Cronaca della marcia del 1° Maggio in Messico.
Mosaico di contrasti, il primo maggio nel centro di Città del Messico
Il sindacalismo reale ha parlato davanti a un balcone vuoto
Hermann Bellinghausen, La Jornada 2-5-99
"I sindacati reali", come li ha salutati uno degli animatori dell'iniziativa nella piazza Zocalo, hanno occupato ieri le vie del centro storico per una marcia di protesta. Con la partecipazione significativa del movimento studentesco in sciopero e una delegazione dell'EZLN, e l'ingrediente forte del Sindicato Mexicano de Electricistas in resistenza contro la privatizzazione dell'industria elettrica, il proletariato che resta ha commemorato la Giornata dei Lavoratori. (...)
Tra le discrepanze e la diversità atomizzata, il movimento operaio messicano continua la marcia. Lo zoppicare definitivo del Congreso del Trabajo e della CTM post fidelista per rappresentare, controllare e usufruire dei sindacati, sommata all'incessante crescita delle organizzazioni popolari, hanno trasformato durante il governo di Zedillo il volto del primo maggio, che il governo di Salinas aveva già lasciato tumefatto a forza di colpi e di burle.
Un'altra data del calendario civico che il potere non ha voluto né ha saputo sostenere. Sono terminate le grandi processioni di lavoratori ai piedi del Presidente, che riunivano fino a 2 milioni di operai compatti e corporativi.
Ora il balcone del Palacio Nacional è vuoto. Le facciate dello Zocalo, in altri tempi decorate dagli striscioni di ringraziamento più grandi che in qualsiasi altra occasione, appaiono nude. Neppure uno straccetto sventola dal palazzo del Monte de Piedad, dagli hotels, e neanche dagli uffici del governo della capitale. (...)
Per anni, un apartheid di strada produceva una o diverse marce indipendenti, che raramente arrivavano allo Zocalo, e in quelle poche volte i granaderos (poliziotti antisommossa) e i picchiatori consegnavano un saldo bianco.
Oggi queste marce indipendenti sono una e l'unica, quasi come un miracolo. Come fiumi diversi e reticenti, le diverse vertenti del proletariato esistente confluiscono nella Plaza de la Constitucion.
Il sindacalismo lasciato orfano dalla ritirata del corporativismo, e che inoltre è restato nella dissidenza, condivide la piazza e il foro con studenti universitari in sciopero, e marcia come la Intersindical Primero de Mayo, le organizzazioni popolari urbane e una delegazione di 43 zapatisti chiapanechi.
Ciò che resta dei grandi sindacati nazionali (elettricisti, telefonisti, della Previdenza) segue qui in difesa della sovranità nazionale e dei salari colpiti. Di tutti i fiumi del turbolento gorgo che si è formato questa mattina, fino alle ore 14, nello Zocalo, senza dubbio il più imperioso e potente è stato il Sindacato Elettrici Messicani.
Essi portano la bandiera più eloquente, e per questo la loro entrata viene da via Madero, per andarsi a piantare nel centro della piazza Zocalo. Il no alla privatizzazione elettrica ingloba oggi gli altri non presenti oggi: il rifiuto alle rette universitarie della UNAM, la fine della guerra di sterminio, il ripudio alla politica economica del regime. (...)
"Zedillo: saremo ignoranti ma non venditori della patria" dicono le magliette che uniformano gli elettricisti.
... Insieme, quasi mescolati, vanno in corteo FAT, SNTSS, SUTERM, Dina, MULP, EZLN, UPREZ, SNTE, Bayer, FTLS, FCE, FOSM, Cemento Moctezuma, Pascual, STUNAM, Ascensori Otis, STIMACS, ASSA, Tecnici e Manovali, Ferrovieri, CUT, CCH, FPFV, Sutcolmex, Sindacato Nazionale di Polizia, Geometri, Radio Educación, INAH, MPR, SNTT, Anarchici Punk, CNI, Conafe, FZLN, licenziati di General Motors, Anside, Sindacato Indipendente (aereotrasportatori), SUTIN e un disordinato eccetera.
... L'atto centrale riunisce sul palco i segretari generali e sotto gli elettricisti, gli universitari e alcuni indipendenti. Settarismi diversi hanno impedito che gli zapatisti prendessero posto sul palco.
Gli zapatisti si sono disposti in un'altra parte dello Zocalo, di fronte al Palacio Nacional, in parte a un camioncino e circondati dal CLETA e da un folto gruppo dell'Intersindical Primero de Mayo. Insieme al Llanero Solitito, gli zapatisti in passamontagna sotto il sole di maggio intonarono l'Inno Zapatista. Inoltre sono stati presenti al collocamento della Colonna dell'Infamia, scultura di Jens Galshiot, danese, in ricordo dei morti di Acteal ...
fonte:
http://serpiente.dgsca.unam.mx/jornada/1999/may99/990502/rechazo.html
(tradotto dal Consolato Ribelle del Messico-Brescia ezlnbsit@tin.it)
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