Bollettino n. 10 - maggio 1999

a cura del Comitato Chiapas di Torino


NOTIZIE DESAPARECIDAS

DAL MONDO


In questo numero:

AFGHANISTAN - ALGERIA - ARABIA SAUDITA - ARGENTINA - AUSTRALIA

AUSTRIA - BELGIO - BIRMANIA - BOLIVIA - BRASILE - BULGARIA - CAMBOGIA

CANADA - CILE - CINA - CIPRO - COLOMBIA - COREA - COSTARICA - CUBA

FILIPPINE - FRANCIA - GERMANIA - GIORDANIA - GRECIA - GUATEMALA

INDONESIA - INGHILTERRA - IRAQ - IRLANDA - ISRAELE - ITALIA

JUGOSLAVIA - MACEDONIA - NEPAL - NICARAGUA - NORVEGIA - PANAMA

PAKISTAN - POLONIA - PORTOGALLO - REPUBBLICA CECA - ROMANIA

RUSSIA - SANTO DOMINGO - SERBIA - SINGAPORE - SPAGNA - SRI LANKA

STATI UNITI- SUDAFRICA - SVIZZERA - TAIWAN - TIMOR - TURCHIA

VIETNAM - YEMEN


1° MAGGIO NEL MONDO

EUROPA

TURCHIA. Più di 10.000 persone hanno marciato oggi a Istanbul in una giornata che ha sempre visto battaglie tra manifestanti e forze dell'ordine. Nei giorni precedenti la polizia politica aveva arrestato più di 150 persone ad Istanbul e a Izmir, sospettate di preparare la dimostrazione del 1° maggio in solidarietà con il popolo kurdo. Gli slogan urlati erano tutti contro la guerra, per fermare il massacro dei giovani, riferita alla tragica carneficina che è in atto nel sud est del Paese, il Kurdistan, appunto. Migliaia di poliziotti erano asserragliati lungo le strade del quartiere periferico di Sisli, nella parte europea di Istanbul, dove il corteo si è svolto: più di 25.000 erano i soldati mobilitati e ogni manifestazione, al di fuori di quella di Sisli, non era autorizzata. Al termine del corteo alcuni esponenti della sinistra si sono recati in piazza Taksim a deporre corone nel luogo dove nel 1977 uomini non identificati spararono all'impazzata sulla folla che manifestava uccidendo 34 persone.

GRECIA. Le manifestazioni per il 1° maggio in Grecia sono state caratterizzate contro la NATO e contro la guerra, considerando che l'opinione pubblica del paese ellenico è compatta nel condannare la guerra nei Balcani. Diecimila hanno sfilato per le vie della capitale scandendo slogan contro gli Usa e bruciando un pupazzo che rappresentava lo "zio Sam" e due bandiere statunitensi proprio di fronte all'ambasciata americana. Fra loro moltissimi esponenti kurdi in esilio che sostenevano Abdullah Ocalan. Alla fine del corteo mazzi di fiori sono stati depositati di fronte all'ambasciata serba ad Atene.

GERMANIA. I manifestanti, più di duemila, presenti alla manifestazione del 1° maggio, hanno disturbato con fischi e slogan contro la NATO il comizio del ministro della Difesa tedesco Rudolf Scharping. Vi sono stati scontri con la polizia che voleva impedire di interrompere il discorso del ministro. Altri cortei si sono svolti a Sarbruecken e a Dortmund. Il corteo è stato caratterizzato dalle proteste contro la NATO e contro l'arresto del leader kurdo Abdullah Ocalan. Una parte del corteo, formata da più di 350 persone è stata bloccata dalla polizia in una via adiacente la manifestazione. In serata la polizia di Berlino ha ammesso di aver usato un comportamento eccessivo rispetto ai manifestanti radunati in piazza: 122 giovani arrestati e 258 segnalati. Cinquanta persone erano già state arrestate prima della partenza dei cortei perché indossavano maschere o trasportavano potenziali "proiettili" da lanciare. Gli agenti di polizia, che sono stati bersagliati da pietre e bottiglie, hanno risposto con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni: 160 poliziotti sono rimasti feriti, alcuni gravemente. Anche tra i dimostranti vi sono stati ricoveri in ospedale. E' normale che autonomi e anarchici concludano le manifestazioni del 1° maggio con scontri con la polizia: l'anno scorso gli arresti furono 400.

SPAGNA. Anche in Spagna i cortei sono stati caratterizzati dall'opposizione ai bombardamenti della NATO. A Madrid il corteo, composto da più di 20.000 persone, era aperto da uno striscione che diceva: "Aiutiamo i disertori per fermare la guerra".

RUSSIA. Nel tradizionale giorno dei lavoratori 20.000 sono stati i partecipanti al corteo a Mosca, caratterizzato da discorsi molto duri contro gli attacchi NATO sulla Jugoslavia e sui Balcani. A Vladivostok è stata bruciata una bandiera americana di fronte all'ambasciata Usa.

REPUBBLICA CECA. Una petizione è stata fatta circolare tra i manifestanti riuniti dai comunisti a Praga contro il possibile stazionamento dell'aviazione militare della NATO a Praga e l'invio di truppe in Jugoslavia. Erano circa 20.000 le persone radunate che definivano negli slogan il presidente Havel come il "pappagallo degli Stati Uniti", poiché è l'unico leader politico nella Repubblica che sostiene la spedizione in Serbia senza alcuna riserva. Il partito comunista in Cecoslovacchia è il quarto come numero di seggi in parlamento. In questa giornata si è svolta anche la manifestazione, in un parco cittadino, di alcune centinaia di skinhead, un gruppo neonazista famoso per i suoi attacchi violenti verso la minoranza zingara dei Rom. L'ingresso nel parco è stato permesso solo ad alcuni selezionati estranei. "Non vogliamo gente ordinaria qui", hanno detto i partecipanti. Il ponte che dà accesso al parco era sorvegliato da migliaia di poliziotti: quando un gruppo consistente di alcune centinaia di anarchici ha tentato di sfondare per entrare nel raduno nazifascista; vi sono stati scontri violenti con lancio di oggetti e bombe molotov a cui la polizia ha risposto con cariche e arrestando diversi individui. In un parco adiacente si è svolta invece una manifestazione per la legalizzazione della marijuana.

POLONIA. A Varsavia i dimostranti hanno indossato tutti il simbolo "target" visto addosso agli abitanti di Belgrado che resistevano sui ponti della loro città. Gruppi di giovani dell'estrema destra e dell'estrema sinistra hanno bersagliato le ambasciate americane di diverse città polacche con uova piene di vernice, pomodori e diversi altri oggetti. Tre persone sono rimaste ferite negli scontri.

BULGARIA. Migliaia di persone hanno manifestato chiedendo che il governo non presti più le proprie basi ed il proprio territorio per la partenza dei raid della NATO contro la Serbia. A Sofia si sono radunate circa 8.000 persone chiedendo la destituzione del governo perché a favore dei governi occidentali. "Vogliamo un cielo pulito" erano gli slogan contro una guerra definita "illegale" dai partecipanti. Gli animi in Bulgaria sono esasperati soprattutto dopo che la NATO ha sganciato sul paese per sbaglio una bella bomba, che ha causato danni ad abitazioni civili ma per fortuna nessun morto. Il Parlamento dovrebbe votare l'autorizzazione a lasciare ai vertici militari NATO un "corridoio" di circa 110-140 chilometri al confine occidentale del paese. Il governo di maggioranza è disponibile a cederlo, nonostante le massicce proteste di piazza.

ASIA

COREA. 25.000 lavoratori hanno marciato oggi per le strade di Seul per protestare contro la prevista riforma economica che tramite le privatizzazioni lascerebbe senza lavoro migliaia di persone. La polizia aveva già disperso con la violenza il 25 aprile una manifestazione organizzata dai lavoratori delle metropolitane e dagli studenti di fronte all'università della capitale. Il giorno dopo i lavoratori erano tornati al lavoro dopo una settimana di scioperi e dimostrazioni. La Corea del Sud fu costretta a chiedere un prestito al Fondo Monetario alla fine del 1997 promettendo in cambio riforme sulle grandi industrie statali, che avevano visto un forte incremento tra gli anni 70 e 80, e che ora, secondo gli esperti del fondo, vanno privatizzate riducendo il numero dei lavoratori.

CAMBOGIA. A Phnom Phen più di 1000 operai guidati dal leader dell'opposizione Sam Rainsy hanno protestato contro le condizioni di lavoro estremamente povere nelle quali sono costretti. Il governo non ha autorizzato la manifestazione.

FILIPPINE. A Manila migliaia di persone hanno marciato chiedendo aumenti di stipendio, ma il presidente ha risposto che questo non sarà possibile, grazie alla violenta crisi economica che sta scuotendo tutto il mercato asiatico.

INDONESIA. Un migliaio di lavoratori hanno manifestato il 1° maggio chiedendo migliori condizioni di lavoro e chiedendo che il governo riconosca finalmente il 1° maggio come festa ufficiale dei lavoratori. Con Suharto, infatti, le manifestazioni per la festa erano vietate: sotto il suo governo, nato da un colpo di stato dei militari nel 1960, erano vietate le associazioni sindacali e molti dei diritti dei lavoratori furono ridotti. Il suo successore, il generale Habibie, salito al potere dopo che le proteste degli studenti erano riuscite a far espellere dal paese il vecchio dittatore, aveva promesso riforme sociali e spinto partiti e sindacati a ricostituirsi legalmente. Ma milioni di persone in Indonesia hanno perso in questi ultimi anni il lavoro, a causa della forte crisi dei mercati asiatici.

AMERICA LATINA

NICARAGUA. Nel suo tradizionale discorso tenuto al termine del corteo di 5.000 lavoratori a Managua, il leader sandinista Daniel Ortega ha invitato la popolazione a rovesciare il governo di Arnoldo Aleman, eletto in maniera che da tutti (anche dagli Stati Uniti) è stata giudicata alquanto dubbia. La situazione nel Paese è andata precipitando da quando al governo vi sono i liberisti del partito somozista di Aleman, che hanno portato la disoccupazione a vette del 78-80%. Giovedì a Managua, durante uno sciopero di 10.000 lavoratori dei trasporti dovuto a rincari delle tasse e della benzina, la polizia aveva ammazzato due ragazzi di 16 e 17 anni. "Se il governo aumenterà la repressione della polizia non esiteremo a prendere le armi" ha dichiarato l'ex presidente sandinista del Nicaragua.

CUBA. Un milione di persone, suonando tamburi e strumenti musicali, è sfilato oggi a L'Avana di fronte a Fidel in divisa militare, protestando contro l'embargo degli Stati Uniti e contro i bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia. Nelle scorse settimane il quotidiano del partito Granma aveva denunciato le forti pressioni da parte dell'Occidente e le manipolazioni statunitensi nei confronti delle condanne sui diritti umani a Cuba. Secondo il giornale cubano migliaia di persone avrebbero riempito le piazze il 1° maggio per dimostrare che il popolo cubano non accetta questo tipo di democrazia e di libertà che l'imperialismo vuole imporre al mondo.


AMERICA DEL NORD

STATI UNITI, 6 maggio. E' l'ultimo anno del millennio e si è dovuto attendere fino ad ora perché non fosse più illegale essere anarchici nello stato di Washington. La legge del 1919 che vietava ogni attività anarchica è stata oggi abolita. Era stata pensata per far sì che i sindacalisti più duri potessero essere espulsi senza grossi problemi, ed erano vietati qualsiasi raduno o manifestazione di sapore anarchico. Anche i simboli anarchici erano vietati dalla legge. Questo non fermò mai le attività dei gruppi più radicali: nel 1941 c'è stato l'ultimo processo ad un anarchico.

STATI UNITI, 7 maggio. Tyisha aveva 19 anni, apparteneva alla popolazione di pelle nera, e passava le notti in una macchina parcheggiata. Era disarmata e stava dormendo quando tre poliziotti bianchi ed uno di origine ispanica le hanno sparato contro dodici proiettili. Nonostante l'evidenza del fatto, il procuratore distrettuale ha assolto i quattro assassini "per aver commesso un errore di calcolo" e non un omicidio e quindi ha decreto che i quattro "non sono pienamente responsabili". Il caso ha sollevato, ovviamente, violente proteste contro l'operato della polizia.

STATI UNITI (JUGOSLAVIA), 8 maggio. Sono 15 giuristi statunitensi e hanno condannato Bill Clinton, Madlene Allbright, Javier Solana ed altri tra presidenti, capi di governo, ministri degli esteri e funzionari NATO per crimini di guerra. La denuncia è stata presentata oggi al Tribunale Internazionale per l'ex Jugoslavia. I delitti denunciati sono: uccisioni volontarie, distruzioni di proprietà senza valore militare e così via. Le denunce sono state inviate oggi anche ai capi di stato coinvolti nel conflitto e alla presidenza del tribunale è stato chiesto di avviare immediatamente un'inchiesta volta a definire le incriminazioni dei leader della NATO e di quanti altri possano essere coinvolti nella denuncia dei fatti.

