17 maggio 1998 dalla rivista "Proceso"

Il Parlamento Europeo ha approvato l'Accordo ad interim con il Messico,

però i suoi membri hanno richiesto una vigilanza permanente dei Diritti umani

Anne Marie Mergier

PARIGI. Mercoledì 13, all'una del pomeriggio, il Parlamento Europeo (PE), riunito in sessione plenaria nella città francese di Strasburgo, ha dettato il suo giudizio sull'Accordo ad interim su Commercio e Questioni in relazione con il Commercio tra Messico e Unione Europea, firmato l'8 dicembre 1997.

Nel momento in cui gli eurodeputati si disponevano a votare, alzando la mano, si è prodotto un fatto senza antecedenti nel Parlamento: un gruppo di componenti di diverse organizzazioni di difesa dei Diritti umani, che era riuscito entrare nel salone delle sessioni, ha aperto uno striscione sul quale appariva la parola "CHIAPAS" ed hanno gridato: "Human rights, human rights".

L'incidente ha perturbato lo sviluppo della sessione, dato che è sorta una discussione accalorata tra gli eurodeputati che difendevano il diritto ad esprimersi di quelli che protestavano e quelli che criticavano questo tipo di manifestazioni e le loro ripercussioni sui mezzi di comunicazione.

E' stato pure unico negli annali del PE l'intenso dibattito che è andato avanti fra gli eurodeputati la notte precedente alla votazione. Al posto di discutere temi economici o commerciali, come suole capitare in casi simili, gli eurodeputati di tutte le tendenze politiche (dalla destra dura fino alla sinistra radicale, passando per i socialdemocratici, i centristi di destra, i comunisti o i verdi) hanno parlato della mancanza di rispetto dei Diritti umani in Messico, della emarginazione d'ampi settori della popolazione e della tesa situazione che esiste in Chiapas.

Sebbene tutti abbiano coinciso nel denunciare, con più o meno vigore, gli errori nel processo di democratizzazione messicano, si sono avute opinioni divergenti, come in occasioni precedenti (Proceso 1110 e 1114) sulla convenienza di approvare l'Accordo ad interim.

I componenti del Partito Popolare Europeo e del Partito dei Socialisti Europei, in maggioranza nel PE, sono tornati ad insistere sull'importanza di poter contare su uno strumento giuridico - l'Accordo e la sua Clausola Democratica - che permetta di far pressione a favore dei Diritti umani e sociali dei messicani. Ed hanno avvertito le autorità messicane che il giudizio conforme non era un "assegno in bianco", dato che si metteranno in marcia meccanismi di controllo. È la prima volta che gli eurodeputati applicano questo tipo di misure ai loro soci commerciali.

I membri dei gruppi Confederale della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica, Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori e dei Verdi, non si sono lasciati convincere dai loro avversari. Hanno denunciato "l'assenza di volontà reale del governo messicano" nel risolvere pacificamente il conflitto del Chiapas e migliorare la situazione dei Diritti umani nel paese. Hanno affermato che in queste condizioni era impossibile approvare l'Accordo ad interim. Alcuni hanno proposto l'astensione.

Gli interventi

José Ignacio Salafranca, del Partito Popolare Europeo e presidente della delegazione del PE incaricata delle relazioni con Messico, Cuba e America Centrale, ha sottolineato:

"Il Messico, come il resto dei paesi latinoamericani, non rappresenta, per importante che sia, solo un mercato. L'Accordo ad interim sugli aspetti commerciali, si inserisce in uno schema più ampio ed innovatore, come quello che vuole stabilire l'Unione Europea di fronte alle velleità di altre potenze, dando la priorità alla primato della volontà politica.

"La massima espressione di questa priorità si trova nella Clausola Democratica, che ispira e deve ispirare tutti gli ambiti della cooperazione di questo accordo, clausola alla quale il Parlamento riserva un'importanza fondamentale e che solo si concepisce come di rispetto ristretto.

"Questo Parlamento, con motivo della risoluzione di gennaio sui tragici fatti accaduti ad Acteal, ha affermato la sua preoccupazione per la situazione dei Diritti umani in Messico (Proceso 1107). Ha anche chiesto che la voce della società civile sia tenuta in conto in qualche modo nell'ora di seguire e valutare una materia tanto sensibile e importante come questa."

Ha raccomandato che il giudizio conforme non si emettesse come un assegno in bianco, "ma pensando che sarà un elemento utile e valido per situare le relazioni tra l'Unione Europea ed il Messico al livello che loro compete".

Stanley Newens, del Partito dei Socialisti Europei:

"Nel Parlamento Europeo adottiamo, in una forma molto adeguata, una posizione molto ferma per ciò che concerne i Diritti umani. Abbiamo votato varie soluzioni contro l'eliminazione degli zapatisti con la forza delle armi. Condanniamo il massacro di dicembre scorso ed esigiamo più giustizia sociale per quelli che sono sprofondati in una povertà senza speranza e continuano ad essere vittime di discriminazioni e senza diritto ad avere terre comunali.

