ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
Dodici ottobre 1998
Alla società civile nazionale
Fratelli e sorelle:
Rispondendo alle proposte che ci avete fatto giungere riguardo alla realizzazione dell'incontro tra l'EZLN e la società civile, questa è la nostra parola:
Considerando:
Che la lotta per la pace con giustizia e dignità, in generale, e la consulta sulla legge della Cocopa, in particolare, deve essere aperta, includente e ampia.
Che la lotta per la pace e la consulta sono questioni che riguardano non soltanto gli zapatisti e nemmeno soltanto i popoli indigeni.
Che la lotta per la pace e la consulta sono parte della lotta per la democrazia, la libertà e la giustizia in Messico e che è diritto e dovere di tutti i messicani e di tutte le messicane onesti parteciparvi al livello e nel posto che decidano, senza che importi la loro razza, cultura, credo, religione, sesso, posizione sociale, eccetera.
Che per ottenere che i diritti indigeni siano riconosciuti nella Costituzione Politica degli Stati Uniti Messicani è richiesto uno sforzo unitario e congiunto di tutte le forze politiche, sociali e dei cittadini che lottano per la democrazia, la libertà e la giustizia.
Che sono stati tesi dei ponti per ascoltare le proposte dei diversi attori sociali riguardo all'incontro tra l'EZLN e la società civile e sulla consulta della legge indigena.
Dichiariamo che:
Primo. Il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno - Comando Generale dell'EZLN ha già nominato 30 delegati che ci rappresenteranno in questo incontro. Questi compagni e compagne delegati porteranno le proposte dell'EZLN riguardanti la consulta sul progetto di legge indigena della Cocopa e la posizione zapatista sui diversi temi che si toccheranno nella riunione.
Secondo. Dopo aver analizzato le proposte fatte da diversi gruppi e persone e rispondendo alla proposta che si decidesse su questi punti, optiamo per quanto segue riguardo al luogo e alle date:
Luogo: San Cristobal de las Casas, Chiapas.
Data: 20, 21 e 22 novembre 1998.
Per quanto si riferisce all'agenda dell'incontro, integrando elementi delle proposte ricevute, rimarrebbe così:
Il punto 1 avrebbe carattere risolutivo e i punti 2 e 3 di riflessione e scambio di punto di vista, come è stato segnalato nell'invito inviato all'EZLN da parte di un gruppo di organizzazioni e persone della società civile.
Terzo. L'EZLN chiede ai partecipanti alle riunioni di lavoro per la preparazione dell'incontro di nominare una Commissione Organizzatrice dell'Incontro, con le seguenti caratteristiche:
Organizzazioni sociali.
Organizzazioni contadine.
Congresso Nazionale Indigeno.
Creativi, artisti e ricercatori.
Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale
Organizzazioni di donne.
Movimento Urbano Popolare.
Organizzazioni sindacali.
Coordinamento Intersindacale 1° de Mayo
Prigionieri politici.
Organizzazioni politiche indipendenti.
Organizzazioni studentesche.
Rete d'appoggio alla causa zapatista.
Carovanieri.
Qualsiasi altro gruppo sociale organizzato interessato a partecipare nell'organizzazione dell'incontro.
Questo con l'obiettivo che nell'incontro si garantisca la partecipazione di tutti coloro che sono interessati a contribuire ed a sommare il loro sforzo nella ricerca della pace con giustizia e dignità per i popoli indigeni del Messico. Questa commissione sarebbe l'incaricata di tutto ciò che riguarda l'organizzazione dell'incontro e inviterà alla partecipazione tutti i firmanti, i firmati e coloro che non sono né firmanti né firmati, ma vogliono incontrarsi, in modo da non escludere nessuno.
Quarto. Considerando i problemi di militarizzazione crescente nella zona zapatista, le difficoltà economiche per il trasferimento continuo alla zona e la fluidità necessaria alla comunicazione, per il contatto tra l'EZLN e questa Commissione Organizzatrice dell'Incontro, si userà la comunicazione pubblica. Inoltre l'EZLN ha richiesto rispettosamente ai poeti Oscar Oliva e Juan Banuelos di servire da ponte tra l'EZLN e detta commissione, quando ciò sia possibile e necessario.
