Messico: In Chiapas non vogliono stranieri.

Le autorità messicane hanno annunciato che saranno più radicali con gli stranieri che partecipino nella politica interna del paese. L'annuncio è stato fatto per confermare l'espulsione di una turista statunitense, per coinvolgimento nel conflitto del sudorientale stato del Chiapas.

CHIAPAS. Messico.- Il sottosegretario per la Popolazione ed i Servizi Migratori, Fernando Solis Camara, ha detto ieri che il governo non ha solo il desiderio ma l'obbligo di espellere gli stranieri che partecipano ad attività non autorizzate in Messico.

Il funzionario ha detto che i problemi del Messico devono essere risolti unicamente dai messicani. Ha affermato che tra il 1995 ed il 1997 si sono aperte 393 procedure per verificare le attività di stranieri. Inoltre sono stati espulsi una decina di persone dalla zona.

Durante la conferenza hanno mostrato immagini video, registrate durante le marce effettuate da simpatizzanti zapatisti in Chiapas, in cui appaiono stranieri con striscioni a favore dell'inclusione degli indigeni nella politica del Messico. Questa è una richiesta centrale dello zapatismo.

Una degli stranieri fermati è Maria Bullit Darlington, espulsa questo lunedì dalle autorità migratorie. Solis ha spiegato che la statunitense era entrata in Messico nel 1995 con il gruppo di aiuto umanitario "Pastori per la Pace".

Attualmente sono allo studio tra i 10 o 15 casi di stranieri di paesi dell'Europa occidentale e del Nordamerica che potrebbero culminare con la loro espulsione, ha detto.

Solis ha negato che la pratica di espellere stranieri che agiscono politicamente sia antidemocratica. Ha detto che la maggioranza dei paesi democratici ha una legislazione in questo senso.

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8 FEBBRAIO 1998: Il governatore del Chiapas, Roberto Albores Guillén, esige che la Federazione applichi la legge agli "agenti destabilizzanti" stranieri immischiati nel conflitto chiapaneco. Il secondo governatore sostituto del Chiapas afferma che il governo statale "non sa chi sono gli stranieri" e le organizzazioni di altri paesi che si sono intromessi, né lo hanno appurato, dice, perché questa è una facoltà del governo federale, però così li qualifica: "ci sono agenti che minacciano la destabilizzazione in Chiapas", e si riferisce in concreto a quelli che agiscono nella zona di Acteal, dove avvenne il massacro di indigeni. Contro di essi, reclama, deve essere applicata la legge.

10 FEBBRAIO 1998: La statunitense María Bullit Darlington è stata arrestata ieri da agenti dell'Immigrazione in San Cristóbal de las Casas, Chiapas, e trasferita al D.F., dove la Segreteria di Governo l'ha espulsa dal paese per aver realizzato attività non permesse a una turista. Darlington è stata inviata in aereo negli Stati Uniti. La Segob ha informato ieri sera che la straniera è stata "fermata" nella città chiapaneca dove ha preteso di dimostrare il suo soggiorno legale nel paese con un visto da turista FMT. Però quando è stata interrogata sulla sua attività, ha informato che aveva partecipato alla "Marcia Carovana per la Pace con Giustizia e Dignità, Wejlel", che percorse lo stato del Chiapas nell'aprile 1997. La domenica passata il governatore del Chiapas, Roberto Albores, aveva chiesto al governo federale, tra le altre misure per realizzare la sospirata pacificazione, che intervenga contro gli "stranieri destabilizzanti" che agiscono nel territorio di quello stato. Le autorità migratorie hanno spiegato che il visto turistico autorizza gli stranieri a realizzare unicamente attività artistiche culturali o sportive con fini di svago o salute, pertanto la straniera ha realizzato attività che non le erano permesse. E hanno segnalato che ai sensi degli articoli 42,120, 121 e 125 della Legge Generale della Popolazione, si è proceduto alla sua espulsione. L'Istituto Nazionale di Immigrazione, della Segob, ha affermato che continuerà a realizzare le funzioni di vigilanza migratoria a cui la legge lo obbliga, nello stretto rispetto del quadro giuridico e dei diritti umani.

