da La Jornada del 12 dicembre 1997

Chuayffet: il governo, disposto a tutto per riprendere il dialogo con l'EZLN

Rosa Elvira Vargas ¤ Il governo federale è disposto a fare tutti i passi che siano necessari per riprendere il dialogo in Chiapas, ha affermato il segretario di Governo, Emilio Chuayffet. Ha detto inoltre che gli accordi di San Andrès non si rinegozieranno, però sì l'espressione giuridica che hanno attualmente e ha lamentato che conflitti come quello di Chenalhó allontanano la possibilità di un rincontro in quella entità.

Ha scartato da subito che in Chiapas si viva una guerra di bassa intensità ed ha chiesto che più che cercare aggettivi per definire "superficialmente" quello che succede nel sud del paese, bisognerebbe mettere maggiore impegno, iniziando dal governo, per assumere un atteggiamento di maggior iniziativa per restaurare il dialogo.

Sul Chiapas, tema su cui s'è soffermato ampiamente, ha detto che il governo non è assolutamente chiuso a ricercare su questo punto, però ha ammesso che le autorità governative hanno spiegato aspetti "che poi lamentabilmente si perdono". Allora, ha puntualizzato che non si rinegozieranno gli accordi di San Andrès, perché neanche lo vuole l'EZLN, "ed in ciò siamo d'accordo''.

Ha spiegato quindi che il governo rispetterà gli accordi esattamente nei termini con cui sono stati firmati, però ha sottolineato che è precisamente la proposta che ha in mano la Cocopa per poter modificare nel testo costituzionale quello che si considera perfezionabile.

Dovremo solo perfezionarli, ha insistito il funzionario, in modo che non ci sia più spazio per dubbi né per ambiguità in nessun senso che potrebbero avere effetti collaterali negativi per l'intenzione delle parti di risolvere le vecchie e giuste pretese dei popoli indigeni.

"Evidentemente c'è stato un rifiuto dell'EZLN nel senso che qualsiasi osservazione che si faccia al progetto della Cocopa viene considerato una ritrattazione. Non esiste questo. Ci sono da studiare gli accordi, c'è da leggerli, da leggere le osservazioni che fa il governo. Non si cambia nella sua essenza niente di quello che è stato firmato e invece, si guadagna molto perfezionando, dettagliando, concretizzando, non lasciando margini di dubbio", ha assicurato Chuayffet.

Ha ribadito l'interpretazione di coloro che pensano che gli accordi sono "perfetti" ed ha chiesto che non si interpretino male le loro parole.

"Gli accordi sono lì e sono stati firmati però non sono stati redatti in termini di legge, di un progetto di legge o di un articolo della Costituzione. Devono essere espressi giuridicamente, redigere un progetto a partire degli accordi e tutto ciò è quello che è perfezionabile".

Il governo è disposto ad aprirsi al dialogo per risolvere questo problema che "lacera e ferisce tutti i messicani''. Si tratta di far che le istanze di coadiuvanza e di mediazione aiutino per "tornare a sederci, a chiacchierare per arrivare ad accordi proficui che diano come risultato una pace definitiva e giusta in Chiapas''.

Riferendosi all'autonomia, all'educazione bilingue, all'uso di forme di governo interno, conservazione di tradizioni ed altro, ha detto "sono lì", che non si è mai discusso la autonomia, quello che si è detto è che questa non può significare una separazione dall'ordinamento normativo messicano. Si tratterebbe di una autonomia dentro alla struttura costituzionale dello Stato.

Rispondendo ad una sollecitudine, il funzionario ha fatto per finire un appello all'EZLN ad anteporre la buona fede e l'urgenza di risolvere il problema, per dare una soluzione unificata e che questa sia l'inizio di molte vie per la soluzione ai numerosi problemi che ci sono in Chiapas.

(a cura del Comitato Chiapas di Torino)

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