MESSICO

PARAMILITARI AGGREDISCONO UN TURISTA ITALIANO

UN TURISTA ITALIANO SEQUESTRATO UN'ORA DA UNA BANDA DI PARAMILITARI DENOMINATA " LOS CHINCHULINES" DI FRONTE A UN ACCAMPAMENTO MILITARE.

Giovedi' 12 Marzo 1998

Testimonianza di Massimo Boldrini cittadino italiano di 41 anni

"Ero a SAN JERONIMO TULIJA' , municipio di Chilon, mercoledì 11 marzo 1988, come turista. C'è una bella cascata che volevo visitare.

Nel paese, adesso, c'è un grande accampamento militare, con una cinquantina di veicoli con artiglieria, tank, camion e in più 3 camionette, una bianca una azzurra e una nera che la gente della comunità dice siano della polizia giudiziale e della sicurezza pubblica.

Martedì 10 marzo, passavo vicino l'accampamento militare. In una negozietto che si chiama " 2 di Novembre" ho comprato una bibita. Un bambino si è avvicinato e mi ha domandato alcune cose, dopo vidi che due uomini mi stavano guardando e dicevano qualcosa che non capii.

Mercoledì 11 marzo passai di nuovo per il paese e tornai a comprare dei biscotti allo stesso negozietto. Mentre pagavo, intorno alle 10 della mattina, arrivò un uomo del paese che mi domandò cosa stavo facendo e mi chiese di consegnargli i documenti.

Gli risposi chiedendogli chi era lui e perché mi chiedeva i documenti.

Mi afferrò per un braccio e immediatamente 4 o 5 persone cominciarono a colpirmi per tutto il corpo, sulle braccia e i piedi.

Dopo mi fecero attraversare la strada, verso l'accampamento militare.

Vidi che molti militari cominciarono ad arrivare guardando la scena.

I miei catturatori con violenza mi fecero oltrepassare il filo spinato che circonda l'accampamento militare obbligandomi ad entrare. Uno di loro voleva anche togliermi la macchina fotografica che portavo al collo.

I militari si avvicinarono e uno di loro cominciò a parlare con quello che si presentò come il capo di quelli che mi stavano tenendo prigioniero, che indossava una camicetta gialla e portava i baffi, che mi aveva minacciato dicendo: - io sono il capo qui, adesso vedremo che ti succede -.

Non ascoltavo quello che si stavano dicendo i due.

Poco dopo arrivò un graduato, riconoscibile dalle tre bande nere sul berretto verde.

Gli chiesi che dicesse ai miei aggressori di lasciarmi perché non avevo fatto nulla. Il graduato non mi rispose, e si diresse verso quello che si era presentato come il capo del gruppo dandogli istruzioni che mi caricassero su una camionetta fino alla posto di Migrazione di Chancala'.

Allora, un vecchietto prese una corda e mi legarono le braccia come ad un animale.

Cominciai ad innervosirmi e a tentare di liberarmi. Uno di loro si arrabbiò molto e tentò di colpirmi di nuovo. Allora mi legarono totalmente con le braccia dietro.

Erano già passati 45 minuti nei quali ero stato sequestrato e con i militari di fronte che pur vedendo tutto quello che accadeva non facevano nulla per aiutarmi, anzi cominciarono a domandarmi come mi chiamavo; gli chiesi di liberarmi. Fino ad allora non avrei risposto.

Gli chiesi che dicessero a queste persone di liberarmi e dopo avrei risposto.

In tutto questo, tre militari avevano tre videocamere e non smettevano di riprendere, a loro si aggiunse un terzo con una macchina fotografica che cominciò a scattare da tutti i lati.

Allora mi resi conto che alcune persone si erano avvicinate al luogo dove ci trovavamo, gente del paese che non era d'accordo con quello che accadeva e alcuni uomini che rimanevano a guardare.

Iniziarono a gridare "Liberatelo" e a poco a poco cominciarono a liberare le mani e poi le braccia.

Uno dei miei aggressori che non voleva lasciarmi andare cominciò a gridare di fronte alla gente e ai militari :

"....questo è un comandante zapatista, di quelli che prendono le armi per poi ammazzarci a tutti; .....dove tieni i fucili?..." -

"Non ho nulla, sono qui come turista, non so neppure cos'è un fucile, siete pazzi ?"

Infine anche quello che mi teneva per la camicia mi lasciò e mi slegò. Quindi cominciai a parlare con i militari che in nessun momento fecero nulla per aiutarmi.

Gli diedi il mio nome, gli dissi che avevano fatto qualcosa di peggiore che legarmi, avevano incitato la gente a commettere un fatto molto grave, a sequestrarmi e a mettermi in un a camionetta che mi avrebbe portato chissà dove.

Gli chiesi. -"perché non avete detto nulla ?"

-"Noi non possiamo fare nulla - mi rispose il graduato militare.

E allora gli chiesi : - "Allora cosa state facendo qui ?

Per tutta risposta mi dissero : "Vada a chiederlo alla VII regione militare".

Dopo mi hanno lasciato andar via. Erano circa le 11 della mattina.

logo

Indice delle Notizie dal Messico