"Dobbiamo continuare a lavorare perché si finisca con queste ingiustizie per una ragione molto semplice: ci preoccupa la sorte del popolo messicano.

L'Accordo ad interim consoliderà il nostro potere perché si raggiunga questo obiettivo (...). Io desiderio con tutta la forza che la Commissione Europea riconosca pienamente l'importanza di creare meccanismi di controllo della situazione dei Diritti umani, che riflettano la nostra profonda preoccupazione per questo tema."

Laura González Alvarez, del Gruppo Confederale della Sinistra Unitaria/Sinistra Verde Nordica:

"Ci sono ragioni per votare a favore del giudizio conforme. Tra loro vorrei far risaltare: il ruolo che l'Europa deve occupare in America latina in generale, e in Messico in particolare, e il fatto che il Messico debba diversificare il suo commercio e le sue relazioni perché non siano, come fino ad oggi, al 90% con gli Stati Uniti, ampliando così questo commercio con Europa (...).

"Resta pure chiaramente specificato che con questo accordo si aprono le porte alla cooperazione su temi che hanno a che vedere con l'assistenza finanziaria a programmi sociali a favore delle comunità indigene e dei Diritti umani.

"Senza dubbio, ci sono pure ragioni per votare "no". Ho qui una relazione della Commissione Civile Internazionale di Osservazione dei Diritti Umani, che si è incontrata non solo con gli indigeni, non solo con le persone che vivono, come don Samuel Ruiz, vicino agli indigeni, ma anche con i membri del governo e con il procuratore Madrazo, che abbiamo conosciuto in uno dei viaggi della Delegazione del Parlamento Europeo incaricata delle relazioni con Messico, Cuba e America Centrale.

"Questa relazione della Commissione Civile Internazionale è dedicata a José Lira López e Trinidad Cruz, assassinati dopo essere stati con alcuni componenti di detta Commissione informandoli di ciò che succedeva. Se ricordiamo il massacro di Acteal e le circostanze che lo circondano, possiamo concludere che anche ci sono ragioni per votare 'no'.

"Ad ogni modo, noi crediamo che magari un'astensione attiva, che non significhi ignorare ciò che succede, ma dare un seguimento continuato del 'dopo' degli accordi, sia la posizione più adeguata. Soprattutto se riusciamo a far sì che ci sia realmente un meccanismo di seguito e di controllo del rispetto della Clausola Democratica e se riusciamo a far sì che si elabori una relazione che ci permetta di conoscere l'evoluzione dei Diritti umani in Messico prima di ratificare l'accordo globale e definitivo."

Francis Wurtz, pure lui membro del Gruppo Confederale della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica:

"I deputati comunisti francesi si pronunciano a favore della sospensione dell'Accordo Commerciale e di Cooperazione con il Messico. Preannunciammo già questa misura eccezionale per ragioni che ho spiegato in questa tribuna il 15 gennaio, dopo il terribile massacro di Acteal.

"Da allora, hanno continuato a prodursi violazioni gravi dei Diritti umani e la militarizzazione della regione. E' continuata la presenza dei gruppi paramilitari. Gli abitati indigeni vivono in un clima di violenza e di tensione costante. Cresce il rischio di nuovi scontri. Gli autentici istigatori del massacro di Acteal continuano impuniti fino ad oggi. Decine di indigeni sono incarcerati per aver manifestato o perché hanno partecipato alla creazione di strutture municipali autonome, conforme agli Accordi di San Andrés del febbraio del 1996.

"Il governo messicano sembra voler ignorare il progetto di riforma della Costituzione in materia di diritti e di culture indigeni sottoscritto dalla Cocopa, organo che ha ricevuto un mandato legale. Con questo atteggiamento, il governo dà le spalle allo spirito degli Accordi di San Andrés, che si iscrivono in una ricerca di soluzioni attraverso il dialogo. L'Accordo di Associazione tra Messico e Unione Europea era stato elaborato in questo contesto. Approvarlo oggi, significherebbe dare il voto buono ad una politica totalmente distinta. Sospendere l'applicazione di questo accordo può aiutare a che si torni al rispetto degli impegni. È quello che proponiamo."

Wolfgang Kreissl-Dorfer, del Gruppo dei Verdi Europei e membro del Comitato per le Relazioni Esterne del Parlamento Europeo:

"Nelle circostanze attuali un'astensione critica è il meglio che possiamo fare. Abbiamo necessità urgente di prove di miglioramento nel campo dei Diritti umani in Messico per approvare il futuro Accordo Globale. Pertanto, la soluzione più adeguata è avere un meccanismo permanente d'osservazione della situazione.

