CRONACA DELLA CONTROINSURREZIONE IN CHIAPAS
Con i poveri degli stessi villaggi, il governo forma gruppi paramilitari, per metterli contro l'EZLN
di Juan Balboa
El Limar, municipio di Tila, Chiapas. - La chiesa del villaggio,
considerata campo di addestramento del gruppo paramilitare priista PAZ
Y GIUSTIZIA, è chiusa da un anno.
Nessuno può entrare senza il permesso dei dirigenti del gruppo,
signori della zona nord dello stato. Il villaggio intero è controllato
interamente dalla forza "Arcoiris" dell'esercito Messicano
e da uno dei gruppi migliori della polizia di Pubblica Sicurezza dello
stato, conosciuto come "Maya".
Dalle colline, postazioni di PAZ Y JUSTICIA con armi esclusive dell'esercito
messicano - secondo l'articolo 9 della legge federale di armi da fuoco
e esplosivi - comunicano con radio sofisticate.
Vigilano tutto: strade, sentieri, comunità intere, movimento delle
persone, commercio... e, soprattutto mantengono sotto controllo i maggiori
governi municipali della zona nord dello stato.
PAZ Y JUSTICIA è uno dei sette gruppi paramilitari che
fa parte della nuova mappa della violenza nel Chiapas postzapatista.
Contano con una infrastruttura militare che comprende campi di addestramento
e si estendono come un cancro nelle regioni chiapaneche dove predomina
l'influenza dell'EZLN.
Parallelamente alla formazione dei gruppi paramilitari, rivivono in undici municipi di questa zona le già note GUARDIAS BLANCAS, che agiscono laddove esistono simpatizzanti zapatisti o dell'Esercito Popolare Rivoluzionario (EPR).
La nascita dei gruppi paramilitari, formati in gran parte da giovani indigeni tzotziles, tzeltales e choles, ha una stretta relazione con l'offensiva militare organizzata dall'esercito all'inizio del 1995, e coincide anche con l'arrivo al potere dell'attale governatore Julio Cesar Ruiz Ferro (oggi destituito dopo i fatti di Acteal - n.d.r.).
LOS CHINCHULINES sono il primo gruppo paramilitare che appare
in pubblico nella comunità di Bachajon, municipio di Chilon, nel
maggio del 1995.
Seppure la sua creazione risalga al 1988, con il nome di FRENTE UNIDO
DE EJIDATARIOS, e poi con quello di FRENTE CIVICO LUIS DONALDO COLOSIO,
è solamente con l'arrivo di Ruiz Ferro che si consolida come una
forza armata appoggiata da funzionari e legislatori chiapanechi.
In questo stesso periodo si viene a conoscenza di azioni violente di
altri gruppi che operano nella zona della Selva Lacandona e nel nord del
Chiapas: TOMAS MUNZER e PAZ Y JUSTICIA.
Le mobilitazioni delle organizzazioni indipendenti del municipio di Ocosingo
hanno evitato la crescita del primo, mentre PAZ Y JUSTICIA ha mantenuto
la sua alleanza con i maestri bilingue della organizzazione conosciuta
come Solidaridad Campesino Magisterial (SOCAMA) e ha ottenuto
il suo consolidamento con le elezioni di ottobre del 1995.
L'ordine di non votare del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno
- Comando Generale dell'EZLN nelle elezioni locali di circa due anni fa,
aprì le porte a PAZ Y JUSTICIA.
Con il 15% del totale dell'elettorato, PAZ Y JUSTICIA si impossessò
dei governi municipali di Tila, Sabanilla, Tumbalà, oltre ad ottenere
l'elezione di uno dei suoi maggiori esponenti: Samuel Sanchez Sanchez.
Questo non è tutto.
A partire dall'ultimo trimestre del 1995, il gruppo paramilitare priista
PAZ Y JUSTICIA si è convertito in padrone di tutte le terre
del nord del Chiapas.
La ALIANZA SAN BARTOLOME DE LOS LLANOS, FUERZAS ARMADAS DEL
PUEBLO y MASCARA ROJA sono tre delle organizzazioni paramilitari
che sono comparse sulla scena con il volto pitturato, azioni violente con
armi da fuoco e in commandos nella regione degli Altos.
Le prime due operano nel municipio di Venustiano Carranza, Socoltenango,
Nicolas Ruiz e Villa Las Rosas.
Sono composte da membri delle comunità di fede priista e militanti
dell'antico partito cardenista.
Abitanti di queste zone in accordo con organizzazioni per i diritti umani, hanno testimoniato sull'utilizzo, da parte di questi due gruppi, di armi moderne di alto calibro, come AK-47 e UZI. I loro membri portano uniformi ed hanno il volto coperto.
MASCARA ROJA comparve circa un anno fa (novembre 1996 - n.d.r.)
nel municipio di S. Andres de Larrainzair, sede del dialogo di pace tra
il governo federale e l'EZLN.
Si diresse ad Oventic, nel secondo Aguascalientes zapatista, dove comparvero
le prime scritte contro il governo municipale composto di simpatizzanti
zapatisti: "siamo MASCARA ROJA, se volete conoscerci, ci vediamo
all'inferno".
Ancora, contro il vescovo di San Cristobal de Las Casas e presidente della
Commissione Nazionale di Intermediazione, Samuel Ruiz Garcia: "Vescovo,
non ci inganni più, stiamo per arrivare...".
Le scritte a caratteri rossi apparvero giusto il giorno in cui un gruppo di priisti armati con pistole, bastoni e bacchetti, spararono verso la presidenza municipale dove lavora il governo ribelle composto da zapatisti e militanti del PRD.
