LE FORZE ARMATE NELLA TRANSIZIONE DEMOCRATICA

Gilberto Lopez y Rivas

Relazione presentata al forum delle Forze Armate e la Costituzione

organizzato dal Gruppo Parlamentare del PRD alla Camera dei Deputati

il 18 novembre 1998

Nonostante il crescente clamore della società messicana per il cambiamento democratico della vita politica e per una profonda riforma dello Stato, le Forze Armate messicane e i loro rapporti con i governanti di turno non hanno subito alcun cambiamento durante gli ultimi cinquanta anni. La società si è sviluppata più rapidamente della legislazione che regola l'istituzione militare, per la quale è arrivato il momento di riflettere sulla necessità di attuare riforme costituzionali e legali che rendano possibile il controllo democratico dei civili sulla politica militare e sulla vita istituzionale delle Forze Armate.

Il civismo non può esprimersi solo ed esclusivamente nel fatto che l'Esecutivo Federale detenga il comando supremo delle Forze Armate, giacché nelle società moderne il comando civile (ministri della difesa civili, per esempio) e la supremazia dei parlamenti nei processi decisionali militari e di definizione della politica di difesa, sono considerati indicatori del grado di avanzamento verso forme di vita più democratiche. Solo nelle società arretrate, che si trovano all'inizio della costruzione di istituzioni democratiche di governo od uscite recentemente dall'esperienza di dittature militari, i civili si trovano ancora di fronte alla reale possibilità di un colpo di stato militare e sperimentano meccanismi deboli, quando non addirittura superflui, di controllo dei militari. In questo contesto, qualsiasi tentativo di aumentare il controllo civile può significare una sfida ai militari o al loro intervento.

L'obiettivo primario consiste quindi nell'istituire tradizioni di controllo legislativo che allontanino i militari dall'intervento nella vita politica del paese e sottopongano l'istituzione ad una stretta neutralità.

In entrambi i tipi di società, il rafforzamento del controllo civile e la supervisione del parlamento sono un obiettivo prioritario. Le istituzioni militari tendono ad essere sempre più professionali e specializzate, gelose della loro prerogativa sulla guerra e degli spazi di autonomia che hanno raggiunto. L'esperienza storica indica che i civili si sono visti obbligati a rispettare queste sacche di autonomia allo scopo di allontanare i militari dalla tentazione di mettere in discussione l'autorità civile del governo. L'autorità civile attraversa serie difficoltà per esercitare la propria autorità e richiede meccanismi di controllo permanenti ed efficaci sugli affari militari.

Il controllo civile e del parlamento è la garanzia che le politiche di difesa ed il comportamento dei militari verranno sostenute dalla volontà popolare e non dalla discrezionalità dei capi militari, abituati a pensare in termini di mantenimento dell'ordine interno e della sicurezza esterna; nello stesso tempo è la garanzia che i sistemi autoritari organizzati militarmente non contaminino le forme di convivenza sociale e politica.

Ciononostante, il controllo civile non è di per sé garanzia di vita democratica. Di fatto, l'esperienza ha anche dimostrato che può esserci controllo civile e nello stesso tempo, un modo di governare con metodi e filosofie antidemocratiche. In questo caso, le Forze Armate si mantengono subordinate alle autorità civili senza considerare se queste mancano di legittimità democratica e governano con modalità repressive ed autoritarie.

Quindi, non ci possono essere sistemi democratici di governo senza meccanismi di controllo civile e supervisione del parlamento. Per questo pensiamo che in Messico si richieda un effettivo esercizio di controllo democratico sulle Forze Armate. È necessaria unità tra democrazia e controllo civile sui militari. A poco serve che i governi civili controllino l'Esercito se questo viene utilizzato per sostenere l'autoritarismo e la repressione; ed è questo, esattamente, quello che è accaduto in Messico negli ultimi cinquant'anni. La mancanza di democrazia e di consenso maggioritario nell'esercizio di governo, predispone all'uso delle Forze Armate per contrastare quello che viene definito come "disordine interno". Ma questo, a sua volta, favorisce l'instabilità, isola lo stesso governo e provoca discredito delle istituzioni castrensi. Al posto di un esercito che difende gli interessi del popolo, si ha un esercito che attacca il popolo per soffocare le dimostrazioni di scontento.

