La Jornada 12 marzo 1998

Labastida:

nella riforma indigena, non più concessioni né tempo all'EZLN

José Gil Olmos e Claudia Herrera ¤ Al suo ritorno da una riunione con il presidente Ernesto Zedillo, il segretario di Governo, Francisco Labastida, ha riferito la decisione dell'Esecutivo federale di spedire al Congresso dell'Unione la sua iniziativa di Legge sui Diritti e Cultura Indigeni. Per questo, ha spiegato, si integreranno le ``posizioni dei partiti politici, la proposta elaborata dalla Cocopa e le quattro osservazioni governative fatte a quest'ultima.

Dopo l'intervista di varie ore che ha sostenuto a Los Pinos, a alla quale hanno assistito anche il coordinatore per il dialogo in Chiapas, Emilio Rabasa, e il coordinatore dei consiglieri, Adolfo Orive, Labastida a fatto conoscere la decisione ufficiale di non dare più tempo né ``concessioni all'EZLN per presentare il progetto di riforme costituzionali, "perché è semplicemente come camminare verso il vuoto".

Il funzionario ha negato che si pensi ad una soluzione militare al conflitto chiapaneco; senza dubbio, ha insistito che "concessioni unilaterali all'Esercito Zapatista servono solo perché il dialogo non si realizzi".

Da parte sua, il coordinatore per il dialogo, Emilio Rabasa, ha negato che la parte governativa abbia ricevuto un'iniziativa di legge del PRI in materia di diritti e cultura indigeni; addirittura ha segnalato che l'Esecutivo ancora non ha la sua.

Intervistato nell'Istituto Tecnologico di Monterrey (ITAM) dove ha dato una conferenza dopo della riunione con Zedillo, Rabasa Gamboa ha sostenuto che il governo federale è disposto a rispettare le condizioni che ha chiesto la Cocopa per sostenere un dialogo urgente con l'EZLN.

A sua volta, intervistato al suo arrivo dalla residenza presidenziale, Labastida Ochoa ha segnalato che venendo a sapere che i componenti della Cocopa non avevano raggiunto il consenso per dare risposta all'invito di elaborare in modo congiunto l'iniziativa dei diritti indigeni, il governo federale aveva preso la decisione di "accelerare" e "intensificare" le conversazioni con i partiti e dare una forma definitiva al testo costituzionale con i loro "commentari e inquietudini".

Secondo il funzionario, in questo progetto di legge si incorporerebbero le posizioni dei partiti politici con i quali si è rapportato -PAN e PRI- e il contenuto degli accordi di San Andrès.

Labastida non ha messo a conoscenza con quali dirigenti di partito si è riunito perché, ha detto, questa decisione spetta a loro. Però ha assicurato si è incontrato con vari --`"per non dire con tutti"-- ha sostenuto conversazioni pubbliche e confidenziali.

Le leggi non si fanno in la selva...

Neppure parlò di arrivare a consensi con i partiti, ma di `"armonizzare" le loro proposte e progetti presentati. Extraofficialmente si è saputo che solo priisti e panisti hanno presentato al segretario di Governo i loro progetti di legge sui diritti indigeni.

Interrogato sulla probabilità che l'iniziativa dell'Esecutivo federale avvenga senza il riconoscimento della Cocopa né dell'Esercito Zapatista, Labastida ha detto: ``Che io sappia, l'EZLN non è parlamentare né le leggi si fanno nella selva. Allora, quello che faremo fare è ascoltare i punti di vista dei partiti e con questi interagiremo, integreremo, una proposta legislativa che sottometteremo alla considerazione del signore Presidente per che se egli la approva, la invierà come iniziativa di legge".

Parlare con Marcos, "per che?''

Delle conseguenze di presentare questa iniziativa senza l'approvazione della controparte, ha ripetuto che il governo federale ha cercato di accordare la ``basicità'' con l'EZLN, ``però io insisto che la chiusura o una posizione intransigente non può fermare la marcia legislativa né la marcia di tutto il paese".

In quanto a una intervista con il subcomandante Marcos nella selva Lacandona, Labastida ha espresso: ``Per che?''.

--Dunque sarebbe per distendere la situazione --ha spiegato il giornalista.

--No, il segretario di Governo non cerca protagonismi; al segretario di Governo piace fare le cose che servono e in questo senso il Presidente ha già nominato un coordinatore che ha tutte le funzioni, che è Emilio Rabasa.

La Cocopa, vitale...

Questo ultimo espresse -alla sua uscita dall'ITAM-al suo appoggio e riconoscimento al lavoro della Cocopa in Chiapas, segnalando che è un "organizzazione vitale" che ha dato un contributo determinante attraverso i loro appelli all'Esercito Zapatista e rispetto agli accordi di San Andrès Larráinzar.

Rabasa ha negato che la commissione legislativa sia indebolita, però ha considerato che deve deliberare e prendersi tempo per intervenire favorevolmente nel processo, senza che questo implichi che si trova in crisi.

In quanto alla decisione dei Partiti Rivoluzionario Istituzionale e Azione Nazionale di ritirare i loro rappresentanti dalla Cocopa, ha considerato solo che "sono forme utilizzate dai partiti politici per favorire il dialogo e il negoziato, sui quali non avrei nessun pronunciamento".

Dopo aver ribadito l'appello a riprendere il dialogo, ha spiegato che può essere "faccia a faccia" o approfittando della coadiuvanza della Cocopa e della Commissione Nazionale di Intermediazione (Conai), benché si manifestò in favore della commissione legislativa.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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