Ai Poteri dell'Unione
All'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
Alla Società Civile
Ai Popoli del Mondo
Si è lesionata con un crimine, Acteal, la dignità
dell'umanità.
Il conflitto che vive il Messico in Chiapas non è unicamente
nazionale, interessa tutta l'umanità. Il conflitto non
riguarda solo i popoli indigeni. C'è in gioco un nuovo
modello di società che apre cammini alla democrazia con
pluralismo ideologico e religioso, con rispetto alle differenze
etniche, e con nuovi progetti di giustizia, dignità e autonomia
per i popoli e le persone.
A fronte di questo conflitto, si è iniziata dal 1994 una
lotta per la pace e la conciliazione che ha affrontato grandi
ostacoli. La democrazia con la pace e la dignità, come
progetto di soluzione politica ai problemi della discriminazione,
dell'ingiustizia, dell'autoritarismo e della repressione, si
scontra con interessi ancestrali oggi vigenti. La prima tappa
dei negoziati consistette, come in altre epoche della nostra storia,
nel fare accordi con i popoli indio e rompere gli accordi; non
compiere gli impegni presi. Ora l'unione delle forze politiche
e sociali per la pace si oppone alla strategia della guerra interna,
della guerra sporca e della guerra di bassa intensità.
Questa strategia vuol vincere per negoziare. La pretesa di far
capitolare i popoli indio e obbligarli a "dialogare",
è la tappa attuale del processo che viviamo.
Oggi le stesse istanze costruttrici della pace sono oggetto di
crescente attacco, specialmente la CONAI, istanza di mediazione
riconosciuta dalle parti. L'attacco comprende la Diocesi di San
Cristobal de Las Casas. Si personalizza in Don Samuel Ruitz, presidente
della CONAI e vescovo della Diocesi. Il fatto è più
grave di quanto appare.
Oggi, pure, si vive una battaglia contro e per la mediazione.
La mediazione, in senso ampio, non è solo la CONAI; molte
sono le organizzazioni della società civile che contribuiscono
alla mediazione. Se si elimina la mediazione vincerà il
partito della guerra. La Diocesi di San Cristobal de Las Casas
gioca una carta importante in favore della pace con dignità
e per un dialogo nel quale le parti rispettino se stesse e rispettino
coloro con cui dialogano. Perché la pace degna trionfi,
è necessario che il popolo la costruisca e per questo e
necessario che si "riprenda d'animo - non si demoralizzi
- di fronte a qualsiasi colpo e cresca la coscienza del camminare
uniti", come disse una sorella tzotzil.
Nella tappa attuale, si pretende che la guerra porti ad un negoziato
in cui la pace con dignità e la democrazia non esista.
I differenti sforzi che contribuiscono alla pace, sono attaccati
perché lottano per le condizioni politiche e di partecipazione
che la rendono possibile e contro la violenza che la nega.
E' necessario operare con serietà. Urge fermare la guerra.
Lo stato messicano ha in questo momento una possibilità
di rinnovamento. Il prezzo è che si eliminino le ambiguità
e i messaggi doppi per avviare una chiara politica di pace che
recuperi il senso delle parole, la capacità di comunicazione
del Governo e la sua credibilità. E' imprescindibile che
i Poteri dell'Unione, nell'ambito delle loro responsabilità
e attribuzioni, compiano una politica di Stato per la Pace.
E' necessario abbandonare le accuse e le pressioni di un dialogo che chiede solo la resa dei popoli indio. E' necessario che la Repubblica dia attuazione alla Costituzione e che immediatamente si dissolvano i gruppi paramilitari che stanno realizzando operazioni occulte e svolgendo una guerra non convenzionale e cruenta contro i popoli indio. E' necessario cessare le accuse false e le pressioni come quelle che i generali - Gomez e Godinez - fecero contro il presidente della CONAI. E' necessario impegnarsi seriamente nella ricerca e amministrazione della giustizia. E' necessario smettere di fare affermazioni senza logica e senza fondamento obiettivo, come quando si dice che il problema è solo del Chiapas e non del Messico.
E' necessario riconoscere che il dramma di Acteal non può
attribuirsi a lotta fra gli indios. E' necessario organizzare
un dialogo tra persone che lo portino a compimento e si rispettino.
