Comunicato della comunità di San Andrés Sakamch'en (ex Larraínzar)

12 giugno 1998

 

All'opinione pubblica

Alla stampa nazionale ed internazionale

Agli organismi dei Diritti Umani

Alle organizzazioni non governative nazionali ed internazionali

Alla società civile nazionale ed internazionale

Al Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas

 

Come rappresentanti delle comunità del Municipio di San Andrés Sakamch'en, denunciamo all'opinione pubblica le vessazioni militari e le minacce di guerra e di distruzione da parte del governo del Chiapas di Roberto Albores Guillén e del presidente Ernesto Zedillo Ponce de León, che offrono solo guerra e morte ai popoli indigeni invece di dare soluzione alle loro giuste richieste; per questo, per ordine di questi signori del governo, giorno e notte ci sono incursioni e pattugliamenti militari in diverse comunità, giorno e notte ci sono voli radenti di aerei militari e della Procura Generale della Repubblica (P.G.R.) sulle nostre comunità di tutto il Municipio, come succede anche in tutti i Municipi di Los Altos del Chiapas.

Elementi dell'Esercito messicano che si trovano nell'accampamento stanziato nella comunità di Jolnachoj, Municipio di San Andrés, giorno e notte fanni incursioni in diverse comunità: come la comunità di Yolté, Patentic, Oventic, Camteal-uc'um, ecc., con l'obiettivo di intimidire e minacciare gli abitanti, ma anche per studiare come poter riuscire ad attaccare le basi di appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale -EZLN-; questi elementi dell'Esercito federale si muovono guidati da guardias blancas che conoscono i sentieri e le comunità.

Per queste minacce di guerra del governo, le donne, i bambini, gli uomini e gli anziani delle diverse comunità non possono muoversi e lavorare liberamente, perché sulle strade, sui sentieri e sulle montagne ci sono i soldati federali ed anche gruppi paramilitari con divise nere o vestiti da civili che si muovono con i soldati e che di giorno e di notte minacciano le comunità di entrare per attaccare persone innocenti o per provocare scontri con le basi di appoggio zapatiste.

L'Esercito Federale, la Polizia di Sicurezza Pubblica, i gruppi paramilitari ed i caciques priisti aspettano solo ansiosamente l'ordine dei loro massimi capi (Ernesto Zedillo Ponce de León e Albores Guillén) per entrare ad attaccare ed assassinare le basi di appoggio dell'EZLN e colpire le autorità dei Municipi Autonomi, eletti democraticamente dalla maggioranza del popolo.

Il governo statale e quello federale, hanno sempre cercato solo di provocare, tentando, organizzando ed ordinando la violenza, la guerra sporca, la distruzione dei popoli indigeni, la persecuzione, l'arresto e l'assassinio dei dirigenti contadini e di tutte le persone che lottano per difendere i propri diritti e la propria dignità.

Il governo ha usato sempre la sua Polizia di Sicurezza Pubblica, soldati e gruppi paramilitari, i poliziotti giudiziari, presidenti municipali priisti e caciques indigeni per massacrare le comunità, per assassinare, torturare, perseguitare e sgomberare centinaia di bambini, donne, giovani ed anziani indigeni in modo violento e sanguinoso, come è successo ad Acteal, a San Juan de la Libertad, a Ricardo Flores Magón, a Tierra y Libertad, a Nicolás Ruiz ed in altri Municipi dello Stato, dove hanno perso la vita decine di compagni indigeni a causa di queste violente e criminali azioni del governo statale e federale.

Il governo mette con la forza la sua Polizia di Sicurezza Pubblica, i soldati ed i gruppi paramilitari nelle nostre comunità per provocare la violenza e lo scontro, mentre noi, basi d'appoggio zapatiste stiamo lavorando solo per sfamarci tutti i giorni e così sopravvivere in mezzo a tanta povertà e miseria; ma il governo ci perseguita e ci attacca con le sue forze repressive con le sue migliori armi: cannoni, bombe, elicotteri ed aerei da guerra.

La Polizia di Sicurezza Pubblica ed i gruppi paramilitari attaccano ed assassinano i loro stessi compagni e dopo accusano gli zapatisti dell'attacco. Anche questo fa parte della strategia di guerra del governo e viene usato per giustificare la sua offensiva militare contro l'EZLN e le sue basi d'appoggio ed anche per militarizzare completamente le nostre comunità ed il governo sa che così rende possibile lo scontro con gli zapatisti.

