La Jornada 11 de dicembre de 1997

Reclamano: Non ha rispettato gli accordi di pace il sindaco di Chenalhó

Juan Balboa, corrispondente, San Cristóbal de las Casas, Chis., 10 de dicembre ¤

Il governo autonomo zapatista di Polhó ha denunciato oggi che il presidente municipale priista, Jacinto Arias Cruz, non ha rispettato gli accordi per la pace nel municipio di Chenalhó, pretendendo di triplicare il numero dei rappresentanti del PRI nel dialogo che si realizzerà questo giovedì nella comunità di Las Limas.

In una riunione celebrata lo scorso martedì tra rappresentanti del municipio priista, il governo autonomo zapatista (con la partecipazione dei rappresentanti della Conai) e di organizzazioni dei diritti umani, il sindaco riaffermò la necessità che nella riunione, convocata per domani, partecipino 80 priisti -20 con diritto di parola e di voto e 60 come osservatori- per "riuscire ad approvare accordi''.

Il governo autonomo zapatista di Polhó ha ricordato che nelle prime conversazioni in Las Limas, al principio del presente mese, si accordò che ciascuno degli organismi partecipanti avrebbero mandato 20 rappresentanti; oltre a cinque dell'organizzazione civile Las Abejas ed agli inviati della Conai e delle organizzazioni dei diritti umani.

Dieci comunità, sotto il controllo dei gruppi paramilitari del PRI

1) Chenalhó è, praticamente, il cuore geografico de Los Altos del Chiapas. Confina con San Andrès Larráinzar e con altri sei municipi della regione. Costituisce uno dei corridoi naturali tra la selva e Los Altos.

2) Chenalhó ha, secondo il censimento del 1990, una popolazione di 30 mila 680 abitanti. E' un municipio che si è reindianizzato. Se nel 1970 il 72,98% della popolazione era indigeno (maggioritariamente tzotzil), nel 1990 la percentuale era del 98.43. Senza dubbio, questo cambiamento demografico non ha implicato una trasformazione significativa dell'economia locale. Nemmeno ha significato un miglioramento nel livello di vita: l'88,85 per cento della popolazione occupata ha un salario inferiore al minimo.

3) In San Pedro Chenalhó, come in molti altri municipi de Los Altos c'è, da prima dell'insurrezione del 1994, un processo organizzativo delle comunità indigene, di gran respiro, condotto dallo zapatismo. Nei comizi per i deputati del 21 agosto 1994, la coalizione delle forze della società civile raggruppata intorno al PRD aveva ottenuto il 63.32 per cento dei voti contro al 22,28 per cento del PRI.

4) Mesi prima della realizzazione delle elezioni municipali dell'ottobre del 1995, in giugno, stancati delle arbitrarietà dei funzionari ufficiali, gli abitanti di questo municipio avevano nominato, in accordo con i loro costumi ed a stragrande maggioranza, le nuove autorità municipali, che hanno iniziato a funzionare a partire da questo momento. Considerando che i loro rappresentanti erano già stati eletti, non hanno partecipato ad i comizi locali. Il PRI, senza dubbio, l'ha fatto, ed ufficialmente vinse il municipio. L'astensione era stata del 79 per cento.

5) Da allora esistono nel municipio due governi differenti: un municipio autonomo ribelle con sede in Polhó, che è sostenuto dalla maggioranza delle autorità tradizionali (le principali) e dalla popolazione, e un municipio ufficiale (costituzionale), sostenuto dai gruppi del potere locale e dal governo statale.

6) La composizione dei gruppi di potere nel municipio ha variato significativamente dal cardenismo. La penultima di queste trasformazioni si è prodotta nel 1962, come risultato dell'iniziativa dei maestri bilingue contro Tomas Pérez e la sua alleanza con il concessionario locale di bevande alcoliche. I componenti della nuova coalizione (a cui appartiene Antonio Pérez Hernández, responsabile della politica indigenista) molto presto hanno iniziato ad usare indebitamente il loro potere, abusando sessualmente delle loro alunne e vendendo posti di maestro. Nel 1974, durante il Congresso Indigeno, si formò una coalizione antimagistrale sostenuta da agenti della pastorale e da una nuova generazione di dirigenti indigeni. La mobilitazione propiziò una ricomposizione delle forze che mantenevano il potere nel municipio, però non si allontanò completamente dal gruppo caciquil magistrale.

Una nuova correlazione di forze si creò a partire dagli anni '80, come risultato dell'organizzazione autonoma di artigiani, di produttori di miele e caffè, della ribellione dei maestri, dell'iniziativa dei laici e del lavoro organizzativo zapatista. Il municipio autonomo rappresenta questa nuova coalizione. Il vecchio blocco, nel potere, rimase isolato e sopravvive esclusivamente grazie alle sue relazioni con il governo di Ruiz Ferro.

7) Il punto di partenza della violenza nel municipio può ubicarsi al 19 agosto del 1996. In questa data, aizzati dai caciques del paese (Cristóbal Vázquez, Luis e Alfredo Aguilar Gómez e Victorio Cruz) e dal presidente municipale, gruppi ufficialisti ammazzarono sei ragazzi nei paraggi di Chixilton (figli di zapatisti basi d'appoggio) e lanciarono i loro cadaveri in una caverna. Gli assassini sono già stati posti in libertà, però il presidente municipale ha dovuto rinunciare.

8) Il 18 maggio 1997 componenti del PRI in Union Yeshemel sequestrarono tre indigeni per obbligarli alla consegna di 75 pesos di cooperazione per aprire una breccia. Loro si rifiutarono argomentando che la breccia poteva solo beneficiare i trasportatori. Dopo due giorni di carcere furono liberati, però 48 ore più tardi tornarono ad arrestarli. Il 24 maggio militanti del PRI prepararono un'imboscata contro simpatizzanti dell'EZLN e del PRD. Il professore Cristóbal Pérez fu assassinato.

9) A partire da questo momento la violenza si generalizza nel municipio. Circa dieci comunità sono sotto il controllo dei gruppi paramilitari, composti da militanti del PRI e del Partito Cardenista. Richiedono soldi, reclutano giovani e danno loro addestramento militare. Le azioni armate si realizzano successivamente nelle comunità di Puebla, Los Chorros e Chanemboló. In Mercedes Isidro, Chitamulkum, Emiliano Zapata, Simojovel e Huitupán si assassinano simpatizzanti zapatisti.

10) Il saldo provvisorio di questa ondata di violenza è: 29 indigeni assassinati, tra i mille 500 ed i 4 mila sfollati dai loro luoghi d'origine e la minaccia di morte contro il parroco Michel Chanteau da parte del presidente municipale del PRI. (la redazione)

(traduzione del Comitato Chiapas di Torino)

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