CANADA (JUGOSLAVIA), 10 maggio. Duemila i manifestanti presenti ieri a Toronto per protestare contro i bombardamenti in Jugoslavia: fra di loro vi erano circa 500 appartenenti alla comunità cinese che hanno sfilato per le vie della città fermandosi, senza provocare incidenti, di fronte all'ambasciata statunitense.

CANADA, 11 maggio. Un malato di Aids ha vinto la sua causa: potrà coltivare, fumare e detenere marijuana a scopo terapeutico. La notizia viene data oggi dal National Post, che scrive che nonostante il pubblico ministero volesse una condanna dura per l'uomo, la corte ha riconosciuto la validità terapeutica (già sottolineata da tempo anche dai medici statunitensi designati dal Congresso a dibattere la questione) della pianta di marijuana.

STATI UNITI (JUGOSLAVIA), 12 maggio. Il sito Internet della Casa Bianca ha dovuto chiudere. Hackers sono riusciti a sferrare numerosi attacchi (siamo sempre in guerra) fino a renderlo inattivo. Gli esperti della Casa Bianca, infatti, sono riusciti all'ultimo momento a bloccare un tentativo di penetrazione nel sistema. Secondo la Cnn gli hackers sono penetrati passando da Hong Kong e i messaggi che hanno lasciato erano duramente rivolti contro la guerra e la politica degli Stati Uniti.

STATI UNITI, 13 maggio. Questa volta Giuliani non ce l'ha fatta. A batterlo è stata una vecchia attrice, Bette Milder, di cui non si sentiva parlare da molto. La donna, unitasi ad un'associazione privata che si occupa di tutelare il verde cittadino, è riuscita a comprare centinaia di piccoli parchi disseminati per la città che il Comune aveva messo in vendita per i costruttori edili. Ma è arrivata prima lei, facendo sì che così i giardini rimanessero quello che erano, in una città che ne ha oltremodo bisogno. Giuliani sapeva comunque di avere contro la maggioranza degli abitanti della città.

STATI UNITI, 14 maggio. Un'organizzazione privata di New York ha denunciato oggi la CIA perché si rifiuta di rendere pubblici alcune parti dei suoi archivi storici, come quello, che ci riguarda da vicino, sull'intervento nelle elezioni italiane del 1948. O come la vera storia del colpo di stato in Iran nel 1953 e di aver nascosto le biografie di nove leader comunisti di paesi dell'Europa dell'Est. La CIA aveva preso l'impegno di rendere noto il materiale storico riguardante i suoi interventi clandestini (ed illegali).

STATI UNITI, 16 maggio. Il New York Times ha iniziato pubblicare gli esiti di un'inchiesta che riguarda i medici statunitensi rei, secondo la denuncia, di aver venduto i propri pazienti come cavie alle industrie farmaceutiche, senza che questi peraltro ne fossero informati. Decine di lettere di pazienti stanno continuando ad arrivare sulle scrivanie del giornale insieme alle denunce di dirigenti e ricercatori delle stesse case farmaceutiche. Il meccanismo era molto semplice: l'azienda invitava il medico a far provare il medicinale al paziente e di far arrivare in seguito la cartella clinica dello stesso, in cambio di 3 milioni di lire per ognuno.

STATI UNITI, 18 maggio. Amnesty International, armata di statistiche, torna alla ribalta nella sua lotta contro la pena di morte, largamente usata negli Stati Uniti: dalle sue ricerche risulta che la maggior parte dei condannati nel paese negli anni tra il '97 e il '98 sono neri che hanno ucciso bianchi (81% delle condanne). Quando avviene il contrario, invece, le pene sono molto più miti.

STATI UNITI (JUGOSLAVIA), 20 maggio. Ancora sondaggi. Però dalla parte della pace: anche negli Stati Uniti l'opinione pubblica interpellata sta aumentando dalla parte di coloro che non approvano i bombardamenti sulla Jugoslavia. Dal 65 al 49% sono scesi coloro che erano a favore, ed è scesa anche la percentuale di coloro che propendevano per un attacco di terra: dal 56 al 51% in meno di due settimane; per ciò che riguarda la vittoria, è salito anche il numero di quelli che pensano che la Serbia stia già vincendo la guerra: 22% contro quelli convinti che vincerà la NATO (29%) e quelli che non vincerà nessuna delle due parti: 28%. Fonte: Washington Post.

STATI UNITI, 20 maggio. Avete il telefono cellulare? Fate attenzione, qualcuno forse vi sta spiando. I telefonini sotto il controllo della polizia, negli Stati Uniti, sono più numerosi di quelli fissi. Perché spiarvi in casa è molto più complicato che non farlo via "aerea"... Molto meglio i telefonini o addirittura la grande rete Internet: moltissimi gli e-mail spiati dalla polizia statunitense, anche perché basta che al vostro "provider" venga mandato l'ordine di inviare la posta in duplice copia, una a voi e l'altra alla polizia.

STATI UNITI, 25 maggio. Nuove accuse alla polizia di Giuliani per atrocità verso gli arrestati. Oggi un poliziotto ha confessato in tribunale di aver usato un manganello per picchiare e infliggere torture sessuali ad un arrestato di origine haitiana. L'immigrato è stato operato per lesioni al retto. Altri quattro suoi colleghi erano accusati di aver picchiato l'arrestato nella macchina che lo conduceva alla stazione di polizia e di aver proseguito anche nella cella di sicurezza. Sono stati altri poliziotti che alla fine si sono convinti a deporre contro loro.

STATI UNITI, 27 maggio. Notte, nel Bronx: un ragazzo di 16 anni torna a casa, tranquillo. Ma tre poliziotti gli si avvicinano: il ragazzo, d'istinto, scappa. Gli agenti gli sparano e lo feriscono gravemente per poi scoprire che era disarmato. Gli attivisti di New York, gli stessi che si prodigarono perché venissero incriminati gli agenti che uccisero con 14 colpi un immigrato anche lui disarmato e innocente, sono tornati a protestare contro i metodi spicci della polizia.


AMERICA LATINA

MANAGUA, 1 maggio. Managua è in stato di guerra. Barricate sono state costruite dai lavoratori dei trasporti, affiancati dagli studenti, nelle principali strade della capitale. Non appena i poliziotti tentano di avvicinarsi, vengono colpiti da lanci di pietre. La polizia ha l'ordine di sparare ad altezza d'uomo. I trasportatori sono in sciopero da molti giorni per chiedere il calo del prezzo della benzina e del gasolio salito a tal punto che gli autisti hanno dichiarato di lavorare ormai in perdita. Il governo ha reagito facendo presidiare dall'esercito, ufficialmente per timore di attentati, l'aeroporto, l'assemblea nazionale, il palazzo del governo, la banca centrale e le sedi delle compagnie elettrica, telefonica e idrica in tutto il paese.

PANAMA, 3 maggio. Alla fine ce l'ha fatta: Mireya Moscoso, 50 anni, è divenuta presidentessa di Panama. E' la moglie del defunto presidente Arnulfo Arias, meglio conosciuto per le sue riforme populiste come "il piccolo Peron", costretto a fuggire dal paese dopo il colpo di stato compiuto da Torrijos nel 1968 contro un governo democraticamente eletto. La presidentessa nella sua campagna si era rivolta alle classi più povere promettendo di non proseguire la strategia economica del deposto presidente Balladares, che si apprestava a privatizzare molte delle imprese statali. Così i "grandi economisti" del liberismo sfrenato dubitano già che riuscirà a tenere il paese in riga con le sue misure giudicate "troppo populiste", che "potrebbero rallentare la crescita economica del paese". Alla fine di quest'anno, inoltre, il canale di Panama verrà lasciato dagli Stati Uniti. Questo ha un enorme valore strategico ma anche economico: 72.000 miliardi di lire è il valore delle strutture, terreni e beni che l'esercito degli Stati Uniti, andandosene, lascerà in eredità al paese. Si calcola inoltre che gli introiti derivanti dalla sua gestione rappresentano ben il 20% degli entrate del bilancio statale.

CILE, 3 maggio. La famiglia Pinochet pare essere molto unita. Il nipote dell'ex dittatore ora detenuto in attesa di estradizione in quel di Londra, e leader del partito Azione Unitaria, ha ammesso che in fondo è vero, sotto il regime di suo nonno vennero commessi numerosi abusi dei diritti umani, ma ha anche candidamente affermato nel contempo che "sono cose in fondo normali". "Da che mondo è mondo - ha precisato il giovanotto - la polizia applica metodi di interrogatorio che violano i diritti dell'uomo. C'è sempre chi approfitta del potere". Ha comunque tranquillizzato tutti (sempre che le sue parole possano essere considerate tranquillizzanti!) prendendo le distanze dagli estremisti pinochettisti ed affermando che i militari appoggiano suo zio ma non pensano ad insurrezioni.

BOLIVIA, 4 maggio. 22.000 contadini boliviani sono scesi oggi dalle piantagioni sulle montagne e hanno paralizzato completamente la città di Cochabamba per protestare contro il governo che insiste col voler forzatamente distruggere le coltivazioni di coca. Lo sciopero è stato indetto dalle sei federazioni dei contadini, che radunano circa 60.000 famiglie iscritte, che hanno annunciato che verranno messe in atto altre azioni per impedire la distruzione forzata, che porterà un terzo dei contadini ad abbandonare il proprio mezzo di sostentamento. Il Parlamento ha anche minacciato di togliere l'immunità al parlamentare Evo Morales, rappresentante dei cocaleros regolarmente eletto.

BRASILE, 5 maggio. Il carcere minorile di San Paolo è in rivolta: i ragazzi qui custoditi lo hanno preso e hanno in ostaggio due dei secondini, uno dei quali pare sia stato torturato. La rivolta è iniziata dopo la fuga di 25 ragazzi, che poi sono stati catturati e riportati in carcere. Al rientro, i ragazzi si sono armati di bastoni, schegge di vetro e spranghe di ferro, ingaggiando duri scontri con i loro carcerieri. Nonostante il carcere sia stato assaltato da un gran numero di militari, la rivolta non è stata bloccata né le due guardie liberate. Il direttore ha cercato di convincere i ragazzi ad arrendersi, senza alcun risultato.

SANTO DOMINGO, 6 maggio. E' iniziata oggi la prima di una serie di iniziative che coinvolgeranno tutta la popolazione per protestare contro la disastrosa situazione dei servizi pubblici a causa della politica economica del governo. Ma il bilancio dello sciopero è tragico: due persone sono morte e almeno un centinaio sono gli arrestati. Da parte sindacale si denunciano, nei giorni precedenti, arresti arbitrari e operazioni di polizia contro i lavoratori che sono in agitazione da molto tempo.

COLOMBIA, 6 maggio. Il presidente della Colombia e Manuel Farulana, esponente delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie di Colombia, hanno finalmente dato il via ufficiale alle trattative per il processo di pace all'interno del paese sudamericano. L'accordo base da cui partiranno le discussioni nei prossimi giorni, è quello che prevede che, in caso di controversie, nessuna delle parti si ritirerà dalle trattative, ma verrà costituito un comitato internazionale che avrà il compito di risolvere il problema. Ma i punti in agenda sono tantissimi e difficili da affrontare, come per esempio una diversa distribuzione della ricchezza in Colombia e la lotta al narcotraffico.

ARGENTINA, 11 maggio. Monsignor Grasselli certo non si aspettava che proprio la polizia entrasse in casa sua per sequestrate quei preziosi archivi che contenevano i dati di più di 2.000 persone scomparse in tempi per lui più felici. Tra il 1976 e il 1979 monsignor Grasselli era ben conosciuto da quelle che oggi sono divenute le madri di Plaza de Mayo, che proprio facendo anticamera da lui per chiedere notizie dei propri parenti, si fecero venire la baldanzosa idea di unirsi per protestare. Sono loro che scrissero a Papa Giovanni Paolo per denunciare che monsignor Grasselli aveva in mano i dati di tutti gli scomparsi e collaborava attivamente con i militari.

COSTARICA, 13 maggio. Presente al vertice mondiale sulle zone umide, l'associazione ambientalista Greenpeace ha chiesto la fine dello sfruttamento petrolifero che causa gravi guasti ambientali nelle zone umide del Messico e dell'America Centrale. "L'attività petrolifera - ha dichiarato l'esponente di Greenpeace - contamina le falde acquifere, distrugge la pesca, fa sparire gli anfibi, elimina la fertilità del terreno e distrugge le barriere di corallo". 114 paesi nel 1971 firmarono una convenzione per la protezione ecologica delle zone umide e per mettere fine al loro sfruttamento causa di gravi squilibri ambientali.

