José Gil Olmos e Claudia Herrera ¤ Al suo ritorno
da una riunione con il presidente Ernesto Zedillo, il segretario
di Governo, Francisco Labastida, ha riferito la decisione dell'Esecutivo
federale di spedire al Congresso dell'Unione la sua iniziativa
di Legge sui Diritti e Cultura Indigeni. Per questo, ha spiegato,
si integreranno le ``posizioni dei partiti politici, la proposta
elaborata dalla Cocopa e le quattro osservazioni governative fatte
a quest'ultima.
Dopo l'intervista di varie ore che ha sostenuto a Los Pinos, a
alla quale hanno assistito anche il coordinatore per il dialogo
in Chiapas, Emilio Rabasa, e il coordinatore dei consiglieri,
Adolfo Orive, Labastida a fatto conoscere la decisione ufficiale
di non dare più tempo né ``concessioni all'EZLN
per presentare il progetto di riforme costituzionali, "perché
è semplicemente come camminare verso il vuoto".
Il funzionario ha negato che si pensi ad una soluzione militare
al conflitto chiapaneco; senza dubbio, ha insistito che "concessioni
unilaterali all'Esercito Zapatista servono solo perché
il dialogo non si realizzi".
Da parte sua, il coordinatore per il dialogo, Emilio Rabasa, ha
negato che la parte governativa abbia ricevuto un'iniziativa di
legge del PRI in materia di diritti e cultura indigeni; addirittura
ha segnalato che l'Esecutivo ancora non ha la sua.
Intervistato nell'Istituto Tecnologico di Monterrey (ITAM) dove
ha dato una conferenza dopo della riunione con Zedillo, Rabasa
Gamboa ha sostenuto che il governo federale è disposto
a rispettare le condizioni che ha chiesto la Cocopa per sostenere
un dialogo urgente con l'EZLN.
A sua volta, intervistato al suo arrivo dalla residenza presidenziale,
Labastida Ochoa ha segnalato che venendo a sapere che i componenti
della Cocopa non avevano raggiunto il consenso per dare risposta
all'invito di elaborare in modo congiunto l'iniziativa dei diritti
indigeni, il governo federale aveva preso la decisione di "accelerare"
e "intensificare" le conversazioni con i partiti e dare
una forma definitiva al testo costituzionale con i loro "commentari
e inquietudini".
Secondo il funzionario, in questo progetto di legge si incorporerebbero
le posizioni dei partiti politici con i quali si è rapportato
-PAN e PRI- e il contenuto degli accordi di San Andrès.
Labastida non ha messo a conoscenza con quali dirigenti di partito
si è riunito perché, ha detto, questa decisione
spetta a loro. Però ha assicurato si è incontrato
con vari --`"per non dire con tutti"-- ha sostenuto
conversazioni pubbliche e confidenziali.
Le leggi non si fanno in la selva...
Neppure parlò di arrivare a consensi con i partiti, ma
di `"armonizzare" le loro proposte e progetti presentati.
Extraofficialmente si è saputo che solo priisti e panisti
hanno presentato al segretario di Governo i loro progetti di legge
sui diritti indigeni.
Interrogato sulla probabilità che l'iniziativa dell'Esecutivo
federale avvenga senza il riconoscimento della Cocopa né
dell'Esercito Zapatista, Labastida ha detto: ``Che io sappia,
l'EZLN non è parlamentare né le leggi si fanno nella
selva. Allora, quello che faremo fare è ascoltare i punti
di vista dei partiti e con questi interagiremo, integreremo,
una proposta legislativa che sottometteremo alla considerazione
del signore Presidente per che se egli la approva, la invierà
come iniziativa di legge".
Parlare con Marcos, "per che?''
Delle conseguenze di presentare questa iniziativa senza l'approvazione
della controparte, ha ripetuto che il governo federale ha cercato
di accordare la ``basicità'' con l'EZLN, ``però
io insisto che la chiusura o una posizione intransigente non può
fermare la marcia legislativa né la marcia di tutto il
paese".
In quanto a una intervista con il subcomandante Marcos nella selva
Lacandona, Labastida ha espresso: ``Per che?''.
--Dunque sarebbe per distendere la situazione --ha spiegato il
giornalista.
--No, il segretario di Governo non cerca protagonismi; al segretario
di Governo piace fare le cose che servono e in questo senso il
Presidente ha già nominato un coordinatore che ha tutte
le funzioni, che è Emilio Rabasa.
La Cocopa, vitale...
Questo ultimo espresse -alla sua uscita dall'ITAM-al suo appoggio
e riconoscimento al lavoro della Cocopa in Chiapas, segnalando
che è un "organizzazione vitale" che ha dato
un contributo determinante attraverso i loro appelli all'Esercito
Zapatista e rispetto agli accordi di San Andrès Larráinzar.
Rabasa ha negato che la commissione legislativa sia indebolita,
però ha considerato che deve deliberare e prendersi tempo
per intervenire favorevolmente nel processo, senza che questo
implichi che si trova in crisi.
In quanto alla decisione dei Partiti Rivoluzionario Istituzionale
e Azione Nazionale di ritirare i loro rappresentanti dalla Cocopa,
ha considerato solo che "sono forme utilizzate dai partiti
politici per favorire il dialogo e il negoziato, sui quali non
avrei nessun pronunciamento".
Dopo aver ribadito l'appello a riprendere il dialogo, ha spiegato
che può essere "faccia a faccia" o approfittando
della coadiuvanza della Cocopa e della Commissione Nazionale di
Intermediazione (Conai), benché si manifestò in
favore della commissione legislativa.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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