BOLLETTINO LA OPINIONE No. 81

CIACH, CHIAPAS, MEXICO

(19 novembre 1997)

"PACE E GIUSTIZIA" ED I MILITARI

Nonostante le innumerevoli denunce che appaiono sulla stampa e dalla voce di molte organizzazioni, indigene, Ong, contadini della Zona Nord, tra gli altri, che "Pace e Giustizia" è un gruppo paramilitare, questi continua a negarlo insistentemente.

Però, nei giorni scorsi si sono presentati membri di quel gruppo con il fine di salutare la partenza del Generale Renan Castillo, Comandante della VII Regione Militare con sede nella città di Tuxtla Gutierrez, capeggiati dal deputato del partito ufficiale (PRI) Samuel Sanchez Sanchez, dove hanno dichiarato che "Giammai la dimenticheremo, signore. Ci sono cose che rimangono registrate nella coscienza degli uomini e lei rappresenta a una di queste. Tutto ciò che ha fatto per noi, ci obbliga alla gratitudine". Quest'addio è stato accompagnato da striscioni di "Pace e Giustizia" con la seguente frase: "non più guardie rosse, non più guardie bianche - tra i choles basta con le imboscate".

La VII Regione Militare è stata comandata durante gli ultimi tre anni dal Generale Renan Castillo. Sotto il suo comando è stata creata la Forza di Compito Arcobaleno che ha avuto come missione l'accerchiamento dell'EZLN. Nello stesso tempo, sotto il suo comando s'è portata avanti l'offensiva del febbraio 1995; è nato il cosiddetto gruppo paramilitare "Pace e Giustizia" accusato pure di contare con appoggio logistico, la protezione, il finanziamento e l'addestramento da parte dell'Esercito e della Polizia di Pubblica Sicurezza del Chiapas. Sono state pure portate avanti azioni di "lavoro sociale" nelle comunità come altra strategia della Guerra di Bassa Intensità (GBI), s'è rafforzata la presenza militare nello stato, ecc. Quindi Renan Castillo è considerato come l'iniziatore e l'organizzatore della GBI in Chiapas.

Ora, il Generale è sostituito dal Generale di Divisione Jose Gomez Salazar, mentre allo stesso tempo si registrano cambiamenti nei comandi delle altre due zone militari del Chiapas (Tapachula e Rancho Nuevo.

IL CONTESTO

Questi cambiamenti nella cupola castrense avvengono nel contesto dei seguenti avvenimenti delle ultime settimane:

Attorno a questi avvenimenti si sono registrate iniziative, mobilitazioni e appuntamenti:

D'altra parte, mentre alcune istituzioni governative affermano che in Chiapas ci sono 540 migliaia d'analfabeti, il che significa che occupa i primi posti nel paese, che su 150 mila indigeni che non parlano lo spagnolo, cinque su dieci sono analfabeti, al governo preoccupa di più l'appoggio agli impresari per l'investimento in Palma Africana. La meta è arrivare, per la fine del secolo, a realizzare 35 mila ettari seminati delle 4 piante da cui si può estrarre olio, anche se attualmente sono solo 2.478 gli ettari utilizzati a tal fine. Mentre nelle Zone Selva, Nord e Altos del Chiapas si mantiene una situazione di guerra, nella costa si rafforza l'appoggio all'investimento privato agroesportatore.

I POSSIBILI SCENARI

Di fronte ai fatti menzionati, possiamo distinguere due futuri scenari, uno ottimista e l'altro pessimista, visto com'è polarizzato l'ambiente politico ora in Chiapas:

1) Scenario ottimista: interpreterebbe gli ultimi avvenimenti e le reazioni sociali come indizi dell'urgenza di intervenire e fermare la scalata alla violenza che si potrebbe ancora aggravare. Di fronte a ciò, si leggerebbero i cambiamenti nella cupola castrense come un cambiamento di governo nello stato del Chiapas -se siamo d'accordo che l'esercito è quello che realmente ha il controllo in Chiapas e che è il mezzo di trasmissione del federalismo e del centralismo del presidente Zedillo come capo supremo dell'esercito-. Tutto questo avvicinerebbe nuovi cambiamenti a livello di forze armate: diminuzione di alcuni punti militari, freno all'appoggio ai gruppi paramilitari, ecc. Quindi si richiederebbe un cambiamento negli alti comandi dell'esercito. D'altra parte, le sorprendenti dichiarazioni del capo della delegazione governativa per la pace in Chiapas, potrebbero annunciare un atteggiamento politico nuovo da parte del governo federale in cui si includa la possibile accettazione della proposta di legge su Diritti e Cultura Indigeni, accordi già firmati con l'EZLN. Questi elementi starebbero dando risposta alle rivendicazioni sia dell'EZLN come della società civile intorno a due questioni di base per la riapertura del dialogo: smilitarizzazione delle regioni indigene ed adempimento degli accordi di San Andres (Tavolo 1).

2) Scenario pessimista: interpreterebbe i cambiamenti nell'esercito come mera routine e le dichiarazioni di Joaquin Coldwell come puri discorsi e pura demagogia, dato che, per un autentico cambiamento, sarebbero implicati atti concreti di distensione militare e di volontà politica di avanzare nei negoziati di pace. Questo scenario fa intravedere una crescita e un'acutizzazione della violenza nella regione Tzotzil (Zona Altos), e particolarmente nel municipio di Chenalho, estendendosi poi fino a Pantelho, Chamula, San Andres, tra gli altri. Allo stesso modo, i conflitti si acutizzerebbero nella zona di frontiera con il Guatemala e nella Sierra. I pattugliamenti che passano in mezzo alla comunità di La Realidad -bastione del Comando Zapatista- e la costruzione del ponte che unirebbe gli accampamenti dell'esercito di San Quintin e di Guadalupe Tepeyac -in mezzo a loro La Realidad-, possono essere interpretati come un altro segno ancora della preparazione dell'offensiva militare contro il comando dell'EZLN; mentre si debilitano, come condizione previa per un'offensiva, le basi d'appoggio zapatiste nelle altre regioni dello stato: Zona Nord e Zona Altos, dove questo lavoro è compito dei gruppi paramilitari, della polizia di pubblica sicurezza e dei simpatizzanti del partito ufficiale fortemente armati.

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