La Jornada 14 gennaio 1998

Carlos Montemayor

Il subcomandante e il segretario

Il dottor Francisco Labastida Ochoa, nei pochi giorni in cui è diventato il capo della Segreteria di Governo, ha nominato ripetutamente il subcomandante Marcos identificandolo come Sebastián Guillén. Tra l'altro, lo esorta a contribuire con il suo sforzo al raggiungimento della pace e a presentarsi con questo nome, perché, dichiara, il subcomandante Marcos è realmente Sebastián Guillén. No. Disgraziatamente il segretario di Governo si sbaglia.

Sebastián Guillén non è realmente il subcomandante Marcos. Se il segretario di Governo, se la Sicurezza Nazionale, se la Segreteria della Difesa o la Presidenza della Repubblica continuano a non capirlo, sarà difficile riallacciare i negoziati di pace. Perché lo capiscano, è necessario che riconoscano una realtà politica che si impegnano a negare. Questa realtà si chiama Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale; si chiama basi sociali zapatiste nelle Vallate, nel nord e nel Los Altos del Chiapas; si chiama verità sociale e verità storica della cultura e dei diritti indigeni. Di questa realtà politica ne derivano altre sfaccettature non meno in conflitto per la comprensione ufficiale: la Cocopa, la Conai e la Legge per il Dialogo, la Riconciliazione e la Pace Degna in Chiapas, che esigono il riconoscimento dei conflitti agrari, indigeni e sociali del Chiapas come qualcosa di più che l'apparizione di un gruppo di delinquenti.

Senza accettare la realtà politica di queste diverse sfaccettature, il governo federale sarà incapace di capire che il subcomandante Marcos è qualcosa di abissalmente differente da come vuole identificarlo la polizia e cioè Sebastián Guillén. Il segretario di Governo sa che al paese non interessa che egli agisca a titolo personale come Francisco Labastida Ochoa (o comunque si chiami: Emilio Chuayffet, Esteban Moctezuma), ma come segretario di Governo. Ai messicani non importa che parli agisca a titolo personale, senza titolo istituzionale. E se il segretario di Governo confonde Sebastián Guillén con il subcomandante Marcos, corre il rischio di continuare a confondere l'EZLN con un pugno di delinquenti e le bande di assassini paramilitari con le forze dell'ordine.

Deve accettare realtà politiche che il governo federale e l'esercito messicano negano. Esiste un EZLN più potente della sua capacità militare e delle sue basi sociali d'appoggio perché parla ed esige partendo da una verità sociale e storica che dobbiamo sentire di una volta per tutte, cittadini e governo. C'è un Comitato Clandestino Indigeno Rivoluzionario e un Comando Generale che rafforzano la realtà collettiva dell'EZLN. La ripresa del dialogo, i negoziati possibili, il cammino passato e futuro, possono solo partire da questo. Partendo da questa realtà abbiamo bisogno che il subcomandante Marcos si impegni per la pace. Per questa realtà abbiamo bisogno che il segretario di Governo accetti anche lui questo impegno.

Mi dispiace dover dire qui, quattro anni dopo il primo gennaio del 1994, che il segretario di Governo (qualunque sia il suo nome al di fuori delle sue funzioni istituzionali) dovrà esortare il subcomandante Marcos (qualunque sia il suo nome nello schedario di polizia che l'esercito messicano vuole identificare con lui) a partecipare ad un nuovo sforzo per la pace.

Forse Sebastián Guillén e Francisco Labastida Ochoa avranno destini differenti non si troveranno mai a Tampico o a Mazatlán dividendo un tavolo. Però il segretario di Governo e il subcomandante Marcos hanno un destino comune qui e adesso: sforzarsi profondamente per raggiungere una pace degna e giusta.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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