Nelle democrazie evolute, lo sforzo più importante dei civili è di limitare l'azione militare all'ambito della difesa da minacce esterne. Solo così le Forze Armate diventano rappresentanti di tutta la società ed operano allo scopo di salvaguardare gli interessi della nazione.

Nelle società autoritarie, le Forze Armate sono volte alla vigilanza dell'ordine interno e rappresentano solo gli interessi di coloro che confondono la sicurezza nazionale e dello Stato con la sicurezza della fazione al potere.

A causa del rischio dell'esistenza di un esercito che reprime la società invece di difenderla, si richiede che la subordinazione dei militari si estenda alle istituzioni legittime e democratiche dello Stato e non sia circoscritta, ripetiamo, al titolare del Potere esecutivo. L'ampia subordinazione implica una vera e responsabile separazione dei poteri dell'Unione ed una autonomia reale del Potere Legislativo e Giudiziario, quali entità che rappresentano un contrappeso all'autorità presidenziale.

Il rischio che il Potere Esecutivo utilizzi le Forze Armate per imporre la propria autorità agli altri poteri della repubblica, è presente in tutti i paesi dell'America Latina, Messico compreso. L'autogolp di stato di Alberto Fujimori in Perù - attraverso la delegittimazione del Congresso e del Potere Giudiziario - è stata la chiara dimostrazione che la subordinazione militare limitata all'Esecutivo, può provocare un colpo di stato. Serrano Elías volle ripetere l'esperienza peruviana in Guatemala, ma si vide rapidamente isolato dalla propria società e dalla comunità internazionale.

Il Potere Legislativo deve rafforzare tutti i suoi meccanismi di scrutinio: la definizione del bilancio militare, la vigilanza sulla spesa castrense, gli avanzamenti militari, la nomina dei segretari della Difesa Nazionale e della Marina, la nomina dei principali capi navali e militari, l'investigazione in gravi mancanze della gestione militare o nei casi di corruzione di comandanti ed ufficiali; compresa la partecipazione nella definizione delle politiche militari, così come il tipo di operazioni che devono essere realizzate, perché sono richieste e come devono essere eseguite nella pratica.

Il Potere Giudiziario dovrà garantire l'applicazione di pene giudiziarie a tutti i membri delle Forze Armate la cui condotta risulti illegale, delittuosa, attenti contro la disciplina militare o violi i diritti umani e le garanzie fondamentali della popolazione. Qualsiasi condotta delittuosa del personale militare deve essere punita. L'impunità indebolisce il controllo civile e stimola il desiderio di supremazia militare nelle questioni della vita politica e sociale.

L'esperienza accumulata del controllo civile dimostra anche che, più gli eserciti sono piccoli, più possibilità esistono di applicare meccanismi di controllo. Gli eserciti devono essere ridotti, per quanto lo permette la sicurezza nazionale. Anche la diminuzione degli effettivi militari consente che le Forze Armate concentrino le proprie energie per la difesa esterna e si allontanino dai compiti interni che provocano solo conflitti con la popolazione civile.

Inoltre si deve far sì che i militari comprendano l'importanza di mantenersi, come istituzione, su un piano di neutralità politica, di provata lealtà al sistema democratico di governo e di obbedienza alle autorità civili, nel segno della Costituzione, qualunque sia il partito politico dal quale queste autorità provengano. Questo non significa che fuori dai compiti di servizio e nell'ambito individuale, i militari in servizio attivo abbiano impedimenti nella partecipazione alla politica, ad essere membri di partiti politici od esprimere opinioni politiche.

