Octavio Rodríguez Araujo

Proposta a Zedillo

La Jornada 11 dicembre 1997

A Ricardo Rocha, per il suo valido programma in Chenalhó

E' versione comune che tra certi settori del governo ci sia una linea dura ed un'altra blanda, i cattivi ed i buoni, gli intransigenti ed i democratici. Sulla base di questa versione si dice che il presidente Zedillo, tra le altre cose per insufficiente esperienza politica, non sa proprio bene che fare nel caso del Chiapas, dunque si dibattono tra i duri ed i blandi che - si dice anche - non sono forze da disprezzarsi.

Accettando senza concedere che questo sia il caso, la questione si può risolvere agevolmente: che il presidente si assuma il ruolo che gli compete e s'imponga come capo dell'Esecutivo federale qual è, come titolare dell'istituzione presidenziale in un regime ancora presidenzialista, come comandante in capo delle forze armate e come lider del suo partito.

Però in realtà non credo che il presidente si trovi tra duri e blandi, che senza dubbio esistono, senza appartenere ad una delle due bande, il fatto è che il suo potere presidenziale - in relazione al Chiapas - non si nota o, meglio, la politica che sta seguendo in questo stato è dettata da Los Pinos e non, come vogliono credere i blandi, dalle presunte sfere dei duri.

Un'analisi accurata ed obiettiva della situazione in Chiapas ci rivela ciò che segue: l'EZLN ha dato dimostrazioni di voler avanzare nella pace con iniziative politiche di indubbio contenuto civilista: la Convenzione Nazionale Democratica, la Consulta per la Pace e la Democrazia, la formazione del Movimento per la Liberazione Nazionale, l'intenzione di formare il Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale, l'accettazione del dialogo con il governo, la firma degli accordi con questo (febbraio del 1996), l'accettazione della proposta di riforme costituzionali della Cocopa, il rifiuto fino ad ora di cadere nelle mille e una provocazioni armate nelle regioni di Los Altos e nelle vallate ed altre ancora che sarebbe troppo lungo menzionare in dettaglio.

Come controparte, il governo ha dato segnali inequivocabili (discorsi a parte) di una guerra chiara di antiguerriglia in queste regioni (accerchiamento militare e divisione delle comunità, espulsione degli abitanti dai loro villaggi, invasione militare - senza sostegno legale - di ejidos e comunità), rifiuto della proposta legale della Cocopa, dichiarazioni assurde di tentativi di "balcanizzazione" da parte degli zapatisti e, come se non fosse sufficiente, tolleranza, se non incoraggiamento, di guardias blancas e gruppi paramilitari chiaramente illegali e contro i quali non si fa niente per sottometterli all'ordine ed alla costituzionalità.

La mia proposta per questo fine d'anno è semplice: Se forse è certo che nel governo ci sono duri e blandi, che il presidente Zedillo si assuma le proprie responsabilità e governi in tutto il paese e per tutti i messicani e, pertanto, s'imponga sui gruppi che, in questa ipotesi, non gli fanno caso. Questo significa che dia istruzioni all'Esercito sotto il suo comando affinché sottometta coloro che violano la legge ponendo in pericolo l'ordine costituzionale e la pace pubblica, vale a dire i gruppi paramilitari e le guardias blancas che continuano ad attuare impunemente in Chiapas. (Si ricorda che l'EZLN è protetto dalla Legge del Dialogo, finché il dialogo non si rompe, e che gli altri gruppi menzionati non hanno nessuna legge che li protegga e che della loro esistenza non è solo responsabile il governo locale ma anche quello federale).

Una proposta come la precedente darebbe un segnale, da parte del governo, in favore della pace, d'intenzione di negoziare con l'EZLN e, naturalmente, di buona volontà per i civili del Chiapas che potrebbero tornare a vivere nella normalità e senza sentirsi minacciati da militari, paramilitari e banditi pagati da latifondisti e tollerati dalle forze pubbliche del Chiapas.

Un altro segnale potrebbe essere quello che Zedillo definisca davvero se vuole soluzioni politiche e non militari né di terrore per il caso del Chiapas, e in caso affermativo che attui di conseguenza e che accetti la proposta della Cocopa su diritti indigeni che, come ben si sa, è una derivazione logica degli accordi che il governo ha già firmato con l'EZLN.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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