Siamo qui, i morti di tutti i tempi, pronti a morire ancora, ma questa volta con l'obiettivo di vivere

Al popolo messicano

Alle popolazioni e ai governi del mondo

A cominciare dal 1° gennaio di quest'anno, le truppe zapatiste hanno intrapreso una serie di azioni politico-militari il cui obiettivo primario è rendere note ai Messicani e al resto del mondo le miserabili condizioni in cui vivono milioni di Messicani e specialmente noi popolazioni indigene.

Con queste azioni vogliamo anche rendere nota la nostra decisione di combattere per i nostri diritti basilari mediante l'unico mezzo che le autorità governative ci hanno lasciato: la lotta armata.

Le estreme condizioni di povertà in cui vivono i nostri compagni delle campagne hanno una causa comune: la mancanza di libertà e democrazia.

Noi crediamo che l'autentico rispetto per la libertà e la volontà democratica popolare siano requisiti indispensabili per migliorare le condizioni economiche e sociali in cui vivono i diseredati del Messico.

Per questa ragione issiamo la bandiera del miglioramento delle condizioni di vita del popolo messicano e chiediamo una politica libera e democratica.

A tal fine chiediamo lo scioglimento del governo illegittimo di Carlos Salinas de Gortari e la formazione di un governo democratico di transizione che garantisca libere elezioni in tutto il paese a tutti i livelli governativi.

Ribadiamo la validità delle nostre richieste politiche ed economiche attraverso cui perseguiamo l'unità del popolo messicano e la sua organizzazione indipendente in modo da formare, attraverso ogni forma di lotta, un movimento rivoluzionario nazionale che permetta l'esistenza di organizzazioni sociali oneste e patriottiche per il miglioramento del Messico.

All'inizio della nostra lotta per la libertà siamo non solo stati attaccati dai corpi repressivi del governo e dall'esercito federale, ma anche diffamati dai governi federale e statale e dai media che hanno cercato di macchiare la nostra lotta diffondendo la voce nell'opinione pubblica che la nostra lotta è organizzata da stranieri, terroristi di professione con interessi ambigui, ed elementi antipatriottici in cerca di benefici personali.

A causa di queste calunnie e bugie, l'EZLN si sente obbligata a chiarire quanto segue.

Primo - Il nostro EZLN non ha stranieri nelle sue fila o al comando, né ha mai ricevuto sostegno o assistenza da parte di governi stranieri o movimenti rivoluzionari di altri paesi. I notiziari che affermavano la presenza nel nostro esercito di Guatemaltechi addestrati nel loro paese sono stati inventati dal governo federale per minare la nostra causa. Noi non abbiamo avuto nessun collegamento con l'FMLN di El Salvador o con l'URGN del Guatemala, né con nessun altro movimento armato in America Latina, Nord America, Europa, Africa o Asia. Le tattiche militari che usiamo non ci sono state insegnate dai rivoltosi dell'America Centrale, ma dalla storia militare messicana - quella di Hidalgo, Guerrero, Mina, dalla resistenza all'invasione yankee del 1846-47, dalla resistenza popolare all'intervento francese, dalle gesta eroiche di Villa e Zapata e dalla resistenza indigena per tutta la storia del nostro paese.

Secondo - Il nostro EZLN non ha collegamenti con le autorità religiose cattoliche né di nessun altro credo. Non abbiamo ricevuto orientamenti, direzioni o sostegno da nessuna struttura ecclesiastica, né dalla Diocesi dello stato di Chiapas, né dal nunzio apostolico, né dal Vaticano, né da altri. Le nostre truppe sono composte principalmente da Cattolici, ma abbiamo gente anche di altre religioni e credi.

Terzo - La maggioranza delle truppe dell'EZLN è composta da indigeni dello stato di Chiapas, questo perché noi indigeni rappresentiamo in Messico il settore più umiliato e diseredato, ma anche, come si può notare, il più dignitoso. Noi siamo migliaia e dietro di noi ci sono migliaia di nostri parenti. Rappresentiamo quindi decine di migliaia di indigeni in lotta. Il governo nega che si tratti di una rivolta indigena, ma noi sosteniamo che nel momento in cui sono migliaia di indigeni a levarsi in protesta, può trattarsi solo di una rivolta indigena. Al nostro movimento partecipano anche Messicani di altre origini sociali e di diversi stati messicani. Condividono la nostra causa e si sono uniti a noi per opporsi allo sfruttamento che subiscono. Altri potranno unirsi a noi come questi Messicani non-indigeni perché la nostra lotta è nazionale e non sarà limitata allo stato di Chiapas. Al momento la leadership politica della nostra lotta è totalmente indigena. Il 100% del CCRI (Comitato Rivoluzionario Indigeno Clandestino) nella zona di combattimento è composto da Tzotzil, Tzeltal, Chol, Tojolabal e da altre etnie. Di fatto non ancora tutti gli indigeni di Chiapas sono con noi in quanto molti fratelli sono ancora succubi delle idee e delle bugie del governo. Ma noi siamo molte migliaia e ci devono ascoltare. L'uso di maschere e altri sistemi per nascondere le nostre facce è una elementare misura di sicurezza e una precauzione contro i capi locali.