La cosa principale è che i militari vengano educati ad adempiere al loro impegno di non interferire nel processo costituzionale. Per questo è importante che i militari rispettino tutti i meccanismi di controllo civile e di vigilanza legislativa ed evitino che un solo potere individuale, l'Esecutivo Federale, induca l'istituzione armata alla violazione dei suoi obblighi e competenze costituzionali.

DEBOLEZZE DEL CONTROLLO CIVILE SULLE FORZE ARMATE IN MESSICO

Il Messico si trova ancora a cavallo tra sistema autoritario e sistema democratico di governo. La storia è segnata da oltre 100 anni di governi militari a partire dall'indipendenza, contro i quasi 80 anni di regimi civili.

Nessuno può sostenere che la storia recente dei governi autoritari in Messico equivalga all'esperienza dei governi dittatoriali del Sudamerica degli anni settanta ed ottanta, dove predominarono le giunte militari, i generali golpisti, il genocidio, la tortura generalizzata, la soppressione di partiti e sindacati.

D'altra parte, nessuno può negare che sussistono tuttora in Messico la tortura e la sparizione forzata, che per decine di anni i partiti politici di opposizione sono stati proscritti e che le garanzie individuali ed i diritti umani sono stati gravemente violati da polizia e militari. Ricordiamo, per esempio, il ruolo avuto dal Campo Militare n. 1, come prigione clandestina, durante il movimento del '68.

Nessuno può negare nemmeno che i militari hanno coperto un ruolo sempre più determinante nell'adozione di decisioni politiche del governo.

La storia politica in Messico è, senza dubbio, profondamente autoritaria.

Quindi, lo sviluppo democratico è stato diseguale: mentre il processo elettorale federale ed alcuni statali sono sotto il controllo cittadino, esistono ancora vizi di frodi elettorali in zone in cui impera la povertà e l'ingiustizia sociale (proprio dopo le elezioni dell'8 novembre 1998, pare tornare ad imperare la vocazione priista alla frode ed alla imposizione elettorale); mentre l'opposizione guadagna spazi ed ottiene un Congresso più plurale, con forze politiche più equilibrate, esistono ancora regioni in cui essere militante di un partito di opposizione equivale a correre il rischio di morire in imboscate o massacri collettivi.

Le nostre Forze Armate si sono sviluppate, principalmente, come istituzioni professionali, obbedienti e disciplinate al Potere esecutivo e dedite al mantenimento dell'ordine pubblico ed alla pace interna del paese. Nonostante queste caratteristiche - che le differenziano da quelle dell'America Latina, caratterizzate da un affanno di interventismo politico - le Forze Armate esercitano un alto grado di autonomia, non esiste un controllo da parte del Potere Legislativo e spesso entrano in conflitto con la popolazione.

Dall'insediamento di un civile alla presidenza nel 1946, i militari messicani hanno dovuto dimostrare la loro lealtà a governi antipopolari. La subordinazione è stata acritica, passiva, meccanica, rispetto ai governi di turno. Non ha mai avuto importanza il grado di legittimità politica del mandatario. Non è stato neppure d'ostacolo all'obbedienza militare il fatto che i processi elettorali siano stati irregolari, fraudolenti e contestati. Tanto meno lo è stato l'assegnazione di missioni che coinvolgono i militari in contenziosi relativi allo scontento sociale.

Ogni presidente negli ultimi 50 anni ha utilizzato le truppe nei momenti di crisi interne. Senza minacce esterne da affrontare, l'Esercito è stato dedicato principalmente alla vigilanza sull'ordine interno. L'arrivo di un civile alla Presidenza della Repubblica nel 1946, non ha significato di per sé un progresso verso forme democratiche di governo. Al contrario, i governanti civili hanno istituzionalizzato il ricorso alla violenza militare per liberarsi degli oppositori, prevenire rivolte regionali e contenere le proteste sociali contro politiche di tagli antipopolari.