Quinto. Speriamo che nel più breve tempo possibile possiate riunirvi e costituire la menzionata commissione e che vi mettiate in contatto con noi per decidere i dettagli della realizzazione di questo evento.
È tutto, fratelli e sorelle, aspettiamo vostre comunicazioni e ci vedremo presto.
Dalle montagne del sudest messicano
Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno- Comando Generale dell'EZLN
Subcomandante Insurgente Marcos
Messico, ottobre 1998
ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
Alla Commissione di Concordia e Pacificazione
Congresso dell'Unione
Messico
Signore e signori parlamentari:
Vi scrivo a nome degli uomini e delle donne che compongono il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno - Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Abbiamo pensato che si possa tentare la ricostruzione del ponte tra gli zapatisti ed i parlamentari della Cocopa a partire dal punto in cui si era interrotto.
Forse ricorderete l'ultimo contatto diretto tra i membri del CCRI-CG dell'EZLN ed i membri della Cocopa, nel gennaio 1997. Luis H. Alvarez era l'allora presidente della commissione legislativa. Poco tempo prima, nel dicembre 1996 nello stesso periodo della sua presidenza della Cocopa, questa istanza legislativa tentò di coronare una lunga ed accidentata battaglia a favore della pace. Allora la Cocopa compiva due anni e non era stato né piccolo né disprezzabile il suo contributo al processo di dialogo e negoziato tra l'Esecutivo Federale e l'EZLN. Dopo aver vinto la nostra diffidenza ed essersi guadagnata grazie ai propri sforzi ed impegno il nostro rispetto, dopo aver superato attacchi pubblici, privati e segreti da parte del governo e di altre forze interessate a che il conflitto non si risolvesse per via pacifica, dopo aver combattuto al suo interno per ottenere che gli interessi della nazione riuscissero ad imporsi sui comprensibili interessi di partito e sui non tanto comprensibili interessi personali, la Commissione di Concordia e Pacificazione era riuscita a diventare, per meriti propri, il principale protagonista di una pace che era ad un passo dall'essere raggiunta ma poi arrivarono le chiusure, l'intransigenza e la violenza governativa.
Credo che tutti voi converrete con me che in questo lungo battagliare e nelle piccole e grandi vittorie che allora ottenne come commissione legislativa, ebbe un ruolo di protagonista e fondamentale il senatore Heberto Castillo. Disgraziatamente per la causa della pace e felicemente per coloro i quali vogliono la guerra del potente, don Heberto è morto ed ha lasciato un vuoto non solo nella Cocopa, ma anche in tutto il processo di pace e, in particolare, nella storia di questi giorni e di queste notti di questo Messico di fine secolo.
Ho scritto "una lunga ed accidentata battaglia in favore della pace". Sì, non furono pochi gli ostacoli che dovettero affrontare per costruire quelle basi senza le quali qualsiasi dialogo e negoziato è impossibile: la fiducia e la credibilità. Alcuni degli ostacoli erano già presenti, altri si presentarono man mano che si ottenevano successi e protagonismo nel processo di pace. Comunque non dobbiamo raccontarvi niente di tutto questo perché alcuni di voi erano presenti lungo tutto questo processo. Ma quello che segnaliamo è che alla fine di questa strada di cui voi avrete sicuramente più dettagli di quelli che potremmo fornirvi noi, la pace era a portata di mano e di tempo. Voi, sicuramente, ricorderete che allora, nel dicembre 1996 (quasi due anni fa!), non si diceva che il conflitto poteva durare "uno, due o cinque anni" (che è la durata che prospetta ora il signor Labastida), ma che si poteva ottenere la pace firmata nel marzo 1997! Non è 20 mesi fa? Questo non è prima dei crimini di Acteal, di Chavajeval e di Unión Progreso? Non è prima di questa triste pagliacciata chiamata "Fobaproa"? Non è prima della visita del signor Annan e della crescente preoccupazione della comunità internazionale per "quei quattro municipi" con cui l'ineffabile Segreteria di Governo definisce la ribellione zapatista? Non è prima dell'inesorabile cedimento del fragile castello macroeconomico nel quale si è rinchiuso il signor Zedillo? Non è prima di questo anno 2000 travestito da 1998?