"Abbiamo lottato con tutta la nostra forza a favore di questa Clausola Democratica che il governo messicano non voleva accettare. Adesso dobbiamo stare davvero attenti e vedere se la situazione dei Diritti umani migliora o peggiora. È la ragione per cui chiediamo alla Commissione Europea che si elabori una relazione annuale sopra questo tema.

"Ci preoccupa che il governo messicano non dimostri una volontà reale per farla finita una volta per tutte con la repressione, l'intimidazione e la violenza che affliggono diverse regioni del paese. Ci piacerebbe dire 'sì' all'Accordo ad interim e permettere così che si rinsaldino le nostre relazioni globali, però perciò abbiamo necessità di constatare passi concreti: vale a dire vedere che si finisca con l'impunità di quelli che violano i Diritti umani, che si porti avanti lo smantellamento dei gruppi paramilitari e che si applichino gli Accordi di San Andrés."

Richard Stuart Howitt, del Partito dei Socialisti Europei:

"In marzo, ho viaggiato in Messico come componente di una delegazione britannica, il cui obiettivo era d'osservare la situazione dei Diritti umani in Chiapas. Questa notte, nel quadro di questa discussione sull'Accordo ad interim tra Messico e Unione Europea, che include una clausola democratica, vorrei descrivere quello che succede nel sudest messicano.

"7.000 nuovi soldati sono arrivati lì da dicembre. In un villaggio dove sono stato, ho constatato che c'era un soldato per ogni famiglia. Da tutte le parti ho visto come l'Esercito installasse i suoi accampamenti in modo illegale, in molti casi, nelle scuole, buttando fuori i maestri ed impedendo ai bambini di studiare. Ho avuto molte ed ampie testimonianze di come i gruppi paramilitari stanno attuando con le forze di sicurezza, portando avanti una guerra sporca contro la popolazione civile.

"Questa situazione fu chiara nel sanguinoso massacro di Acteal, dove, secondo le testimonianze che ho raccolto, il massacro è durato varie ore senza che si muovessero le forze di sicurezza che si trovavano a fianco dei fatti".

"Mi sono reso conto degli attacchi perversi ed ingiustificati contro i difensori dei Diritti umani. Ho visto come si accusasse un sacerdote cattolico di aver violentato un'anziana, di celebrare messe nere e di benedire armi, quando in realtà quest'uomo tentava semplicemente con i suoi colleghi di portare aiuti umanitari in mezzo a terribili divisioni a quelli che ne avevano bisogno".

"Gli osservatori stranieri sono sistematicamente espulsi. S'impedisce in modo deliberato l'arrivo degli aiuti internazionali e si porta avanti una guerra economica contro la popolazione indigena rendendo profughe 17.000 persone".

"Chiedo al Parlamento Europeo ed alla Commissione Europea di creare meccanismi permanenti che permettano di sorvegliare la situazione dei Diritti umani in Chiapas e nel resto del Messico e di elaborare relazioni sul tema. Chiedo che si coinvolgano in questi meccanismi le ONG che lottano a favore dei Diritti umani e che la Comunità Europea offra loro un maggiore appoggio".

"E ai membri del governo messicano dico ciò che segue: Voi ci avete dichiarato che desideravate farla finita con la militarizzazione eccessiva, disarmare i gruppi armati, accogliere con beneplacito l'aiuto internazionale e promuovere i Diritti delle comunità indigene. Allora, noi in Europa, possiamo lavorare con voi per raggiungere questi obiettivi.

Questo accordo è una prova che ci permetterà di misurare il vostro impegno e constatare se voi fate ciò che dite di voler fare."

Quello che manca Manuel Marín, vicepresidente della Commissione Europea, ha spiegato che il giudizio conforme è intanto solo una tappa ancora nei lunghissimi ed ardui negoziati commerciali tra Messico e Unione Europea, prima di arrivare all'accordo globale e definitivo.

In Bruxelles si dice che Manuel Marín vorrebbe arrivare ad un accordo definitivo in marzo o aprile del 1999.Per queste date si realizzerà in Brasile una riunione al vertice europeo-latinoamericano, cui parteciperanno i 15 primi ministri della UE e 30 capi di stato d'America Latina e dei Caraibi.

È la prima volta che si organizza un incontro al vertice di questa portata, che copresedieranno i governi del Brasile e del Messico. Il fatto è molto rivelatore della crescente determinazione degli europei a voler consolidare la loro presenza politica, però soprattutto commerciale in America Latina e sfidare così gli Stati Uniti nella loro principale zona d'influenza.

I negoziatori europei consultati non prevedono accordo globale alcuno prima del 2000, anno elettorale chiave in Messico.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



logo

Indice delle Notizie dal Messico


home