GUATEMALA, 13 maggio. Roberto Gonzales aveva 40 anni, vicesegretario della sezione del partito di sinistra Fronte Democratico Nuovo Guatemala della capitale. E' morto oggi, ucciso da due killer che lo hanno sorpreso sulla porta di casa a Città del Guatemala, proprio tre giorni prima della consultazione elettorale che si terrà sulle riforme costituzionali da modificare in favore della popolazione indigena. Ma il 68% della popolazione guatemalteca è analfabeta e si prevede una affluenza alle urne non superiore al 35% degli aventi diritto.

GUATEMALA, 17 maggio. Il referendum in Guatemala, che avrebbe dovuto dare più garanzie e più diritti alla popolazione indigena (che è la maggioranza) ha visto la partecipazione del solo 19% degli aventi diritto. Il risultato appare scontato, considerato l'analfabetismo degli indios, la loro lontananza dalle istituzioni e il fatto che l'intellighenzia bianca, che di fatto detiene il potere, è la sola che praticamente si è recata alle urne: il sì ha avuto solo il 28,18%, hanno vinto i no. La Costituzione guatemalteca resterà quella che è, indios o non indios.

CILE, 20 maggio. Manifestazioni studentesche in tutto il Cile per chiedere l'abbassamento dei costi dell'istruzione. Più di trecento i ragazzi fermati, uno però è stato ucciso da una pallottola sparata dalla polizia che l'ha colpito alla testa, provocandone il coma.

BRASILE, 21 maggio. Un altro sindacalista dei Sem Terra è stato assassinato da un sicario nello stato del Parà, in Amazzonia, che lo aveva seguito una volta che l'uomo era uscito da casa. Nonostante il sindacalista fosse stato ripetutamente minacciato di morte da sconosciuti, non era dotato di alcuna scorta. Secondo la chiesa locale sono 18 i sindacalisti e gli attivisti del movimento dei Sem Terra che sono a rischio di morte, per l'esistenza di un piano ben preciso mirante a eliminare chi combatte gli interessi dei grandi proprietari di terre. Due di loro sono già stati uccisi da sconosciuti. Il clima è tale da quando il movimento dei Sem Terra ha deciso di occupare alcune terre incolte, mentre le forze di polizia si limitano a proteggere i ricchi. Ai funerali dell'uomo vi sono stati scontri tra i contadini e le forze dell'ordine.


MEDIO ORIENTE

TURCHIA, 1 maggio. Le televisioni turche (come del resto quelle di tutto il mondo) hanno ignorato completamente l'aggressione avvenuta oggi, da parte di manifestanti ma anche di poliziotti, contro gli avvocati difensori di Ocalan, tuttora rinchiuso nella prigione-lager di Imrali, in attesa del processo. L'incidente è avvenuto nelle prime ore del pomeriggio ed è stato ripreso da almeno un'emittente televisiva presente sul posto. Nemmeno una riga al riguardo su alcun giornale, neanche sul quotidiano in lingua inglese Daily News, considerato fra i più sensibili riguardo alle questioni dei diritti umani. I sei avvocati, di cui tre sono donne, sono stati seriamente feriti tanto da dover ricorrere alle cure ospedaliere. Sono stati presi a calci e pugni dagli stessi agenti che erano preposti alla loro scorta subito dopo la prima udienza del processo. Le proteste, oltre che dall'ordine degli avvocati, sono giunte da parte di Amnesty International e dall'IHD.

ISRAELE, 2 maggio. Un soldato israeliano ha sparato a Hebron contro due bambini palestinesi di 13 e 7 anni ferendoli gravemente. L'esercito ha dichiarato che si è trattato di un "tragico errore", ma molti testimoni hanno affermato che si è trattato invece di un atto deliberato. Il bambino, 13 anni, ferito alla gamba, ha raccontato che stava giocando a pallone di fronte a casa sua quando un soldato gli ha intimato di consegnargli la palla. "Io gli ho detto di no - è l'agghiacciante resoconto -. Allora lui ha detto: ti sparo. Io gli ho detto di farlo e lui ha sparato". La sua sorellina di 7 anni è invece rimasta ferita alla testa. A Hebron circa 400 israeliani continuano imperterriti a voler rimanere anche se isolati e a loro difesa sono stati messi soldati dell'esercito israeliano simpatizzanti delle frange più estremiste della destra israeliana. La tensione è sempre molto forte in città.

ISRAELE, 3 maggio. Le case di due famiglie palestinesi sono state distrutte oggi dall'esercito israeliano che ha giustificato l'intervento forzoso col fatto che erano state costruite abusivamente. E' così che Israele tutela Gerusalemme, impedendo la costruzione di nuovi insediamenti palestinesi, distruggendo case costruite senza quel permesso che, in ogni caso, le autorità negherebbero ai cittadini dell'altro stato, per far sì che la popolazione araba si allontani per disperazione dalla città e che Gerusalemme non possa essere dichiarata anche capitale dello Stato palestinese.

TURCHIA, 4 maggio. La salute mentale di Adullah Ocalan è in serio pericolo. Lo affermano, in un rapporto, i rappresentanti del comitato contro la tortura del consiglio d'Europa che si sono recati ad Imrali il 2 marzo scorso. I problemi sono dovuti all'isolamento totale nel quale è posto il leader kurdo e gli esperti sono concordi nel dichiarare che se non si interverrà subito le conseguenze potrebbero essere devastanti. Ocalan è infatti isolato completamente dal resto del mondo: non può leggere né scrivere, vedere televisione o ascoltare radio e non può ricevere visite dai suoi famigliari.

YEMEN, 5 maggio. Lo Yemen, si sa, è un paese meraviglioso, meta di turisti da tutto il mondo che costituiscono una delle fonti di ricchezza per il paese orientale. Ma ultimamente le tribù, per mantenere i propri diritti e non vederli calpestati, avevano scoperto il mezzo del rapimento di turisti stranieri, ai quali non veniva, di solito, fatto alcun male. Venivano trattenuti finché il governo non cedeva alle loro richieste. Ma nel dicembre scorso, per la prima volta, quattro turisti, su un gruppo di 16, sono stati uccisi. Per liberarli le forze dell'ordine yemenite, contrariamente al solito, avevano tentato un attacco: nella sparatoria che ne era seguita rimasero uccise due donne inglesi e un australiano. Le autorità governative affermano che furono i rapitori a sparare per primi, ma i sopravvissuti hanno testimoniato nel processo che la responsabilità di quanto accaduto è da imputarsi alla polizia yemenita. Nonostante ciò, la corte ha condannato i tre imputati alla pena di morte. Un quarto è stato invece mandato in carcere per 20 anni mentre altri 10 sono stati prosciolti.

TURCHIA, 5 maggio. Gli avvocati di Ocalan hanno annunciato oggi che si ritireranno dal processo se non verrà garantito loro di poter difendere l'imputato. Le condizioni poste dagli avvocati della difesa sono: l'apertura di un'inchiesta sulle azioni della polizia; la fine delle intercettazioni dei colloqui che hanno con Ocalan in carcere; la fine dell'isolamento del leader kurdo ed il suo trasferimento in una prigione legale; la fine degli interrogatori da parte delle forze speciali di sicurezza (tristemente note per la loro crudeltà) e la fine delle confische dei documenti in loro possesso, che vengono requisiti all'inizio delle visite e poi restituiti all'uscita. Gli avvocati hanno anche affermato che trascineranno l'Italia ed altri paesi europei di fronte alla corte europea per i diritti umani: Italia, Grecia, Germania e Olanda dovranno essere giudicate per violazione del diritto di asilo e delle procedure di estradizione. Nel processo, hanno proseguito gli avvocati, verranno chiamati a testimoniare Massimo D'Alema e i suoi colleghi, europei e turchi. Qualora gli avvocati di Ocalan fossero così costretti a ritirarsi dalla difesa, porteranno comunque avanti il processo a livello internazionale e tutte le iniziative che hanno previsto contro questi paesi europei. Nello stesso modo verranno denunciati di fronte alla Commissione dell'ONU per i diritti umani anche gli Stati Uniti, Israele e il Kenya, diretti responsabili della cattura illegale e della consegna di Ocalan ai suoi feroci aguzzini.

ISRAELE, 6 maggio. Continua la disputa sulla chiusura dell'Orient House (gli uffici della rappresentanza palestinese) a Gerusalemme. Le autorità hanno oggi dichiarato che la struttura deve essere immediatamente trasferita ad Abu Dis, piccola località in Cisgiordania. Questa la proposta del governo presentata al rappresentante americano a Tel Aviv che rende evidente come una sede diplomatica palestinese dia fastidio solo per il fatto che sia impiantata a Gerusalemme, punto di rottura nelle trattative di pace. Infatti il ministero dell'Edilizia israeliano ha oggi lanciato una gara d'appalto per la costruzione di almeno 800 appartamenti, situati guarda caso a Har Homa, quartiere da tempo al centro delle proteste perché situato nella zona araba della capitale. Già l'anno scorso era stato dato il via ad insediamenti per circa 1500 famiglie, anche se a tutt'oggi il cantiere non ha ancora iniziato le costruzioni.

ISRAELE, 8 maggio. L'autorità nazionale palestinese ha diramato oggi un comunicato in cui protesta per l'espansione di occupazioni illegali da parte di coloni israeliani nel territorio a lei assegnato dal trattato di pace. Da quando vi è stato l'incontro di Wye Plantation le colline occupate illegalmente dai coloni sono ben 19, sulle quali svettano arroganti le bandiere con la stella di Davide. Nel comunicato si accusa l'esercito di aver aiutato i coloni e di proteggerli ancora oggi nonostante l'evidente illegalità delle loro azioni. Subito dopo la firma del trattato era stato proprio Ariel Sharon, nuovo ministro degli esteri, ad invitare i coloni ad occupare le colline libere in Cisgiordania in modo da evitare che entrassero a far parte di un eventuale Stato palestinese. E non è difficile: per farlo bastano quattro assi e due roulotte. I nuovi insediamenti, al momento della proclamazione dell'indipendenza da parte palestinese, saranno un nodo molto difficile da sciogliere, anche se il movimento pacifista israeliano ha denunciato che gli insediamenti, per ora, sono tutti completamente disabitati.

ISRAELE, 9 maggio. Il comunicato diramato dall'autorità palestinese ha avuto come risposta l'intervento dell'esercito israeliano per impedire che un gruppo di coloni s'installasse abusivamente in un'altra località presso un loro insediamento già esistente. Tre di loro sono stati arrestati. Un altro insediamento pare essere già in corso in un altra zona della Cisgiordania. Questo secondo le segnalazioni dei pacifisti israeliani.

IRAQ, 9 maggio. I bombardamenti sulla Serbia continuano, ma non dimentichiamo che continuano pure sull'Iraq, malgrado nessuno ce lo racconti. Ieri sono morte quattro persone e cinque sono rimaste ferite a causa delle bombe sganciate dall'aviazione statunitense e britannica, che ormai sono insieme ovunque. Erano ben 15 squadroni, secondo fonti irachene, che hanno sorvolato il sud del paese, bombardando oltre che villaggi, anche installazioni per l'acqua e l'energia elettrica (quindi non militari), oltre alla casa isolata di un pastore: l'intera famiglia di quest'ultimo è stata colpita, tre morti e tre feriti.

ISRAELE, 11 maggio. Continua la resistenza alla chiusura dell'Orient House, decisa dagli israeliani a Gerusalemme: dentro gli uffici vivono barricati i dirigenti, che rifiutano di andarsene. Ma i pacifisti israeliani stanno dando loro una mano: stamattina è stata presentata all'alta corte un appello firmato da abitanti ebrei di Gerusalemme, fra cui un noto scrittore, che si oppongono alla chiusura. Di conseguenza l'alta corte ha deciso di congelare per una settimana, in attesa delle elezioni (che si svolgono tra sei giorni!), le decisioni del governo.

ARABIA SAUDITA, 12 maggio. Le donne che abitano in Arabia Saudita non possono e non potranno mai guidare. Questa la decisione del governo, anche se dopo l'ascesa al trono del principe Abdallah, le donne saudite speravano fosse venuta una nuova era. Abdallah infatti, dopo la sua elezione, aveva dichiarato che le donne erano la speranza del futuro e che dovevano quindi contribuire alla prosperità della società e prendere parte al dialogo sul loro futuro. Ma nonostante le parole, così non è stato nei fatti e le donne in Arabia Saudita continueranno a non avere documenti (quindi, di fatto a non esistere) e per viaggiare dovranno continuare ad avere con loro il permesso scritto del padrone - pardon - del maschio di casa.

