La Jornada 12 maggio 1998
Hanno visto in Chiapas "paura, miseria e abusi"

David Aponte ¤ Il segretario di Governo, Francisco Labastida Ochoa, ha assicurato ai parlamentari canadesi che il governo federale non realizzerà nessun smantellamento di municipi autonomi, a meno che ci siano violazioni dei Diritti umani in quei villaggi, questo ha riferito ieri Jacques Saada, capo della delegazione del Parlamento di Canada in visita in Chiapas.
Senza dubbio, il funzionario messicano ha messo in chiaro che, in caso di nuove formazioni di municipi di questo tipo, le autorità "si considerano autorizzate a cambiare idea".

Saata ha detto che i parlamentari canadesi hanno osservato "paura, miseria e violazioni ai Diritti umani" nel loro percorso di quattro giorni per lo stato del Chiapas.
"Siamo stati testimoni di un enorme senso di paura. Abbiamo visto gente preoccupata per la vita, per il futuro, per la povertà... Abbiamo visto una povertà oltre a qualsiasi descrizione. Abbiamo visto paura negli occhi dei sopravvissuti di Acteal".
Nessuna persona può accettare la "miseria abietta" in cui vivono le comunità indigene e le violazioni ai loro diritti umani. "La paura e l'incertezza sono il pane di ogni giorno". Questo è quello che andiamo a dire in Canada, ha affermato.

Dopo il suo viaggio in Chiapas e diversi incontri con funzionari del governo federale e della regione, intellettuali e rappresentanti di organizzazioni non governative, i parlamentari Saada, Daniel Turp, David Iftody, Diane Jacques e Dick Proctor hanno fatto conoscere in una conferenza stampa un primo bilancio sulla loro osservazione e sulle prospettive del conflitto chiapaneco.
I parlamentari hanno ricevuto testimonianze dalle comunità indigene che rifiutano la presenza dell'Esercito Messicano. Però anche il punto di vista del governo: i militari sono necessari per mantenere la sicurezza della popolazione, ha detto Saada.
Il viaggio ha permesso loro di capire la sfiducia di entrambe le parti verso i negoziati di pace. Questa situazione ha impantanato le conversazioni.

"Nonostante, noi crediamo che il governo e la società civile potrebbero giocare un ruolo importante per la ripresa dei dialoghi", ha detto il parlamentare.
Il canadese ha raccontato che sono stati testimoni del problema dei profughi, che erano già andati via dalle loro comunità d'origine prima dell'insurrezione armata degli zapatisti.
Come risultato delle loro riunioni con il segretario Labastida e con il coordinatore dei negoziati di pace, Emilio Rabasa, i canadesi hanno ricevuto la promessa che il conflitto non avrà una soluzione per la via della violenza.

Il titolare dell'ufficio incaricato della politica interna del paese ha fatto anche la promessa che le autorità federali non porteranno avanti lo smantellamento dei municipi autonomi, creati dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, a meno che vi si riscontrino violazioni ai Diritti umani degli abitanti, secondo la versione del parlamentare canadese.

Dick Proctor ha detto che, in effetti, il governo del Messico s'è assunto l'impegno di non utilizzare la forza per la soluzione dei problemi del Chiapas. "Questo è rasserenante, però quando vedo un giovane soldato che sta puntando il suo fucile verso la nostra auto, come quando siamo usciti da Chenalhó, è un po' inquietante e mi posso immaginare come si sentano tutti i giorni le persone degli accampamenti", ha aggiunto.

Di fronte a questa situazione, il governo del Canada potrebbe intraprendere azioni più "dure", o addirittura sanzioni, nel caso che le autorità messicane non mettano in atto misure orientate a risolvere il conflitto del Chiapas in maniera integrale, ha ribadito.

I parlamentari canadesi hanno ricevuto l'invito di Rabasa per formare una delegazione di osservatori per le prossime elezioni di luglio nello stato del Chiapas. I parlamentari hanno ributtato la palla: hanno chiesto che il negoziatore messicano viaggi ad Ottawa per spiegare alla Commissione Relazioni Estere del Parlamento canadese la situazione nel sudest del Messico.

I canadesi avrebbero progetti economici orientati a far sì che il Chiapas esca della miseria, origine del problema.

Nella conferenza stampa, avvenuta nella residenza dell'ambasciata del Canada, i giornalisti hanno chiesto se la delegazione avesse fatto qualche raccomandazione alle autorità messicane per cercare di risolvere il problema in Chiapas.
Saata ha detto che non hanno chiesto niente di specifico, però sì hanno espresso la loro preoccupazione, dato che la mancanza di dialogo potrebbe condurre a scontri o a situazioni come quella di Acteal. "E noi crediamo che qualsiasi altro massacro possa essere neutralizzato".
 
 

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
 
 
 
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