La Jornada 15 ottobre 1998

"La Voz de Cerro Hueco"

Ammalati e senza cure mediche 78 prigionieri zapatisti a Cerro Hueco

Juan Balboa, San Cristóbal de las Casas, Chiapas., 14 ottobre

 

I famigliari dei prigionieri politici zapatisti riuniti ne "La Voz de Cerro Hueco" denunciano che un'elevata percentuale di reclusi in questo carcere statale sono ammalati di epatite, congiuntivite ed infezioni della pelle, intestinali e delle vie respiratorie.

La denuncia, documentata e confermata dal Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC), segnala che almeno 48 simpatizzanti zapatisti soffrono di infezione alle vie respiratorie, alcuni di epatite ed altri 30 di congiuntivite.

Denunciano che le autorità del carcere di Cerro Hueco non permettono l'ingresso di medici per curare i malati, che in maggioranza sono stati catturati un anno fa nella zona nord del Chiapas nell'ultimo operativo realizzato da militari e dalla polizia statale di Roberto Albores Guillén contro i municipi autonomi.

Il Centro dei Diritti Umani informa che i servizi di infermeria non possiedono il personale tecnico né medico necessario. "Spesso, quando i reclusi ricevono medicine, le autorità del carcere ne sequestrano la metà, senza alcun diritto, con il pretesto di lasciarle al servizio di infermeria".

I responsabili dell'infermeria, inoltre, hanno promesso ai famigliari dei reclusi che personale del Ministero della Sanità avrebbe visitato il carcere per verificare la situazione, ma fino ad ora non l'ha fatto.

"Bisogna ricordare che il Ministero degli Interni e i suoi omologhi in Chiapas sono i responsabili della situazione all'interno del carcere. Indigna che alla privazione della libertà, la pena massima contro un essere umano nel nostro Stato, si aggiunga la negazione del diritto alla salute", puntualizza il CDHFBC.

Nei mesi scorsi, La Voz de Cerro Hueco denunciò che le autorità statali avevano chiuso tutte le possibilità che osservatori internazionali potessero visitare i simpatizzanti dell'EZLN che si trovano reclusi "ingiustamente e con irregolarità processuali", nel carcere statale che si trova nella capitale chiapaneca.

Ha chiesto agli organismi che promuovono i diritti umani in Chiapas di esigere dal governo statale e federale che le porte della prigione più grande dello Stato siano aperte agli osservatori nazionali ed internazionali, che verifichino fatti sospetti di irregolarità o eventuali violazioni dei diritti commesse contro una o più persone.

Questo mercoledì i loro famigliari ed organismi dei diritti umani hanno denunciato che le porte sono rimaste chiuse anche alla visita di medici o personale sanitario di organizzazioni non governative.

 


(tradotto dal Comitato Chiapas "Capitana Maribel" - Bergamo)



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