Ma voi sapete bene, perché testimoni ed attori privilegiati, tutto è andato a pezzi in pochi giorni. Colpa dei "pettegolezzi" di cui era o è affetto l'allora ex segretario di governo? No, ora lo sappiamo. Il responsabile del fatto che la pace con giustizia e dignità non arrivò in terra indios è colui che risiede a Los Pinos. Con un timore grande solo quanto la sua imperizia, di una questione nazionale egli ne ha fatto una questione personale. Ma i problemi dello Stato non si possono risolvere come questioni personali ed egli ha fatto sì che prevalessero il suo rancore e le sue fobie e ha dato semaforo verde a quelli che volevano e vogliono rispondere con la distruzione alla richiesta di giustizia, quelli che contrappongono la morte alla dignità, quelli che oppongono la menzogna alla verità e la guerra alla pace. No, egli ha potuto ma non ha voluto.
Ritrattando la sua accettazione della proposta di riforma costituzionale elaborata dalla Cocopa, il signor Zedillo non solo ritrattava la sua parola impegnata con la firma degli accordi di San Andrés in materia di diritti e cultura indigena, ma mandava a pezzi la fiducia e la credibilità della sua amministrazione. Egli ha infranto la speranza di una pace sicura e rapida trascinando nella sua caduta la Commissione di Concordia e Pacificazione. Con questo non solo svanì l'opportunità di una pace rapida, ma si distrusse tutto il lavoro che, per conquistare fiducia e credibilità, avevano realizzato i parlamentari. Come poteva concretizzarsi qualsiasi proposta di collaborazione della Cocopa se veniva sistematicamente sabotata? Che fiducia potevamo avere noi se nemmeno quelli che fanno le leggi di questo Paese vengono ascoltati? Che cosa potevamo aspettarci se la risposta agli sforzi di pace del Congresso era la derisione e l'inganno?
Allora confidavamo e credevamo che, nel governo, la volontà di pace fosse vera e l'interesse in una soluzione rapida fosse grande. Ma ci sbagliavamo. Ora sappiamo che nell'Esercito Federale non c'è volontà di pace e l'unico interesse è quello di un golpe militare rapido e "sicuro".
Il problema ora è come fare per ricostruire il cammino della pace, nonostante la bellicosità dell'Esecutivo. Ed anche come farà la Cocopa a recuperare la fiducia, la credibilità e l'efficacia che aveva ottenuto fino al momento in cui fu colpita dal "NO" di Zedillo.
Forse l'errore è stato supporre che la Cocopa potesse essere un ponte fra l'EZLN ed il governo e che, grazie a questo ponte, si potesse arrivare ad accordi e rispettarli. Ora sappiamo che non era NÈ È possibile, sappiamo che la Cocopa (né nessuno che voglia la pace) poteva o può essere un ponte verso il governo. Non poteva né può per la semplice ragione che nell'Esecutivo non vogliono i ponti di pace che gli possono offrire la Cocopa o la Conai, ma vogliono invece gli abissi della guerra che gli offrono i loro consiglieri.
Ma se da parte dell'Esecutivo Federale non si vuole la pace, vorremmo pensare che ci siano altri ed altre che la desiderano ed è verso di loro che si dovranno tendere i ponti.
Ora stiamo facendo un nuovo sforzo e ci stiamo appellando un'altra volta a chi è stato fondamentale in questo processo, a quegli uomini, donne, bambini ed anziani che si fanno volontà ed azione collettiva sotto il nome di "società civile". A questi aggiungiamo ora l'appello al Congresso dell'Unione, perché contribuisca alla pace e si unisca allo sforzo per fermare la guerra di sterminio che l'Esecutivo Federale perpetra nel sud-est indigeno messicano.
