La Jornada 12 maggio 1998
Luis Hernández Navarro
L'offensiva di polizia e militare governativa contro i municipi
autonomi zapatisti non ha possibilità di successo per la
stessa ragione che fallì, nonostante non aver commesso
errori tattici, l'offensiva di Napoleone contro Mosca: il centro
di gravità della difesa si trova da un'altra parte. Nel
caso degli zapatisti si ubica nelle comunità ribelli e
nell'opinione pubblica, allo stesso modo che in Russia si trovava
non nella capitale ma all'interno del paese.
La superiorità militare governativa è evidente.
Però la forza del più forte non è direttamente
proporzionale alla debolezza del più debole. Ha il potere
per distruggere le piccole capanne in cui si riuniscono le autorità
municipali zapatiste, o per arrestare alcuni dei loro dirigenti,
però non può smantellare così la ribellione,
perché questa nasce e si riproduce su un altro terreno:
quello dei villaggi e delle famiglie numerose che li compongono;
e, perché al farlo deve pagare un enorme costo in termini
di legittimità di fronte all'opinione pubblica.
La rimunicipalizzazione è una antica richiesta insoddisfatta che i popoli di varie regioni del Chiapas avevano già fatto prima dell'insurrezione del 1994. Solo gli abitanti di San Juan Cancuc hanno ricevuto una soluzione soddisfacente alla loro richiesta. La lontananza geografica e la mancanza di comunicazioni di centinaia di comunità con il capoluogo dei municipi ufficialmente riconosciuti, il fatto che le autorità fossero, con frequenza, parte o rappresentanti dei gruppi al potere, l'uso discrezionale delle risorse e la loro distribuzione non equa, e la mancanza di corrispondenza tra i limiti territoriali dei municipi e l'habitat dei loro abitanti, hanno alimentato per decenni le aspirazioni ad una rimunicipalizzazione.
Facilitando la costituzione dei municipi autonomi, lo zapatismo
non ha fatto che rendere reale, per la via dei fatti, una vecchia
esigenza non risolta dei villaggi: poter contare con autorità
locali rappresentative. L'EZLN non si è inventato la rimunicipalizzazione;
semplicemente e in modo chiaro l'ha resa possibile.
Ciò spiega come nella nomina e nel riconoscimento delle
autorità dei municipi autonomi partecipino non solo le
comunità zapatiste, ma anche molte altre raggruppate in
organizzazioni come la ARIC-Indipendente o Xi'Nich, che non condividono
la via armata, e come comunità priiste in mezzo alla sua
zona d'influenza le rispettino e, addirittura, si rechino lì
per dirimere alcuni tipi di controversie.
I municipi autonomi sono, per la logica della ribellione comunitaria, una manifestazione diretta della loro sovranità, riconosciuta dall'articolo 39 costituzionale, oltre che espressione (però non centro di gravità) della resistenza civile in marcia. E sono, per paradosso, una via per smilitarizzare il conflitto, proponendo come fanno che siano eletti sempre rappresentanti civili e non quadri militari all'esercizio dell'autorità.
Attraverso loro l'EZLN ha risposto politicamente all'impasse del
processo di dialogo.
L'ossessione governativa contro i municipi autonomi non è
nuova. Già tempo fa nella demonologia ufficiale occupano
un posto speciale. Le dichiarazioni del signor Rabasa in cui afferma
che questi sono il maggior pericolo ed il più importante
attentato alla democrazia del paese, o l'arroganza del piccolo
führer, Roberto Albores Guillén, quando avverte che
"si applicherà la legge senza addolcirla" sono
i nuovi racconti aggiunti al rosario ufficiale contro gli indios
ribelli. Il massacro di Acteal fu eseguito come parte della lotta
contro il municipio autonomo di Polhó.
Dato che la nuova strategia governativa non ha come obiettivo
raggiungere la pace, ma recuperare l'iniziativa politico-militare,
adesso ha deciso di colpire i municipi autonomi. Si sbaglia, senza
dubbio, a partita doppia: primo, perché dimentica che
è il difensore che detta le sue leggi alla guerra. L'iniziativa
nel tempo è di chi calcola quando rispondere. Secondo,
perché il centro di gravità della difesa non sta
lì, ma da un'altra parte: nelle menti e nei cuori dei
ribelli.
Quando il governo intraprende operazioni di polizia e militari
per "smantellare" i municipi autonomi non attacca solo
l'EZLN ma un'ampia coalizione di forze comunitarie che innalzano
le loro rivendicazioni storiche. La ragione strategica è
contro l'attaccante.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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