Cronaca della manifestazione del 18.06.98 nel D.F. e comunicato del FZLN

 

19 giugno 1998

 

Abbiamo marciato compagni e compagne una volta ancora nell'enorme grigio di Città del Messico, migliaia di bandiere di diverse organizzazioni sociali e della società civile, hanno gremito un bel pezzo dell'Avenida Reforma. Dall'Angelo dell'Indipendenza fino allo Zócalo hanno rimbombato nuovamente le grida di ripudio alla guerra sporca del governo e gli evviva per i municipi autonomi zapatisti.

Se prima si era arrivati a pensare che la marcia sarebbe stata moscia, grande è stata la gioia al vedere le organizzazioni e i "chilangos" (abitanti di Città del Messico) arrivare all'appuntamento, nonostante il pessimo tempo. Di nuovo la fantasia si è fatta strada in mezzo agli slogan più classici. Abbiamo visto un comitato del FZLN caricare una scultura che rappresentava un gran pezzo di merda, con un cartello che diceva: "Proposta del governo" e che è poi stata depositata davanti alla porta del Palazzo Nazionale. Abbiamo visto lungo tutto il percorso, collettivi di teatro di strada e musicisti animare la marcia. Nello Zócalo, insieme ai delegati del PRD, alle organizzazioni politiche e sociali, alla società civile non organizzata ma impegnata, al Congresso Nazionale Indigeno e alle ONG, si sono letti inviti a varie attività, saluti da altre parti del paese e del mondo, come una lettera dei collettivi europei che informavano della giornata di protesta che realizzeranno il prossimo 3 luglio, denunce, ecc.

 

A chiusura di questo breve riassunto, vi inviamo quanto letto dalle organizzazioni sociali del movimento urbano popolare insieme all'FZLN

 

Alla società civile nazionale ed internazionale

Al popolo del Messico

 

Il governo messicano è il governo della morte. I massacri, come quello di El Charco e di El Bosque di alcuni giorni fa, come quello di Acteal di sei mesi fa e quello di Aguas Blancas di tre anni fa, sono il segno distintivo di questo governo, governo nato sotto il segno della morte e che fa della morte condizione e conseguenza essenziale della sua politica economica e sociale. Si può riassumere tutto in poche parole: la politica del governo è la politica della morte, o come hanno detto i municipi autonomi zapatisti al governo federale: "Lei è un assassino, è tutto".

Adesso possiamo capire quello slogan della campagna elettorale che diceva: "Lui sa come farlo". Infatti ha iniziato a farlo immediatamente con il suo tradimento del 9 febbraio 1995 quando, nel mezzo del dialogo con l'EZLN ha lanciato un'offensiva militare contro la zona zapatista. Dopo ha risposto al forum su Diritti e Cultura Indigeni facendo giungere ai popoli indigeni la militarizzazione e lo stato d'assedio che di fatto aveva già posto in atto in Chiapas. Poi ha ordinato il boicottaggio governativo al secondo tavolo di dialogo di San Andrés ed ha violato gli accordi firmati al tavolo 1. Nel frattempo promuoveva e finanziava i gruppi paramilitari che in Chiapas si sono trasformati nel nuovo affare priista. Con questa macchina della morte pronta, mancava solo come spianarle il cammino perché potesse agire nella massima impunità.Così sono arrivate le campagne contro i testimoni che avrebbero potuto essere fastidiosi: gli accampamenti per la pace, gli osservatori internazionali e la 'intermediazione. "Lui sa come farlo": arma gli assassini, elimina i testimoni, schiaffa in un angolo e provoca le vittime, scava le fosse comuni e si lava le mani tinte di sangue indigeno.

I massacri non sono il suo scopo, ma la condizione e la conseguenza necessarie della sua politica economica e sociale. Adesso possiamo anche capire nella giusta dimensione pure l'altro slogan della sua campagna elettorale: "Il benessere per la famiglia" questa famiglia finanziaria che non conosce limiti nella sua voracità che tutto inghiotte: salari, terre e territori, risorse naturali, banche, portafogli di credito e pensioni, concessioni per costruire strade e megaprogetti. Arrivato al quarto anno di governo e mentre una nuova crisi ancora più forte delle precedenti bussa alle porte, il benessere della famiglia finanziaria ha fretta di farla finita con tutti i nuclei autonomi esistenti all'interno del popolo, perché ha paura, giustamente, che questi gruppi facciano da leva per una resistenza generalizzata contro le misure draconiane che gli interessi finanziari si preparano ad imporre in questo ed in molti altri paesi. Il benessere per la famiglia finanziaria è il motore della macchina di morte che il governo ha montato e fatto scattare. Il benessere per la famiglia finanziaria è la morte per la famiglia indigena, contadina, operaia e popolare, è anche la morte per ogni espressione di dignità ed autonomia da parte della società civile.

A quasi sei mesi, Acteal non si dimentica, nonostante la cortina di oblio con cui il governo tenta di coprirlo. E invece, Acteal si vede oggi non come un eccesso o qualcosa su cui il governo aveva perso il controllo, ma come parte di una strategia di morte dello Stato messicano. Il governo ha dichiarato guerra ad ogni espressione di dignità ed autonomia, in Messico e nel mondo. La sua politica di morte lo ha portato a decretare la sua stessa morte politica. A tutto il popolo tocca portare avanti urgentemente la sentenza che lo stesso governo ha dettato contro se stesso. Bisogna procedere nel processo di organizzazione, indipendente dalle strutture del governo. Bisogna appoggiare e costruire le autonomie nel mondo indigeno e il loro specchio nel campo e nella città: la libertà sindacale, la vera autonomia universitaria, il municipio libero, l'organizzazione dei quartieri, la libertà, la giustizia e la democrazia per tutti i messicani.

Questa marcia è solo un altro evento ancora all'interno di questa campagna per l'organizzazione popolare. Un altro passo sarà la carovana dei 1.111 verso il Chiapas il 1° di agosto per riunirsi con le 1.111 comunità zapatiste, come lo sarà anche la giornata di protesta nazionale in settembre. Parteciperemo attivamente a tutte queste attività, dirigiamo la nostra indignazione contro la guerra sporca, un motivo in più per attivare l'organizzazione popolare.

 

Libertà per i prigionieri politici

 

Fine della militarizzazione del campo e della città

 

Castigo per i colpevoli di tutti i massacri

 

Costruiamo la democrazia popolare in ogni comunità, quartiere, scuola, centro di lavoro

 

Viva le comunità autonome zapatiste

 

E- mail - Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale: http://spin.com.mx/~floresu/FZLN

 


(tradotto dall'Associazione Ya Basta! per la dignità dei popoli contro il neoliberismo - Lombardia)



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