Infine, come dicevo al principio, stiamo tentando di riprendere il ponte con la commissione legislativa e riprenderlo proprio dove si è interrotto. Per questo, questa lettera e questo breve riassunto della storia e dei punti ancora in sospeso; per questo, questo breve tracciato di quello che può essere un cammino di pace o una nuova frustrazione. Ora, come prima, ci aspettano tempi difficili. Il turpe calcolo del governo sul processo elettorale del 1997 ha compromesso il processo di pace e lo sforzo conciliatore della Cocopa. Le complicazioni nello scenario politico oggi si ripetono ed aumentano.
Signore e signori, parlamentari federali che compongono la Commissione di Concordia e Pacificazione:
A nome dei bambini, anziani, uomini e donne zapatisti ed in rappresentanza del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno - Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, comunico che con questa missiva, ricominciamo i contatti pubblici tra l'EZLN e la Commissione di Concordia e Pacificazione. È tutto.
Dalle montagne del sud-est messicano
A nome del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
Subcomandante Insurgente Marcos
Messico, ottobre 1998
ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
Messico, 12 ottobre 1998
Alla società civile nazionale ed ai presenti alla riunione di lavoro per la preparazione dell'incontro tra l'EZLN ed i firmatari, i firmati e quelli che non sono firmatari né firmati, ma che vogliono incontrarsi. (Per le sigle: AALRDTPTPDEEEEYLFLFYLQNSFNFPQE uffa!)
Fratelli e sorelle:
Saluti, reverenze, strette di mano, abbracci, rispettosi inchini. Da queste parti, alla simulazione degli aiuti ai colpiti dalle piogge si è sommata la grottesca farsa di alcune elezioni locali che, nonostante dispense e minacce, non sono riuscite a convocare nemmeno la quarta parte dei possibili elettori. Così, rammendando sipari e consunte scenografie, i governi federale e statale puntano non già a che si creda alle loro menzogne, ma a che queste non producano scandalo e indignazione. Puntano sulla stanchezza e che la pirotecnica di una successione presidenziale anticipata distragga voi e noi dalle dimenticanze, dalle dilazioni, dai trionfi giuridici dell'usura (ah, lo stato di diritto! Così lontano dalla giustizia e così vicino al crimine!), dalle arbitrarietà e dalle catastrofi naturali e neoliberali. Ma noi non ci stanchiamo né ci distraiamo, né ci dimentichiamo, né dilazioniamo. Aspettiamo e ci prepariamo.
E, parlando di preparativi, qualche giorno fa ci è arrivato un documento con le principali proposte ed idee scaturite nella vs. riunione del giorno... il giorno... non so quale giorno, ma giorni fa sappiamo che vi siete riuniti. Vi inviamo qui una risposta su luogo e data dell'incontro. Mentre ci incontriamo, continueremo ad usare queste lettere che qualcuno chiama "comunicati" e che altro non sono che ponti per salvare distanze e differenze ed è così che a noi va.
E le cose non sono tanto facili. Per esempio, lei qui ora ha questi fogli di carta colorata (o questa videata di Internet con le lucine, perché non dobbiamo dimenticare che ci troviamo nell'era delle superautostrade informatiche). Lei legge queste lettere e, con un po' di fortuna, riesce a capire cosa dicono. E a lei sembra facile, lì ci sono le lettere, sistemate in una forma che può o no piacerle, ma comprensibili e, in ogni caso, il lavoro è suo, perché deve fare in modo che le lettere si raggruppino e producano ciò che alcuni chiamano parole, e riuscire a dar loro senso compiuto. Ma non creda, convocare tutte queste lettere è stato difficilissimo, riuscire a mantenerle quiete ha richiesto frustini a sette code, minacce di ogni tipo, suppliche, preghiere e promesse. Dopodiché è arrivato l'incubo, tentare una volta dopo l'altra di comporre il rompicapo in modo che assomigli, almeno un poco, a quell'altro rompicapo che abbiamo in testa. Allora, e solo allora, viene in nostro soccorso la scienza e lo sviluppo tecnologico ed optiamo quindi per l'efficientissimo ed efficace meccanismo che consiste nel fare una barchetta di carta, colorarle una bandierina con un teschio feroce sostenuto da due tibie incrociate, metterle in alto un pupazzetto di gomma che mi regalò il mare e che non sapeva (il pupazzetto) che il suo futuro sarebbe stato quello di essere un marinaio di una così fragile imbarcazione.
