"EZLN: una tappa termina"
da El Tonto del Pueblo di Jaime Aviles
in La Jornada del 19/9/97
Come suggerito dal titolo, al "tonto del pueblo" sono messe in bocca alcune considerazioni relative alla tappa portata a compimento dall'EZLN dopo il gennaio '96 (Quarta Dichiarazione della Selva Lacandona). Uno di questi punti, relativo alla lotta contro il neoliberismo, si sofferma sullo zapatismo europeo (alcuni paesi in particolare) e su alcune dinamiche in corso, per riallacciarsi alla situazione messicana, chiudendo con una riflessione e un suggerimento.
Ecco parte dell'articolo:
"La Quarta dichiarazione della selva Lacandona, del 1° gennaio 1996, tracciò, per l'ampio conglomerato di forze che appoggia la lotta zapatista in Messico e nel mondo, una linea di azione che ha toccato i suoi limiti, ogni volta che ha parzialmente raggiunto gli scopi:
a) fare del dialogo tra EZLN e società civile lo strumento principale di lotta;
b) auspicare un Movimento di Liberazione Nazionale, capace di incidere nei processi elettorali, appoggiando le organizzazioni che lotteranno per il potere raccogliendo le istanze zapatiste;
c) costituire un Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale i cui membri non apparterebbero ad alcun partito nè lotterebbero per il potere, ma invece obbligherebbero le autorità di comandare obbedendo;
d) organizzare un dialogo intercontinentale contro il neoliberismo."
"Poco c'è da dire rispetto il punto a), salvo che si è dimostrato pertinente e ha dato i suoi frutti, continuando a farlo.
Del punto b) invece, il bilancio è infelice: il Movimento di Liberazione Nazionale, conosciuto come FAC-MLN, si formò nel primo trimestre del 1996, ma velocemente si allontanò dal discorso e dalle prospettive zapatisti; ed oggi risponde a una propria dinamica interna e naviga per conto proprio.
Per parlare del punto c), il FZLN, è meglio studiare prima,
pure a tratti sommari, l'ultimo punto, relativo allo zapatismo come movimento
di portata internazionale, con presenza maggiore soprattutto in Europa,
rispetto al quale, comunque, si denotano via via con più chiarezza
due tendenze."
"Le basi dello zapatismo europeo, le più attive nel terreno
della solidarietà e in tutti i compiti che impone, sono i gruppi
autonomi che operano in Spagna, Francia, Italia, Germania, Svizzera, Irlanda
e Grecia, per menzionare i paesi dove questa forma di organizzazione ha
raggiunto forme più sviluppate in relazione alle altre nazioni dell'Europa
ricca. Questi gruppi, davvero numerosissimi, si compongono di giovani e
meno giovani, che vivono ai bordi del sistema (sebbene ricevano sussidi
statali contro la disoccupazione) e che si identificano con il discorso
anarchico dell'EZLN per quanto riguarda il non lottare per il potere."
"Congruentemente, fedeli a questo principio, divergono dai partiti
tradizionali della sinistra europea - Partito Socialista in Francia e Rifondazione
Comunista in Italia, soprattutto -, e trovano nell'EZLN un pensiero nuovo..."
"L'accoglienza che l'EZLN ha ricevuto è di due tendenze. Dato
il suo rapportarsi tanto ai gruppi autonomi che ai partiti tradizionali,
mantenendo la sua aspirazione a creare "un mondo che contenga molti
mondi", ha introdotto degli elementi di crisi in alcuni gruppi anarchici
più radicali, come nel caso della Francia dove, dopo la visita di
una delegazione dell'EZ a Parigi, e per protesta contro l'incontro di Javier
Elorriaga con Danielle Mitterand e Regis Debray, i settori più ortodossi
dello zapatismo hanno deciso di smobilitare.
Questo è il rischio che può comportare l'apparizione della
delegazione zapatista a Venezia, di fronte ad un pubblico formato da diversi
gruppi autonomi di Roma, del sud Italia e del Veneto, ma anche con Fausto
Bertinotti di Rifondazione, i Verdi e giornalisti di Il Manifesto, ovvero,
in sintesi, la sinistra tradizionale. Questa convergenza insospettabile
ha suscitato la stizza di altri gruppi autonomi, appartenenti, chiaramente,
ai centri sociali di Brescia e della Toscana, la cui militanza a favore
dell'EZLN risale al 1994."
"Che l'EZLN mantenga vincoli "amichevoli" con alcuni partiti
e organizzazioni della sinistra tradizionale europea, e non trovi il modo
di relazionarsi dialetticamente con la sinistra tradizionale messicana
- cioè con il Partito Rivoluzionario Democratico - è un problema
che non fu previsto nella Quarta dichiarazione della selva Lacandona, e
che oggi esige un nuovo sforzo teorico dagli zapatisti per superare questa
contraddizione".
Il gran problema per gli zapatisti, conclude el tonto del pueblo di Aviles, è che il loro discorso politico "si trasformi in una gabbia che metta in difficoltà i loro prossimi movimenti". E si augura che il FZLN non "riediti, nella pratica, la metodologia di una frazione di troskismo che non giunse mai a nulla". Ma soprattutto che, "dentro la sinistra messicana, il FZLN, come espressione civile dell'EZLN", risponda alla chiamata di "essere il principale interlocutore del PRD, fungendone da contrappeso".
(e-mail di sherwoodmb@medianet.medianet.it)
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