El Financiero - 11/9/96
Tesi: per capire la decisione dell'EZLN di sospendere il dialogo
bisogna comprendere l'enorme debolezza in cui si trova, debolezza
dovuta a tre fenomeni:
Argomento: l'EZLN si trova ora tra tre fuochi.
1) EPR. Marcos non ha ricordato invano la figura di Roque Dalton,
poeta guerrigliero assassinato in Salvador all'inizio degli anni
70, da una frazione del suo stesso partito, l'EPR salvadoregno,
che lo accusava di tradimento. Si deve ricordare anche l'assassinio
del Comandante Anna Maria, da parte dei suoi stessi compagni,
fatto avvenuto esattamente quando Marcos viveva in Nicaragua,
sotto la protezione del comandante sandinista Lenin Cerna.
2) La diocesi di San Cristobal. Samuel Ruiz ha dichiarato pubblicamente a Buenos Aires che Marcos non rappresenta i popoli indigeni e, negli stessi giorni in cui gli zapatisti dissero che erano disposti a cedere le armi, dichiarò che i negoziati di pace sarebbero durati almeno 2 anni ancora.
La cosa più preoccupante per Marcos è che la diocesi
mantiene contati con settori dell'EZLN che hanno rotto con lui.
Non a caso i contatti della diocesi erano con il Comandante Rodrigo,
nel cui gruppo era il comandante Frank, ora membro distaccato
dell'EPR. Per questo motivo Ruiz ha voluto che la Conai fosse
vincolata all'EPR e per lo stesso motivo Marcos si è spostato
verso la Cocopa. La relazione della Conai con i gruppi che hanno
dato origine all'EPR si mantiene attraverso il FAC-MLN e la base
di quello che viene chiamato "fronte nord dello stato",
dove convivono alcuni militanti dell'EZLN e dell'EPR, dove alcune
cellule del PROCUP-PDLP unirono le loro forze a quelle dell'EZLN
nel 1993, abbandonandolo poi, e dove si è realizzata l'azione
dell'EPR, che Marcos ha qualificato come provocatoria.
3) Stanchezza di molte comunità per il prolungarsi della
situazione. Comunità strategiche, come quelle de Las Tacitas,
si trovarono fuori dal controllo politico dell'EZ, si ricostituirono
organizzazioni sociali che non accettano la strategia zapatista,
come la ARIC-Union de Uniones.
Risposta del governo: davanti alla chiusura dell'EZLN, il governo
riproporrà il dialogo su tre basi: certezze (rifiuto delle
dilazioni), tempi ( mete specifiche per giungere ad un accordo)
e un punto centrale: le armi. Per la prima volta il governo potrà
mettere all'ordine del giorno l'esigenza che gli zapatisti abbandonino
le armi per arrivare ad un accordo.
(tradotto dal Comitato Internazionalista Che Guevara - Bologna)