Quarto - Le armi e l'equipaggiamento usati dalla nostra gente sono svariate e, comprensibilmente, non sono state mostrate pubblicamente nella loro totalità né alla stampa né alla popolazione civile nei comuni che abbiamo occupato i giorni 1 e 2 gennaio 1994. Armi ed equipaggiamento sono stati raccolti poco a poco e preparati in dieci anni di silenzioso accumulo di forze. I "sofisticati" mezzi di comunicazione che possediamo possono essere trovati in ogni negozio che vende articoli di importazione. Per ottenere le armi non siamo mai ricorsi a rapine, rapimenti o estorsioni. Peraltro ci siamo mantenuti con le risorse forniteci dalla gente onesta e umile di tutto il Messico. Proprio perché non siamo mai ricorsi al banditismo per ottenere le nostre risorse, l'apparato repressivo dello Stato non ha mai scoperto le nostre mosse durante dieci anni di seria e attenta preparazione.

Quinto - Qualcuno ci ha chiesto perché abbiamo deciso di muoverci adesso se ci siamo preparati da tempo. La risposta è che prima abbiamo provato tutti i mezzi pacifici e legali senza risultato. Durante questi dieci anni più di 150.000 dei nostri fratelli indigeni sono morti a causa di malattie curabili. I progetti economici dei governi federale, statale e municipale non contemplano nessuna reale soluzione ai nostri problemi e si limitano a darci le elemosine ogni volta che si avvicinano le elezioni. Ma l'elemosina dura poco e allora la morte torna nelle nostre case. Per questa ragione pensiamo di aver avuto troppe morti inutili e che dobbiamo combattere per cambiare. Se moriamo oggi non lo faremo con vergogna ma con dignità, come i nostri antenati. Siamo pronti a morire, altri 150.000 se necessario, per risvegliare la gente dal sogno ingannevole in cui il governo li mantiene.

Sesto - Le condizioni per la "riconciliazione" che il governo sta cercando di imporci sono inaccettabili per la nostra organizzazione. Noi non deporremo le armi finché il governo non avrà soddisfatto le richieste che abbiamo formulato all'inizio della nostra lotta.

Proponiamo le seguenti condizioni per iniziare il dialogo:

  1. il riconoscimento dell'EZLN come forza belligerante
  2. un cessate il fuoco da entrambe le parti nella zona di combattimento
  3. il ritiro delle truppe federali dalle comunità nel pieno rispetto dei diritti umani della popolazione rurale e il rientro delle truppe federali alle loro rispettive basi in parti diverse del paese
  4. la cessazione dei bombardamenti indiscriminati delle popolazioni rurali
  5. sulla base delle precedenti condizioni, la formazione di una commissione nazionale di intermediazione.

Le nostre truppe promettono di rispettare queste condizioni se il governo federale farà lo stesso. In caso contrario, le nostre truppe continueranno la loro avanzata verso la capitale del paese.

Il nostro EZLN ribadisce che rispetterà le leggi di guerra approvate dalla convenzione di Ginevra, rispettando la popolazione civile, la Croce Rossa, la stampa, i feriti, e le truppe nemiche in resa alle nostre forze.

Facciamo specifico appello al popolo e al governo nordamericano. Al primo affinché si faccia promotore di atti di solidarietà e sostegno ai nostri compatrioti, e al secondo affinché sospenda ogni sostegno economico e militare al governo federale messicano in quanto governo dittatoriale irrispettoso dei diritti umani poiché potrebbe essere usato per massacrare il popolo messicano.

