Lettera di un prigioniero politico di Cerro

TIERRA Y LIBERTAD,UN ANNO DOPO

di Luis Fernando Menendez Medina, difensore dei diritti umani

Dal carcere di Cerro Hueco, la memoria di un anno si concretizza nel problema dei prigionieri politici, dodici in totale, del municipio autonomo Tierra y Libertad: Aureliano, Artemio, Rubin, Ernesto, Joselino, Roberto, Juan, Antonio, Maximo, Gilberto, José Luis e Juan Esteban, gli stessi che hanno dato vita alla colomba della pace inviata come proposta-murale all'incontro della società civile con l'EZLN che si celebrò nel novembre dello scorso anno a San Cristobal de las Casas.

Dei dodici prigionieri vittime della sindrome ugolina, otto vennero arrestati ad Amparo Agua Tinta l'anno scorso. Gli altri quattro vennero sequestrati nell'ottobre 1997 nella comunità di Paso Hondo, che ha funzione di centro ausiliario del municipio zapatista. Un breve panorama sul municipio Tierra y Libertad e in generale sugli operativi che il governo federale ha scatenato un anno fa contro i municipi autonomi chiapanechi (occhio, perché minaccia di ripeterli), ci aiuterebbe a comprendere il significato e la portata raggiunta dal problema dei prigionieri politici, simpatizzanti zapatisti, riuniti nel collettivo La Voz de Cerro Hueco.

Cominciamo dal collocare, nel sud dello stato del Chiapas, nella zona di frontiera tra il Messico e il Guatemala, il municipio autonomo Tierra y Libertad, creato l'11 dicembre 1994 e reso noto dall'EZLN il 19 dicembre dello stesso anno. Comprende nel suo territorio un totale di 120 comunità tzotziles, tzeltales e tojolabales dei municipi ufficiali di Las Margaritas, Ocosingo, La Trinitaria, La Independencia e Frontera Comalapa.

Il municipio autonomo nacque per iniziativa delle comunità stesse con il fine di accogliere e risolvere le loro rivendicazioni e necessità per mezzo di un governo proprio e democratico, nominato e vigilato dai suoi abitanti. Il comandare obbedendo proclamato dall'EZLN si rende concreto nell'esercizio pubblico del potere per il servizio e beneficio diretto delle comunità che compongono questo municipio e che per molto tempo e motivi diversi sono state emarginate dal governo e dalla società messicani.

La forma di governo che le comunità hanno accordato per il loro municipio è quella di un Consiglio Autonomo nominato per consulta diretta delle comunità che lo compongono. Dopo tre anni di governo, il primo Consiglio venne rinnovato il 18 maggio 1997. Per allora erano stati consolidati alcuni risultati molto concreti per gli abitanti. Per citarne uno, in materia di salute, si poteva contare su un centro di indagine sulle malattie infettive (soprattutto tubercolosi e malaria che sono molto diffuse nella regione e rappresentano un problema di salute potenzialmente pericoloso non solo per la zona, ma per tutto il paese, essendo questa una via di passaggio di un numero considerevole di immigrati). Questo centro era equipaggiato con un laboratorio clinico e con personale altamente qualificato delle stesse comunità e venne però inabilitato - come anche la cooperativa di fornitura e consumo, progetti produttivi per il miglioramento di nutrizione, abitazione ed educazione - con i fatti che riferiamo in seguito.

Un anno fa, il primo maggio del 1998, il governo federale dispiegò con l'aiuto del governatore (sostituto di quello ad interim) del Chiapas un operativo militare contro il municipio autonomo Tierra y Libertad: subordinò le polizie federale e statale, il Cisen e l'Istituto Nazionale di Migrazione al comando dell'esercito messicano per occupare militarmente la comunità di Amparo Agua Tinta. Alle prime luci dell'alba circa mille effettivi fortemente armati hanno fatto irruzione violenta nella comunità dirigendosi verso le installazioni del municipio ribelle, che servivano anche come alloggio delle autorità del Consiglio municipale in carica. Saccheggiarono gli archivi e gli uffici, rubando documenti, macchine da scrivere, una fotocopiatrice, un frigorifero, una cucina, bombole del gas e tutto quanto poterono. Un operativo giudiziario trasformato in un saccheggio di guerra. Chiaro: giustizia alla messicana.

Tre settimane prima era accaduto lo stesso a Taniperla e un mese dopo si sarebbe ripetuta la stessa formula a Nicolas Ruiz ed a San Juan de la Libertad, precedentemente municipio di El Bosque, dove ci furono scontri tra le forze armate governative e i contadini che resisterono all'operativo, con un saldo di 9 morti e 24 arresti, in maggioranza, ovviamente, indigeni. Il lungo silenzio che allora stava mantenendo il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno dell'EZLN, scomodò in modo spropositato gli strateghi dell’antiguerriglia del governo. Da quel momento si precipitarono in modo maldestro sullo spiraglio aperto di Taniperla venti giorni prima dell'operativo di Tierra y Libertad.

Le basi d'appoggio zapatiste di oltre cento comunità del municipio autonomo Ricardo Flores Magon sfidarono i promotori della guerra e dissero la loro parola con fatti eloquenti: decisero di commemorare Zapata il 9 e il 10 aprile rivendicando i loro diritti politici nel costituirsi in municipio autonomo nell'ejido Taniperla, cuore della Selva Lacandona. Lo Stato Maggiore di Albores credette di trovare infine il pretesto per dare il via all'offensiva governativa contro i municipi autonomi. Fu così che dispiegò gli operativi pianificati con cura, che nella loro esecuzione risultarono totalmente sproporzionati e grossolanamente lontani dal diritto. Con essi il governo mostrò ancora una volta, senza alcun pudore, il suo vero volto, quello della guerra, e con esso il vero senso della parola data a San Andrés. Passati gli operativi, il governo di Albores ha voluto sciorinare davanti ai suoi capi della Sedena e di Bucareli il suo nuovo bottino di guerra: un pugno di prigionieri che ingrossava le file del collettivo La Voz de Cerro Hueco, fino a quel momento costituito in maggioranza da indigeni choles della Zona Norte, simpatizzanti zapatisti, vittime della guerra paramilitare con cui il governo federale ha inaugurato la sua strategia di contro insurrezione armata. Hanno fatto cilecca, perché, riguardo al rifiuto di risolvere il problema dei prigionieri choles e con la reclusione di nuovi prigionieri, adesso tzeltales, universitari meticci, tzotziles e tojolabales, la cellula di La Voz de Cerro Hueco si è convertita nel germoglio di un altro Aguascalientes, dove tutti ci possiamo riconoscere con le nostre differenze e somiglianze come messicani degni con cause giuste e vere per continuare la nostra lotta per un Messico migliore, diverso da quello che ci offrono i Salinas e le loro bande di governatori, banchieri e nomenklatura abbarbicati alle sigle del sistema.

Dobbiamo ringraziare i dodici prigionieri politici del municipio autonomo Tierra y Libertad, le loro donne e i loro figli, nell'annivarsario della loro ingiusta carcerazione, per la valorosa e tacita testimonianza che ci lasciano, non solo a Cerro Hueco, ma anche nelle loro comunità. Per questo in Yucatan, come in altre zone del paese, facciamo voti per la loro pronta e giusta liberazione, e insieme a questa, per la libertà di tutti i prigionieri politici di La Voz de Cerro Hueco e di tutto il paese.


[fonte: http://www.laneta.apc.org/enlacecivil/numero38/presos1.htm]


(tradotto dal Consolato Ribelle del Messico-Brescia ezlnbsit@tin.it)



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