Di questo esistono le prove storiche. Il controllo sui militari è quello che permise al presidente Miguel Alemán di utilizzare l'Esercito per contenere le manifestazioni di scontento ed assicurare lo smantellamento dei benefici sociali realizzati durante il governo di Lázaro Cárdenas. Alemán realizzò una purga all'interno dell'Esercito mediante il pensionamento della generazione dei generali cardenisti e la promozione di giovani capi militari e della marina. Le riforme dell'istituzione militare che realizzò il presidente Alemán tesero ad un maggior controllo dei militari. Alemán creò la Banca dell'Esercito ed istituì la previdenza militare; costruì zone residenziali per generali, capi ed ufficiali ed aumentò loro i salari. Il controllo che esercitò Alemán sull'Esercito e la promozione ed i vantaggi economici che concesse ai militari, diedero come frutto un'obbedienza manifesta dell'alto comando militare e la possibilità di utilizzare l'Esercito per contenere le proteste dovute alla politica antipopolare del regime.

Si consolidò quindi la tendenza di utilizzare la forza militare in momenti di crisi. Ruiz Cortines usò le truppe per interrompere lo sciopero studentesco al politecnico nel 1956 ed occupare per due anni le sedi dell'Istituto Politecnico Nazionale. Più tardi, Ruiz Cortines utilizzò il corpo di trasmissione militare per interrompere lo sciopero dei telegrafisti.

Lopez Mateos ricorse all'Esercito per soffocare lo sciopero dei ferrovieri ed arrestare la direzione sindacale nel 1959; allo stesso modo si represse il movimento degli elettricisti ed il movimento rivoluzionario dei maestri. Dobbiamo anche ricordare l'intervento dell'esercito nell'uccisione del dirigente campesino Rubèn Jaramillo e della sua famiglia nel 1961.

Díaz Ordaz ordinò la sostituzione dei medici in sciopero con medici militari e l'occupazione militare delle università di Michoacán, Sonora, Tabasco e Sinaloa che erano entrate in sciopero. Questo, prima dello spartiacque storico del movimento studentesco popolare del 1968 e del massacro del 2 ottobre a Tlaltelolco.

Díaz Ortiz ed Echeverría utilizzarono l'Esercito come lo strumento principale nella strategia di annientamento della guerriglia rurale ed urbana. Echeverría creò, alla fine del suo sessennio, la Brigata Bianca, il gruppo paramilitare più temibile che sia esistito in Messico ed al quale si attribuiscono pratiche di tortura, sequestro, assassinio e circa 500 sparizioni forzate.

Salinas usò i militari per arrestare capi sindacali e per dissuadere manifestazioni dell'opposizione in Guerrero e Michoacán.

Zedillo ha messo l'Esercito in prima fila nel combattere l'insurrezione armata, il crimine organizzato ed il narcotraffico. Attualmente, le Forze Armate partecipano attivamente nelle decisioni su questioni di sicurezza nazionale. L'addestramento delle forze di sicurezza pubbliche degli stati viene tenuto dall'Esercito. Le delegazioni della Procura Generale della Repubblica sono in mano all'Esercito. La Polizia Giudiziaria Federale è comandata da un generale dell'Esercito messicano. Fino a poco tempo fa, i militari controllavano gli aeroporti del paese.

Non si vedono attualmente azioni militari che abbiano come obiettivo la difesa nazionale da aggressioni straniere o minacce per l'integrità del territorio nazionale.

L'intensificazione delle spedizioni militari interne è avvenuta principalmente dall'insurrezione dell'Esercito Zapatista di Liberazione nazionale nel gennaio 1994. Lo spiegamento militare contro il narcotraffico o le azioni contro i movimenti armati in Chiapas, Oaxaca e Guerrero, così come la presenza dell'Esercito nella maggioranza delle regioni indigene del paese, costituiscono un segnale inequivocabile della militarizzazione della vita civile.

Il governo del presidente Zedillo non ascolta le preoccupazioni ed inquietudini della società messicana che mette continuamente in guardia rispetto alle violazioni dei diritti umani commesse durante le azioni dell'Esercito nel paese.

