Da La Jornada 18 agosto 1997

Si generalizza in Chiapas il ritiro delle truppe

L'Esercito Messicano ha iniziato la riduzione delle sue truppe e lo smantellamento degli accampamenti nelle tre regioni dove esiste il conflitto in Chiapas e ha ritirato circa 5 mila militari dai municipi di Ocosingo, Las Margaritas e Altamirano e precisamente ha liquidato 7 accampamenti in Los Altos de Chiapas, nella zona nord e nella selva Lacandona.

I più importanti si trovavano in San Cayetano e Chanal, quest'ultimo era stato installato nel gennaio del 1994.

"Sono spariti senza far rumore".

"Sono spariti così, all'improvviso", è la risposta che danno gli indigeni tzotziles intervistati che abitano vicino all'accampamento di San Cayetano.

"Hanno iniziato a bruciare tutte le abitazioni e hanno tolto tutte le trincee, bene, davvero se ne sono andati all'alba senza fare tanto rumore come quando sono arrivati". Questo hanno detto nel villaggio zapatista di Jolnachoj -altro degli accampamenti distrutti dagli stessi militari- che è stato il più ferito dalla loro presenza.

Qui i militari mantenevano un costante clima di persecuzione. "Violentavano le donne, si ubriacavano, facevano casino nelle ore piccole della notte e spingevano alla prostituzione''. Le autorità rurali di Jolnachoj hanno presentato per lo meno 10 esposti al governo dello stato per la situazione di intimidazione, però non si è investigato su nemmeno una delle denunce.

La ritirata sorprende

Il presidente del governo municipale autonomo e popolare di San Andrés Larráinzar, Juan González, si mostra sorpreso ed esprime soddisfazione con lo sguardo. Nella chiacchierata con i corrispondente lancia una domanda: il governo ci sta dicendo che vuole ritornare al dialogo di pace?

Le ONG si sono pure sorprese per lo smantellamento, però ribadiscono che è necessario il ritiro dell'Esercito Messicano da tutte le zone e comunità che ha invaso. Uno studio del Coordinamento delle Organizzazioni Non Governative per la Pace (Conpaz) segnala che in tutto lo stato ci sono circa 40 mila soldati -cioè il 30 per cento del totale dei militari che compongono l'Esercito Messicano- distribuiti nel 70 per cento dei 111 municipi del Chiapas.

Varie organizzazioni non governative che lottano per i diritti umani in Chiapas hanno segnalato che la presenza militare nello stato "corrompe la morale ed i buoni costumi".

Nel documento "Chiapas: dove la giustizia non ha posto", assicurano che l'Esercito Messicano ha portato prostitute e ha installato bordelli in molti villaggi; "in alcune comunità ha utilizzato addirittura la scuola per queste cose".

"L'irruzione violenta dell'Esercito -dicono-, aggravata dalla sua ingerenza nella vita di quelle comunità, diventa un altro esempio in più della mancanza di rispetto verso le comunità indigene, i loro diritti, i loro costumi e la loro identità culturale".

Attualmente l'80 per cento delle comunità identificate come zapatiste, principalmente nella zona in conflitto -Ocosingo, Las Margaritas e Altamirano-, sono vigilate da accampamenti militari localizzati anche solo a 500 metri di distanza. Vicino ad altre hanno installato piste aeree.

Le principali vallate della selva Lacandona sono state invase dall'Esercito Messicano a partire dal 9 febbraio del 1995, senza sparare una sola pallottola.

(a cura del Comitato Chiapas di Torino)


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