SIPAZ: SEGNALAZIONE D'ALLARME

Attaccata una delegazione della Stazione Nord

16 Febbraio 1997

Il 15 Febbraio 1997, è stata aggredita una delegazione di partecipanti alla Stazione Nord a Paraiso, Municipio di Sabanilla. Due membri della delegazione sono risultati feriti.

La delegazione composta da 12 persone, rappresentanti di Servicio Internacional por la Paz (SIPAZ), Centro de Derechos Humanos Fray Bartolome' de Las Casas (CDHFBC), Centro de

Derechos Indi'genas (CEDIAC), Global Exchange, della Coordinadora de Organismos Civiles Por la Paz (CONPAZ), tre reporters francesi, e un giornalista di una radio tedesca, fecero un'intervista con i rappresentanti degli sfollati di Paraiso. Andandosene si diressero verso la stessa comunità per ascoltare la loro versione dei fatti.

Prima di entrare in Paraiso, i tre veicoli della delegazione furono accerchiati da aggressori che, con un atteggiamento ostile, li minacciarono. Dato che gli Ufficiali di Sicurezza Pubblica cercarono senza successo di mettere ordine, la delegazione decise di ritornare. A circa 300 metri un gruppo di 30 persone armate di riflex e machetes sbarrarono loro il cammino. Puntarono un rifle alla testa del conduttore del primo veicolo - Javier Valdivieso (Conpaz) - e lo obbligarono a consegnare le chiavi.

A Flor Maria Perez Robledo e a Roci'o Jimenez Vazquez dissero: "adesso sì, ecco che abbiamo le nostre donne," in una chiara insinuazione di violenza.

Quando gli altri due veicoli iniziarono a retrocedere per sollecitare l'aiuto della Sicurezza Pubblica, gli attaccanti spararono ferendo l'avvocato Josè Montero Solano del CDHFBC, che comunque riuscì a fuggire sollecitando l'aiuto della Sicurezza Pubblica. Il secondo veicolo rimase impantanato in una buca della strada dove il rappresentante della SIPAZ fu colpito prima di fuggire. La rappresentante della Global Exchange fuggì, sotto i colpi di rifle e minacciata di morte. Gli attaccanti bucarono le gomme e rubarono degli oggetti appartenenti al gruppo.

Quando il Secondo Ufficiale Garcia Montufar e la sua truppa arrivarono nel luogo dell'attacco, dissero ad uno degli attaccanti: "Hai commesso un crimine," però non lo disarmò ed iniziò un dialogo con lui. Inoltre gli disse: "- fino ad ora hai avuto l'appoggio della Procura ed il nostro. Però adesso che hai fatto questo rimarrete soli. Noi ce ne andiamo"-

La Sicurezza Pubblica catturò uno degli attaccanti che fu lasciato in libertà poco dopo.

Quella notte i partecipanti della delegazione dormirono dentro i loro veicoli, nella piazza di Sabanilla, facendo la guardia tutta la notte giacché nessuna posada concesse loro alloggio. Domenica 16 al mattino, dopo aver riparato le gomme, raggiunsero velocemente Chilon, dove i feriti furono curati.

E' preoccupante che gli ufficiali di Sicurezza Pubblica, essendo nel luogo e conoscendo le persone che attaccarono la delegazione, non fecero niente per incarcerarle o presentarle di fronte alle autorità competenti. Rimane l'impunità di un gruppo armato che crede di poter continuare a dominare la politica locale nella zona Nord del Chiapas.

Facciamo un appello alla Società Civile e alle Organizzazioni Non Governative di stare attente all'evolversi dei fatti e a riflettere sul grave rischio che questo rappresenta per il processo di Pace.

Per ulteriori informazioni sulla Zona Nord del Chiapas:

http://www.nonviolence.org/sipaz/vol2no1/znsp.htm

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)


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