Una farsa di Albores, la presunta diserzione di zapatisti

da La Jornada di sabato 3 aprile

Elio Henríquez San Cristóbal de las Casas, Chis., 2 aprile

La presunta diserzione di 14 zapatisti e la consegna delle loro armi al governatore Roberto Albores è "una farsa", "un teatro" e un "raggiro", preparati dai governi statale e federale "per gettare ombre sul chiaro successo" della consulta del 21 marzo scorso, ha affermato l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).

In un comunicato, ha aggiunto che i 14 o 16 presunti membri dell'EZLN che dicono di aver disertato e hanno consegnato le loro armi lo scorso 29 marzo in prossimità della cittadina di Ocosingo, in realtà "sono priisti" appartenenti al Movimiento Indígena Revolucionario Antizapatista (MIRA), che si "addestrano sotto la tutela dei comandi dell'Esercito Messicano e ricevono appoggio economico dal Ministero dello Sviluppo Sociale" (Sedeso).

"Gli zapatisti non si arrendono e non consegnano le loro armi, molto meno a crocchetta Albores", ha dichiarato l'EZLN in un comunicato di tre pagine, firmato dal subcomandante Marcos, e lamenta che i governi federale e statale, invece di mantenere gli accordi di San Andrés e di impegnarsi nella via del dialogo, optino per raggiri di questo tipo e si rifiutino di riconoscere che la loro politica di guerra e di menzogne è già stata sconfitta di fronte all'opinione pubblica, come si è dimostrato nella consulta del 21 marzo.

Secondo il gruppo ribelle, il denaro che verrebbe investito in Chiapas "non è per migliorare il livello di vita degli indigeni", ma per "sostenere la campagna di controinsurrezione", e i progetti economici "non giungono neppure agli indigeni priisti, perché vengono utilizzati per cercare di rompere l'unità degli zapatisti", però dato che questi "non si vendono, e per i priisti non c'è niente, allora si opta per travestire dei membri del PRI come zapatisti e farli partecipare alle ridicole operette di Albores Guillén".

L'EZLN afferma che c'era da aspettarselo, data la disperazione dei priisti che non riescono ad ottenere nemmeno un poco del tanto denaro che il governo del Chiapas riceve: così altri indigeni si prestano alla simulazione di convertirsi allo zapatismo per poi arrendersi.

Ha spiegato che, per "montare" il "teatro" della consegna delle armi, Alfredo Jiménez Cruz ­ che "lavora" nella giunta di Ocosingo ed è uno dei "fornitori dell'armamento ed equipaggiamento del MIRA" nelle vallate ­ ha ricevuto ordini provenienti da Tuxtla Gutiérrez di preparare un simulacro di resa degli zapatisti.

Aggiunge inoltre che, in coordinamento con le guarnigioni militari situate nella zona, Jiménez Cruz si è introdotto nella selva durante la notte del 28 marzo, portando uniformi simili a quelle che usano gli zapatisti ed armi di diverso calibro, ed è ritornato poi "con i paramilitari travestiti da zapatisti".

All'una di notte del 29 marzo, ha continuato l'EZLN, Alfredo Jiménez è arrivato con un camion di proprietà della giunta di Ocosingo all'ejido La Trinidad, a Las Tazas, vicino ad Avellana, dove lo aspettavano i 16 membri del MIRA "che avrebbero simulato di essere zapatisti pentiti", i quali avrebbero ricevuto, "in cambio della loro performance, 20 capi di bestiame e un sacco di promesse".


(tradotto dal Consolato Ribelle del Messico-Brescia)



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