Alla nuova mappa della violenza postzapatista si è aggiunta quest'anno una nuova organizzazione conosciuta come MOVIMIENTO INDIGENA REVOLUCIONARIO ANTIZAPATISTA (MIRA), che avrebbe il suo centro principale di operazioni nel municipio di Oxcuc, posto strategico in quanto ubicato nel centro delle regioni di Los Altos, Selva Lacandona e Nord, tutte e tre con predominio zapatista, e sarebbe appoggiato dal deputato federale Norberto Santiz, oriundo di questa giurisdizione.
LA MORTE SI VESTE DI BLU
Vestito con abito militare di colore blu scuro e armato con pistola
in uso esclusivo delle Forze Armate, Diego Vazquez Perez, leader della
organizzazione PAZ Y JUSTICIA, nella comunità di El Limar,
in Tila, tentò di assassinare alcuni mesi fa la catechista Margarita
Martinez Alvarez.
La catechista presentò denuncia presso il Ministero Pubblico, senza
ottenere che le autorità esercitassero alcuna azione penale nei
confronti del dirigente di PAZ Y JUSTICIA.
Il caso della catechista Margarita è uno dei cinquanta che rimangono
archiviati nella Procura Generale di Giustizia contro questo gruppo paramilitare.
Il trattamento però non è stato il medesimo per una dozzina di militanti del PRD e simpatizzanti zapatista della zona Nord del Chiapas, che, accusati da alcuni membri del gruppo PAZ Y JUSTICIA, "con prove ridicole", spiega la difesa, sono stati condannati con "argomenti giuridici irresponsabili".
In varie ricerche realizzate dagli avvocati del Centro per i Diritti
Umani Fray Bartolome de las Casas, viene segnalato che gli indigeni della
zona Nord che rimangono in carcere a Tuxtla Gutierrez sono militanti di
organizzazioni indipendenti, del PRD, e simpatizzanti dell'EZLN.
"La migliore prova che i prigionieri sono prigionieri politici, è
che non c'è un solo militante del gruppo priista PAZ Y JUSTICIA
nè in carcere e neppure processato", spiegano Federico Anaya
e Josè Montero.
Nel rapporto che invieranno agli organismi per i diritti umani, comunicano
che da quando è iniziata la guerra nel nord del Chiapas, sono morti
per lo meno circa 110 indigeni zapatisti e militanti del PRD e del PRI.
Gli avvocati terminano il loro documento presentando alle organizzazioni
nazionali e internazionali per i diritti umani, che "esiste molta
attività di governo per incarcerare e militarizzare lo stato, ma
lo stesso governo non mostra la capacità di funzionare come uno
stato di diritto e neppure cerca di raggiungere delle mediazioni tra i
vari gruppi sociali chiapanechi".
ESERCITO, PARAMILITARI, GUERRA DI BASSA INTENSITÀ
Sono quasi tre anni da quando il presidente Zedillo diede l'ordine all'esercito
messicano di avanzare verso le principali zone dell'EZLN nella selva Lacandona,
tuttavia non è ancora completamente scartato "il sogno della
operazione chirurgica", di riuscire a prendere i principali dirigenti
del gruppo armato e così d'immobilizzare le comunità dell'EZLN.
È il pensiero di molti analisti che da anni osservano il conflitto
armato chiapaneco.
Questi ultimi assicurano che l'esercito messicano negli ultimi tre anni ha ottenuto il consolidamento della sua strategia controrivoluzionaria conosciuta come GUERRA DI BASSA INTENSITÀ, attraverso un lavoro di "servizio sociale" o di "assistenza alla popolazione civile", e che , soprattutto, sta tentando con la pressione paramilitare e psicologica, di debilitare le comunità zapatiste, provocando presunti scontri tra indigeni della stessa comunità.
Andres Aubry, ha insistito sul fatto che il governo federale mantiene
i suoi piani di una operazione chirurgica contro gli zapatisti.
Aggiunge che il problema è capire se sono capaci di farlo: "Una
operazione chirurgica contro gli zapatisti presuppone una disciplina, un
addestramento tecnico, un servizio di spionaggio che funzioni".
Per Carlos Burguete, di una ONG, la strategia utilizzata dal governo
e dall'esercito federale dal 1995, spacciata per "servizio sociale"
ed "aiuti umanitari", non è altro che lo sviluppo di quello
che negli Stati Uniti si conosce come Guerra di Bassa Intensità.
"Durante la decade degli anni ottanta, gli Stati Uniti svilupparono
un tipo di strategia politico-militare nei conflitti civili, principalmente
in America Centrale, il cui obiettivo era cercare di allontanare la ribellione
dalle sue basi di appoggio sociali, reali e potenziali, sapendo che un
rivoluzionario morto può essere rimpiazzato facilmente da un altro",
ricorda Burguete.
Da parte sua, il Centro per i Diritti Umani "Fray Bartolomè
de las Casas" afferma che l'esercito federale ha sviluppato programmi
con un contenuto non militare, come quelli degli aiuti umanitari con un
fine controinsurrezionale".
I militari vogliono aree o zone ben sorvegliate militarmente e controllate
meglio dal punto di vista politico, conclude il Fray.
In Chiapas esiste un marcato scenario di impunità, dove lo stato
gioca la sua carta in complicità con i gruppi paramilitari, afferma
la Rete di Organismi per i Diritti Umani.
Insiste che in Chiapas esiste una proliferazione di gruppi paramilitari,
che genera una situazione di violenza e di ingovernabilità.
da TIEMPO, 22 - 29 novembre 1997
S. Cristobal de Las Casas
traduzione a cura di Massimo Boldrini
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