11 FEBBRAIO 1998: . La Segreteria di Governo ha identificato 4.435 stranieri che sono entrati e usciti dalla zona del conflitto in Chiapas negli ultimi due anni e di questi un gruppo di 15 sono indicati come partecipanti ad attività politiche. La Segob ha aperto una pratica sulle attività politiche di alcuni stranieri; quando saranno approvate si procederà alla loro espulsione. "C'è una politica migratoria molto chiara, con regole pubbliche per l'entrata, la permanenza e le attività che si possono realizzare nel territorio nazionale, ma esiste la proibizione costituzionale di partecipare ad attività pubbliche. "Ci sono vari casi di stranieri che hanno partecipato a diverse attività, si parla con loro e nei casi in cui si dimostri che hanno realizzato attività politiche si procederà, o all'espulsione o ad imporre una data precisa di partenza dal territorio nazionale. "Si è scoperto un gruppo di almeno 10 o 15 persone, con cui si ha contatto permanente per riuscire a capire se hanno partecipato in queste attività".

Mentre il posto di blocco installato dall'Esercito federale in Guadalupe Tepeyac è diventato intermittente, il controllo dell'accesso alla zona è di pertinenza del posto dell'Istituto Nazionale di Immigrazione, che con funzioni ampliate opera nell'ejido Zaragoza, vicino a Las Margaritas, con l'appoggio di un distaccamento di Sicurezza Pubblica dello stato. Il posto militare di Guadalupe Tepeyac suole fare una perquisizione tanto coscienziosa che vuota borse, controlla documenti e filma gli oggetti e i loro possessori, in osservanza, forse, di un inciso non scritto della legge federale, al cui rispetto si applicano. Il nervosismo delle polizie (inclusa la militare) sulle strade che conducono agli Aguascalientes sale di temperatura quando appaiono stranieri. Il cittadino è di per sé sospettato, ma ancora di più se risulta cittadino di altro paese. Timore istituzionalizzato dell'osservazione internazionale, preparato da campagne pubblicitarie di xenofobia per bocca di funzionari.

12 FEBBRAIO 1998: È proposito del governo espellere tutti gli stranieri che partecipino ad attività politiche nel paese, ha ammonito Fernando Solís Camera, sottosegretario alla Popolazione e Servizi Migratori. Più di 200 stranieri sono stati espulsi dal Chiapas negli ultimi due anni, e di fronte all'imminente arrivo di più di 100 europei componenti della Commissione Civile Internazionale di Osservazione dei Diritti Umani, il funzionario ha detto che già sono stati avvisati di ciò che non possono fare: partecipare ad una marcia, portare striscioni, distribuire volantini e pronunciare slogan politici. Solís ha detto che durante il 1996 e 1997, l'Istituto Nazionale di Immigrazione ha emesso 393 citazioni contro stranieri che si trovavano in Chiapas, per la loro presunta partecipazione in attività politiche. Ha precisato che questi hanno avuto l'opportunità di fornire la loro versione e i loro argomenti, si sono emessi 141 fogli di via e 60 stranieri sono stati espulsi direttamente, il che implica che agenti dell'immigrazione li hanno accompagnati fino all'aeroporto capitolino per assicurarsi che partissero dal paese.

Il delegato dell'Istituto Nazionale di Immigrazione in San Cristóbal de las Casas, Cornice Rodríguez, ha esibito ai giornalisti un video nel quale si osserva la presenza di stranieri in atti realizzati da gruppi indigeni, tra loro appare, mentre porta uno striscione, la nordamericana María Bullitt, che è stata obbligata ad abbandonare il paese il passato martedì.

Inoltre, si osserva in un'altra parte del video uno striscione sulla fiancata di un autobus con la parola "libertà" tradotta in 5 lingue. La segreteria di Governo sta investigando su 15 stranieri, la maggioranza dell'Europa Occidentale e dell'America del Nord. Se sarà provata la loro partecipazione politica, saranno espulsi immediatamente.

