La Jornada 17 dicembre 1998

Hanno occupato per 16 ore la comunità, coordinati

Juan Balboa, corrispondente, Montagne di El Bosque, Chis., 16 dicembre ¤

In un'azione coordinata, un mezzo centinaio di elementi della Polizia di Sicurezza Pubblica e una dozzina di civili, probabilmente membri di un nuovo gruppo paramilitare che opera in Los Altos del Chiapas, si sono impadroniti per 16 ore della comunità di Unione Progresso e hanno provocato lo sfollamento in montagna di circa 43 famiglie simpatizzanti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).

Il villaggio di Unione Progresso si è svegliato oggi abbandonato, solo alcuni animali passeggiavano dentro al piccolo villaggio, che è stato aggredito per la seconda volta in meno di sei mesi da elementi della polizia statale. La totalità degli abitanti si è rifugiata sui declivi della vallata nota come Chabajeval, nel municipio ufficiale di El Bosque.

Alle 20:00 del martedì, elementi della Polizia di Sicurezza Pubblica dello stato guidati da circa 12 paramilitari, secondo quanto ha denunciato Sebastián López, rappresentante del governo autonomo zapatista di San Juan della Libertà, hanno dato l'assalto al villaggio per arrestare persone che le autorità cercano di vincolare con l'assassinio di un bambino della comunità di Los Platanos.

"Ci siamo resi conto che la polizia si dirigeva verso la nostra comunità ed immediatamente abbiamo deciso di abbandonarla per evitare che ci massacrassero o arrestassero i nostri compagni", ha spiegato Manuel, uno delle circa 150 persone che si trovano sfollate in montagna.

Gli elementi della polizia, insieme con i paramilitari, sono entrati in Unione Progresso alle 20:00 del martedì ed hanno abbandonato il villaggio alle 11 della mattina del mercoledì, dopo aver perquisito alcune case, hanno informato due degli indigeni profughi che sono ritornati nel pomeriggio di oggi per verificare se la polizia ed i priisti di Los Plátanos si erano ritirati dal villaggio.

Nemmeno una persona hanno potuto arrestare i poliziotti, nemmeno una persona hanno potuto aggredire i paramilitari. La vigilanza permanente alle entrate del villaggio, che mantengono da quando la polizia ed i militari hanno assassinato cinque di loro il passato 10 giugno, li ha messi in allarme ed hanno avuto il tempo di fuggire verso le montagne.

Tre rappresentanti, tra cui Sebastián López, del governo autonomo zapatista di San Juan della Libertà, sono stati i primi a confermare stamattina la fuga di bambini, anziani, donne e uomini di Unione Progresso, per "timore di essere massacrati da paramilitari e Polizia di Sicurezza Pubblica".

In un'intervista, elementi della Polizia di Sicurezza Pubblica distaccati in Los Plátanos - villaggio a maggioranza priista e dove si concentra una parte dei gruppi civili armati -, hanno assicurato che la zona "è tranquilla" e hanno ammesso di aver ricevuto degli ordini dalla Procura Generale di Giustizia dello stato, per "arrestare i responsabili della morte di Sebastián Sánchez Hernández".

Rappresentanti della Procura Generale di Giustizia dello stato hanno avuto questo mercoledì una riunione con priisti della comunità di Los Plátanos per realizzare l'arresto degli assassini di Sánchez Hernández. Per le autorità giudiziarie del Chiapas, i responsabili dell'imboscata di domenica scorsa sono simpatizzanti dell'EZLN di Unione Progresso, villaggio vicino a Los Plátanos.

La maggioranza delle 43 famiglie che è fuggita la notte del martedì da Unione Progresso si trova in uno dei declivi della vallata di Chabajeval. Senza cibo né coperte, sopravvivono alla pioggia ed al freddo, però prima di tutto "sopravviviamo a che ci massacrassero come hanno fatto con cinque dei nostri compagni sei mesi fa", ha assicurato Maria, sfollata con i suoi figli per la seconda volta.

Le famiglie simpatizzanti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale si rifiutano di tornare al loro villaggio, hanno timore che la polizia torni ad aggredirli, o i paramilitari li attacchino. Tutti coincidono sul fatto che solo se esistono garanzie da parte del governo federale torneranno alle loro case, perché - assicurano - il governo dello stato "sta preparando un altro Acteal, solo che questa volta a Unione Progresso".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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