AFGHANISTAN, 12 maggio. Invece in Afghanistan le cose sembrano volgersi al meglio, almeno in apparenza. I talebani hanno bisogno di soldi, di finanziamenti stranieri per intenderci, e così hanno deciso di lustrarsi la facciata. Hanno invitato un giornalista del Washigton Post a visitare una classe femminile e i reparti ospedalieri riservati alle donne, dove lavora solo personale femminile. Ma la classe femminile visitata era semplicemente una classe di religione in una moschea, con una stanza riservata alle bambine. Mentre i maschi, molto più numerosi, alla fine sarebbero andati a scuola, le bambine invece rientravano nelle loro case. Le aperture sono minime, come il fatto che ora le donne possono lasciare intravedere almeno i tacchi dal sacco che le avvolge e che le costringe nei movimenti. Le strette regole dei talebani afghani sono stati condannate pure da altri Paesi islamici, come addirittura l'Iran.

GIORDANIA, 13 maggio. La siccità sembra diventare di anno in anno uno dei problemi più spinosi che l'umanità dovrà affrontare. Ne fa fede l'accordo firmato ieri tra Giordania e Siria, la quale inizierà a mandare acqua attraverso il fiume Yarmouk. La Giordania è afflitta dalla più grave carenza idrica che si registri da 20 anni a questa parte.

TURCHIA, 17 maggio. Attraverso un comunicato fatto arrivare all'agenzia di stampa turca Dem il Pkk fa sapere che l'esercito turco sta usando armi chimiche contro i ribelli kurdi e chiede aiuto alle organizzazioni internazionali perché verifichino il fatto. In un villaggio attaccato dalle forze armate turche, sono stati rinvenuti i cadaveri di alcuni guerriglieri che presentavano ferite e ustioni dovute ad armi chimiche.

TURCHIA, 18 maggio. Oral Calislar, essendo giornalista di un quotidiano di sinistra quale è Cumhuryet, sa bene quali pericoli si corrono in un paese come quello dove vive. Nonostante ciò nel 1993 fece uscire un libro con interviste ad Abdullah Ocalan ed altri leader del Pkk. Per questo libro, grazie al quale ha già dovuto affrontare svariati processi, è stato condannato a 13 anni di galera per propaganda.

TURCHIA, 20 maggio. Il nuovo ministro dell'interno si dà già da fare per allinearsi a quelli precedenti. Alcuni vocaboli sono stati messi al bando, come si usava un tempo anche qui da noi: Apo, per esempio, non si potrà più né scrivere né pronunciare, al suo posto dovranno esserci le parole "il terrorista Ocalan"; "appello alla pace" (addirittura!) viene sostituito con "momentanea sospensione dell'attività di guerra". Pkk? "l'organizzazione terroristica Pkk" e così via. La parola Kurdistan, lo ricordiamo, è vietata da sempre.

TURCHIA, 25 maggio. La segretaria di uno dei legali di Ocalan è stata arrestata oggi per aver tentato di portare fuori dalla Turchia documenti relativi al processo al leader kurdo. E' stata arrestata con l'accusa di lavorare per il Pkk.

ISRAELE, 26 maggio. L'alta Corte israeliana è stata chiamata a giudicare alcuni casi di tortura che le associazioni per i diritti umani avevano denunciato ormai da tempo. La tortura è ammessa negli interrogatori da quando, alcuni anni fa, una commissione presieduta proprio da un giudice dell'alta corte aveva decretato che i servizi segreti potevano farne uso quando poteva servire per prevenire attentati. Secondo le organizzazioni umanitarie israeliane, però, il numero di coloro che ne vengono sottoposti è altissimo: solo l'anno scorso, su 1.500 palestinesi interrogati dai servizi segreti, 850 sono stati fatti oggetto di violente pressioni fisiche.

ISRAELE, 27 maggio. L'esercito israeliano, per "evitare che dalle finestre vengano scagliati sassi ed altri oggetti sulle pattuglie che transitano nei pressi" ha deciso la chiusura di due scuole in un villaggio vicino a Gerusalemme. Intanto oggi nella capitale l'esercito ha disperso una manifestazione di palestinesi che protestavano contro i nuovi insediamenti in costruzione proprio nella zona araba della città. Alla manifestazione partecipavano, oltre agli abitanti palestinesi, anche molti rappresentanti di "Pace adesso", il movimento di pacifisti israeliani che si sono uniti per protestare in particolare contro un nuovo insediamento previsto nella zona prospiciente la spianata delle moschee, sacra all'Islam. I manifestanti sono stati dispersi con cariche a cavallo e manganellate.


ASIA

NEPAL, 1 maggio. Il Nepal ha ufficialmente abolito la pena di morte, cosicché la pena massima prevista nel paese non è l'ergastolo, ma la condanna a 25 anni di galera. Il ministro della Giustizia nepalese ha orgogliosamente dichiarato che il suo paese é più coraggioso degli altri economicamente avanzati, come gli Stati Uniti dove la pena di morte è ancora applicata. "Il Nepal dà l'esempio in materia di diritti umani" ha detto.

CINA, 2 maggio. Manca poco più di un mese alle celebrazioni per ricordare la strage di piazza Tienanmen, avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 giugno del 1989, quando migliaia di persone vennero uccise dai soldati mandati dal governo di Den Xiao Ping per reprimere la rivolta degli studenti: le autorità hanno deciso di stroncare qualsiasi iniziativa volta a organizzare le manifestazioni. Così un gruppo di studenti, che si era riunito in un ristorante per discuterne, è stato portato via dalla polizia politica. Otto persone sono state fermate la settimana scorsa e obbligate a firmare una dichiarazione in cui si impegnano a non organizzare celebrazioni per il 4 di giugno.

INDONESIA, 3 maggio. Cinque persone con bandiere di Timor, cantando canzoni inneggianti a "Timor libera" hanno occupato oggi gli uffici delle linee aeree indonesiane della Garuda a Sidney, in Australia. Le porte sono state bloccate dopo che la guardia privata era stata spinta via e i cinque si sono chiusi dentro gli uffici chiedendo l'indipendenza dall'Indonesia della piccola isola.

NEPAL, 3 maggio. Con l'apertura dei seggi stamattina si sono aperte le elezioni generali, le terze che dopo le rivolte popolari del 1990 decretarono la fine della monarchia assoluta che da secoli governava il paese. Per difendere i seggi elettorali dagli attacchi dei ribelli maoisti, imponente è stato lo spiegamento di esercito e polizia, mentre elicotteri sorvolavano le montagne alla ricerca dei covi dei ribelli, passati alla lotta armata nel 1996. Le autorità hanno così disposto il divieto di circolazione di automobili, tram e autobus e vietato alla popolazione di girare armata, anche se provvista di porto d'armi.

TIMOR EST, 5 maggio. I rappresentanti dell'Indonesia e del Portogallo si sono incontrati ieri con il mediatore delle Nazioni Unite per mettere a punto gli accordi prima della firma del piano di pace per Timor Est che prevedono per il prossimo 8 agosto la convocazione del referendum sull'autonomia. Se i timoresi non la accetteranno, si procederà alla concessione della completa indipendenza all'ex colonia portoghese che ha lottato per 24 anni consecutivi contro l'invasione Indonesiana, con un bilancio di più di 200.000 persone decedute o scomparse. E' prevista, durante questo periodo di transizione, la presenza di osservatori stranieri e l'invio di un contingente internazionale di polizia sotto l'egida dell'ONU. Questo perché a Timor gli assassini e gli scontri violenti sono proseguiti con ritmi sempre più crescenti da parte delle milizie filoindonesiane che rifiutano pervicacemente qualsiasi ipotesi di autonomia dall'Indonesia.

PAKISTAN, 8 maggio. Preoccupanti irruzioni del governo contro la libertà di stampa si stanno verificando nel paese asiatico. Ieri è stato arrestato dalla polizia, che ha fatto irruzione nella sua abitazione, Najam Sethi, che nei giorni scorsi aveva ricevuto diverse minacce da parte di esponenti del partito musulmano tuttora al governo. Sethi, recatosi in India ad un convegno, aveva pubblicamente criticato l'operato del governo pakistano e quindi è stato accusato di spionaggio al suo rientro in patria. Sethi è stato arbitrariamente arrestato e picchiato nella sua abitazione senza che gli agenti avessero mostrato un mandato di arresto.

CINA (JUGOSLAVIA), 10 maggio. Monaci buddisti e suore cattoliche si sono uniti oggi nella protesta contro i bombardamenti della NATO di fronte all'ambasciata americana stretta d'assedio dalla folla che grida "assassini". Secondo le stime ufficiali sfilano ogni giorno quasi 10.000 persone. Il governo ha presentato una denuncia contro gli Stati Uniti come criminali di guerra presso il tribunale internazionale dell'Aia.

TAIWAN (JUGOSLAVIA), 10 maggio. Anche a Taiwan si svolgono manifestazioni contro gli Stati Uniti e i bombardamenti della NATO: oggi sono state circa un migliaio le persone che si sono radunate di fronte alla sede diplomatica statunitense: "Il Kosovo oggi, Taiwan domani" è uno degli slogan preferiti dalla popolazione, che ha gettato anche uova e vernice contro l'ambasciata.

SINGAPORE (JUGOSLAVIA), 10 maggio. Studenti cinesi si sono radunati per manifestare contro il bombardamento della NATO, ma questa volta sono stati invitati ad entrare nella sede diplomatica da un funzionario degli Stati Uniti, al quale hanno consegnato una civile lettera di protesta.

TIMOR EST, 10 maggio. La firma del trattato di pace a Timor non ha assolutamente creato un clima di pace, anzi i disordini tendono ad aumentare tra indipendentisti e favorevoli al governo indonesiano. Oggi vi sono stati scontri tra le due fazioni a Dili, dove hanno perso la vita due persone. Cinque i feriti. Testimoni stranieri affermano che gli incidenti sono stati provocati dalle fazioni anti-indipendenza e che i soldati indonesiani non sono affatto intervenuti per sedare i tumulti. Un gruppo di giornalisti stranieri, portoghesi e australiani, sono stati attaccati da un gruppetto di miliziani che li accusavano di essere a favore dell'indipendenza di Timor. Sono gli stessi miliziani che ormai da giorni continuano a disturbare con atti di violenza estrema la popolazione nel tentativo di terrorizzarla affinché non si rechi alle urne a votare. Il clima che si è venuto a creare nell'isola tiene ancora lontani gli osservatori dell'ONU chiamati in causa dagli accordi. Inoltre, in un comunicato il leader degli indipendentisti Ramos-Horta afferma che, finché non verrà liberato Xanana Gusmao, tuttora agli arresti domiciliari e condannato a 20 anni di reclusione per attività anti-nazionalista, la popolazione timorese favorevole all'indipendenza non parteciperà al referendum previsto dagli accordi di pace.

CINA (JUGOSLAVIA), 10 maggio. La guerra fatta con Internet. Dalla Cina sono partiti, attraverso le autostrade telematiche, ben 24.000 messaggi di protesta in cui si invita la popolazione cinese a varie forme di lotta, fra cui anche il boicottaggio di tutti i prodotti americani. Hacker cinesi sono riusciti a entrare nell'ambasciata statunitense cambiandone il frontespizio telematico con la scritta "Basta con la barbarie".

PAKISTAN, 10 maggio. Continua la repressione dura contro l'opposizione da parte del governo pakistano. Oggi sono state sciolte d'autorità tutte le Organizzazioni Non Governative presenti nel paese, oltre alla confisca delle loro proprietà e alla chiusura dei conti in banca, perché accusate di attività indesiderata.

FILIPPINE (JUGOSLAVIA), 11 maggio. Anche nelle Filippine la popolazione protesta contro i bombardamenti della NATO. A Manila un centinaio di persone si sono radunate per manifestare contro l'ambasciata degli Stati Uniti, incendiando bandiere e lanciando ortaggi contro l'edificio. La polizia ha semplicemente fatto in modo che i manifestanti non si avvicinassero troppo, senza scatenare alcun incidente.

INDONESIA, 12 maggio. Un anno fa, oggi, gli studenti di Giakarta scesi in piazza per protestare contro la dittatura del generale Suharto, venivano attaccati duramente dalla polizia: quattro di loro morirono. Oggi sono nuovamente andati verso il Parlamento con l'intenzione di far mettere a mezz'asta le bandiere nazionali in segno di lutto. Ma la polizia glielo ha impedito. Di fronte all'università si sono radunati con la fascia nera al braccio, chiedendo giustizia e una indagine sui responsabili di quanto accadde allora. Al loro fianco i parenti degli studenti assassinati, hanno comunque espresso dubbi sul fatto che proprio Habibie, che era delfino del vecchio dittatore, farà sforzi per far emergere la verità.