Non c'è risposta neppure alle segnalazioni del rischio di corruzione tra le fila dell'istituzione militare impegnata nella lotta al narcotraffico.

Nella prima metà del suo sessennio, il presidente Ernesto Zedillo ha ordinato alle Forze Armate le seguenti spedizioni:

  1. Perseguire aerei che penetrano senza autorizzazione nello spazio aereo messicano
  2. Sostituire la Polizia di Sicurezza Pubblica, Giudiziaria Statale o Giudiziaria Federale nella vigilanza della sicurezza pubblica
  3. Partecipare nella definizione delle politiche e strategie del Consiglio Nazionale di Sicurezza Pubblica
  4. Combattere il terrorismo
  5. Dirigere la lotta al narcotraffico
  6. Partecipare al Gruppo di Contatto di Alto Livello Messico - Stati Uniti per combattere il narcotraffico
  7. Partecipare nelle basi dell'Operazione Mixta (BOM) composte da personale militare ed effettivi di Polizia Giudiziaria Federale, per sorvegliare pozzi ed installazioni petrolifere e combattere gruppi armati.

Il nuovo ruolo assegnato ai militari non è provvisorio. Si tratta di un intervento organico di largo respiro nel contesto di uno Stato affetto da problemi di ingovernabilità, instabilità politica, crimine organizzato, povertà estrema, ribellioni armate, corruzione.

Il rapporto civili-militari in Messico oggi è il seguente:

  1. L'uso delle Forze Armate da parte del Presidente della Repubblica non si limita all'ordinamento costituzionale - in molti aspetti commette trasgressioni - inoltre avviene senza la vigilanza del Potere Legislativo.
  2. La definizione delle questioni prioritarie di sicurezza nazionale esclude la partecipazione del Congresso dell'Unione e delle istituzioni accademiche ed organizzazioni non governative qualificate.
  3. Esiste un vuoto legislativo rispetto ai criteri di partecipazione delle segreterie della Difesa e della Marina nell'elaborazione delle politiche governative riguardo la sicurezza pubblica.
  4. In Messico non esiste controllo legislativo e sociale sulle spese militari.
  5. A differenza delle pratiche legislative di altri paesi e pur avendone la facoltà, il Congresso messicano non controlla dovutamente gli avanzamenti militari.
  6. Non esiste neppure controllo legislativo né informazione alla società su accordi di cooperazione militare con altri paesi, in particolare con gli Stati Uniti.
  7. Il trasferimento di armi ed equipaggiamento dagli Stati Uniti e da altri paesi al Messico avviene senza la vigilanza del Potere Legislativo.
  8. Il sistema di giustizia castrense implica che il Potere Giudiziario sia subordinato e sottoposto all'Esecutivo; non tiene nemmeno conto della dovuta autonomia ed indipendenza sancita dalla Costituzione.
  9. Non esiste un chiaro controllo della Segreteria della Revisione dei Conti e Sviluppo Amministrativo sulla gestione delle risorse finanziarie né sulle forme proprie di amministrazione delle Forze Armate.
  10. L'istituto di Ispezione e Revisione dei Conti Generale dell'Esercito e delle Forze Armate, nei casi della Sedena e della Segreteria della Marina, non fa parte del sistema di revisione conti del governo federale. Questo implica il rischio che la società non abbia modo di conoscere le irregolarità rilevate all'interno delle Forze Armate.

PROPOSTE PER RAFFORZARE IL CONTROLLO CIVILE SUI MILITARI IN MESSICO

L'elaborazione del bilancio militare in Messico non deve più essere un segreto. Non c'è modo di analizzare il bilancio militare se la legge di Bilancio si consegna alla fine del periodo legislativo. La Camera dei Deputati deve essere informata costantemente riguardo ogni modifica ed ogni misura in relazione alla proposta dell'ammontare e della destinazione della spesa militare; in quanto alla spesa, le informazioni devono essere redatte in forma articolata. Non si può ammettere il veto presidenziale alle decisioni sovrane della Camera dei Deputati in materia di bilancio.