E' necessario adottare un atteggiamento serio e una pratica responsabile
nei discorsi e negli atti del governo.
Di fronte a circostanze tanto drammatiche per il Chiapas ed il Messico:
Cosa si può fare nell'immediato?
Ai Poteri dell'Unione:
· Che si dia un compimento preciso agli accordi di San Andrés
circa i Diritti e la Cultura Indigena, rispettando i principi
della Dichiarazione Congiunta di San Miguel, modificata dalle
parti il 12 luglio 1996.
· Che dialoghino l'Esecutivo ed il legislativo per rendere
effettiva e immediata la riforma costituzionale, in base agli
accordi di San Andrés, espressi nell'iniziativa della
COCOPA.
· Se si parla di Stato di Diritto, si fermino le operazioni militari nelle comunità indigene della zona del conflitto, che violano la Costituzione della Repubblica e la Legge del 11 marzo 1995 e che intervengano, perciò, la Suprema Corte di Giustizia della Nazione e la Commissione Nazionale dei
Diritti Umani.
· Che si disarmino e rimuovano le forze paramilitari, organizzate,
evidentemente, secondo i manuali dalla guerra a bassa intensità.
· Che il crimine di lesa umanità perpetrato in Acteal
non resti impunito, e che si indennizzino i parenti delle vittime.
· Che si rispetti la cittadinanza del Chiapas e che il Congresso
dell'Unione senta le basi legali per un'elezione veramente democratica
di tutte le autorità del Chiapas, per i cittadini del Chiapas,
in brevissimo tempo.
· Che il Comitato Internazionale della Croce Rossa, insieme
alle istanze civili di assistenza, si occupi della cura degli
sfollati di Chenalhó nel Nord, e che se ne garantisca il
ritorno nei luoghi d'origine.
· Che si liberino i prigionieri politici, detenuti ingiustamente,
e che non vengano disattese le petizioni che, di volta in volta,
sono state formulate in questo senso.
· Che la Commissione di Cura e verifica riceva tutto l'appoggio
necessario perché possa compiere le sue funzioni in base
alla legge del 11 marzo 1995.
· Che si dia impulso con decisa volontà politica alla
Riforma dello Stato e, di fatto, il Congresso dell'Unione faccia
una convocazione che includa tutte le forze politiche e sociali
del paese.
· Che cessi la persecuzione e le pressioni sul popolo, sui
municipi autonomi e sulle comunità indigene del paese.
All'EZLN:
· Che si agisca nel segno della Legge per il Dialogo, la
Conciliazione e la Pace degna in Chiapas, del 11 marzo 1995, mantenendo
la propria volontà di dialogo e negoziazione.
· Che continui la sua lotta per vie politiche, come sta avvenendo
dall'incontro di San Miguel dell'aprile 1995.
· Che incrementi i suoi sforzi di dialogo con le altre comunità
e organizzazioni indigene e non indigene del Chiapas.
· Che incrementi il suo dialogo con le organizzazioni della
società civile e della società politica.
Alla società civile e ai popoli del mondo:
· Che fermino la guerra con tutti i mezzi legali e pacifici
possibili, coscienti che tutti dobbiamo esigere i nostri diritti
e non desistere nella lotta per la dignità e la democrazia.
Il militarismo, l'autoritarismo e il totalitarismo vincono quando
i popoli tacciono e si sottomettono.
· Non desistiamo fino a quando la pace degna non trionfi
in Chiapas.
· Perché la pace degna trionfi, è necessario
che il popolo la costruisca.
· Con questo spirito la CONAI manifesta la sua disposizione
a continuare nel compiere le sue funzioni di mediazione e conciliazione
per una pace degna in Messico.
Per la CONAI: Samuel Ruitz Garcia, Concepcion Calvillo Vda. De
Nava, Juan Ban-uelos, Dr. Pablo Gonzales Casanova, Oscar Oliva,
Raymundo Sanchez Barraza.
Segretariato: Miguel Alvarez Gandara, Gonzalo Ituarte Verduzco,
Salvador Reyes Garcia, Pedro Nava Calvillo.
(traduzione a cura di Alberto Vitali)
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