da La Jornada del 13 dicembre 1997

Soluzione ufficiale al ritardo nella riforma agraria: esistono 6 mila ettari invasi

Martha García/I ¤ In mezzo ad una situazione "tesa" per il problema degli sfollati, le minacce militari e le guardias blancas, lunedì prossimo la Segreteria della Riforma Agraria (SRA) darà per concluso il problema della richiesta di terre in Chiapas.

Esistono ancora sei mila ettari invasi in 106 proprietà, dei mille e 34 che furono occupati dall'irruzione dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) nel 1994, che in totale significano 81 mila 162 ettari.

Il segretario dello Sviluppo Agrario statale, Luis Enrique Pérez Mota, confida che i terreni siano sgomberati in modo "volontario" e nega di aver lanciato degli ultimatum alle organizzazioni contadine affinché abbandonino i terreni.

Xi'Nich, Centrale Contadina Cardenista (CCC) e Centrale Indipendente degli Operai Agricoli e Contadini (CIOAC), invece dicono di essere state minacciate di sgombero se dopo il 15 di dicembre rimarranno su questi terreni.

Pérez Mota ha detto che alcuni delle proprietà invase si ubicano in Simojovel, Jitotol, Venustiano Carranza e Huitiupán, e che non si conosce il numero degli occupanti, "possono essere gruppi di cinque famiglie fino a 50".

In questo contesto, alcune organizzazioni come la Coordinazione Nazionale Piano di Ayala (CNPA) e l'Unione Nazionale dei Lavoratori Agricoli (UNTA) insistono ad occupare i latifondi.

Per la SRA, l'universo dei domandanti terra è composto da 900 gruppi contadini; l'80 per cento dei sollecitanti sono giovani dai 15 anni in su e il 20 per cento sono donne.

Alcune proiezioni del governo chiapaneco realizzate a fine 1996 su più di 200 proprietà invasi, stimano che al termine del presente anno circa la metà di questi terreni sarebbero già sgomberati; il 26 per cento in modo volontario grazie ad accordi agrari e il 25 per cento invece comprati.

Da parte sua, Pérez Mota ha affermato che attualmente 4,5 milioni di ettari sono distribuiti tra i contadini, mentre 1.2 milioni costituisce la proprietà privata e che quindi adesso, "il fantasma in Chiapas è la povertà e la sfida, fare produrre la terra".

(a cura del Comitato Chiapas di Torino)

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