E quindi si deve aspettare la pioggia, che di questi tempi non ha scrupoli né attenzioni, ed arriva un ruscelletto con rametti e fango e poi si pulisce il ruscelletto e si mette la barchetta di carta verso Occidente e montagna a valle, ed ore dopo (mi creda che non sbaglia) la barchetta di carta appare disfatta nel mezzo del suo giornale o sullo schermo del suo computer ed in alto si legge "Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale" ed un poco più sotto dice: "Alla società civile e a ecc..." e lei sa che queste lettere sono indirizzate a lei e comincia a leggere e fa tutti gli sforzi per comporre il rompicapo e noi qui tristi non per la composizione del rompicapo, ma perché la barchetta di carta si è disfatta ed è un peccato, vedesse lei che bello, con che gagliardia evitava i piccoli tronchi, le pietruzze i rospi non tanto "piccoli" e quindi curiamo la tristezza facendo altre barchette di carta e il Pedrito dice che sono meglio i cavalli ed io che sono meglio i cavallucci marini e subito ho una flotta completa di tutto, anche di portaerei, e il Pedrito testardo con i cavalli, e nel mentre la pioggia riporta alla realtà la mia stupenda flotta, cioè nel fango, e per questo le scrivo, perché la speranza è anche una barchetta di carta, un no che si trasforma in si. E quindi mi ricordo che l'altro giorno leggevo Benedetti, che è un uomo che guarda il cielo, ed egli vedeva una stella cadente ed esprimeva molti desideri che sono un solo desiderio. Chiedeva per esempio, che i giusti "impugnino tutti i loro no per costruire la grande affermazione" e so che Benedetti dice di essere uruguayano, ma non gli creda, lo dice solo per inquietare "dictaduras dictablandas" e per infastidire quelle dogane e frontiere con le quali quelli di sopra frammentano il sogno di quelli di sotto e quelli di sotto, di regola, sognano dei no e di questo si tratta, dico io. Se ci incontriamo e uniamo tutti i no che, come i giusti, sono l'immensa maggioranza in questo Paese, forse potremo tentare di comporre il rompicapo del domani ed incontrarci con tanti no ben sistemati, cioè, con giustizia e dignità, per dare un sì che non è tanti sì, ma vale tanto quanto tutti i no che lo hanno generato. Ed allora mi ricordo che il vecchio Antonio diceva che dialogare è come comporre un rompicapo ma forse non lo disse il Vecchio Antonio, ma deve averlo detto o per lo meno per questo ci sono questi ponti che sono barchette di carta che si disfano, affinché noi diciamo molti no e voi diciate molti no e probabilmente voi e noi sospettiamo che i vostri ed i nostri no siano uguali, dico io, no?
Così là ci "guarderemo" (che viene dal verbo "mirolear" azione del guardarsi congiuntamente in mutua reciprocità). Porti i suoi no un po' ordinati (perché non si tratta di "noneare"- azione di distribuire no- a destra e a manca), noi porteremo i nostri su barchette di carta, così se non verrà nessuno ad incontrarci potremo metterle nei ruscelletti che, sicuramente, non mancheranno.
Bene. Saluti e che gli sguardi e le parole uniscano i domani.
Dalle montagne del sud-est messicano
Subcomandante Insurgente Marcos
Ottobre 1998
Per Roberto Albores Guillén e la Procura di Giustizia dello Stato del Chiapas
Poi mi occuperò di voi. Nel frattempo vi mando questo per intrattenervi un poco. Non precipitatevi e lasciate qualcosa per quando vi toccherà essere ospiti delle carceri che promettete.
Dalle montagne del sud-est messicano
Subcomandante Insurgente Marcos
Messico, ottobre 1998
P.S.: Là ve lo dividerete ("Bobby", lascia qualcosa per gli altri). E scusate per l'osso, ma è che non ci sono avanzate crocchette.
( tradotti dal Comitato Chiapas "Capitana Maribel" - Bergamo e dal Consolato Ribelle del Messico-Brescia)