ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

Messico

14 Settembre 1997

Fratelli e sorelle del Congresso Nazionale Indigeno.

A nome di tutti: uomini, le donne, i bambini, i giovani e gli anziani basi di appoggio di tutti i villaggi e le regioni zapatiste.

A nome di tutti i combattenti insurgenti e i miliziani che con dignità, con ribellione e umiltà continuano a rimanere sul piede di guerra per la democrazia, la libertà e la giustizia.

Il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, con rispetto e semplicità si rivolge al Congresso Nazionale Indigeno per salutare e riconoscere il suo sforzo come quello della più fedele e onesta lotta dei popoli indigeni del Messico.

Fratelli e sorelle dell'assemblea del Congresso Nazionale Indigeno.

L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale solidarizza pienamente con il Congresso Nazionale Indigeno e con tutti i popoli indigeni del Messico che lottano e difendono la stessa causa: quella della libertà, del diritto, della dignità, della autonomia e della libera determinazione dei popoli indios.

Fratelli, non essendo possibile stare con voi nella vostra grande assemblea del Congresso Nazionale Indigeno, allora si unisce a voi una delegazione dei 1.111 compagni e compagne delle basi d'appoggio dei diversi villaggi e regioni, che sono i principali comandanti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale; loro portano la testimonianza della guerra sporca che il governo federale e statale ha imposto contro i nostri villaggi e le comunità, la testimonianza che in questo mese è aumentata considerevolmente la militarizzazione in tutte le nostre zone indigene, così come pure la formazione di gruppi paramilitari o di 'guardie bianche', pagati ed armati dal governo statale e federale, consigliate ed addestrate da elementi dell'Esercito Federale e della Sicurezza Pubblica, con l'obiettivo di distruggere l'unità, l'organizzazione e di farla finita con l'EZLN.

La nostra delegazione viene per incontrarsi con voi e con tutti gli altri fratelli indigeni di tutti gli stati del nostro paese, perché crediamo che sia arrivato il momento di rompere le catene dell'assedio militare e politico del mal governo, che ogni giorno è più opprimente contro i nostri popoli indigeni, per questo abbiamo deciso di uscire dalla selva e dalle montagne senza la necessità di chiedere il permesso al mal governo per incontrarci con i nostri fratelli indigeni, per esigere il compimento degli accordi di San Andres su diritti e cultura indigeni, riguardo ai quali il mal governo si è rifiutato di rispettare la parola data, dando per dimenticata la voce di migliaia di uomini e donne indigeni e non indigeni di tutta la nazione messicana, che unita esigeva l'adempimento delle richieste delle popolazioni indigene del Chiapas e di tutto il Messico.

Fratelli, tutti noi come indigeni, i nostri problemi e le nostre necessità non sono né pochi né semplici, il nostro dolore e le nostre sofferenze non sono nuove, noi indigeni siamo portatori di 505 anni di oppressione, di sfruttamento, di schiavitù e di morte; ma anche di 505 anni di resistenza, di esperienza di lotta e di ribellione.

Però di fronte a questa situazione di distruzione e di sterminio delle popolazioni indigene, è necessario incontrarsi con tutti i fratelli di razza e di sangue, è necessaria l'unità, l'organizzazione e la solidarietà di tutti i popoli indios del Messico, dell'America Latina e del mondo, è necessario che lottiamo uniti, che esigiamo insieme i nostri diritti alla vita, alla terra, al rispetto, alla autonomia, alla libera determinazione e ad essere tenuti in considerazione come popoli e membri di una nazione con tutti i diritti che ci meritiamo.

Perché noi popolazioni indigene siamo sempre state escluse, emarginate e dimenticate, fuori dalle leggi costituzionali, fuori dai piani politici, economici e sociali del paese; per il fatto di essere indigeni non abbiamo diritto alla vita, alla terra, alla salute, all'educazione, non abbiamo diritto alla libertà, né a decidere e dirigere il nostro proprio destino.

Fratelli di tutte le etnie e tutte le lingue che abitano la nostra patria: tutte queste grandi ingiustizie, la discriminazione, l'umiliazione e il fatto d'essere schiavi sulla nostra propria terra per cui lavoriamo peggio che animali perché siamo indigeni, e senza poter alzare la voce con i padroni perché siamo considerati come esseri inferiori, sono state le ragioni sufficienti per la nostra sollevazione armata del primo gennaio del 1994, perché non ci rimaneva altra via.

La democrazia, la libertà e la giustizia per tutti sono la nostra causa; morire perché tutti vivano con giustizia e dignità e il nostro pensiero. Tutto per tutti, niente per noi.

L'EZLN si sta sollevando in armi per esigere soluzioni giuste a tutte le richieste dei popoli indigeni e non indigeni del Messico.

L'EZLN non si è sollevato in armi per conquistare qualche posto politico o perché il supremo governo cerchi di farci contenti con delle briciole.

L'EZLN si è sollevato in armi per: lavoro, terra, casa dignitosa, alimentazione, salute, educazione, libertà, giustizia, indipendenza, pace con giustizia e dignità, rispetto degli indigeni, della loro cultura e per l'uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.

L'EZLN esige una patria per tutti, dove chiunque abiti in essa viva con i diritti e la dignità.

Per questo noi zapatisti staremo sempre con le lotte e con il movimento indigeno nazionale, che ha come obiettivo difendere il diritto, la dignità, la cultura, per conquistare il posto che ci appartiene per diritto e per eredità, per riscattare ciò che ci è stato tolto come la nostra madre terra, la nostra ricchezza che serviva per il bene comune e non per l'arricchimento di pochi, la nostra cultura e la nostra scienza che serviva per fare grandi le nostre popolazioni non per dominare.

Noi zapatisti non smetteremo di lottare finché le nostre popolazioni non abbiano quello che fino ad ora non hanno, fino a che la nostra patria e la sua ricchezza non debba essere più venduta o consegnata nelle mani di sfruttatori stranieri.

Per questo noi zapatisti, smettere di lottare, no! arrenderci, no! venderci, no! tradire il sangue dei nostri eroi e martiri, giammai!

Meglio morti piuttosto che l'arrogante ci strappi la nostra bandiera di lotta.

Vivere per la patria o morire per la libertà!

Democrazia, libertà e giustizia.

Dalle montagne del sud-est messicano

Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

Settembre 1997

(traduzione di Sneezy)


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