L'attivista statunitense María Bullitt Darlingtons, di 60 anni di età, che ha partecipato per un anno ad attività politiche in favore dell'EZLN in San Cristóbal de las Casas, è stata espulsa alle prime ore di ieri. Il foglio di via è stato firmato dalla Dott.ssa Irma García Andrade, del coordinamento giuridico dell'Istituto Nazionale di Immigrazione, nell'Aeroporto Internazionale di Città del Messico (AICM). Bullitt ha dovuto essere curata dal personale medico del AICM, poiché ha avuto una crisi nervosa di fronte al console dell'ambasciata degli Stati Uniti, che ha ascoltato con attenzione e confermato le accuse che il governo messicano imputava alla straniera. "Si trovava illegalmente in questo paese e ha partecipato ad attività politiche contro il governo". Per finire, è stato applicato l'articolo 33 della Costituzione. L'attivista, che ha confermato il suo rapporto con l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e con differenti organizzazioni politiche negli Stati Uniti, è stata condotta da vari agenti dell'immigrazione fino all'aereo della Continental Airlines, volo 288 con destinazione McAllen, Texas.

Il presidente della Commissione dei Diritti Umani del Chiapas, Cuauhtémoc López, si è scagliato contro le Organizzazioni non Governative e ha chiesto: "Perché non vanno in Algeria a risolvere il conflitto, che è più duro di quello del Chiapas?". Una dichiarazione tanto inusuale si spiega, secondo lui, perché molte delle organizzazioni che agiscono in Chiapas si fanno pagare quote per ricevere le lamentele "e non fanno assolutamente niente, però offrono speranze e non danno risposte". "Per cosa precisamente questo interesse per risolvere i problemi del Chiapas e del Messico? Perché utilizzare questo palcoscenico per il loro preteso sforzo per i diritti umani?", si chiede il funzionario.

Nei giorni recenti i priisti di Chenalhó hanno incontrato i visitatori messicani e stranieri che si occupano di fornire appoggio ai profughi della regione, per dir loro in maniera minacciosa, "che non vi vogliamo qui''.

L'ex cancelliere Emilio O. Rabasa ha assicurato che il Messico è stato troppo tollerante di fronte all'ingerenza degli stranieri negli affari interni del paese, nel conflitto armato in Chiapas come nella lotta al narcotraffico. L'ex ambasciatore negli Stati Uniti ha raccomandato di non accettare che casi come il massacro di Acteal si utilizzino come pretesto per frenare i rapporti internazionali, come l'accordo con l'Unione Europea.

In una intervista, alla conclusione della cerimonia in cui il Senato lo ha decorato con la medaglia commemorativa del LXXXI anniversario della Costituzione Politica, è stata chiesta a Rabasa la sua opinione rispetto alla presenza di stranieri in Chiapas e sulla eventuale espulsione por aver compiuto attività non autorizzate, al che è stato categorico nella risposta: "Se c'è una cosa che sta turbando la situazione del Chiapas, è che noi messicani tolleriamo troppo che gli stranieri, soprattutto la moglie di un ex presidente francese (Danielle Miterrand), si impiccino indebitamente degli affari nostri." Il Messico non chiede che nessun paese e nessuna persona straniera gli spieghi come risolvere i suoi problemi. "E non è soltanto un problema dell'autorità, ma di tutti come cittadini, del popolo, di sollevarsi di fronte alla opinione di questa signora e dirle che vada a curare i suoi affari in Francia". Ha citato come esempio la "liquidazione" fisica e morale che intraprese Benito Juárez contro le truppe dell'impero nel scorso secolo. "È un esempio che dobbiamo seguire tutti, o saremo condannati a ripeterlo". Ha sostenuto che nel caso dell'accordo commerciale e di cooperazione che vogliono firmare il Messico e l'Unione Europea, c'è una clausola che praticamente ci obbliga a "comportarci democraticamente bene", però alcuni settori del Parlamento europeo si oppongono alla ratifica per quello che è successo in Chiapas. Ha affermato che il Messico deve stare attento di fronte a queste pretese, dato che è un importante documento che significherebbe addirittura un esempio per il mondo, però non si può permettere che si utilizzi come pretesto il massacro di Acteal per bloccare la sua accettazione. Anche questo sarebbe un'ingerenza indebita, ha dichiarato Rabasa.

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Nuevo Amanecer Press


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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