Messicani, il bilancio militare della lotta a tutto il 5 gennaio dà i seguenti risultati:

  1. Perdite subite dall'EZLN: 9 morti e 20 feriti gravi in cura nei nostri ospedali da campo, un numero indeterminato di feriti leggeri che torneranno ai loro posti di combattimento e 12 dispersi in azione. Non abbiamo incluso in queste cifre i nostri soldati feriti che sono stati giustiziati a sangue freddo da ufficiali dell'esercito federale. Il numero di questi compagni non è stato determinato poiché le nostre truppe stanno ancora combattendo a Ocosingo.
  2. Perdite subite dalle forze nemiche (inclusi la polizia e i soldati federali): 27 morti, 40 feriti, e 180 prigionieri arresi alle nostre forze e successivamente liberati senza alcun danno fisico. Ci sono almeno 30 morti in più che non sono stati confermati. Queste perdite più un numero indeterminato di feriti sono state inflitte il 4 gennaio nelle montagne a sud di San Cristóbal de Las Casas quando delle bombe sganciate dall'Aeronautica Messicana sono cadute su camion di soldati dell'esercito che operavano nella zona.
  3. Materiali di guerra distrutti o danneggiati al nemico: 2 elicotteri (uno a Ocosingo e due a San Cristóbal de Las Casas (SCLS) e 3 aerei (tutti e tre a San Cristóbal de Las Casas), 15 radio, 15 veicoli da trasporto, 4 centri di tortura della polizia giudiziaria di stato.
  4. Prigionieri liberati: 230 nelle quattro carceri che sono state attaccate e liberate dalle forze dell'EZLN (2 a SCLC, 1 a Ocosingo, e 1 a Las Margaritas).
  5. Approvvigionamento di guerra recuperato: approssimativamente 207 armi di calibro differente (M-16, G-3, M-2, pistole, lanciafiamme e fucili) e un numero indeterminato di depositi. 1.266 chilogrammi di dinamite e 10.000 detonatori TNT. Più di 20 veicoli da trasporto. Un numero indeterminato di apparati di comunicazione radio usati dalla polizia, l'esercito e l'aeronautica.

Alla stampa nazionale e internazionale

Richiamiamo l'attenzione della stampa onesta nazionale e internazionale sul genocidio che le forze militari federali stanno perpetrando nelle città di San Cristóbal de Las Casas, Ocosingo, Altamirano e Las Margaritas, così come nei paesi vicini, in cui si stanno indiscriminatamente assassinando civili poi presentati come membri caduti dell'EZLN. Alcuni dei Zapatisti dati per morti dall'esercito federale, godono attualmente di ottima salute. L'atteggiamento delle truppe federali differisce dal nostro che è sempre stato di protezione della vita degli innocenti, cosa che i civili di queste città possono testimoniare. La maggior parte dei danni inflitti agli edifici pubblici e privati occupati dalle truppe zapatiste sono stati causati dalle truppe federali entrando nelle quattro cittadine.

All'esercito federale

Il conflitto in corso smaschera ancora una volta la vera natura dell'esercito federale e lo presenta nella sua reale essenza: repressione indiscriminata, violazione dei diritti umani, e totale mancanza di etica militare e di onore. L'assassinio di donne e bambini da parte dell'esercito federale nella regione dimostra che l'esercito federale non ha controllo. Facciamo appello agli ufficiali e alla truppa dell'esercito federale affinché disobbediscano agli ordini di sterminare i civili e di effettuare esecuzioni sommarie di soldati feriti e prigionieri di guerra e affinché rimangano nei limiti dell'etica militare e dell'onore. Ribadiamo il nostro invito ai soldati governativi ad abbandonare le fila del malgoverno e ad unirsi alla giusta causa del nostro popolo che vuole solo vivere con giustizia o morire con dignità. Noi abbiamo rispettato le vite dei soldati e dei poliziotti che si sono arresi alle nostre forze, mentre voi giustiziate sommariamente gli Zapatisti che trovate feriti o inabili al combattimento e quelli che si arrendono a voi. Se cominciate ad attaccare le nostre famiglie e a rifiutare il rispetto delle vite di truppe ferite e prigionieri, allora noi cominceremo a fare lo stesso.

Al popolo messicano

Recentemente abbiamo lanciato un appello ai lavoratori, ai poveri contadini, agli insegnanti, agli studenti, agli intellettuali onesti e progressisti, alle casalinghe e ai professionisti, e a tutte le organizzazioni indipendenti politicamente ed economicamente ad unirsi alla nostra lotta all'interno del proprio ambiente e in tutte le possibili forme, fino ad ottenere la giustizia e la libertà che tutti i Messicani aspettano da tempo.

Non deporremo le armi! Vogliamo giustizia, non perdono o carità!

Dalle montagne del Messico sudoccidentale. CCRI-CG del EZLN.
Messico, 6 gennaio 1994
Firmato il Comandante Marcos


(traduzione del Comitato Chiapas di Torino)

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Indice EZLN1994


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