I soldati federali e la Polizia di Sicurezza Pubblica entrano nelle comunità per colpire, torturare, violentare le donne, distruggere le umili case, per rubare e distruggere i pochi beni dei popoli indigeni.

E' dalla parte del governo che ci sono la provocazione, la violenza e la guerra; è dalla parte del governo che ci sono la morte e la distruzione dei popoli indigeni; è dalla parte del governo che ci sono la menzogna ed il doppio gioco, perché quando di più parla di pace e di dialogo è quando più assassina, tortura, perseguita, incarcera centinaia di compagni e compagne e prepara ancor più la guerra dell'annientamento contro i popoli indigeni zapatisti e contro quelli che appoggiano questa giusta causa del popolo.

Tuttavia, noi, comunità indigene zapatiste, continueremo a lottare per raggiungere una pace vera, una pace con giustizia e dignità, un'autentica democrazia, la libertà e la giustizia, una soluzione reale alle giuste richieste di tutti i popoli indigeni e di tutti i poveri del Messico, però no le briciole che il governo suddivide tra i popoli indigeni, no le promesse né le menzogne, no le persecuzioni, gli arresti e la morte che ci ha sempre offerto il mal governo.

Che il governo parli con verità, che dica una volta per tutte se vuole ucciderci tutti, perché allora quando lui si lanci, noi indigeni zapatisti sapremo morire con coscienza e dignità. Ci potrà uccidere in 100, 1.000, 2mila, ma il governo federale e quello statale devono sapere che non potranno mai uccidere o distruggere la nostra coscienza e la nostra ragione come popolo. I proiettili, le bombe, i cannoni e gli aerei del governo non potranno fermare la nostra giusta lotta. Quanto più il governo attacca, ancor più si alza la nostra coscienza e il nostro coraggio come popolo; la nostra lotta è grande ed è giusta. Se il governo vuole farla finita con questa lotta dei popoli, allora dovrà uccidere molte migliaia di bambini, donne, giovani ed anziani dei popoli indigeni, e non indigeni, poveri di tutto il Messico.

Noi, comunità indigene di San Andrés, non rimarremo con le braccia conserte ad aspettare che ci ammazzino, noi abbiamo la dignità che il governo ed i suoi corpi repressivi non hanno...

Noi non ci arrenderemo, lotteremo sempre per difendere i nostri diritti e la nostra dignità.

Noi, comunità basi d'appoggio zapatiste, invitiamo la società civile nazionale ed internazionale perché fermino la guerra sporca e genocida che i governi federale e statale hanno lanciato contro i popoli indigeni del Chiapas.

Invitiamo gli organismi dei Diritti Umani, il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, ad indagare sul luogo in cui si trovano i nostri compagni e le nostre compagne arrestati il 10 giugno scorso, nelle comunità di Unión Progreso, Chavajeval e nel capoluogo Municipale di El Bosque, dagli elementi della Polizia di Sicurezza Pubblica e dai soldati federali.

Invitiamo anche gli uomini e le donne priiste che hanno ancora coscienza e dignità indigena, perché non continuino più a lasciarsi trascinare dalla strategia del governo, perché sono usati come carne da cannone, sono usati per provocare scontri contro i loro fratelli indigeni ed il governo se ne lava le mani facendo credere all'opinione pubblica che il problema è tra le comunità indigene. Chiediamo loro che, come fratelli indigeni, non vendano la loro dignità per delle briciole o per qualche moneta, perché questo serve solo ai ricchi ed ai potenti, ma non beneficia per niente i popoli indigeni. Il governo ci vuole solo poveri e fottuti...

 

Attentamente

Rappresentanti delle comunità del Municipio di San Andrés Sakamch'en,

Chiapas, Messico.

 

ENLACE CIVIL A.C. e-mail: enlacecivil@laneta.apc.org

http://www.enlacecivil.org.mx http://laneta.apc.org/enlacecivil


(tradotto dall'Associazione Ya Basta! per la dignità dei popoli contro il neoliberismo - Lombardia)



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