12 gennaio 1999, 5° anniversario dal cessate il fuoco in Chiapas:
il governo messicano minaccia l'EZLN in un comunicato
testo integrale del comunicato del coordinatore per il dialogo Emilio Rabasa
L'EZLN usa la propaganda come arma politica per disinformare e mentire all'opinione pubblica:
Oggi 12 gennaio 1999 si compiono cinque anni dal cessate il fuoco decretato unilateralmente dal governo federale; fatto che ha aperto la via politica al dialogo e il negoziato per dare soluzione al conflitto con l'EZLN in Chiapas. Questa via si è mantenuta invariabile fino ad oggi, e così si manterrà. È stata istituzionalizzata dal presidente Zedillo e da tutti i partiti politici rappresentati nel Congresso mediante la Legge per il Dialogo, la Conciliazione e la Pace Dignitosa in Chiapas del 15 marzo 1995.
Quindi, è anche un occasione per ribadire la volontà politica del governo di insistere che solamente nel dialogo e con il negoziato si darà soluzione a un conflitto che desiderano già vedere concluso la maggioranza dei messicani. In questo senso, varie iniziative politiche del governo si sono indirizzate nel 1998, a cominciare dall'invito all'EZLN in gennaio includendo anche un ampio pacchetto di distensione federale e statale, hanno condotto all'incontro con la COCOPA a San Cristobal nel novembre dell'anno scorso. Per il 1999 il governo ribadisce la necessità di transitare per questo cammino.
È stato anche nella congruenza di questa politica e con la condizione di operare per la soluzione delle cause che hanno originato il conflitto che il governo federale ha messo in atto una strategia ampia che include con preponderanza l'attenzione all'arretramento sociale che colpisce soprattutto le comunità indigene e l'impulso allo sviluppo economico e sociale sostenibile dell'entità così come il rafforzamento della procura e amministrazione della giustizia e la riorganizzazione della sicurezza pubblica per assicurare l'impero della legge, come pure l'attenzione agli sfollati, uno schema di conciliazione regionale inter e intra-comunitario e la promozione della legislazione indigena. Durante il 1999 intensificheremo le azioni corrispondenti ai 7 versanti di questa strategia.
Lo sviluppo e la continuità del dialogo tra l'EZLN e il governo federale è la premessa per la piena osservanza della Legge per il Dialogo, la Conciliazione e la Pace Dignitosa in Chiapas. In contrasto con quanto stabilisce quest'ordinamento, l'EZLN ha insistito nella sua negativa di riprendere le conversazioni per dare soluzione al conflitto. La sua riluttanza mette in discussione l'osservanza della Legge per il Dialogo. Il governo ha insistito e continuerà a farlo nella necessità di un incontro preliminare in cui si discutano tutti i temi e si avanzi nella soluzione di tutti gli incidenti che l'EZLN adduce per sostenere la sospensione unilaterale del dialogo da più di due anni. Questa postura intransigente dell'EZLN è legalmente, politicamente e moralmente insostenibile.
Per giustificare la propria riluttanza a dialogare e a compiere con gli Accordi di San Miguel che ha firmato, l'EZLN sta facendo uso di propaganda come arma politica per disinformare e mentire all'opinione pubblica. Solo per quanto riguarda quest'anno, lo ha già fatto il 1 gennaio e lo ha rifatto ieri.
Mente nell'affermare che il governo cerca di distruggere gli zapatisti e i popoli indigeni nel loro insieme. Con gli zapatisti il governo tenta di firmare l'accordo di concordia e pacificazione a cui si riferisce l'articolo 2 della Legge per il Dialogo. Non pretende di vincerli ma di convincerli ad accettare il mandato della legge. Con i popoli e le comunità indigene, il governo ha assunto il suo impegno nel riconoscere e promuovere i loro diritti politici, economici, sociali e culturali. Con questo proposito, il presidente Zedillo ha inviato al Congresso dell'Unione un'iniziativa di riforma costituzionale lo scorso 15 marzo che rende ampio in modo significativo il contenuto dell'articolo 4 costituzionale in vigore.
Mente flagrantemente l'EZLN in tutte le sue affermazioni sulla presenza dell'Esercito in Chiapas e, in particolare, quando si riferisce a che i soldati impediscono il lavoro della terra, stuprano le donne, promuovono la coltivazione e il traffico di stupefacenti e predicano ciò che denomina "la religione dell'alcol e della prostituzione". Una menzogna e una provocazione verbale di questo genere non otterranno mai di far scontrare le forze armate con le comunità indigene come pretende di fare l'EZLN. Ribadisco qui ancora una volta quanto affermato nel comunicato del Coordinamento per il Dialogo del 1 gennaio sulla presenza dell'Esercito Messicano in Chiapas.
Mente inoltre l'EZLN in tutto ciò che si riferisce all'attenzione per le condizioni materiali di vita delle comunità indigene del Chiapas. In nessun modo possono essere qualificate come "elemosine del governo" ciò che sono le risorse del popolo destinate all'attenzione sociale in Chiapas, all'incremento della matricola educativa, 2.500 scuole di educazione prescolare, 1.500 elementari e il resto di medie, corsi e laboratori. Non sono neppure "elemosine del governo" ma sforzo del popolo, l'operazione di 150 nuove unità mediche, che includono centri sanitari ed ospedali, il rafforzamento del personale medico, riferendomi solamente all'ambito educativo e della sanità in questi ultimi 4 anni, in addizione alle opere di infrastruttura in comunicazioni e trasporto, acqua potabile, riforma agraria, sviluppo rurale, protezione dell'ambiente naturale e attenzione alla povertà estrema. Solo mentendo si può squalificare lo sforzo che con il loro lavoro milioni di messicani realizzano quotidianamente, affinché altri messicani possano vivere meglio.
È spiacevole che la maggior conquista che accredita l'EZLN di aver raggiunto con la sollevazione, la parola, la utilizzi come arma per deformare la realtà, e faccia di essa uno strumento di propaganda politica della sua dirigenza, invece di impiegarla per l'uso più virtuoso che un conflitto politico può avere, per il dialogo e il negoziato.
(tradotto dal Consolato Ribelle del Messico - Brescia)
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