CINA (JUGOSLAVIA), 12 maggio. Continua la guerra, quella via Internet. Adesso sono in azione gli hackers cinesi che sono riusciti a mettere fuori uso diversi siti statunitensi, quali il ministero dell'energia, il ministero degli interni e quello dei parchi nazionali. Il sito del ministero degli interni è stato raggiunto da una bombardata di scritte in cinese che lo ha tenuto bloccato per cinque ore. Lo stesso è avvenuto anche a quello della Casa Bianca, completamente bloccato da messaggi e-mail in lingua cinese.

CAMBOGIA (JUGOSLAVIA), 13 maggio. La polizia ha sparato alcuni colpi per aria per disperdere un gruppo di manifestanti che era diretto verso la sede dell'ambasciata americana a Phnom Penh. I dimostranti, circa 400, intenzionati a contestare i bombardamenti della NATO, avevano magliette con la bandiera statunitense sovrastata da una svastica. Non si segnalano incidenti.

PAKISTAN, 16 maggio. Tragedia della povertà oggi lungo una strada del paese. Un'autocisterna che trasportava petrolio si è rovesciata: subito la gente si è radunata con taniche e altri contenitori per raccogliere quanto potevano del prezioso liquido. Ma l'autobotte ha preso fuoco senza che le persone potessero mettersi in salvo: 40 persone sono morte bruciate.

INDONESIA, 17 maggio. Anche l'ONU ha protestato oggi per la violenza con la quale viene turbato l'avvio del processo di pace a Timor Est. I violenti attacchi dei guerriglieri pro Indonesia, che i timoresi accusano di essere protetti dall'esercito, continuano sempre più frequenti. Cinque persone di un villaggio sono state uccise in casa mentre si preparavano per andare ad una funzione cattolica. Tutti gli uomini di quel villaggio si sono rifugiati nella boscaglia terrorizzati dalle milizie filo governative, scatenate apposta per impedire alla gente di recarsi alle urne per il referendum, previsto per l'8 agosto. Gli osservatori ONU già presenti a Dili hanno oggi chiesto a gran voce l'invio delle forze di sicurezza già previste dal trattato. Sono 110, per ora, i timoresi assassinati dalle milizie che si oppongono all'indipendenza, spalleggiate, difese e finanziate dall'esercito di Jakarta.

BIRMANIA, 17 maggio. Resistere è difficile. In Birmania poi non è certo una passeggiata. Aung San Suu Kyi, nonostante le recenti persecuzioni della giunta militare, lancia un appello ai suoi perché evitino lo scoramento e la stanchezza. Diciotto deputati della sua lega democratica e circa 26.000 attivisti si sono dimessi e 50 delle sedi locali sono state chiuse. Ha criticato aspramente gli appartenenti alla lega che hanno iniziato un dialogo con i militari al fine di sbloccare la situazione, immobile ormai da molti anni, chiamandoli opportunisti e decretando che un solo militante dedito alla causa vale più di mille votati al compromesso.

INDONESIA, 19 maggio. Xanana Gusmao, detenuto da Suharto per attività separatiste ed insurrezione armata, verrà finalmente liberato, ma non prima del tanto sospirato referendum che avrà luogo a Timor il 9 agosto di quest'anno. E' comunque considerato il nuovo presidente, qualora la popolazione scegliesse per la piena indipendenza da Giakarta. Intanto continua a salire il bilancio delle vittime dei miliziani pro Indonesia, accusati di essere aiutati dall'esercito governativo. Dopo l'uccisione di 5 persone nei giorni scorsi, gli osservatori inviati nel paese denunciano l'assassinio di altri 20 abitanti dell'isola, sorpresi questa volta al lavoro in una piantagione di caffè da un gruppo di miliziani di Timor Pancasila, il raggruppamento che ha giurato di lottare fino alla morte contro l'indipendenza di Timor. Si fa quindi sempre più pressante l'invio della forza di sicurezza internazionale.

TIMOR (JUGOSLAVIA), 20 maggio. Anche il premio Nobel per la pace Ramos Horta, in esilio in Portogallo, ha definito Blair come l'uomo più ipocrita della storia poiché, mentre sostiene la causa dei kosovari in Jugoslavia, non fa e non ha fatto nulla per la questione dell'indipendenza alla piccola isola indonesiana, da anni impegnata contro la prepotenza di Suharto e dei suoi colleghi. Si riferisce, Ramos Horta, alla decisione del governo britannico di inviare due aerei da combattimento in Indonesia. La Gran Bretagna, del resto, è uno dei più grandi fornitori di armi per l'Indonesia con un giro di soldi pari a più di 500 miliardi di lire l'anno. Finora l'uomo di sinistra Blair ha autorizzato almeno una cinquantina di esportazioni di armi verso il paese asiatico.

INDONESIA, 21 maggio. Gli studenti a Giakarta si sono radunati per ricordare il giorno in cui riuscirono a battere il dittatore Suharto, provocando le sue dimissioni. Sono stati attaccati dalla polizia, presente in gran numero, e hanno risposto con lanci di sassi. Suharto vive ancora nella capitale, barricato nella sua villa e coi soldi prudentemente in banche estere.

SRI LANKA, 21 maggio. Gli abitanti dell'isola, secondo un sondaggio, sarebbero favorevoli all'avvio di un colloquio di pace con le Tigri Tamil per mettere fine alla guerra civile che da anni insanguina il paese, mietendo vittime soprattutto fra la popolazione. Il 66% di essa, infatti, propende per i colloqui, mentre solo il 22% per la continuazione dell'azione di forza.

VIETNAM, 22 maggio. Gli incubi della guerra del Vietnam vengono riproposti dal governo di questo paese attraverso un video che una casa di produzione tedesca lancerà sul mercato internazionale. Il documentario è stato realizzato con immagini girate dai vietcong ai tempi dell'invasione americana. E' impressionante sapere a quale vicinanza si muovevano gli uomini con la telecamera, che spiavano i soldati americani, nei pochi momenti di riposo, a meno di venti metri di distanza, senza peraltro essere né visti né sentiti. Il Times ha presentato l'iniziativa commentando che ora che si parla d'intervento di terra in Jugoslavia, gli americani potrebbero rimanere colpiti dal fatto che, se anche un esercito è dotato di mezzi molto potenti e sofisticati, nulla può contro una forza altamente motivata, come potrebbe essere l'esercito serbo. La lezione del Vietnam, dunque, torna ad essere attuale anche nel controverso contesto attuale.

PAKISTAN, 22 maggio. Cinquanta ragazzi condannati a morte. Amnesty International ha lanciato un appello affinché non venga eseguita la terribile condanna. In Pakistan la pena capitale è prevista anche per i minori di 18 anni. Nonostante il governo non abbia specificato per quali reati i ragazzi siano stati condannati, si è venuto a sapere di un minore di 13 anni che è stato giudicato da una corte militare. Il che, in Pakistan, è considerato incostituzionale.

FILIPPINE, 24 maggio. Dimostranti a Manila hanno cercato di sfondare i cancelli dell'ambasciata americana per protestare contro l'accordo tra i due governi, per il quale le forze armate statunitensi, che erano state mandate via già dal 1991, potranno tornare nel paese, reinstallando le basi militari e introducendo armamenti nucleari. Questo accordo, che il parlamento deve ancora ratificare, è stato condannato anche dalla potente chiesa cattolica.

INDONESIA, 25 maggio. Contadini e studenti di Sumatra, circa 5.000, che stanno protestando da tempo contro l'esproprio di terre da parte del governo nella provincia di Medan, sono stati oggi attaccati dall'esercito indonesiano: 20 i feriti. E' da molto che a Sumatra la tensione è alta per le molte manifestazioni tenute dal movimento dei disoccupati.


OCEANIA

AUSTRALIA (JUGOSLAVIA), 3 maggio. Alcune migliaia di dimostranti (circa 5 mila secondo gli organizzatori, ma la polizia non ha fornito cifre) sono stati radunati dalla Fondazione Serba per protestare contro i bombardamenti della NATO. Portavano bandiere e cartelli con la scritta "Attenzione, sono serbo: uccidetemi" e hanno cercato di marciare attraverso il centro di Sidney, finché non sono stati bloccati da uno sbarramento di polizia. Gli organizzatori hanno allora cercato di parlamentare con i responsabili delle forze di sicurezza, che in tutta risposta li hanno stretti ancora di più ai lati. Alla fine la manifestazione si è sciolta senza ulteriori incidenti.

AUSTRALIA, 20 maggio. Il parco di Kakadu, al cui interno vi è la miniera di uranio che l'anno scorso fu protagonista di una lotta ambientalista al fianco degli aborigeni, corre seri rischi di inquinamento dovuti all'attività estrattiva della miniera, che il governo ha comunque autorizzato nonostante le proteste internazionali. Tre rapporti sono stati presentati da associazioni ambientaliste a livello mondiale, ma il governo le ha respinte, dichiarando che si basano su "pregiudizi privi di fondamento scientifico" e che lo sfruttamento della miniera di uranio continuerà in ogni caso. Gli aborigeni e gli ambientalisti hanno detto di attendersi una condanna mondiale del governo australiano.


EUROPA

ITALIA (JUGOSLAVIA), 3 maggio. Centinaia e centinaia di volantini, con i colori della bandiera serba (bianco, rosso e blu) sono planati, lanciati dal loggione, sulla platea della Scala mentre era in corso il concerto del baritono Bryn Terfel. Su essi era scritto "I bambini sono bambini e quelli serbi non lo sono meno di altri". "Fermiamo il disastro ecologico in Jugoslavia". "Fermiamo la strage umanitaria della NATO". "Quella della NATO è una pulizia multietnica di 26 nazionalità". "Fermiamo la distruzione di case, fabbriche e chiese in Jugoslavia". La protesta è stata organizzata dall'Osservatorio di Milano e dalla comunità serba, nella speranza che serva a scuotere le coscienze di una città che sembra invece indifferente alla distruzione di un intero paese e della sua gente.

BULGARIA (JUGOSLAVIA), 4 maggio. Migliaia di manifestanti si sono radunati oggi di fronte al Parlamento di Sofia dove è in discussione la concessione dello spazio aereo agli aerei NATO impegnati a sganciare bombe su tutta la Jugoslavia. L'opposizione alla guerra in Serbia è guidata dal partito socialista e da altre formazioni di sinistra. La polizia ha riferito che sono previste decine di altre manifestazioni durante la giornata. Il governo filo-occidentale ha a sua disposizione più della metà dei seggi del Parlamento, così l'appoggio alla NATO è dato per scontato.

ITALIA (JUGOSLAVIA), 4 maggio. "Un ponte per Belgrado" annuncia che stasera partirà un gruppo di amministratori comunali, sindaci e sindacalisti di diverse parti d'Italia, capitanati da Raniero La Valle che porterà in Serbia medicinali (compresse, antibiotici, fiale, siringhe e materiale sanitario) che saranno distribuiti presso gli ospedali di Belgrado, Novi Sad e Cacak. Entreranno dal confine ungherese e il loro ritorno in Italia è previsto per l'11 maggio.

NORVEGIA, 4 maggio. E' riaperta la stagione della caccia alle balene. Dalla Norvegia è pronta a partire, secondo la denuncia di Greenpeace, una flotta di 36 navi; la quota di balenottere previste da essere uccise è di ben 753, la più alta fino ad ora che un paese si sia auto attribuito dall'entrata in vigore della moratoria del 1986. Si è appena saputo che il Giappone ne ha uccise fino ad adesso 389 nel Santuario dei mari del Sud. L'allarme arriva anche dal WWF che ha chiesto alla Norvegia d'interrompere l'abuso delle scappatoie consentite dalle norme stabilite dalla commissione baleniera internazionale. E' stato chiesto alla Norvegia di fermare immediatamente la caccia alle balene. Il grasso di balena, infatti, non è più esportabile in moltissimi paesi e finisce con l'accumularsi nei magazzini norvegesi: la Norvegia ha infatti recentemente chiesto che questo tipo di commercio venga nuovamente autorizzato, anche se le balene sono pericolosamente vicine alla soglia dell'estinzione. Oggi sono partiti da Oslo anche gli attivisti di Greenpeace che, a bordo di gommoni, si apprestano a cercare di fermare le baleniere assassine, partite in gran segretezza nella notte di oggi: il ministero della Pesca, temendo azioni di protesta, si era persino rifiutato di diramare il numero esatto delle baleniere salpate dai porti del Nord. L'anno scorso il paese si era auto attribuito un numero un po' inferiore, 671, a quello deciso, del tutto arbitrariamente, quest'anno.

