La jornada 12 gennaio 1997
Al popolo del Messico:
Ai popoli e ai governi del mondo:
Fratelli:
Questo è il parere dell'EZLN sul documento presentato dall'Esecutivo Federale:
Un documento inaccettabile.
Considerazioni generali
La cosiddetta Proposta del governo di riforme costituzionali in materia di diritti dei popoli indigeni implica una grave negazione dello spirito e delle parole degli accordi di San Andres. Contiene elementi anticostituzionali e scatena i fantasmi che pretendeva scongiurare: la "balcanizzazione" del paese, la formazione di riserve e l'isolamento dei popoli indigeni. Presuppone un grave rischio per l'unità nazionale. Parte da una concezione razzista, etnocentrica e discriminatoria. Ogni diritto dei popoli indios che dice riconoscere rimane immediatamente limitato e subordinato nello stesso testo costituzionale a leggi secondarie, con gravi incongruenze giuridiche però con un chiaro significato politico: ridurre gli indigeni a cittadini di seconda categoria. Risulta equivalente alla Legge Agraria del 6 gennaio del 1915. Così come Carranza tradì il senso delle leggi di Zapata, il governo, con la sua proposta, simula di concedere diritti che invece nega espressamente.
L'ossessione di delimitare i diritti ha prodotto un testo molto confuso, soggetto a interpretazioni varie e a volte assurde che debilitano la riforma costituzionale in termini giuridici, politici e simbolici, riducendo le autonomie che di fatto già gestiscono i popoli indios. In più, si postula reiteratamente l'assoluta discrezionalità delle autorità, annullando il principio della partecipazione dei popoli indios accordato in San Andres e raccolto nella proposta della Cocopa.
Considerazioni particolari
Nell'articolo 4° si annullano tre aspetti centrali dell'autonomia: 1) la capacità dei popoli di autogovernarsi; 2) la capacità di applicare i propri sistemi normativi interni; 3) l'accesso collettivo all'uso e allo sfruttamento delle risorse naturali delle loro terre e territori.
Frazione I. Manca di congruenza giuridica. Segnala che i popoli indigeni gestiranno la loro autonomia per "applicare le loro norme, usi e costumi nella regolamentazione e soluzione dei loro conflitti interni...", e in seguito stabilisce che "le leggi locali prevederanno il riconoscimento delle istanze e dei procedimenti che utilizzino per questo e stabiliranno le norme affinché i giudizi e le risoluzioni possano essere omologate dalle autorità giurisdizionali". La prima parte riconosce un diritto e la seconda lo annulla, oltre a subordinare il testo costituzionale alle leggi secondarie, il che viola il più elementare principio giuridico di gerarchizzazione delle leggi che concede supremazia assoluta alla Costituzione. Cambiando il termine "convalidazione", impiegato dalla Cocopa, con quello di "omologazione", si altera completamente il senso. I sistemi normativi interni e il diritto di processo messicano non sono omologabili.
La Cocopa, conformemente agli accordi di San Andres, ha riconosciuto "i sistemi normativi interni" dei popoli indigeni. Sostituendo questa espressione valida con quella di "norme, usi e costumi", la proposta governativa li misconosce e crea confusione. Retrocede, inoltre, rispetto alla redazione attuale dell'articolo 4°, che riconosce "le pratiche e i costumi giuridici nei loro procedimenti agrari", che è quanto si deve estendere ad altri ambiti.
Frazione II. Con l'ansia di proteggere il monopolio dei partiti politici, la proposta nega completamente l'autogoverno dei popoli indigeni collocandosi a un livello più basso di quanto già stipulato dalla legislazione dello stato di Oaxaca. Però concede "generosamente" il diritto degli indigeni ad "eleggere le proprie autorità municipali". Che a volte il vantaggio di questa formulazione sia quello di riconoscere per la prima volta che i popoli indios non hanno mai goduto di un diritto di cui formalmente godiamo tutti noi messicani.
Frazione IV. La proposta governativa elimina il riconoscimento dei territori dei popoli indios, secondo la definizione della OIT, che era fondamentale ed esplicita in San Andres, così come l'accesso alle terre ed ai territori "in maniera collettiva", entrambi elementi raccolti dalla Cocopa. Formulare l'accesso alle terre nei termini di "forme, modalità e limitazioni stabilite per la proprietà secondo questa Costituzione e le sue leggi'', esibisce una grande ignoranza sulla relazione che hanno i popoli indios con il loro proprio territorio, che non si riduce a una forma di proprietà. Questo paragrafo si situa così alla coda della controriforma agraria salinista.
Frazione VI. Dato che il governo considera che i diritti dei popoli indigeni violano sempre i diritti esterni ha dovuto ben prevedere pure la protezione degli Stati stranieri nel suo programma per la protezione degli indigeni immigrati. Questo subordina la Costituzione messicana a "le norme dei diritti internazionali" in contraddizione con l'articolo 133, che prevede la sua osservanza solo nel caso che il Messico abbia sottoscritto trattati internazionali a questo riguardo.
