I CIRCA DUECENTO membri della "Commissione internazionale
di osservazione" sono regolarmente forniti di un super-visto
che li accredita, appunto, come osservatori per i diritti umani.
Si ritroveranno questa sera a Città del Messico, provenendo
da molti paesi europei e non solo, per cominciare la loro attività:
incontri con ogni genere di autorità o associazione per
i diritti umani, sia nella capitale che a San Cristóbal
de las Casas, e perfino con i gruppi paramilitari semi-legali
in Chiapas (come "Paz y Justicia"), e soprattutto, visite
e colloqui nelle "zone di conflitto", come in Messico
vengono denominate: i cinque municipi (Aguascalientes) zapatisti,
la zona dove migliaia di indios sono fuggiti di fronte alla minaccia
dei gruppi paramilitari (Polhó, ad esempio), la zona nord
dello stato (dove due mesi fa i vescovi Ruiz e Vera subirono un
attentato). Un programma fittissimo, che dovrebbe permettere ai
membri della Commissione di farsi un'idea precisa della situazione
nello stato meridionale del Messico.
Senonché, proprio in coincidenza con l'arrivo del folto
gruppo di osservatori internazionali, le autorità messicane
hanno fortemente inasprito il loro atteggiamento nei confronti
degli stranieri. Fernando Solis Cámara, sottosegretario
nel governo del presidente Zedillo, ha sì negato che sia
in corso un giro di vite, ma ha aggiunto che si devono "stabilire
regole chiare e pubbliche sui possibili eccessi nelle attività
di stranieri sul territorio nazionale. Se i visitatori - ha aggiunto
- si dedicano a quel che prescrive il loro visto, all'aiuto umanitario
o ad attività accademiche, non ci sarà alcun problema".
Di fatto, da qualche giorno quattro agenti della polizia di frontiera,
nota come Migración, sono appostati nel Zocalo, la piazza
principale di San Cristóbal, e controllano sistematicamente
i documenti a tutti gli stranieri. La Migra ha da tempo installato
posti di blocco su tutte le strade che conducono verso le zone
zapatiste e, qualche giorno fa, Maria Bullit Darlington, statunitense,
è stata espulsa, accusata di partecipare ad attività
politiche. Era stata vista durante una marcia in appoggio all'Esercito
zapatista: lo stesso sottosegretario Solis Cámara ha mostrato
ai giornalisti un video che proverebbe la colpa di Maria Bullit.
Non è la prima e molti altri seguiranno. Come scrive anche il quotidiano madrileno El País, "il governo messicano ha deciso di espellere tutti quelli le cui attività in Chiapas vengano considerate di carattere politico". Mesi fa toccò a diversi italiani, subire l'espulsione. Negli ultimi due anni, più di duecento stranieri sono stati espulsi dal Messico, a causa della loro presenza o attività nello stato meridionale, e molti gruppi internazionali per i diritti umani hanno duramente protestato presso il governo federale. Oggi la Commissione internazionale sarà a Città del Messico, e martedì si trasferirà in Chiapas. I suoi circa duecento membri potranno osservare anche gli effetti di questa politica delle espulsioni.
