgenici

per la loro vendita in Messico

Angelica Enciso L. La Jornada 12-7-99

La Principale impresa transnazionale specializzata nella produzione di cereali, ha annunciato che attualmente sta realizzando prove su 12 organismi modificati geneticamente, i quali potrebbero venir introdotti in Messico, dove si stanno già coltivando quasi 100 mila ettari con sementi transgeniche di cotone e pomodoro.

Le imprese che hanno sviluppato questa tecnologia hanno ottenuto l'anno scorso guadagni per oltre mille milioni di dollari, con vendite per più di 3 mila 500 milioni di dollari e "il loro valore può raggiungere i 300 mila milioni di dollari, il che supera di molto il valore dell'agricoltura tradizionale", ha stimato Rafael Herrera Estrella, dell’università di Bristol. Oltre alla Monsanto, ci sono le compagnie Novartis ed AgrEvo.

I rischi per la salute a causa del consumo di questi prodotti sono ancora oggetto di studio, così come sul loro impatto sull'ambiente, però in regioni come l'Unione Europea tra breve potrebbe essere varata una moratoria sulla loro vendita, ed in Inghilterra è già stata proibita la loro commercializzazione, oltre al fatto che i ricercatori stanno avvertendo riguardo al rischio per la biodiversità.

Anche se nel paese (il Messico) la coltivazione con queste sementi non è assai diffusa, la presenza di questi prodotti è alta, dato che in accordo alle organizzazioni, la maggior parte delle importazioni di mais degli Stati Uniti - che lo scorso anno hanno raggiunto quasi le cinque milioni di tonnellate -, la percentuale di frutta che si consuma nelle bibite e la soia sono transgeniche.

I transgenici sono prodotti a cui viene collocato un gene di un'altra specie animale o vegetale per renderli più resistenti ai parassiti, perché diano una maggiore resa o abbiano un maggior tempo di vita.

Uno dei prodotti per cui c'è maggior rischio, avvertono i ricercatori è il mais, dato che il paese è un centro importante per questo cereale, conta con 50 razze e oltre 10.000 collezioni conservate nel Centro Internazionale del Miglioramento del Mais e del Grano (Cimmyt). Inoltre, la nazione è collocata al quarto posto a livello mondiale in ricchezza di piante superiori e conta di 40 mila delle 250 mila esistenti su scala mondiale.

Attualmente, qui sono in prova l'alfalfa, patata, cannella, peperoncino, mais - resistente agli erbicidi - e melone, inoltre sarebbe difficile l'autorizzazione per la coltivazione del mais transgenico, ha informato l'Istituto Nazionale di Ricerche Forestali, Agricole e Pecuarie (INIFAP), organismo decentrato del Ministero dell'Agricoltura.

Per questo, lo sviluppo genetico costituisce una grande opportunità, però bisogna stare attenti nella sua applicazione, e prima di dare il via ad un prodotto, deve passare attraverso varie prove.

Coltivazioni transgeniche

In Messico commercialmente si coltivano due transgenici: cotone - quasi 50 mila ettari nello stato di Tamaulipas - e il 34 per cento della produzione del pomodoro, così che uno su tre che vengono consumati nel paese è modificato, sottolinea Ernesto Ladrón de Guevara, dell'Union Nacional de Organizaciones Regionales Campesinas y Autonomas (UNORCA).

Spiega che inoltre il Messico importa più della metà del consumo nazionale di soia, che negli USA viene prodotta con sementi transgeniche.

In questo momento il 15 per cento della superficie coltivata a mais, che in totale raggiunge gli 8 milioni di ettari all'anno, si utilizzano sementi migliorate - sono ibridi della stessa specie -, con cui i rendimenti possono passare da 2.3 tonnellate per ettaro a 18 tonnellate, il che potrebbe avere anche delle implicazioni serie, segnala lo studio La diversità biologica del Messico della Commissione Nazionale della Biodiversità (Conabio).

