La Jornada 17 dicembre 1996
José Gil Olmos ¤ Ancora convalescente, ieri la comandante Ramona si è presentata di fronte alla stampa dopo l'operazione ai reni che l'ha salvata dalla malattia che per anni l'ha prostrata, mettendola a rischio di perdere la vita. Con voce appena percepibile ha ringraziato per il sostegno delle organizzazioni nazionali ed internazionali, grazie alle quali ha potuto uscire dalla zona in conflitto per curarsi a Città del Messico.
La dirigente dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
(EZLN) ha detto pure che nel suo paese natale, il Chiapas, esiste
un numeroso gruppo di indigeni infermi che non possono curarsi.
Di fronte a questa situazione ha chiesto l'aiuto della società
civile.
Camminando a difficoltà, però alzando il braccio
in diverse occasioni, Ramona è stata aiutata da Gloria
Benavides mentre emetteva il breve messaggio di ringraziamento
non solo alle organizzazione, ma pure a Dio. "Sono già
uscita (dall'ospedale) e ne sono uscita bene per la volontà
di Dio. Ringrazio molto tutti quelli che hanno raccolto denaro
per pagare l'operazione", ha detto la componente del Comitato
Clandestino Rivoluzionario Indigeno (CCRI) di fronte alle telecamere.
Visibilmente dimagrita dopo l'operazione a cui è stata
sottoposta il mese scorso, Ramona ha lanciato sorrisi da dietro
il nero passamontagna che si è posta sul volto, nonostante
che i medici le avessero prescritto di non farlo. Pochi minuti
dopo, quando un gruppo di fotografi che era arrivato in ritardo
ha chiesto di nuovo di poterle scattare alcune foto, si è
presentata di nuovo però con un fazzoletto rosso che ha
permesso di notare alcuni tratti di stanchezza sul suo volto.
Era, hanno detto vari dei presenti, la prima volta che si mostrava
in questo modo.
"Non mi sento ancora molto bene, ringrazio tutti, però ci sono ancora altri malati in Chiapas che hanno bisogno di aiuto", ha insistito Ramona durante la breve conferenza che ha dato nel giardino di una casa di Mixcoac, dove si sta recuperando dopo l'operazione. "Così e nient'altro, questa è la mia parola", è riuscita ancora a dire l'indigena delle montagne chiapaneche che è arrivata a Città del Messico alla fine di ottobre e che dovrà aspettare per il ritorno per lo meno fino a gennaio. Fino ad allora, ha informato Gloria Benavides, rimarrà in Città del Messico.
Quando le daranno il permesso dovrà consultare la sua gente
per decidere ciò che farà. Intanto tutti i giorni
viene visitata e controllata.
Pubblicamente i membri del Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale (FZLN) hanno reso noto il resoconto dei finanziamenti che hanno ricevuto per l'operazione di Ramona e le spese mediche fino al 5 dicembre. In tutto sono giunti 142 mila 885 pesos, di cui 11 mila e 138 sono stati donati attraverso la Campagna Pro Ramona; 32 mila 143 durante la campagna in Europa e 98 mila 837 negli Stati Uniti, e da parte dei maestri 767 pesos. Le spese pre e postoperatorie sono state di 12 mila 640 pesos; quelli per l'ospitalità del donante 17 mila 126; gli onorari medici degli studi del donante 4 mila 550; l'ospedalizzazione l'operazione 55 mila 520; per le infermiere specializzate 3 mila 500, e per gli onorari medici durante l'intervento e dopo 45 mila.
Riassumendo, si sono spesi fino al 5 dicembre 138 mila 626 pesos.
Gloria Benavides ha informato che rimangono ancora spese da pagare,
che però hanno già quasi tutti i fondi necessari
per coprirle. Ha segnalato che la comandante Ramona dovrà
prendere medicine per tutta la vita e i costi saranno alti.
(traduzione a cura del Comitato Chiapas di Torino)
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