Nell'analisi e discussione del bilancio militare si dovranno informare i deputati federali del tipo, specifiche e destinazioni dell'armamento che le Forze Armate vogliono comprare o ricevere come donazione da paesi o da fornitori stranieri.

Le Forze Armate dovranno consegnare ogni anno un libro bianco che descriva in dettaglio ognuno degli aspetti della vita istituzionale ed operativa militare. Il Congresso dell'Unione dovrà avere la prerogativa di partecipare alla definizione delle operazioni determinanti delle Forze Armate.

Qualsiasi membro del Congresso dell'Unione, senatore o deputato, dovrà avere piena e illimitata libertà di accesso a qualsiasi installazione militare, comprese le caserme, per realizzare visite ed ispezioni, così come per dialogare e conoscere il punto di vista dei soldati, al livello che si consideri necessario. Questo permetterebbe un maggior presa di coscienza legislativa sulla vita militare.

Il Congresso dovrà vietare qualsiasi promozione di personale militare che sia stato indagato e giudicato responsabile di violazioni dei diritti umani o fatti illeciti di qualsiasi natura. Le rispettive Commissioni del Congresso dovranno sollecitare rapporti dei servizi civili e militari sul candidato ad una promozione e potranno avvalersi dei rapporti e delle indagini della Segreteria di Revisione dei Conti Generale della Federazione.

Si dovranno istituire ispezioni della Commissione Nazionale dei Diritti Umani per proteggere i diritti del personale delle Forze Armate.

Si dovrà eliminare qualsiasi ostacolo legale che stride con i criteri generali stabiliti dalla Costituzione affinché un cittadino messicano sia nominato segretario della Difesa Nazionale o della Marina. La nomina del titolare di ognuna di queste due dipendenze dovrà essere realizzata a partire da una terna proposta dalla Camera dei Deputati. Questa nomina dovrà essere ratificata dal Senato.

Le nomine di ognuno dei capi di Stato Maggiore della Difesa Nazionale e di Stato Maggiore dell'Esercito del Messico, così come i capi di zone e regioni della marina militare e militari, dovranno essere ratificate dal Senato della Repubblica.

Si propone la creazione di commissioni legislative di sicurezza nazionale e per lo spionaggio, così come di giustizia militare all'interno della Commissione di Giustizia. Questa proposta tende ad istituire l'intervento e la partecipazione del Potere Legislativo in ambiti tradizionalmente vietati alla partecipazione di questo potere.

Le sessioni delle commissioni del Congresso dell'Unione riferite alla Difesa, potranno avvenire a porte aperte o chiuse. Si stabilisce l'obbligo di tutte le commissioni di realizzare una memoria dettagliata delle sue attività, discussioni ed accordi.

Si stabilisce l'obbligo delle segreterie della Difesa Nazionale e della Marina, di rendere di dominio pubblico tutta la documentazione classificata, siano documenti scritti, video, elettronici o di qualsiasi tipo, che abbiano più di sei anni. Tutte le informazioni non classificate dovranno essere di dominio pubblico.

Perché le Forze Armate partecipino in questioni di ordine interno, il Congresso dell'Unione o, in caso di mancanza, la Commissione Permanente, dovrà emettere un decreto o legge che definisca e giustifichi l'esistenza di una grave situazione di disordine pubblico e di pregiudizio della pace interna. Il Potere Legislativo dovrà definire con precisione lo scopo e la natura dell'intervento militare in queste questioni di ordine interno.

Il Senato della Repubblica dovrà ratificare ogni accordo di cooperazione bilaterale o multilaterale in materia militare o di intelligenza civile e/o militare.

Queste sono solo alcune delle proposte che il Partito della Rivoluzione Democratica presenta per iniziare il dibattito su di un argomento considerato tabù fino a poco tempo fa. Speriamo che questa discussione serva per incoraggiare lo sviluppo delle Forze Armate nella transizione democratica del nostro paese.


(traduzione Comitato Chiapas "capitana Maribel" - Bergamo)



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