Ciò è spinto dal governo, visto che spesso si obbligano gli agricoltori ad adottare sementi migliorate in coltivazioni specifiche, aggiunge. Questo è compreso nell'Alleanza per il Campo, programma portante della politica agropecuaria del governo.

"La ricerca biotecnologica punta verso l'agricoltura commerciale e conduce alla richiesta di protezione della proprietà intellettuale, con conseguenze negative per la diversità genetica", sottolinea lo studio. La biotecnologia "può portare benefici alla società in termini di attenzione alla salute, sicurezza alimentare, metodi sostenibili di rimboschimento, però allo stesso tempo rappresenta una minaccia per le specie e gli ecosistemi; nell'introdurre specie migliorate geneticamente, si possono modificare i flussi genetici tra le popolazioni silvestri e la stessa permanenza delle specie negli ecosistemi", cita il testo.

I benefici del cotone transgenico con tossina BT, che elimina gli insetti, sono stati minimi, dato che il flagello importante in Tamaulipas è il "picudo algodonero", resistente a questa tossina, e la loro utilità è solo per tre o cinque anni, indica un analisi di Conabio.

Nel caso del mais, indica, la "utilità della semente di mais con il gene Crylab sarebbe molto limitata, dato che questa tossina non serve a controllare il verme cocollero", e i mais manipolati geneticamente per le necessità degli Stati Uniti e del Canada "non producono benefici produttivi per il Messico. Dunque i rischi continuano a sembrare molto superiori al beneficio potenziale nel caso del mais".

Considera che le implicazioni della manipolazione genetica sono "serie", dato che la diversità biologica può perdersi nell'orientare la produzione verso un tipo di grano; i brevetti sul materiale genetico conservato dai gruppi indigeni vengono rilasciati senza il loro consenso; gli agricoltori potrebbero arrivare a pagare i diritti per l'uso delle sementi o piante, e i brevetti su questo materiale genetico possono concedere al proprio titolare i diritti di monopolio.

USA, il produttore principale

Alla fine degli anni settanta si riuscì ad isolare i primi geni e l'industria della biotecnologia cominciò il suo sviluppo nel decennio successivo, "si sono fatti migliaia di esperimenti, in vari paesi del mondo, tutti rivolti alla produzione di nuovi raccolti con una miglior forma di controllare i flagelli e le malattie, però anche verso forme di aumentare il nutrimento e la resa dei raccolti perché divenissero più efficienti", indica il presidente di Investigación y Desarrollo della divisione Agricola della Monsanto, Robert Fraley.

"Tutti i raccolti del mondo beneficiano di questa tecnologia", non solo il mais, la soia o il frumento, ma anche le verdure, le specie boschive, alberi e "molti dei raccolti nativi dei diversi luoghi e diete di tutti i paesi del mondo", spiega in una relazione presentata al gruppo alimentare messicano Maseca.

Precisa che nel 1998 negli Stati Uniti si seminarono 24 milioni di ettari con sementi geneticamente modificate, e per quest'anno si coltiveranno 40 milioni di ettari. "Ciò significa che più della metà del raccolto della soia, più della metà del cotone e quasi un terzo di quello del mais, sono basate nelle innovazioni della biotecnologia. In Argentina, le aree piantate rappresentano più della metà del raccolto di soia e in tutto il mondo i raccolti si stanno migliorando con questa tecnologia", aggiunge.

In Messico dal 1988 lavorava il Comitato di Biosicurezza, e lo scorso 20 giugno il presidente Ernesto Zedillo ha annunciato la creazione della Commissione Consultiva della Biosicurezza e una commissione esecutiva intersegretariale per lo studio degli effetti degli alimenti transgenici, e nella Camera dei Deputati si trova già un'iniziativa di legge sulla Biosicurezza e Salute degli Organismi vivi e Materiale Genetico.


(tradotto dal Consolato Ribelle del Messico-Brescia)



logo

Indice delle Notizie dal Messico


home