GERMANIA (JUGOSLAVIA), 5 maggio. Dopo che Peter Handke ha restituito i soldi del prestigioso premio ricevuto dall'Accademia la sua popolarità è salita alle stelle. Nelle sue dichiarazioni pubbliche Handke ha dichiarato che quello della Jugoslavia è un vero olocausto. "La differenza - ha spiegato - è nel fatto che ora si colpisce l'essere umano distruggendone gli strumenti indispensabili alla costruzione del suo futuro, alla realizzazione delle sue aspirazioni". Handke ha addirittura deciso di lasciare la chiesa cattolica, per il ritardo con cui il Vaticano ha reagito ai bombardamenti. Ha poi accusato di nazismo i media occidentali e ha invitato tutti gli artisti del mondo a recarsi tra le macerie jugoslave proponendo di organizzare una biennale delle arti a Kragujevac e Sabac, due luoghi simbolo della resistenza anti-tedesca. "Nell'ottobre del '41 vi furono trucidati 10.000 serbi e oggi - ha detto - queste due città sono state di nuovo colpite al cuore. Tutti dovrebbero vedere questo posto: Kragujevac è la fine dell'arte". Non così si può dire per Gunther Grass, schieratosi invece in favore dei bombardamenti: i suoi libri sono stati tolti dagli scaffali delle librerie di Belgrado e rispediti tutti al mittente, con l'assenso anche del suo traduttore ufficiale.

SERBIA, 4 maggio. Grazie ai bombardamenti intelligenti, il reparto maternità dell'ospedale di Belgrado rischia di rimanere senza energia elettrica. E' difficile portare a termine i parti in queste condizioni, perché i generatori servono unicamente per supportare le apparecchiature per gli interventi di emergenza. E i parti non sono tra questi. Fra le tante apparecchiature che abbisognano di elettricità, vi sono le incubatrici: sono più di cento i bambini nati prematuri a causa dei bombardamenti; pesano un chilogrammo circa e rischiano di non farcela senza il conforto caloroso delle incubatrici ora inutilizzabili.

ITALIA (JUGOSLAVIA), 4 maggio. A Piacenza, in piazza Cavalli, c'è una tenda, allestita dalle Donne in Nero: da sei giorni lì dentro vive Stefania, che fa lo sciopero della fame (beve solo acqua) per protestare contro i bombardamenti della NATO sulla Serbia. Stefania rispetta la consegna del silenzio e i giornalisti vengono informati sul suo stato di salute da parenti ed amici. Lo sciopero della fame verrà proseguito a staffetta nei prossimi giorni: sarà di 24 ore per ciascun militante. Per sabato prossimo è prevista una nuova manifestazione di fronte alla base militare di San Damiano, da cui partono i Tornado diretti nei Balcani.

ITALIA (JUGOSLAVIA), 5 maggio. Nei pressi della base militare di Ederle, a Vicenza, due automobili appartenenti a militari americani sono state incendiate da sconosciuti. Da quando è iniziato il conflitto non è la prima volta che vengono colpite proprietà dei militari statunitensi di stanza in Veneto.

FRANCIA, 5 maggio. La Francia finalmente l'ha ammesso dopo anni in cui si sbracciava a dirci che non vi era alcun pericolo negli esperimenti nucleari compiuti nel '96 negli atolli polinesiani di Mururoa e Fangataufa: i coni corallini delle due isole, infatti, dopo un periodo di assestamento a seguito dei più di 200 esperimenti fatti al loro interno, si sono incrinati. Lo ha ammesso il direttore francese per l'energia atomica a Tahiti, che nei giorni scorsi aveva ispezionato il posto. Ciò che è grave è che, nonostante le proteste internazionali lo avessero fatto presente, le fratture non proteggono più il materiale radioattivo, libero così di riversarsi in mare. Già l'anno scorso i francesi avevano detto di aver riscontrato tracce di plutonio nella laguna di Mururoa, ma nonostante ciò continuano ad insistere che non vi è motivo di preoccupazione per l'ambiente o per la nostra salute.

SERBIA, 5 maggio. Internet l'hanno inventata proprio loro, gli americani. E' ora l'unico modo che hanno i serbi di comunicare col mondo. Il quotidiano Nezavisna Svetlost, di Karagujevac - www.svetlost.co.yu - dà notizie sui luoghi bombardati e fa bilanci sui danni regione per regione; nel sito Internet "Guerra contro la Jugoslavia": inet.co.yu troverete le immagini dell'ultimo ponte bombardato, quello di Trstenik.

GRECIA (JUGOSLAVIA), 6 maggio. Una cinquantina di ciechi ha manifestato di fronte all'ambasciata americana ad Atene contro i bombardamenti della NATO sulla Serbia. Hanno sfilato coi loro bastoni bianchi ed i cani guida per le strade della capitale greca e sono giunti infine di fronte alla sede diplomatica, dove hanno gridato slogan contro la guerra. Trecento poliziotti hanno impedito loro di avvicinarsi all'edificio e i non vedenti hanno deciso di sistemarsi per la notte in un parco vicino. Nel pomeriggio vi è stata anche un'altra manifestazione di fronte all'Acropoli contro i raid NATO organizzata da insegnanti e allievi delle scuole superiori.

JUGOSLAVIA, 6 maggio. Questo conflitto è entrato nel libro dei primati, per i seguenti motivi. Da oggi è il conflitto più lungo sostenuto dagli Stati Uniti dalla fine della guerra del Vietnam (la guerra del Golfo durò 42 giorni). La tecnologia bellica utilizzata è la più sofisticata mai usata: nel Golfo ne venne utilizzata soltanto il 5%, oggi siamo all'80% fra missili e bombe "intelligenti". E' stata anche la prima volta da quando è finito il secondo conflitto mondiale in cui alla Germania è stato permesso di partecipare ai combattimenti. Per la prima volta, inoltre, si combatte una guerra anche via Internet: la NATO la usa per dare informazioni, i soldati americani per mandare messaggi alle famiglie, le organizzazioni umanitarie per raccogliere aiuti, i profughi per cercare i parenti; e all'inizio di aprile dalla Serbia è partita un'offensiva telematica che ha mandato in tilt i circa 10.000 inbox americani bombardati da messaggi contro la NATO.

ITALIA (JUGOSLAVIA), 6 maggio. Trenta attivisti di Greenpeace, vestiti completamente di bianco, hanno velocemente piantato nel campo di fronte alla base di Aviano, sorprendendo le forze dell'ordine che non sono riuscite ad intervenire, 500 croci bianche e hanno aperto uno striscione con la scritta: "G8, time for peace". Alla fine i pacifisti si sono sdraiati per terra dopo aver indossato maschere a gas. Il portavoce del gruppo ha spiegato che l'azione vuole ricordare i morti di ambedue le parti, nella protesta contro una barbarie che finora ha prodotto un disastro ambientale senza proporzione alcuna: i bombardamenti sugli impianti chimici in Jugoslavia porteranno sconvolgimenti che coinvolgeranno anche i paesi limitrofi, come l'Italia (giungono notizie di misteriose morie di delfini nel Mar Nero già da ora). A questo proposito i verdi presenti al parlamento europeo hanno chiesto che la NATO rinunci almeno ai proiettili all'uranio esaurito che può causare "una contaminazione generalizzata e danni a medio e lungo termine sia per i civili sia per i militari". I proiettili di questa fattura sono utili perché riescono a perforare le protezioni dei carri armati, ma "al momento dell'impatto - è stato detto - il percussore a uranio esaurito si incendia, si sbriciola e si disperde nell'ambiente. L'uranio esaurito comporta un rischio elevato se viene ingerito o respirato".

RUSSIA, 6 maggio. Quattrocento mucche morte e più di 1.500 paralizzate a causa dei morsi di centinaia di migliaia di zanzare inferocite: la cosa notevole è che le mucche pascolavano tutte all'interno della zona colpita dalle radiazioni dopo l'incidente di Cernobyl dell'86. Gli scienziati si sono affannati a dichiarare che le zanzare non presentano alcuna mutazione rilevante e l'incidente - se così si può chiamare - è semplicemente dovuto alle mutate condizioni climatiche della zona, dove ultimamente si sono verificate delle alluvioni a causa delle ripetute piogge. Le zanzare, inoltre, a causa delle difficoltà economiche in cui versa la Russia, non sono state combattute in maniera efficace ed è per questo che si sono così moltiplicate (solo lì?).

JUGOSLAVIA, 7 maggio. Una delegazione proveniente dalla Russia, composta da rappresentanti anche della Grecia e della Svizzera, ha dovuto raggiungere Belgrado via terra perché la NATO si è rifiutata di creare un corridoio aereo in modo che gli esponenti del gruppo potessero raggiungere più velocemente la capitale della Serbia. La delegazione doveva portare aiuti ai profughi kosovari che, lo ricordiamo, sono presenti in alto numero anche a Belgrado e valutare i danni dovuti ai bombardamenti indiscriminati dell'Alleanza. Sono quindi atterrati a Budapest e hanno raggiunto Belgrado su strada.

ITALIA, 7 maggio. E' stata aperta anche a Roma una sede di "Reporters sans Frontieres", l'associazione, aperta a chiunque (giornalista, reporter, associazioni, semplici cittadini) voglia combattere per la libertà di stampa. Sono attualmente 25 i paesi dove i giornalisti rischiano ogni giorno di finire in galera, in 65 è lo stato a mantenere il controllo di tutti i giornali e le televisioni e ancora 45 quelli in cui viene posta resistenza da parte del governo all'ingresso della rete Internet. L'indirizzo telematico di RSF Italia è il seguente: rsfitalia yahoo.net.

SPAGNA, 7 maggio. Continuano le aperture del governo spagnolo nei confronti dell'organizzazione basca Eta in previsione del dialogo di pace. Più di trecento collaboratori di Eta rifugiati all'estero potranno tornare a casa senza conseguenze di alcun tipo. Il dialogo però va a rilento. Ultimamente l'Eta aveva chiesto che presenziasse alle trattative il premio Nobel argentino per la pace Perez Esquivel. Ma Aznar si è rifiutato e il processo è fermo per mancanza di garanzia per ambo le parti.

GRAN BRETAGNA, 7 maggio. Un'associazione per i diritti umani inglese, la Liberty, pur ammettendo l'efficacia delle telecamere installate per combattere la delinquenza, si mostra preoccupata per il fatto che viene così annullato il diritto alla privacy dei semplici cittadini. Nessuno ha vietato, per esempio, che i filmati registrati in giro per le città dell'Inghilterra venissero usati da televisioni al fine unico - per ora - di divertire i propri utenti. La legge non è in grado di essere al passo coi tempi - dicono - perché la tecnologia in questo campo fa passi da gigante.

JUGOSLAVIA, 8 maggio. La Croce Rossa Italiana, per iniziativa del comune di Carrara, ha consegnato alla Croce Rossa Serba un camion di alimenti e medicinali. La presidentessa della Croce Rossa, Maria Pia Garavaglia, ha approfittato di questa occasione per lanciare un appello, in favore della neutralità di cui la Croce Rossa si è sempre fatta portatrice: "Spero che questo sia l'inizio di una catena di aiuti che arrivino anche al popolo serbo altrettanto colpito dalla guerra in atto".

GERMANIA (JUGOSLAVIA), 8 maggio. Oggi a Berlino ci sono state due marce contro l'intervento della NATO a cui hanno partecipato più di 7.000 persone. I cortei si sono svolti senza incidenti.

BELGIO, 8 maggio. Alla tradizionale marcia degli omosessuali, svoltasi oggi a Bruxelles, hanno partecipato almeno 2.500 persone. Tra le rivendicazioni presentate c'era il riconoscimento legale delle coppie omosessuali, già accettato dal governo olandese. La sfilata si è conclusa, come sempre, con un servizio religioso.

ITALIA (JUGOSLAVIA), 9 maggio. A Ederle, una delle caserme punto di partenza delle spedizioni NATO, si è svolta oggi una manifestazione che ha visto la presenza di almeno 3.000 persone. La manifestazione è poi proseguita senza incidenti fino al centro della città di Vicenza, dove è situata la base NATO. Le forze dell'ordine erano presenti in forte numero.

ITALIA (JUGOSLAVIA), 9 maggio. Il professor Armando Gnisci, che insegna storia della lingua italiana presso la Sapienza di Roma, fa sapere di essersi trasferito all'università di Belgrado e che lì terrà un seminario perché vuole condividere con la popolazione serba i bombardamenti della NATO. Intende così prendere posizione contro un'avventura bellica senza costrutto, che è diventata una prevaricazione mirata solo a consolidare il potere degli Stati Uniti. L'università di Belgrado in questi giorni non è mai rimasta chiusa neppure per un giorno, anche se le lezioni sono notevolmente ridotte: è famosa perché è proprio qui che si organizzarono le manifestazioni oceaniche in opposizione a Slobodan Milosevic nel '96 e molti docenti, per questa ragione, vennero sospesi dall'insegnamento.

