RAPPORTO DI OSSERVAZIONE DEL 10 GIUGNO 1998 DI UNA CAROVANA CIVILE
AD UNION PROGRESO, MUNICIPIO DI SAN JUAN DE LA LIBERTAD (EL BOSQUE)
Una carovana composta da 22 persone della società civile organizzata si è recata al municipio San Juan de la Libertad per osservare la situazione dei diritti umani dopo le incursioni militari e poliziesche del 10 giugno.
La comunità, composta da un totale di 160 persone é semiabbandonata.
Le donne ed i bambini si sono rifugiati sulle montagne, senza riparo né cibo.
Non hanno nemmeno indumenti caldi ed acqua potabile.
Ad Union Progreso, gli uomini della comunità hanno raccontato a due membri della carovana civile di osservazione ciò che è accaduto la mattina del 10 giugno, quando l'esercito e la polizia hanno fatto incursione nel villaggio.
Gli uomini tzotziles del villaggio spiegano che normalmente l'esercito passa in convogli sulla strada vicina alla comunità in direzione del villaggio priista "los Platanos".
Però il 10 giugno alle 5 del mattino il convoglio misto si è fermato davanti al villaggio.
23 veicoli della polizia di pubblica sicurezza e dell'esercito sono penetrati nella comunità, mentre altri 24 si sono fermati sulla strada.
3 Km prima di entrare nel villaggio, centinaia di soldati sono scesi dai veicoli e si sono posizionati nella vallata accerchiando completamente questo piccolo villaggio indigeno in cui abitano circa 160 persone.
Nel frattempo, la polizia di pubblica sicurezza è entrata all'interno della comunità.
In quel momento, 7 giovani tra i 16 ed i 27 anni che si stavano recando al campo, vedendo l'incursione militare hanno iniziato a correre verso il monte.
I soldati hanno sparato loro. Gli abitanti del villaggio dicono di aver sentito 50 tra colpi e raffiche di armi ad alto potenziale.
Gli uomini e le donne del villaggio hanno cercato di fuggire, ma i poliziotti hanno impedito che gli uomini scappassero; solo le donne hanno potuto andarsene con i bambini, verso il loro attuale rifugio in mezzo alla vegetazione, distante 1 ora e mezza di cammino dalla comunità.
Non dispongono di un tetto, non hanno cibo né coperte per ripararsi durante le umide e fredde notti di Los Altos.
I bambini soffrono di diarrea, le donne patiscono mal di testa ed hanno paura.
Nella comunità Union Progreso gli uomini sono stati obbligati a sdraiarsi bocconi sulla strada.
Sono rimasti in questa posizione per più di un'ora mentre i poliziotti saccheggiavano una ad una tutte le case della comunità.
Hanno rubato tutti gli apparecchi elettrici e denaro - 7.000 pesos di uno spaccio e 30.000 della cooperativa della comunità.
Negli spacci "hanno rovinato tutto, hanno mangiato a metà le cose e poi le hanno buttate".
Gli osservatori hanno trovato i pacchetti di biscotti buttati a terra aperti, i sacchetti aperti e spaccati, le bibite tutte aperte e mezze bevute...
Dopo essere rimasti per un'ora proni sulla strada, gli uomini sono stati obbligati a salire su un camion. Sono rimasti ammucchiati lì per circa 5 ore, fino all'una del pomeriggio.
Gli abitanti del villaggio hanno riconosciuto un priista del villaggio " Los Platanos " il quale accompagnava i militari indicando loro le persone e le case.
I soldati nel frattempo hanno fatto scendere uno degli arrestati e l'hanno fatto entrare nello spaccio comunitario minacciandolo e dicendogli: "Ti facciamo ciò perché voi avete ammazzato un abitante di Los Platanos, ora tocca a voi perdere". Gli ordini erano impartiti dai militari.
L'uomo é stato interrogato: "Dove sono le armi? dove si nascondono gli zapatisti?".
Per giunta gli agenti gli hanno messo un berretto ed un passamontagna, scattandogli poi numerose fotografie.
In seguito l'uomo l'hanno lasciato tornare con gli altri uomini del villaggio.
Prima del loro rilascio gli uomini sono stati fotografati dai militari uno ad uno ed in gruppo.
Li hanno inoltre minacciati dicendo loro : "Vi castreremo tutti".
Alcuni sono stati picchiati.
Il conducente del camion della comunità portava con sé in una tasca, un bossolo di proiettile trovato a Bochil e se ne voleva fare un portachiavi. I poliziotti lo hanno picchiato violentemente chiedendogli da dove provenisse il bossolo e dove tenesse le armi.
Nel corso dell'operazione la comunità intera è stata perquisita, senza trovare nulla.
Gli agenti hanno rubato gli oggetti personali di valore e tutti gli atti di nascita e documenti personali degli abitanti di Union Progreso.
Le cose che non potevano portarsi via, come i frigoriferi, le hanno rotte.
Nei camion hanno caricato le attrezzature per la lavorazione del caffè, chitarre, machetes, indumenti, videoregistratori, televisioni. Hanno aperto le gabbie dei conigli del villaggio, così circa 150 animali si sono persi. Hanno fatto fuggire i cavalli e si sono mangiati gli animali del villaggio: polli, galline, conigli e tacchini.
Un elicottero della polizia di pubblica sicurezza é atterrato sul monte vicino e gli abitanti di Union Progreso sospettano che si siano portati via i 7 ragazzi, vivi o morti.
Una volta conclusa l'operazione, gli uomini del villaggio sono andati a controllare la zona della sparatoria e non hanno trovato i 7 giovani bensì sangue e resti di sesso umani.
I nomi dei desaparecidos: Adolfo Gomez Diaz 20 anni; Bartolo Lopez Mendez 23 anni; Lorenzo Lopez Mendez 18 anni; Andres Gomez Gomez 27 anni; Antonio Gomez Gomez 21 anni; Sebastian Gomez Gomez 16 anni; Mario Sanchez Ruiz 24 anni.
La comunità esige l'apparizione dei 7 giovani.
Uno di loro è padre di famiglia e lascia 3 figli orfani.
Tre sono fratelli e la loro madre rimane senza alcun figlio.
Le donne sfollate sollecitano la presenza della società civile a Union Progreso affinché si faccia testimone della situazione in cui versa la loro comunità e le accompagni nel ritorno alla comunità.
LA CAROVANA D'OSSERVAZIONE
TADAS, ENLACE CIVIL, CEPAZ, BARZON, CAI, FZLN, KINAL ANTZETIKD
(tradotto da molino@cybernet.ch)
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