San Cristóbal, 17 maggio 1998
Care/i Compagne/i,
Come sempre speriamo che stiate bene e con molto animo.
Per rispettare la promessa di mantenervi informati sugli ultimi
fatti successi con osservatori internazionali e sulla situazione
attuale nello stato, vi inviamo il seguente riassunto della settimana.
Cercheremo di farne uno ogni settimana perché voi possiate
pianificare le vostre azioni di solidarietà con il Chiapas
e le partenze dei volontari per le BriCO (brigate civili di osservazione).
Come sicuramente vi siete resi conto, esistono ancora alcuni CCP
(accampamenti civili per la pace) organizzati da noi insieme alle
comunità. Servono come CCP di base da dove gli osservatori
partono per fare visita ad altre comunità. I responsabili
delle comunità decidono dove sono necessarie le visite
e il CDHFBC riceve i rapporti e le denunce dopo queste visite.
Siamo in un processo di trasformazione verso le BriCO.
A tutti noi preoccupa la campagna governativa contro la presenza di osservatori stranieri e contro la diocesi di San Cristobal. Due settimane fa il ministero degli interni ha reso pubblico un documento che accusa il Centro di Diritti Umani "Fray Bartolome de las Casas" e la CONAI per "usurpazione di funzioni" per aver dato credenziali ad osservatori internazionali, argomentando che ciò può essere soltanto una funzione governativa, e più precisamente dell'Istituto Nazionale di Migrazione. Sono accuse senza fondamento, perché mai il FrayBa o la Conai ha dato visti agli osservatori - voi conoscete le nostre credenziali. Ad ogni modo, questa accusa complica la situazione per le BriCO ed i CCP, tanto per quelli che vogliono parteciparvi così come per quelli che li stanno organizzando.
Dobbiamo agire con molta precauzione per non mettere a rischio
tutto il lavoro al servizio delle comunità indigene che
stiamo realizzando.
Il fatto che la delegazione di italiani sia andata a visitare una comunità che non era stata inclusa nei loro visti, ha voluto dire che il governo ha imposto molte restrizioni sugli FM3 che gli osservatori stanno sollecitando.
Vi chiediamo di sollecitare lo stesso questi visti alle vostre
ambasciate, per vedere come si sta sviluppando questa situazione.
D'altra parte, la visita degli italiani ha provocato alcune reazioni del governo che vogliamo condividere con voi. Il presidente della repubblica, Ernesto Zedillo, ha commentato in una riunione con Libanesi, che gli italiani non hanno alcun diritto di criticare il Messico, perché il loro paese è appena uscito dal fascismo. Nello Yucatan in un discorso per un gruppo di donne indigene ha detto che non vuole turismo rivoluzionario.
Magari voi avete qualche commento?
Per il momento stiamo cercando forme di accompagnamento alle comunità da parte di osservatori nazionali. Ciò non vuol dire che non chiediamo più la solidarietà internazionale, questa continuerà ad essere sempre una componente molto importante nella nostra ricerca di una pace giusta e degna per tutte e tutti.
Continueremo con il lavoro di accompagnamento con le BriCo, quindi
abbiamo bisogno di gruppi di osservatori. Per il momento chiediamo
a voi pazienza e che continuiate con il vostro lavoro di conscientizzazione
della società civile nei vostri paesi affinché la
guerra in Chiapas si fermi e ci sia una soluzione pacifica non
violenta al conflitto.
Vi lasciamo con saluti solidali e con la speranza di trovare presto
delle soluzioni.
Attentamente, il coordinamento delle BriCO.
(traduzione a cura del Comitato Chiapas di Torino)
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