GRAN BRETAGNA, 9 maggio. Non appena pubblicata la sua scoperta sul Sunday Times, il professor Warwick, dell'università di Reading è stato subissato di telefonate, soprattutto di grosse aziende private ma anche di esponenti delle forze di polizia sia britanniche che statunitensi. Cosa ha inventato il professore, o meglio sperimentato, visto che l'idea era già venuta a scrittori e registi di fantascienza? Un microprocessore da mettere sotto pelle a tutti i dipendenti, di modo che possano essere costantemente tenuti sotto controllo. Diabolico, ma vero!

MACEDONIA (JUGOSLAVIA), 9 maggio. Nella piazza centrale di Skopje si sono radunate oggi più di 5.000 persone per protestare contro i raid della NATO nel paese vicino, alla cui unificazione hanno inneggiato, dopo aver lanciato anatemi contro la NATO. Centinaia di firme sono state raccolte per una petizione che chiede un referendum per la smilitarizzazione e contro la presenza della NATO nel paese. E' una delle manifestazioni più grosse avvenute in Macedonia dall'inizio dei bombardamenti.

GRECIA (JUGOSLAVIA), 9 maggio. Un centinaio di militanti del partito comunista greco oggi hanno forzato le vie d'accesso alla base NATO situata nei pressi di Salonicco, distruggendo due porte e scrivendo slogan sui muri della base contro la NATO e gli americani.

ROMANIA (JUGOSLAVIA), 10 maggio. Centinaia di persone si sono radunate nei pressi di una piccola chiesa a Clejani per manifestare contro il bombardamento della Jugoslavia. Criticato con forza il papa che è venuto nel paese in un momento poco indicato, come quello dei bombardamenti sul paese vicino.

PORTOGALLO (JUGOSLAVIA), 10 maggio. Il sindaco di Lisbona si è messo in viaggio per Belgrado. In aperta opposizione ai socialisti di Antonio Guterres, fedeli amici della NATO, il figlio dell'ex presidente Mario Soares, ora primo cittadino della capitale del Portogallo, è andato in Serbia per esprimere solidarietà all'unica capitale europea - così ha dichiarato - che già nella seconda guerra mondiale fu l'unica a venire bombardata sia dai nazisti che dagli alleati. Alle numerose critiche che gli venivano indirizzate, ha risposto dichiarando di essere responsabile solo verso gli elettori che lo hanno scelto e che, secondo i sondaggi, ben il 72% della popolazione portoghese è contrario a questa guerra. Ha infine aggiunto di essere stato personalmente invitato dal suo collega, il sindaco di Belgrado, noto oppositore a Milosevic da sempre.

ITALIA (JUGOSLAVIA), 10 maggio. Un ponte per Belgrado, che è in Serbia da qualche giorno, ritorna domani in Italia. Comunicano per telefono che solo per un caso non si sono trasformati loro stessi in veri scudi umani: dovevano alloggiare - avevano già prenotato - all'Hotel Jugoslavia, ma dati gli alti costi avevano deciso per un'altra sistemazione. La sera stessa l'albergo è stato distrutto dai bombardamenti. Medicine e aiuti di vario genere sono stati comunque consegnati.

GRAN BRETAGNA, 10 maggio. Christian Aid, che si occupa di cooperazione, ha denunciato che la produzione di alimenti geneticamente manipolati è una grave minaccia per i paesi poveri, poiché i semi non sono fertili, contengono un gene che impedisce alla pianta di riprodursi. Così i contadini poveri saranno costretti a continuare ad acquistare sementi ogni anno, invece di riprodurli per proprio conto. La difesa degli alimenti geneticamente manipolati si basa sull'idea che potrebbe essere la soluzione dei problemi della povertà nel mondo; questa è tuttavia una bugia ben strutturata: sarà una catastrofe, invece, perché ci si trova di fronte ad una produzione basata su pochi tipi di coltivazioni e sulla maggiore dipendenza dei paesi poveri da quelli ricchi.

PORTOGALLO (JUGOSLAVIA), 11 maggio. Anche il Nobel per la letteratura Jose Saramago si è finalmente dichiarato contro la guerra della NATO. Ha ricordato come la guerra del Vietnam venne fermata dalle oceaniche manifestazioni di protesta contro l'intervento militare nordamericano, mentre ora per il Kosovo (secondo lui) nessuno l'ha fatto. Facendo riferimento al suo romanzo di successo, ha detto che gli Stati Uniti sono affetti da cecità congenita. Assieme ad altri intellettuali spagnoli e portoghesi ha appena firmato un appello per il cessate il fuoco.

JUGOSLAVIA, 12 maggio. La guerra, l'abbiamo già detto, non è solo combattuta apertamente sul campo, ma anche virtualmente, via Internet. Hackers serbi contro hackers albanesi. Così i serbi sono riusciti a distruggere un sito dell'Uck: sono rimaste soltanto le bandiere con l'aquila. L'azione non è stata anonima, gli hackers hanno lasciato questo messaggio: "Abbiamo sabotato questa pagina perché mente sul popolo serbo. Non vogliamo insultare nessuno, ma non vogliamo che vengano scritte queste cose su di noi. I serbi sono gente pacifica che non approva la guerra del Kosovo e quelli che soffrono sotto le bombe sono innocenti che non hanno mai fatto male a nessuno". Gli hackers non solo si sono firmati, ma hanno pure coraggiosamente lasciato il loro indirizzo e-mail a cui è subito stato inviato un messaggio di risposta: "Il Kosovo è Albania". E basta.

GRECIA (JUGOSLAVIA), 12 maggio. La Grecia non concederà l'uso del proprio spazio aereo agli aerei della NATO che partendo dalla Turchia (che invece ha prontamente concesso l'uso delle proprie basi) andranno in Jugoslavia a bombardare. Il portavoce del governo ha lapidariamente annunciato che "la Grecia concederà il passaggio solo ad aerei con carichi umanitari".

SPAGNA, 13 maggio. I parlamentari socialisti hanno scoperto un modo semplice per boicottare i discorsi del premier Aznar. Ogni volta che questi si avvicina al microfono per parlare, i deputati lasciano semplicemente accesi i telefonini accanto al loro microfono. Il risultato? Una serie di fischi che impediscono al premier di spiccicare parola. I deputati "disturbatori" si sono battezzati "los guerilleros del movil".

BULGARIA (JUGOSLAVIA), 13 maggio. I giornali bulgari lo scrivono oggi: l'inquinamento nel paese è aumentato - da quando sono iniziati i bombardamenti della NATO - fino a mettere in pericolo i raccolti delle aree nei pressi del confine. Gli abitanti della zona hanno iniziato a lamentarsi per il forte bruciore agli occhi, il gusto di metallo in bocca e per il fatto che l'acqua ha un odore insopportabile. Negli ultimi giorni è caduta anche una pioggia di colore giallo. I bambini vengono tenuti in casa. "Nessuno ci spiega cosa ci sta accadendo" ha lamentato un abitante. I rilevamenti di radioattività nella zona non hanno dato risultati rilevanti. La causa deve essere il bombardamento delle industrie chimiche lungo il Danubio.

ITALIA (JUGOSLAVIA), 13 maggio. Credete che i profughi in fuga dalla guerra siano tutti uguali? Vi sbagliate. I profughi di guerra si dividono in kosovari e gli altri. Altri che si sono presentati al confine italiano oggi, tutti provenienti dalla guerra della Jugoslavia, che si erano mischiati (ovvero avevano viaggiato assieme) a dei profughi di serie A, cioè kosovari. I cittadini jugoslavi erano costituiti da disertori e renitenti alla leva e le loro famiglie. Sono stati immediatamente respinti in Slovenia, non possono entrare né essere ospitati sul nostro suolo. Anche se di fatto in Italia esiste ancora la legge 390 del '92 che riguarda profughi dalla ex Jugoslavia e pure renitenti e disertori di quella (e di questa) guerra.

GRECIA, 13 maggio. Una giovane donna kurda, di 20 anni, che vive da tempo in un campo profughi greco, si è data fuoco oggi gridando il nome di Abdullah Ocalan. E' stata salvata in tempo da alcuni passanti ed è tuttora ricoverata in un ospedale di Atene.

JUGOSLAVIA, 13 maggio. La guerra, sì l'abbiamo già detto, si fa via Internet. Il governo americano ha ordinato ai propri provider di chiudere immediatamente i collegamenti con quelli jugoslavi, al fine di isolare il paese anche dalla rete mondiale. Per posta telematica viaggia anche la solidarietà: serbi di varie città testimoniano di aver ricevuto in questi giorni messaggi che li avvertivano dell'arrivo dei cacciabombardieri provenienti da molti paesi europei, come: "Li sentiamo passare sulla nostra testa, tra mezz'ora saranno lì da voi". E ci immaginiamo nelle lunghe notti di guerra i computer che servono a tenersi ancorati alla realtà e alla tenerezza di chi a questa guerra non crede e non vuole cedere.

GRECIA (JUGOSLAVIA), 13 maggio. Il governo greco si sta spazientendo. Oggi ha rifiutato di sottoporre alle ispezioni della NATO le proprie navi ed altre presenti nelle sue acque sospettate di violare il blocco economico decretato contro la Jugoslavia. Il governo ha fermamente dichiarato all'Unione Europea di opporsi ad eventuali azioni militari contro navi presenti nell'Adriatico. Mancando una mozione dell'ONU, tali iniziative sono per la Grecia da ritenersi illegali.

ITALIA (JUGOSLAVIA), 14 maggio. Nel centro storico di Firenze, in piena notte, si è nuovamente sentito il suono di due sirene come quelle che all'epoca dell'ultima guerra annunciavano i bombardamenti. La Digos, giunta sul posto, ha trovato le due sirene alimentate da due batterie per auto lasciate in due scatoloni di cartone e alcuni volantini con su scritto: "Cosa provate quando scatta l'allarme per i bombardamenti?".

AUSTRIA, 14 maggio. Un nigeriano clandestino, espulso dal paese e caricato a forza su un aereo che doveva riportarlo in patria, è morto asfissiato perché legato ed imbavagliato troppo strettamente a bordo del velivolo malgrado soffrisse di bronchite cronica. Lo hanno verificato i medici bulgari, allo scalo di Sofia dove hanno constatato la morte dell'uomo. I gruppi di opposizione hanno chiesto le dimissioni del ministro degli Interni. E' stata aperta un'inchiesta per incriminare i tre agenti che lo accompagnavano.

GRECIA (JUGOSLAVIA), 15 maggio. Stanchi di stare a guardare senza partecipare, oggi i poliziotti ateniesi che erano di guardia all'ambasciata statunitense, senza neppure cambiarsi la divisa, si sono radunati per protestare anche loro contro la guerra: dotati di fischietti si sono radunati di fronte all'ambasciata in centinaia. Le proteste lì davanti si sono susseguite senza sosta con la cadenza di almeno una al giorno.

ITALIA, 15 maggio. La procura di Bologna in un comunicato ufficiale fa sapere di aver approvato all'unanimità un appello affinché venga garantito un processo equo al leader kurdo Ocalan, attualmente tenuto segregato nella prigione di Imrali, in Turchia. Gli avvocati di Bologna esprimono anche solidarietà ai colleghi che stanno cercando di mettere in piedi una qualche idea di difesa del leader del Pkk ed inoltre chiedono che vengano ammessi ad assistere al processo, che si terrà il 31 maggio, anche giuristi provenienti da altri paesi.

BULGARIA (JUGOSLAVIA), 15 maggio. Una nube lunga sette chilometri, che proviene dalla Jugoslavia, sta viaggiando ad alta velocità verso la Romania. Si tratterebbe del risultato del bombardamento, effettuato dagli aerei della NATO a Bor, di una miniera di uranio e rame. La nube ha la forma di un fungo.

ITALIA (JUGOSLAVIA), 15 maggio. Stanotte, di fronte al consolato Usa di Milano è risuonata la sirena degli allarmi aerei già utilizzata nella seconda guerra mondiale. La manifestazione era organizzata dall'Osservatorio di Milano e vi hanno aderito 300 persone provenienti da varie aree pacifiste della città. L'intenzione era di far sentire anche al console americano quello che i serbi sentono ogni notte, all'avvicinarsi dei bombardieri della NATO.

CIPRO (JUGOSLAVIA), 16 maggio. Migliaia di manifestanti hanno marciato oggi fino alla base militare inglese di Dhkelia per protestare contro i bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia. Il corteo era lungo almeno due chilometri ed i partecipanti, secondo gli organizzatori, almeno 10.000. A Cipro, come del resto in Grecia, la maggioranza degli abitanti è fortemente contraria a questa folle guerra: i manifestanti sono sfilati per ore davanti ai cancelli della base inglese. Non sono avvenuti incidenti.