Frazione IX dell'articolo 115. La proposta della Cocopa riconosce la comunità come entità di diritto pubblico, così come si era accordato in San Andres. La proposta governativa, in cambio, la considera "di interesse pubblico". Lontano dal riconoscere la personalità giuridica delle comunità, in un rango associato alla loro autonomia e con la struttura dello Stato, le sottopone a modi di regolamentazione governativa come le addette nell'industria di produzione della tortilla, considerate "di interesse pubblico".
Con la volontà di limitare l'associazione dei municipi e delle comunità indigene, la proposta governativa elimina la precisazione che uno o più popoli indigeni possano associarsi. Con questo si restringe la dimensione plurietnica dell'autonomia. Si apre così la possibilità di creare riserve in cui si potranno privilegiare l'etnicismo o la purezza del sangue, invece di aprire le porte per sviluppare una cultura di tolleranza e di rispetto a delle diversità. Questa posizione monoetnica provocherebbe solo conflitti fra i diversi popoli indios che condividono un territorio.
Quando la proposta del governo limita l'associazione di municipi affinché si rispetti "sempre la divisione politico-amministrativa in ogni entità federativa", esibisce l'ignoranza dei suoi redattori, che passano sopra alla collocazione dei popoli indios e alla loro associazione che in quanto popoli è anteriore alla definizione delle attuali frontiere statali. Con questo si propizia l'isolamento delle comunità perché ora le autorità potranno determinare arbitrariamente quali associazioni di municipi o comunità son "illegali".
Addizionalmente, la proposta della Cocopa, conformemente agli accordi di San Andres e il Convegno 169 della OIT, assumevano l'autoiscrizione di un popolo indigeno come criterio decisivo per l'esercizio della sua autonomia. La proposta governativa lo sostituisce con un criterio vago di predominio quantitativo, in modo tale che la definizione fondamentale dei popoli rimane in mano ad una facoltà discrezionale e all'applicazione di indicatori tecnici discutibili. Questa formulazione danneggia gravemente il riconoscimento dei popoli indios e dei loro processi d'autonomia e di ricostituzione.
Frazione X. Regolando il diritto di autogoverno dei popoli indios, si propone che potranno eleggere le "autorità o i rappresentanti interni" in accordo con le proprie pratiche politiche tradizionali. La categoria "interni" implica introdurre un quarto piano nella struttura di governo in Messico. Così, tutto quello per cui hanno lottato i rappresentati del governo in San Andres, è uscito dalla finestra, aperta dai suoi specialisti. Alla fine dei conti, in questa confusione, non rimane chiaro se i presidenti municipali sono autorità interne o esterne.
La Cocopa aveva previsto che in ogni municipio se stabilissero meccanismi di partecipazione cittadina. La proposta governativa assegna questa facoltà alle leggi locali, il che sottomette la partecipazione a regolamentazioni uniformi, contravvenendo all'autonomia e alla specificità culturale di ogni popolo.
La rimunicipalizzazione proposta dalla Cocopa, con base nel riconoscimento dei popoli indigeni, si sostituisce con una programmazione confusa, che apre la possibilità di frammentazione fino a livelli assurdi. Per la sua imprecisione e vaghezza, la redazione crea la possibilità che qualsiasi villaggio o comunità indigena si converta in municipio; tanto il pueblo nahua, che si estende in sei entità federative, come un piccolo podere, potrebbero diventare municipi. La confusione si aggrava per l'uso arbitrario delle maiuscole e delle minuscole, che permette di pensare, per esempio, che i mistechi di New York o di Los Angeles se trasformino in municipio.
Conclusione
La proposta della Cocopa è stata il frutto di un impegno collettivo prolungato, basato su di una solida conoscenza della realtà su cui si legislava, e sulla capacità tecnica necessaria per tradurre accordi in norme costituzionali. All'opposto, la proposta governativa, basata sulla consultazione di presunti esperti, rivela chiaramente ignoranza sui popoli indigeni, sulla tecnica giuridica, sulla Costituzione e sulle leggi messicane.
Il presidente Zedillo ha affidato la proposta della Cocopa alla consultazione di esperti affinché non attentasse all'unità nazionale o sfidasse la tecnica giuridica. Ha ottenuto esattamente il contrario. La proposta apre chiaramente al pericolo della divisione tra i messicani e contiene errori di tecnica giuridica così gravi, che diventa impossibile, incongruente o aberrante applicare le nuove norme. Apparentemente, il signor Zedillo pensa che la pluralità culturale, riconosciuta già dalla Costituzione, sia un attentato all'unità nazionale, o meglio cerca di convertire il riconoscimento della differenza in omologazione uniformizzante.
Per la sua forma, allo stesso modo che per il suo contenuto, rifiutiamo completamente questa proposta. Non solo non adempie agli accordi di San Andres, ma in più riduce diritti legittime e pratiche attuali dei popoli indios, attenta contro l'unità nazionale, viola la sovranità e la Costituzione, e converte una conquista sociale, che dovrebbe riconoscere i popoli indios del Messico e fondare basi solide per la coesistenza armonica dei messicani, in una aberrazione morale, storica e giuridica.
E' tutto.
Democrazia!
Libertà!
Giustizia!
Dalle montagne del sudest messicano.
Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.
Messico, gennaio 1997.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)