DEPORTATI I 12 STRANIERI

RIMANGONO ARRESTATI I 9 MESSICANI

Jesús Ramírez Cuevas/Reuters

San Cristóbal de las Casas, Chiapas. Le autorità migratorie messicane hanno deciso di espellere dal paese 12 stranieri che stavano realizzando un lavoro d'osservazione, con l'accusa di "intervenire negli assunti politici interni" a 12 osservatori internazionali che sono stati arrestati ieri nel municipio di Ocosingo, ha dichiarato Pablo Romo, direttore del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas.

Questa mattina, con un forte dispositivo di sicurezza, i 12 osservatori sono stati trascinati a forza da poliziotti statali dagli uffici dell'Istituto Nazionale di Immigrazione (INM), e sono stati fatti salire su di un autobus per essere trasferiti all'aeroporto di Tuxtla Gutiérrez e di lì a Città del Messico, da dove saranno deportati ai loro paesi d'origine.

Sono state scene drammatiche, gli osservatori si opponevano all'espulsione, per cui poliziotti li hanno trascinati a forza sull'autobus.

Mentre erano trascinati dai poliziotti, alcuni osservatori gridavano: "siamo innocenti, non ci sono prove, questo è illegale". La spagnola Ana López, stretta da due poliziotti, protestava: "Stanno violando nostri diritti, questo è un arbitrio. Non ci hanno permesso di parlare con un avvocato, il governo messicano sta calpestando le leggi internazionali".

Questo gruppo di osservatori composto da 3 spagnoli, 2 belgi, 3 canadesi e 4 nordamericani ieri si trovava in Taniperlas, municipio di Ocosingo - 200 chilometri a est di S.Cristobal - quando circa 700 soldati federali e poliziotti statali fecero irruzione per arrestare simpatizzanti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) che avevano proclamato un nuovo municipio ribelle.

Il padre Romo e l'avvocato Miguel Angel De los Santos, hanno denunciato che i funzionari dell'Istituto Nazionale di Immigrazione (INM) "hanno violato i diritti umani degli stranieri trattenendoli in isolamento e sottoponendoli ad interrogatori senza diritto alla difesa". "Solleciteremo l'intervento delle rispettive ambasciate perché li difendano, dato che potrebbero essere deportati illegalmente", ha aggiunto De los Santos.

Pablo Romo, che ha assistito ai primi interrogatori in Immigrazione, ha dichiarato a Reuters, che "il direttore del INM stava facendo pressione sugli stranieri perché accettassero le accuse". "La maggioranza degli osservatori sono stati arrestati dai militari e una donna è stata colpita durante l'arresto " denunciò il padre domenicano direttore del Centro di Diritti Umani, che dipende dalla Diocesi di San Cristóbal.

"È una pena essere testimoni di come le autorità violino i diritti umani degli stranieri" ha detto Miguel Angel De los Santos, che ha difeso altri casi simili. Intervistato da Reuters ha affermato: "non avalleremo questa violazione delle leggi internazionali da parte del governo del Messico".

Gonzalo Ituarte, Vicario della Diocesi di San Cristóbal, ha dichiarato in conferenza di stampa, che la Chiesa con a capo Samuel Ruíz, "esprime la sua preoccupazione por la forza sproporzionata dispiegata nell'operazione, mentre i gruppi paramilitari continuano nell'impunità, addirittura le armi utilizzate nel massacro di Acteal non sono state ancora trovate dalle autorità".

Il padre domenicano ha segnalato la sua "preoccupazione per la situazione degli arrestati, specialmente per gli osservatori internazionali che condividono il suo interesse per il rispetto dei diritti universali". "Gli osservatori sono praticamente isolati e sequestrati dall'INM" ha insistito.

Ituarte ha anche criticato "gli attacchi della Segreteria di Governo e le accuse che pretendono coinvolgerci nella presunta organizzazione di un esodo di indigeni zapatisti in Guatemala". "C'è una campagna contro la Diocesi di San Cristóbal, il Centro di Diritti Umani e le Ong che lavorano nella regione" ha detto Fray Gonzalo aggiungendo che "c'è un'intensificazione della campagna di discredito contro la Diocesi, le organizzazioni non governative e la Commissione di Intermediazione capeggiata dal vescovo Samuel Ruíz".

Il Sottoprocuratore alla Giustizia dello stato, Miguel Angel Yáñez, ha confermato che i 7 indigeni, basi di appoggio dell'EZLN, arrestati nella stessa operazione condotta nella comunità di Taniperlas, restano agli arresti, con i due osservatori messicani, nella celle della PGJE di questa città.

Il funzionario giudiziario ha detto che gli zapatisti arrestati sono "accusati di furto, danni a proprietà altrui, usurpazione di funzioni e associazione delittuosa". Nelle prossime ore si determinerà la loro posizione giuridica.

"Noi osservatori eravamo lì come testimoni che non si violassero i diritti degli indigeni, eravamo lì su richiesta della comunità per le costanti minacce che subiscono da parte dei militari distaccati nella zona." ha detto Luis Menéndez uno degli osservatori messicani arrestati.

"Alle 4 di notte sono arrivati centinaia di soldati e poliziotti statali, tutti bene armati, hanno cominciato a far uscire la gente dalle case, hanno perquisito e arrestato senza mandati, quando abbiamo fatto notare loro che stavano violando i diritti umani, ci hanno arrestati ", ha raccontato alla Reuters, Luis Menéndez, componente del Centro di Diritti Umani Fray Lorenzo de la Nada.

L'altro osservatore arrestato, Sergio Valdéz Ruvalcaba, è un professore universitario di 58 anni che è stato arrestato senza ragione alcuna, "solo perché osservavo quello che facevano i soldati, si vede che ciò li ha infastiditi. Mi hanno sequestrato le credenziali da osservatore, volevano che dicessimo che appoggiavamo le autorità zapatiste e la lotta armata".

Tomás Sanchez Gómez, uno dei 7 indigeni detenuti ha detto alla Reuters che "quando sono arrivati i militari, erano guidati dai priisti della zona e avevano liste di case e persone. Sono entrati con violenza in casa mia e mi hanno portato via. Hanno spaventato i nostri figli e le nostre donne. A me il comandante che mi ha arrestato ha rubato mille pesos."

Intervistato nelle celle della PGJE, Tomás Sánchez aggiunge: "Il nostro unico delitto è quello di esserci organizzati per difendere i nostri diritti. Anziché risolvere i problemi del Chiapas pacificamente, il governo sta preparando la guerra".

Il governatore dello stato, Roberto Albores e il governo federale, hanno ordinato la cattura degli indigeni zapatisti che il 10 di aprile avevano reso pubblica la creazione del municipio autonomo di "Ricardo Flores Magón", composto da 106 comunità indigene che simpatizzano con i ribelli dell'EZLN.

Attualmente in Chiapas esistono circa 40 municipi - sui 111 municipi costituzionali- che si sono proclamati "autonomi e ribelli". Il governo messicano li ha presi di mira per giungere ad una pacificazione "unilaterale" nello stato.

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(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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