ITALIA (JUGOSLAVIA), 16 maggio. Don Tarcisio Guarnieri, parroco a Trento, con l'aiuto dei giovani della sua parrocchia che l'avevano costruito, oggi ha bruciato sull'altare un modellino di Apache per dire no alla guerra e a tutte le armi. L'ha fatto davanti alle telecamere lanciandolo dentro un braciere acceso.

GRAN BRETAGNA, 17 maggio. L'associazione dei medici britannici lancia l'allarme contro il cibo transgenico, reo, secondo la loro autorevole opinione, di procurare allergie e reazioni del sistema immunitario soprattutto nei più deboli, i bambini. Potrebbe anche essere la causa di un indebolimento dell'efficacia degli antibiotici, rendendo così gli esseri umani più vulnerabili. I principali supermercati inglesi, comunque, hanno messo al bando alimenti che anche solo in parte sono geneticamente manipolati. Non si esclude una presa di posizione del governo inglese.

SVIZZERA, 17 maggio. Una cinquantina di kurdi si è installata di fronte alla sede dell'ONU di Ginevra: sono in sciopero della fame ad oltranza, in solidarietà a quanto sta accadendo al loro leader Ocalan e per chiedere che la Croce Rossa Internazionale gli faccia visita nella prigione lager di Imrali, dove è detenuto in totale isolamento.

ITALIA, 17 maggio. Dino Frisullo di "Azad" ha fatto sapere oggi che una delegazione di osservatori italiani si recherà comunque in Turchia in occasione del processo ad Apo Ocalan. Denuncia anche il completo silenzio delle istituzioni italiane riguardo alla completa mancanza di diritti nella quale si svolgerà il processo: 300 avvocati penalisti di Milano sono stati gli unici a dimostrare solidarietà almeno agli avvocati difensori di Apo, costantemente sotto tiro, picchiati, condannati, minacciati. Non è stato loro permesso di svolgere il proprio impegno con la dovuta tranquillità. Uno di loro è stato costretto all'espatrio, in quanto condannato per motivi di opinione.

BULGARIA (JUGOSLAVIA), 17 maggio. Il 72% dei cittadini è contrario alla guerra per il Kosovo. Il 62% di essi non vuole che il territorio bulgaro sia concesso per operazioni di terra. Il primo ministro ha anche lanciato l'allarme: se la guerra dovesse perdurare, sarà una catastrofe economica, poiché non potrà avvenire il raccolto del frumento e il gasolio, che è già razionato oggi, non sarebbe più reperibile nel paese.

GRAN BRETAGNA, 17 maggio. I miliardari del mondo sono 6 milioni e stanno diventando ogni anno sempre più ricchi. Sono presenti soprattutto in Europa e negli Stati Uniti ed entro il 2003 vedranno aumentare del doppio il loro capitale. La crisi economica dello scorso anno, infatti, ha prodotto per loro notevoli guadagni: molta più gente che muore per fame, molti più soldi nei loro portafogli. Secondo un'autorevole ricerca di una banca americana, sono stati molto bravi a gestire i fondi in modo da limitare al minimo le loro perdite (hanno anzi aumentato gli introiti del 12%), mentre centinaia di milioni di persone in Asia si scannavano per un pezzo di pane.

ITALIA, 18 maggio. I giudici europei hanno sentenziato che l'Italia dovrà pagare i danni ai cittadini a cui non è stata conclusa la vicenda giudiziaria nei tempi e nei modi dovuti. L'Italia è il paese europeo più condannato dalla corte europea per i diritti umani a causa dell'estrema lentezza in cui si svolgono i processi giudiziari. Se vi capita, fate ricorso.

ROMANIA (JUGOSLAVIA), 19 maggio. Le prime piogge ad altissima acidità stanno flagellando il paese da pochi giorni, probabilmente a causa dei bombardamenti su fabbriche e miniere in ex Jugoslavia. L'acqua caduta in alcune zone del paese ha distrutto in gran parte le foglie degli alberi; il grado di acidità riscontrato è altissimo, il 5,4%. Per ora la radioattività registrata pare non dare allarmi di rilievo.

AUSTRIA (JUGOSLAVIA), 19 maggio. Un gruppo di kurdi si è riunito oggi di fronte alla sede dell'Osce (organizzazione per la sicurezza e la cooperazione) a Vienna iniziando uno sciopero della fame contro l'ipocrisia. La nostra ipocrisia, quella occidentale, che, mentre bombarda la Jugoslavia per difendere l'autonomia degli albanesi del Kosovo, appoggia (inviando anche armi) la guerra che la Turchia sta operando per massacrare il popolo kurdo. La petizione che i kurdi hanno consegnato sia all'Osce che alla Croce Rossa, chiede che venga cercata una soluzione politica per il problema del Kurdistan e che vengano inoltre garantiti i diritti di Ocalan, il cui processo si terrà fra poco e che rischia la condanna a morte.

GERMANIA (JUGOSLAVIA), 19 maggio. Il Die Tageszeitung, giornale di Berlino, scrive in un servizio molto dettagliato i probabili scenari ecologici a cui si troverà di fronte la Jugoslavia intera, e probabilmente anche parte dell'Europa, una volta che i bombardamenti della Nato dovessero avere fine. Più o meno, scrive il giornale, può essere paragonato a disastri come quello di Seveso, in Italia. In particolare le sostanze uscite dagli impianti chimici bombardati, inquineranno falde acquifere e distruggeranno la vita dei corsi d'acqua.

ITALIA (JUGOSLAVIA), 19 maggio. "Io vado a Pristina e a Belgrado". Questo il nome della carovana di pacifisti, che si propone di visitare le aree più disastrate dalla guerra dei Balcani, che partirà dal porto di Bari il 14 giugno. E' promossa dal settimanale "Vita" ed è sostenuta da esponenti della Caritas, Beati Costruttori di Pace, Senzaconfine, Acli, Obiettori nonviolenti, Agesci, Forum Terzo Settore, Senzaconfine. Domani invece partirà, diretta in Montenegro, la spedizione dei "marciatori della pace" che hanno il compito di studiare il percorso migliore per la carovana.

FRANCIA (JUGOSLAVIA), 20 maggio. Il sostegno all'azione militare della NATO è in continua caduta. Lo dicono i sondaggi, che si sa tendono ad essere poco esatti; però la percentuale di chi vorrebbe una soluzione negoziale continua a salire, stabilizzandosi ora intorno al 49% e dividendo di fatto il paese in due nette metà: quelli favorevoli, infatti, sono anche loro al 49%. Un mese fa, gli stessi sondaggi indicavano la fazione dei guerrafondai assestata al 56%. Effetto degli "errori"?

IRLANDA, 20 maggio. Continuano le tensioni in Irlanda, specie nella cittadina di Portadown, dove agli orangisti, il 4 luglio scorso, venne impedito di attuare la loro annuale marcia attraverso la cittadina. Nella notte scontri sono avvenuti quando alcuni dimostranti, non si sa se cattolici o protestanti, hanno affrontato la polizia con pietre e molotov. Tre poliziotti feriti, due dimostranti arrestati.

INGHILTERRA, 20 maggio. Gli scienziati inglesi continuano a "cospirare" (come dice lui) contro il povero Blair a causa degli alimenti geneticamente trattati. In sostanza si è scoperto che fanno morire una bellissima specie di farfalle, la Monarca. Questa volta l'avvertimento parte dagli Stati Uniti, dove gli scienziati hanno scoperto che il polline del mais in cui viene modificato un gene in modo che funga da insetticida contro i piccoli predatori che affliggono la pianta, risulta deleterio anche per questa specie di farfalle, che si ammalano gravemente. Ma Blair vuole aspettare, nonostante abbia il mondo scientifico britannico contro, a lanciare una moratoria finché non venga dimostrato che questi alimenti nuocciono alla salute umana.

SVIZZERA, 20 maggio. Una casa farmaceutica svizzera provava i propri medicinali su cavie umane: erano principalmente poveracci in prevalenza immigrati come estoni, polacchi, peruviani, ecuadoriani, invitati per vacanze studio in cambio delle sperimentazioni sul proprio fisico: 1.800.000 lire era il rimborso dopo tre mesi a spese della ditta. Nonostante simile pratica non sia incredibilmente vietata, ora viene contestato all'azienda farmaceutica di non aver informato i volontari su quali sostanze andava a sperimentare, e nemmeno di aver fatto controlli a lungo termine sulle conseguenze dei prodotti testati. La cosa è stata scoperta a seguito di una protesta delle autorità estoni.

ROMANIA, 20 maggio. Gli operai metalmeccanici sono entrati in sciopero ad oltranza per protestare contro l'assenza del governo nella tutela del settore industriale e contro il taglio di almeno 11.000 posti di lavoro previsto nel settore.

SPAGNA, 21 maggio. Sciopero per le 35 ore nei Paesi Baschi, con adesione praticamente totale (85%), il che fa sperare ai sindacati che l'hanno promosso di riuscire a divenire il secondo paese in Spagna ad ottenere il calo delle ore lavorative. Ma le manifestazioni sono state scenario di alcuni incidenti, che hanno portato al ferimento di 6 persone e all'arresto di 12.

BULGARIA (JUGOSLAVIA), 22 maggio. Continuano i dati allarmanti sull'inquinamento causato dai bombardamenti "intelligenti" della NATO: i tassi di metano e zolfo a Bregovo (nord del paese) è salito a livelli allarmanti. Nella stessa zona, che è situata a 20 chilometri dal confine con la ex Jugoslavia, è salito anche il tasso di radioattività presente nell'atmosfera. I bollettini che riguardano l'inquinamento vengono continuamente diramati dalle autorità soprattutto dopo l'arrivo della nube nera causata da bombardamenti a miniere di uranio e rame in Serbia.

JUGOSLAVIA, 22 maggio. Un terzo delle vittime dei bombardamenti dell'Alleanza sulla Jugoslavia sono bambini. Lo rivela la sezione di Belgrado dell'Unesco, secondo cui il 30% dei morti e il 40% dei feriti tra i civili sono bambini.

FRANCIA, 24 maggio. C'è una vecchia canzone di Boris Vian degli anni '50 in Francia, nota anche da noi perché è stata tradotta da Fossati. Si intitola il disertore e più o meno fa così: "Ma io non sono qui, egregio presidente, per ammazzare la gente, più o meno come me. E non ce l'ho con lei, sia detto per inciso, ma sento che ho deciso e che diserterò". Per colpa di questa vecchia e notissima canzone la direttrice di una scuola è stata sospesa dal rettorato di Clermont-Ferrand da preside e rimandata a fare l'insegnante (per fortuna dei suoi allievi). La canzone è stata cantata da due ignari allievi durante la festa per l'8 maggio, che segna la fine della guerra mondiale per la Francia, davanti a generali coperti di medaglie venuti in visita.

GRECIA (JUGOSLAVIA), 27 maggio. I greci hanno fermato un convoglio militare italiano, composto di 13 camion, in partenza da Salonicco e diretto in Macedonia: hanno sgonfiato le gomme agli automezzi e scritto frasi pacifiste sulla carrozzeria. Il convoglio si è imbarcato comunque su navi che l'hanno portato verso la Macedonia, ma anche lì è stato bloccato da un'altra manifestazione.


AFRICA

ALGERIA, 5 maggio. Il giorno 7 era prevista una marcia pacifica organizzata dai sei candidati alla presidenza, ritiratisi all'ultimo momento dalle elezioni a causa dei molti brogli con i quali si sono svolte le votazioni, per protestare contro l'elezione - illegale - di Abdelaziz Bouteflika. Inoltre è stata vietata una riunione di tutte le forze di opposizione prevista in un cinema di Algeri. E' la terza volta che il governo vieta qualsiasi manifestazione degli ex candidati, dimostrando così la volontà del potere di chiudere ogni spazio politico e soffocare con la forza l'opposizione.

SUDAFRICA, 18 maggio. La terra ai boscimani: anche quella più povera che per loro va bene lo stesso. Nelson Mandela ha rimesso nelle mani dei piccolissimi 12.800 ettari di terreno in una zona di nessuna valenza mineraria, ma deserta e senza abitanti. I boscimani vennero usati dai bianchi, che li costrinsero con la forza, durante la repressione del Paese, a fare da guide e scopripista alla ricerca di ribelli insorti. Con l'allontanamento forzato dalla loro vita tribale molti di loro si erano dati all'alcolismo. Questo gesto è sicuramente valido, ma in Sudafrica si vota tra poco, il 2 giugno.




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