Le persecuzioni agli stranieri da parte dell'Istituto Nazionale
d'Immigrazione in Chiapas si è intensificata dal massacro
di Acteal, nel Municipio di Chenalhó, il 22 dicembre dell'anno
passato. Queste persecuzioni hanno avuto molte forme e fanno parte
di una strategia sempre più ampia che si realizza per ridurre
la presenza internazionale nelle comunità zapatiste.
Negli ultimi giorni, vari turisti sono stati intercettati nelle
vie di San Cristóbal da agenti dell'Immigrazione, che hanno
chiesto loro la presentazione dei documenti. Quelli che non li
portano con sé o hanno solo fotocopie sono invitati a
presentarsi negli uffici dell'Immigrazione o sono minacciati di
espulsione. Durante gli interrogatori, ai turisti vengono fatte
domande sulle loro attività nel paese e se appartengono
o no a organizzazioni sociali in loro paesi di origine.
Le denunce che abbiamo ricevuto da parte di stranieri indicano
che gli agenti di Immigrazione si trovano per le strade per perseguitare
i turisti e visitare i luoghi dove alloggiano, violando con questo
l'articolo 16 della Costituzione Messicana, che afferma che "nessuno
può essere molestato nella sua persona, scritti o cose
personali senza l'ordine scritto di autorità competenti..."
Il governo stava preparando il terreno per queste misure drastiche
attraverso la sua lunga campagna di fomento d'odio contro gli
stranieri in Chiapas. Attacchi contro internazionali da parte
di alti funzionari del governo statale e federale - incluso il
Presidente, il Segretario di Governo la Segreteria di Relazioni
Estere, il Procuratore Generale della Repubblica, e il Governatore
degli Interni del Chiapas - sono apparsi giornalmente su stampa
locale e nazionale. Questi attacchi sono culminati con il discorso
del Presidente Zedillo in Yucatan il passato 23 di gennaio nel
quale ha detto: "Per i Messicani e per il governo federale
risulta inammissibile che ci siano persone che addirittura trasgredendo
le nostre leggi, benché diano ragioni umanitarie siano
direttamente coinvolti nel conflitto del Chiapas".
Manifestiamo la nostra preoccupazione per la campagna di bugie e disinformazione che si sta portando avanti attraverso i mezzi a favore del governo per quanto riguarda gli stranieri nel conflitto, e che sta generando un clima di xenofobia violenta in Chiapas.
Nel municipio di Chenalhó, per esempio, militanti del PRI
hanno realizzato manifestazioni recentemente chiedendo un aumento
del numero di militari e che gli stranieri siano espulsi immediatamente
dal paese. A San Cristóbal ci sono casi in cui gli stranieri
non sono ammessi in luoghi pubblici come ristoranti o alloggi.
Gli attacchi più gravi sono stati contro gli osservatori internazionali che accompagnano i sopravvissuti al massacro di Acteal.
Dal massacro, gli accampamentisti civili hanno giocato un ruolo
molto importante per evitare che i militari facessero incursioni
illegali nella comunità. Il 13 febbraio, componenti del
PRD statale hanno avvisato che la "campagna xenofobica"
del governo avrebbe potuto provocare gli stessi abusi di diritti
umani che già si hanno sperimentando in altre zone di conflitto
come la Zona Nord.
Il giorno 15 febbraio, il canale televisivo di TV Azteca, attraverso
un suo programma di notizie "Fatti", si è unita
alla campagna di disinformazione realizzando un reportage in
che ha accusato in maniera irresponsabile e speculativa il ruolo
degli stranieri nel leadership del EZLN. Questo reportage si è
basato su una incursione imprudente e irrispettosa di un elicottero
nell'Aguascaliente de La Realidad. Gli unici stranieri che sono
entrati in contatto con i giornalisti sono stati civili componenti
dell'Accampamento Civile per la Pace, che hanno chiesto loro il
motivo dell'intrusione nella comunità. Mentre realizzavano
il loro reportage, l'elicottero di TV Azteca sradicò il
tetto della scuola comunitaria, e ferì due bambini.
E' evidente che con tutte queste azioni contro gli stranieri
solidali in Chiapas, il governo cerca di evitare la diffusione
di informazioni di fiducia sopra la situazione dei diritti umani
in Messico.
E' importante far notare che la presenza di osservatori internazionali
nelle comunità ha evitato, in non poche occasioni, che
l'Esercito federale aggredisca i loro abitanti e perpetri maggiori
violazioni ai diritti umani. Inoltre sono state proprio le comunità
con presenza dell'Esercito federale che hanno chiesto la presenza
di accompagnatori internazionali per evitare di essere aggrediti.
Alle autorità del governo federale diciamo che non e' valido come argomento dichiarare che gli stranieri che costatano la situazione dei diritti umani in Chiapas, si immischiano in questioni politiche dei messicani.
Ricordiamo che i diritti umani sono universali e che la vigilanza
compete a tutti senza esclusione di nazionalità.
ENLACE CIVIL A.C.
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(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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